L'ultima trovata del presidente della Fifa Joseph Blatter: abolire i pareggi nelle partite della fase a gironi dei Mondiali
ansa
La Coppa? Fatta in Italia, vale 130 mila euro
Nemmeno le copie possono essere riprodotte senza l’autorizzazione della Fifa. L’azienda milanese dal 1998 (ossia dai Mondiali in Francia) realizza anche le medaglie che vengono consegnate ai calciatori delle squadre che salgono sul podio della rassegna iridata.
avvenire
Uruguay, tocca agli "italiani"
CAVANI PIÙ AVANTI - Una scelta quasi obbligata quella del “Maestro” di Montevideo per sopperire alle assenze dei difensori Lugano e Fucile, anche se il ct non esclude un clamoroso (e miracoloso) recupero del biondo centrale del Fenerbahçe. Difesa a parte, la Celeste non potrà disporre neppure dello squalificato bomber Suarez nonché del centrocampista offensivo Lodeiro, entrambi in forza all’Ajax e che sarebbero stati utili due volte conoscendo pregi e difetti di buona parte degli avversari odierni. Ecco perché Tabarez medita un profondo rimpasto con il ritorno al più classico dei 4- 4- 2, con Cavani utilizzato nel ruolo di seconda punta a fianco di Forlán, col rientro di Godín al centro della difesa e con l’ingresso anche di Alvaro Pereira nella linea mediana. Questa, almeno, è la squadra che è stata “spiata” da alcuni cronisti uruguaiani muniti di potenti teleobiettivi e appostatisi su una collina nei pressi del campo di allenamento in occasione dell’ultima seduta a porte chiuse.
Il Sudamerica fa flop, Europa regina mondiale
Tre squadre su quattro a caccia della stella d'oro sono europee: Gemania, Spagna e Olanda. Unica eccezione l'Uruguay che, riportando all'antico splendore i fasti della Celeste, tiene in vita il Sudamerica. E se non fosse per la nazionale di Oscar Tabarez il calcio fantasia dei sudamericani sarebbe praticamente desaparecidos. Una sorpresa assoluta al termine dei quarti di finale che hanno visto fare le valigie tra le lacrime Brasile, Argentina, ma anche il Paraguay che pure aveva tenuto duro fino a capitolare con la Spagna.
E pensare che alla vigilia delle sfide dei quarti, con le altre grandi d'Europa eliminate al primo giro (Francia e Italia le piu' clamorose fuori nel girone eliminatorio, ma anche l'Inghilterra, tra le candidate al titolo, e invece messa in ginocchio dalla Germania) il Sudamerica sembrava aver fagocitato l'intero mondiale. Qualcuno ipotizzava addirittura la quaterna (Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay) a giocarsi il titolo. E invece mentre cadevano gli 'dei' e' arrivata la zampata del vecchio continente.
La sorpresa maggiore la sta riservando la Germania: una squadra decimata dai forfait della vigilia e che dei giovani (la media della nazionale tedesca e' di 24 anni) rimasti in campo ha fatto il suo punto di forza. Merito di Joachim Loew, che con 13 gol in cinque partite ha fatto vedere una Germania a ritmo di samba, capace di umiliare l'Argentina di Maradona. La Spagna non ha invece ancora mostrato il meglio di se', eppure ha raggiunto una semifinale storica: e mercoledi' a Durban provera' a superare l'inarrestabile Germania, esattamente come fece nella finale degli Europei del 2008, quando si aggiudico' il titolo. Due anni fa in panchina c'era Luis Aragones, ora il timone e' passato a Vicente del Bosque che aspetta al varco anche i tedeschi: ''Non temo la Germania'' ha detto il ct della Roja. Del resto l'allenatore della Spagna puo' contare su un David Villa che in Sudafrica ha gia' messo in porta cinque gol: altro che Messi o Rooney che hanno lasciato il Sudafrica a bocca asciutta, o lo stesso Cristiano Ronaldo, una sola rete nella goleada fin troppo facile alla Corea del Nord.
E poi c'e' l'Olanda che con Sneijder, ma anche Robben e Van der Vaart, puo' far paura a tutti dopo aver eliminato sua maesta' il Brasile. In semifinale gli Orange troveranno l'unica nazionale arrivata da lontano: l'Uruguay aspetta da troppo tempo di tornare tra le grandissime del pallone. Forlan e Suarez sono diventati gli eroi di tre milioni e mezzo di paraguayani. La Celeste, diventata una mosca bianca nel tris d'oro della Vecchia Europa che si e' gia' presa il mondiale.
PANCHINE BOLLENTI Capello confermato, gli incubi di Dunga L'haiku di Okada
PANCHINE BOLLENTI
Capello confermato, gli incubi di Dunga L'haiku di Okada
Hanno retto sinora la scena del palcoscenico mondiale, in attesa della recita degli astri del pallone. Lippi, Domenech, la vedètte Maradona, Capello, Dunga che sognerà Melo e i cronisti brasiliani che lo cuociono a fuoco lento tipo churrasco. I commissari tecnici, soprattutto se hanno lasciato in anticipo il Sudafrica, continuano a far discutere.
Inghilterra C'è chi cambia compagnia e chi resta scritturato nonostante la poca fiducia del regista. A cominciare da Fabio Capello, confermato alla guida dell'Inghilterra in vista degli Europei del 2012. La Football Association mette così fine alle speculazioni sul futuro del tecnico friulano. «Siamo ancora molto delusi dalla prestazione della nazionale - ha spiegato il presidente Fa Richards - Restiamo convinti che Capello sia l'uomo giusto per questo incarico. Saprà trarre beneficio dal suo primo torneo internazionale, questo ci renderà indubbiamente più forti agli Europei del 2012». Lo stesso Richard ha contattato personalmente Capello per comunicargli la decisione. «Posso garantire ai tifosi che siamo già concentrati sulle qualificazioni agli Europei» dice don Fabio. Una conferma a scoppio ritardato che non zittirà i tabloid d'oltremanica.
Francia Due giorni fa - contemporaneamente alla nomina di Prandelli ct azzurro, conferma delle storie intrecciate di Italia e Francia - c'è stata l'investitura di Laurent Blanc sulla panchina transalpina. Dovrebbero esserci i titoli di coda del noir socio-politico-sessuale che ha visto protagonisti Domenech e i bleus prima, durante e dopo il Sudafrica. L'ex difensore di Napoli e Inter dovrà «riportare la Francia sui binari dal punto di vista sportivo e morale» ha detto il presidente dimissionario Escalettes. Come dire: stop ad atleti viziati e alle fazioni tra centro storico e banlieu.
Sudafrica Cambio in panchina anche per i padroni di casa. Il successo della manifestazione iridata non mitiga l'uscita nel turno preliminare dei Bafana Bafana. Carlos Alberto Parreira ha già fatto sapere che non si considera più il ct dei sudafricani (non sarebbe stato confermato). Al suo posto dovrebbe arrivare un tecnico locale, che faceva già parte del suo staff - era l'unico africano - tale Pitso Mosimane.
Corea del Sud Dimissioni anche per il ct della Corea del Sud Huh Jung Moo che «vuole dedicarsi ai suoi studi sul calcio» nonostante il buon torneo degli asiatici, eliminati negli ottavi, secondo risultato di sempre, dall'Uruguay.
Giappone Scriverà invece poesie e si dedicherà alla sua fattoria il giapponese Okada, che lascia la panchina nipponica, giunta a un passo dai quarti di finale contro il Paraguay.
Messico Sorprende invece la rinuncia all'incarico del tecnico del Messico Aguirre. La sua squadra è stata tra le rivelazioni del torneo, cedendo il passo solo all'Argentina.
Come vive la gente comune un Mondiale tanto atteso
JOHANNESBURG, 3 luglio - Maazev Bill Hustov, 46 anni, di Città del Capo, proprietario di un ristorante a due passi dal Green Point. I suoi nonni sono arrivati da Mosca, città che non ha mai visto e che non sogna di vedere.
1) La favorita del Mondiale?
L'Olanda. Probabilmente l'abbiamo sottovalutata tutti.
2) Come segui il Mondiale?
Vedo tutte le partite, perché nel mio locale ho installato monitor ovunque.
3) Una cosa del Sudafrica che noi europei non notiamo.
I tifosi sudamericani sono i migliori, vengono, bevono, senza esagerare. E sono allegri. Quelli inglesi sono rubbish, dico io, da buttare via. Non hanno fatto incidenti, ma non mi piacciono, pensano di essere i padroni del mondo. Sono contento che siano usciti.
Massimo Basile - corrieredellosport.it
Napoli tifa Maradona: le foto delle bandiere argentine in città
Il fortissimo legame che lega Napoli a Diego Armando Maradona è indissolubile e lo dimostrano le tante bandiere appese sui balconi della città partenopea. Vessilli che sono aumentati con l’eliminazione dell’Italia e con il desiderio espresso dal ct dell’Argentina di voler, un giorno, approdare sulla panchina del Napoli. A Forcella e nel resto della città a tempo di record sono state rimossi i tricolori ed il vessillo biancoceleste della ’seleccion’ campeggia ora ad ogni incrocio. In Piazza Crocelle ai Mannesi, a pochi passi dal Duomo, un gigantesco striscione biancazzurro, di oltre 10 metri di larghezza, è stato steso fra i palazzi: al centro del sole, che nella bandiera argentina occupa lo spazio orizzontale bianco posto fra le due strisce azzurre, è stata inserita una foto di Diego.
Nei Quartieri Spagnoli, alla Sanità, a Secondigliano, nei mercatini della Pignasecca sono molte le bancarelle degli ambulanti che vendono bandiere ed altri gadget che ricordano i colori della nazionale argentina. Per non parlare della zona della Stazione Centrale dove i turisti in arrivo con il treno fanno le foto ricordo davanti ai banchetti addobbati con i colori dell’Argentina ed i poster di Diego. Una spiegazione socio-antropologica del fenomeno cerca di darla lo scrittore Maurizio De Giovanni:
”L’eliminazione dell’Italia non leva nè mette nulla alla connazionalità che i napoletani sentono con l’America Latina. Pochi giorni fa, con lo scrittore cileno Antonio Skarmeta riconoscevamo questa affinità orizzontale che lega sentimentalmente i nostri popoli. Ecco perchè i napoletani si sentono più vicini agli argentini, ai brasiliani o ai cileni rispetto ai trentini o ai valdostani. C’e’ un sentimento comune anche inconsapevole, che ci lega e che diventa consapevole davanti a capolavori della musica, dello spettacolo, della cultura o dello sport che riflettono la contiguità delle nostre anime. E nello sport non c’e’ capolavoro che possa essere paragonato a Diego Maradona”.
Qualcuno si è spinto oltre ideando una bandiera “borbonico-argentina”. Riproduce i colori azzurri della bandiera argentina, che sono poi gli stessi del Napoli, con al centro, sul bianco, lo stemma borbonico del Regno delle Due Sicilie. E’ la nuova bandiera borbonico-argentina che il Movimento Neoborbonico, nato per ricostruire la storia del Sud e l’orgoglio ”di essere meridionali” e il Movimento VANTO (Valorizzazione Autentica Napoletanità a Tutela dell’Orgoglio) stanno distribuendo in città ai napoletani tifosi dell’Argentina.
Giuseppe Bruscolotti, grande amico di Maradona nel Napoli dei tempi d’oro, non ha dubbi: “Il connubio di Napoli con Maradona è qualcosa che non si può spiegare. Gli argentini sono molto simili ai napoletani e l’arrivo di Maradona sotto il Vesuvio ha significato un miracolo sportivo, del costume, un inno alla gioia, ciò non di meno il tormento del non sapersi lasciare. Napoli ha amato e soffocato Diego passando da un eccesso all’altro. La vita di Diego, la sua parabola sono ciò che la gente vive tutti i giorni”.
“Finché l’Italia è rimasta in corsa, la città era divisa – dice Rosetta De Napoli, titolare della sua bottega di frutta e verdura a San Gregorio Armeno – ma adesso è tutta per Diego con la barba imbiancata. Io quando guardo l’Argentina tengo il rosario in mano, ma non sono l’unica qui. Ci vuole un po’ di scaramanzia per portare Maradona in finale, quella non guasta mai”.
“Napoli è e sarà per sempre la casa di Maradona” - sostiene Bruno, commerciante della periferia nord della città - nel Mondiale del 90’ se c’era una squadra contro la quale l’Italia doveva uscire quella era proprio l’Argentina. Ricordo che dopo quella partita non dico che festeggiamo come se avessimo vinto noi ma quasi”. Anche il tifoso Salvatore, che ha esposto al suo balcone la bandiera dell’Argentina, ricorda quei momenti di Italia ‘90: “Mi trovavo a Napoli poco vicino al quartiere di Fuorigrotta: credetemi, non sembrava che l’Italia fosse stata eliminata dai Mondiali. Non vidi persone tristi, anzi. Io personalmente ho sempre fatto il tifo per Diego fin qui, figuriamoci adesso che è ai quarti di finale”.
CALCIO, MONDIALI; MARADONA: NIENTE PAURA, PASSIAMO NOI
sport.repubblica
Quando è ora gli italiani amano l'Italia
Avevamo appena finito tutti quanti di dire e di scrivere che dell’avventura degli azzurri in questi mondiali non frega niente a nessuno, e anzi che erano sempre di più coloro che si auguravano una figuraccia, che siamo già qui a registrare un dato che ribalta tante nostre impressioni.
La prima partita della Nazionale, cioè la non certo esaltante prestazione con il non certo formidabile Paraguay, ha fatto il record di spettatori. Ventun milioni e mezzo tra Rai e Sky. Vuol dire che la partita l’hanno vista proprio quasi tutti.
Ma c’è un altro dato meno scientifico, però altrettanto reale, ed è quello sull’ancor più sorprendente proliferazione di megaschermi nelle piazze, di gente in giro con la bandiera italiana, di tricolori alle finestre. L’Italia della gente comune non solo ha visto l’Italia del calcio: ha anche tifato. Questo è un dato per molti inconfessabile, perché non c’è nulla di più banale che manifestarsi tifosi della Nazionale, e non c’è nulla di più snob che dire: della Nazionale non me ne può importare di meno. Eppure l’altra sera faceva caldo, tenevamo tutti le finestre aperte e quando De Rossi ha segnato - e si trattava solo di un modesto pareggio - s’è udito un urlo provenire dalle case accanto, evidentemente popolate da tifosi occulti come noi.
E’ strano quel che è successo l’altro ieri. Perché non si può neppure dire che, come al solito, noi italiani siamo stati solleciti nel salir sul carro dei vincitori: per adesso non ci sono vittorie da festeggiare e non c’è neppure un carro. C’è però qualche cosa di misterioso che porta tutti noi, quando l’Italia gioca ai mondiali, a prendere atto di un’inattesa prevalenza dell’emozione sulla ragione, o meglio su convinzioni che riteniamo ragionate. Per capirci: anche chi trova Lippi simpatico come un bicchiere di olio di ricino, anche chi avrebbe preso a sberle Cannavaro quando ha detto che siamo un Paese ridicolo perché qualcuno sostiene che i calciatori guadagnano troppo, forse perfino chi si dichiara non italiano ma padano, insomma anche chi crede di avere buone ragioni per «tifare contro» quando la palla è in campo avverte un senso di appartenenza di cui è il primo a meravigliarsi.
Il record di spettatori e di tifo per una pur improbabile Nazionale come questa dimostra probabilmente una cosa. Dimostra che noi italiani siamo molto meno anti-italiani di quanto diciamo e anzi ostentiamo di essere. Fa chic lamentare sempre che in Italia è tutto uno schifo, che nei Paesi anglosassoni sì che c’è un senso dello Stato, che in Francia sì che i trasporti pubblici funzionano, che negli Stati Uniti sì che valorizzano i talenti e io i miei figli li mando all’estero e bla bla bla. Da qualche anno c’è perfino una retorica terzomondista alimentata da chi, con i soldi guadagnati in Italia, va in vacanza in Paesi miserabili (ma in hotel a cinque stelle) e quando torna ammonisce: là sono tanto poveri ma hanno una dignità, mica come noi.
Tutto questo noi ossessivamente ripetiamo perché, tra i nostri tanti difetti, il peggiore sta appunto nel dire che siamo pieni di difetti. Campioni dell’autodiffamazione, ecco il nostro primato. «Siamo in Italia…» è la conclusione sconsolata di tanti nostri discorsi, come per dire: qui non si può concludere nulla di buono. Strano Paese, in cui ciascuno critica l’Italia e al tempo stesso se ne dissocia, come se gli italiani fossero sempre gli altri.
Eppure siamo molto meno peggio di quanto ci vogliamo dipingere. Tanto che, paradossalmente, perfino questo nostro continuo criticarci a volte diventa un pregio. Perché i veri difensori di una civiltà non sono i suoi goffi e retorici esaltatori, ma i suoi critici: a volte perfino i suoi detrattori e i suoi castigatori. Il mugugno di noi italiani è fastidioso e ingeneroso, ma serve pure a tenere desta l’attenzione per limitare i danni. In fondo il cinema italiano è diventato un cinema solo quando ha cominciato a smascherare le nostre miserie e le nostre viltà.
Speriamo che la Nazionale non inciampi goffamente contro qualche carneade neozelandese o slovacco. Dovesse succedere, diamo per scontato che torneremo tutti anti-italiani. Farebbe parte del nostro modo di essere. Ma per il momento prendiamo atto che l’inizio di questo Mondiale, con tanto e spontaneo tifo, è la prova che questo popolo si vuol bene molto più di quanto voglia far credere.
La stampa.it
MONDIALI 2010: CLASSIFICA CANNONIERI aggiornata al 15 Giugno 2010 22:27
mc/red 15-Giu-10 22:27 NNNN
Giappone: 1-0 al Camerun nel gruppo E
(ANSA) - Il Giappone ha battuto il Camerun per 1-0 a Bloemfontein in una partita del gruppo E. Rete di Honda al 39' del primo tempo. Nel secondo tempo il Camerun esercita molto possesso. La prima occasione per il pareggio e' al 49' con Moting che tira di poco a lato su cross di Eto'o. Poi, all'85' Mbia da fuori area colpisce la traversa con Kawashima battuto.
Dopo il successo dell'Olanda sulla Danimarca, per il Gruppo E a Bloemfontein scendono in campo Giappone e Camerun. C'è molta attesa per vedere all'opera Eto'o e compagni, dati da molti come una delle migliori formazioni africane. Arbitra il match il portoghese Benquerenca.
39° HONDA!!! GIAPPONE IN VANTAGGIO La rete - Traversone dalla destra, la difesa si preoccupa di Okubo ma lascia libero Honda che stoppa sul secondo palo e da due passi insacca
Partita che regala pochissime emozioni per 38', sino a quando Honda segna la rete che porta in vantaggio il Giappone. Camerun davvero brutto da vedere con Eto'o troppo lontano dall'area di rigore, Webo che fa vanamente a sportellate e Choupo-Moting inesistente. Il Giappone non dà spettacolo, ma in difesa raddoppia sistematicamente e non concede spazi. Bene i nipponici sulle corsie laterali d'attacco: i cross in area sono sempre una sofferenza per gli africani di Le Guen.
Fischia l'arbitro: Giappone batte Camerun 1-0
E' già tifo per l'Italia: attesa la Nazionale
Anche su Facebook il tam tam mediatico è forte: "Forza tirate fuori l'orgoglio italiano, esponete la bandiera dalle vostre case". I negozi di articoli specifici all'evento, vivono un crescendo di richieste di bandiere, trombe (novità) non più a gas che, una volta esaurite, erano da buttare; ora sono ad aria e si ricaricano a mano, tric e trac e tutto quanto serve a far "casino". Anche lo scetticismo verso gli uomini di Lippi sembra come d'incanto sparito.
"Vinciamo 3 a 1", "No, 2 a 0", "Basta anche l'1 a 0 e palla al centro"- dice un altro, insomma la febbre ‘mundial’ ha prevalso su tutto. Questa sera a Termoli saranno impiantati diversi maxi schermi, uno al borgo antico in piazza Duomo, organizzato dai locali della piazza, un altro come appendice della festa di Sant'Antonio. Don Silvio ha voluto questa cosa davanti alla chiesa e ci sarà tanta gente, un altro ci dicono sarà in via Inghilterra.
Noi seguiremo le emozioni azzurre davanti a quello della chiesa di Sant'Antonio per il nostro sito e vi racconteremo dettagliatamente tutto quanto accadrà e naturalmente al grido di "Forza Azzurri!!!!!!!!!!!"
WALTER SCOTTI
La Fifa ha fifa di chi crede in Dio : MARCHI A GOGÒ, MANIFESTAZIONI DI FEDE NO
Sotto la casacca, niente.
Stateci attenti, ragazzi, perché le conseguenze potrebbero essere gravi. Sotto la casacca, al massimo la maglietta della salute, in Sudafrica fa freschino. Sotto la casacca, mai più scritte come «I belong to Jesus» («Appartengo a Gesù») che tanto piace a Kakà. E la foto della fidanzata? Cattivo gusto a parte, dipende: se è una leader religiosa o politica, proibito. Se è una normale cittadina, permesso. Nuove indicazioni della Fifa – omen nomen, una preoccupazione dietro l’altra – in vista dell’esordio, martedì, della nazionale verdeoro.
Si sa che i brasileri schierano un’alta percentuale di evangelici pentecostali con il modo tutto loro, esplicito e naif, di esprimere la propria fede. I cattolici, in genere, sono più discreti. Non perché la loro fede sia più tiepida, e guai a giudicare una qualsiasi passione dall’intensità esteriore con cui viene espressa: c’è chi ribolle di fuori ed è un ghiacciolo di dentro, e chi ribolle di dentro ma rimane composto di fuori.
In ogni caso, a far fifa alla Fifa è la Confederation Cup dell’anno scorso, con il rito improvvisato a centrocampo da Lucio; e le t-shirt sotto le casacche dei bomber con l’alta probabilità – giocano contro la non irresistibile Corea del Nord – che facciano gol e corrano verso le telecamere voraci per sfoderare manifestazioni di fede imbarazzanti... già, imbarazzanti per chi?
Premesso che ogni ostentazione stona e che il senso della misura dovrebbe valere sempre; premesso pure che chiedere a Dio di farti vincere la partita a scapito dell’avversario significa chiedere un privilegio indebito perché Dio sul terreno di gioco è neutrale, e lo stesso ringraziarLo per averti fatto fare gol (il portiere infilzato che dovrebbe dire, allora, a Dio?); premesso tutto ciò, la sensazione è che il vero problema non sia la manifestazione di una fede in mondovisione, ma il conflitto di fede in alta definizione.
Prendiamo un pedatore qualsiasi del ventunesimo secolo e scannerizziamolo dal calzettone al colletto: non c’è un centimetro esente da una manifestazione di fede, che si chiami (omissis) o (omissis), in tutti i maggiori marchi dell’abbigliamento sportivo che si contendono un mercato globale.
L’investimento è da capogiro. E secondo voi chi investe così tanto sulla casacca d’un puntero verdeoro può correre il rischio che quel bel tomo se la sfili per mostrare al cielo e alla terra che prima che al marchio egli crede al suo Dio? Teniamo Dio lontano dal prato verde, dunque, dove altre divinità pagane, del tutto effimere, si contendono perfino i fili d’erba. Che Lassù siano neutrali, d’altronde è garantito dalla seguente storiella. Gesù, noto appassionato di calcio, vorrebbe finalmente vedersi una partita dal vivo, senza commento di Caressa. Il Padreterno lo autorizza e Gesù sceglie, così a caso, il derby di Glasgow Celtic-Rangers, cattolici contro protestanti.
Pronti via. Attacchi avvolgenti del Celtic, cross, rovesciata acrobatica e gol strepitoso.
«Gol! Bellissimo gol!», esulta Gesù ammirato da tanto gesto atletico. Ma i Rangers passano al contrattacco, altro cross, respinta, tiro da 30 metri nell’angolino e gol mostruoso. «Gol!
Bellissimo gol!», esulta di nuovo di Gesù. I suoi due vicini di sedia, perplessi, si danno di gomito e uno fa all’altro: «Per me è ateo».
Ai fedeli della Fifa, ai credenti nel Grande Brand, meglio non raccontarla: metterebbero Gesù che esulta accanto al marchio della braghetta del giocatore del Celtic. I sobri moralizzatori.
È l'ora dell'Italia: contro il Paraguay i numeri sono con gli azzurri
È l'ora dell'Italia: contro il Paraguay i numeri sono con gli azzurri
di Elia Pagnoni
La partita inaugurale sorride quasi sempre agli azzurri: tre sole sconfitte il 16 mondiali, l'ultima nel '94 con l'Irlanda. Italia mai sconfitta all'esordio contro una squadra sudamericana. E con il Paraguay c'è un vecchio precedente che ci sorride: 2-0 nel 1950
Domani è il giorno degli azzurri. A Città del Capo (ore 20.30, diretta Rai e Sky) comincia l'avventura del girone F quello che comprende, oltre alla squadra di Lippi, il Paraguay, la Slovacchia e la Nuova Zelanda. Per l'Italia è la 17ª avventura mondiale e finora nelle gare inaugurali l'Italia ha raccolto 9 vittorie, 4 pareggi e 3 sconfitte, l'ultima delle quali nel 1994 negli Usa contro l'Irlanda (0-1). L'Italia affronterà domani sera il Paraguay, ed è la terza che debutta contro una nazionale sudamericana: due volte ha aperto col Cile (2-0 in Inghilterra nel '66 e 2-2 in Francia nel '98) e una volta con l'Ecuador (2-0 in Corea-Giappone 2002).
Gli archivi ci dicono anche che esiste un precedente mondiale tra Italia e Paraguay, ma bisogna andare indietro fino al 1950, mondiale brasiliano, il primo del dopoguerra, con gli azzurri campioni in carica ma eliminati al primo turno nonostante, appunto, la vittoria per 2-0 sui paraguayani. Era il 2 luglio 1950, a San Paolo, e gli azzurri si imposero con le reti di Carapellese (13') e Pandolfini (63'). L'Italia giocava con Moro, Blason, Fattori, Furiassi, Remondini, Mari, Muccinelli, Pandolfini, Amadei, Cappello, Carapellese. Il Paraguay rispondeva con Vargas, Gonzalito, Cespedes, Gavilan, Leguizamon, Cantero, Avalos, Lopez, Saguier, Flutas Lopez, Unzain.
Tra gli azzurri e il Paraguay c'è poi da registrare solamente un'amichevole, molti anni dopo, nel 1998 a Parma in preparazione ai mondiali francesi finita 3-1 per noi con un gol di Paolo Maldini, una doppietta di Moriero e un'autorete di Costacurta. Curiosamente sulla panchgina azzurra c'era Cesare Maldini che poi avrebbe guidato proprio il Paraguay nei mondiali successivi.
Le altre due sfide di domani (Olanda-Danimarca alle 13.30 e Giappone-Camerun alle 16) non registrano precedenti a livello mondiale. Ma la sfida tutta europea tra danesi e olandesi conta una semifinale a livello di campionati europei nell'edizione svedese del '92, con la vittoria della Danimarca per 5-4 ai rigori a Goteborg, vittoria che poi l'avrebbe lanciata verso la clamorosa conquista del titolo continentale in finale con la Germania.
Nella foto: Cesare Maldini doppio ex: ct azzurro ai mondiali del '98 e ct del Paraguay quattro anni dopo.
© IL GIORNALE ON LINE
In Paraguay giorno riposo per l'Italia Governo decide con decreto, tutti davanti alla televisione,
Il presidente Fernando Lugo ha decretato che il giorno in cui la nazionale esordira' nel Mondiale del Sudafrica sara' di riposo a partire da mezzogiorno. La gara e' per le 14.30, ora locale. Anche il ministero dell'educazione ha deciso che le lezioni nelle scuole siano sospese, ma gli alunni seguiranno le partite su televisori istallati nelle classi.
Brunetta è inflessibile e chi vuole fare il tifo per gli Azzurri dovrà mettersi in ferie. Il sindacato replica indicando la tolleranza tedesca: «il mondo si è proprio capovolto». Quanto effettivamente si sia capovolto lo si deduce dalla cinese K.K, la giovane . Prima che i mondiali avessero inizio la ragazza ha postato sul sito più cool del momento, "Ci- nasmack", il suo videoappello agli uomini tra i 20 e i 40 anni d'età. Lei cerca, essendo disposta a pagare 100 euro al giorno, un uomo che le faccia compagnia per tutta la durata del campionato del mondo, a condizione che sia un gran bevitore, veda le partite scelte da lei, sappia cucinare piatti sfiziosi, riassetti la cucina dopo cena, e si lavi anche i piedi due volte al giorno, perchè a casa sua non vuol sentire cattivi odori.
Polemica per la Coppa in mano a Vieira al concerto di Soweto, Abete: "Gaffe della Fifa"
Johannesburg - Anche la cerimonia d'inizio dei mondiali può scatenare la polemica. Il calcio è così, ogni occasione è buona per litigare, specie se di mezzo c'è il bon-ton. Quelle buone maniere che, secondo il presidente della Figc Giancarlo Abete, la Fifa non ha avuto. Della cerimonia resta tante bellissime immagini ma anche una che stona un po': ritrae il centrocampista della nazionale francese Patrick Vieira tra il presidente del comitato organizzatore, Danny Jordan, ed il segretario generale della Fifa Jerome Valcke al termine del concerto di Shakira a Johannesburg. Ma non doveva essere Vieira ad avere in mano quella coppa. Non è la Francia, infatti, ad aver vinto i mondiali quattro anni fa.
Una gaffe della Fifa "La consegna della Coppa del Mondo al Sudafrica da parte dell'ex giocatore francese Patrick Vieira è una gaffe della Fifa. Quella coppa non l'ha vinta lui ne' nessun altro altro giocatore ma l'Italia''. E' la dura presa di posizione del presidente della Federcalcio Giancarlo Abete dopo che due sere fa, al termine del concerto di Shakira a Johannesburg, il presidente del comitato organizzatore Danny Jordan e il segretario generale della Fifa Jerome Valcke avevano fatto alzare a Vieira la Coppa in gesto simbolico di consegna al paese ospitante.
I software più famosi che permettono di vedere le partite
E' LEGALE - Vedere le partite on line è assolutamente legale. Questo perchè le TV (cinesi, inglesi o di qualsiasi altro Paese) che trasmettono nel corso dell'anno le partite di serie A, Champions League e altri campionati in streaming acquistan i diritti dei suddetti campionati. Anche per i mondiali 2010 funziona così.
COSA SERVE - Per vedere le partite di calcio gratis su Internet, servono dei software gratuiti da scaricare e installare sul PC; poi basta andare su dei siti che indicano i canali su cui le partite sono trasmesse e far partire il programma per vedere la gara.
I software più famosi che permettono di vedere le partite sono
TvAnts
PPLive
PPStream
Coolstreaming
PPMate
Sopcast
TVUPlayer
Noi vi consigliamo anche il sito http://www.rojadirecta.com/.
Terza giornata dei Mondiali di Calcio 2010 che oggi vedrà in scena tre incontri
Mondiali: Germania-Australia (Sky e Rai), Algeria-Slovenia, Serbia-Ghana (Sky)Intanto un dato statistico delle prime cinque partite disputate: nelle tre precedenti edizioni dei Mondiali a 32 squadre, non era mai capitato che, si fosse segnato così poco. Sette i gol realizzati nelle prime cinque gare di Sudafrica 2010 (2 in Sudafrica-Messico 1-1, 0 in Francia-Uruguay 0-0, 2 in Corea del Sud-Grecia 2-0, 1 in Argentina-Nigeria 1-0 e 2 in Inghilterra- Stati Uniti 1-1). Nelle prime cinque partite di Germania 2006 i gol erano stati 12, a Francia 1998 13, a Corea del Sud/Giappone 2002.
Venendo alle partite di oggi alle 13.30 è il momento di Algeria e Slovenia prima assoluta per due squadre entrambe a digiuno dei palcoscenici importanti Per l'Algeria si tratta addirittura del primo Mondiale dopo 24 anni di assenza: obiettivo centrato a spese della rivale di sempre, l'Egitto. La Slovenia è invece alla seconda partecipazione dopo le delusioni all'Europeo 2000 e poi al Mondiale 2002.
Vietato perdere: Serbia e Ghana aprono alle 16 a Pretoria il girone D dei Mondiali e la sfida è già una sorta di spareggio tra coloro che aspirano al secondo posto finale nel raggruppamento. La formazione di Antic sa bene che un passo falso potrebbe avere ripercussioni non solo sportive ma anche politiche, visto che il Parlamento serbo ha deciso di sospendere i lavori proprio per permettere ai deputati di seguire il Mondiale sudafricano.
A chiudere il programma odierno la Germania che esordisce alle 20.30 allo stadio di Durban contro l'Australia. L'avversario con cui dovranno vedersela i tedeschi non è per niente un qualsiasi sparring partner: infatti nel 2006, negli ottavi di finale, costrinsero ai supplementari (risolti con un rigore mal digerito) gli Azzurri poi campioni del Mondo.
Per quanto riguarda il calendario completo della competizione ed i canali Rai e SKY di messa in onda, nella nostra Area Palinsesti potrete trovare la guida televisiva a Sud Africa 2010 aggiornata con tutti i risultati delle partite.
LA TERZA GIORNATA DEL MONDIALE IN TV
SKYDomenica 13 giugno alle ore 13.30 su Sky Mondiale 1, “Algeria-Slovenia” (telecronaca di Nicola Roggero e Stefano Nava). Pre partita dalle 12.30 con “Sky Mondiale Show”; in studio Marco Cattaneo, Franco Causio, Mario Sconcerti e Zvonimir Boban, mentre in collegamento dal Sudafrica ci saranno Malu Mpasinkatu e Antonio Di Gennaro. Inoltre, grazie all’opzione esclusiva dell’audio multiplo, sarà possibile seguire l’incontro anche in lingua francese e inglese (attraverso il pulsante “i” del telecomando).
A seguire, alle 16.00, “Serbia-Ghana”, con la telecronaca di Riccardo Trevisani e Claudio Onofri. Pre partita dalle 15.30 e post partita fino alle 18.30, sempre su Sky Mondiale 1. Anche per questo match, ci sarà la possibilità dell’opzione audio multiplo con il commento in lingua inglese.
A chiudere la giornata, l’altra sfida del Gruppo D: “Germania-Australia”, in diretta dalle 20.30 dallo stadio di Durban. Telecronaca di Riccardo Gentile e Luca Marchegiani. Premendo il tasto “i”, la telecronaca sarà in lingua inglese e tedesca.
Mondiali: Germania-Australia (Sky e Rai), Algeria-Slovenia, Serbia-Ghana (Sky)Il match sarà preceduto da “Sky Mondiale Show”, a partire dalle 19.30, con Ilaria D’Amico, Gianluca Vialli, Paolo Rossi e Marco Tardelli; in collegamento da Johannesburg, Massimo Mauro.
Inoltre, una finestra sempre aperta sul Sudafrica con continui aggiornamenti dallo studio panoramico all’IBC di Johannesburg e da Casa Azzurri, a Centurion.
Dalle 23.30 da non perdere “Calciomercato Mondiale”, l’appuntamento quotidiano con Alessandro Bonan e Gianluca Di Marzio, per scoprire tutti i retroscena e i colpi del mercato estivo e per analizzare i match di Sudafrica 2010. Ospite di questa puntata il presidente dell’Internacional de Porto Allegre, Vitorio Piffero, formazione fra le più blasonate del Brasile, nella quale ha militato Pato, prima d trasferirsi al Milan. Per scoprire tutti i retroscena e i colpi del mercato estivo e per analizzare i match di Sudafrica 2010, collegamenti anche con il Beach Club di Forte dei Marmi, con numerosi ospiti.
A seguire, e a chiudere ogni giornata, “Mondiale Remix”: dalle 24.30, trenta minuti per rivivere le emozioni della giornata appena conclusa, con tutti i gol, le immagini più belle e le interviste.
Su Sky, ben 8 canali sono coinvolti nel racconto televisivo della Coppa del Mondo: Sky Mondiale 1 (205), Sky Mondiale 2 (206), Sky Mondiale 3 (207) e Sky Mondiale 4 (208), tutti replicati dal 251 al 254. Ai quattro canali mondiali si aggiungono Sky Sport24 (canale 200), il canale interattivo, oltre ad altri due raggiungibili dal Mosaico Interattivo.
Il Mosaico darà la possibilità di personalizzare ulteriormente la visione: saranno a disposizione “Azzurri24”, il canale interamente dedicato alla Nazionale Italiana, e il canale “Highlights24” che proporrà una raccolta dei gol del torneo, aggiornati costantemente. Inoltre, durante le partite in diretta, il canale “Highlights24” proporrà in tempo reale tutte le azioni salienti del match che si sta disputando. Durante le partite in diretta sarà anche attivo il canale “Panchine”: una telecamera fissa e dedicata seguirà gli allenatori delle nazionali protagoniste in Sudafrica.
Nelle giornate in cui gli incontri si disputeranno in contemporanea (per quattro giorni, dal 22 al 25 giugno, sia per le partite delle 16.00 che delle 20.30), si accenderà Diretta Gol, il ping pong tra i campi per non perdere nulla del racconto live.
Non mancheranno continui aggiornamenti live dal Sudafrica su Sky Sport24 e sul sito www.sky.it. che, per l’occasione, proporrà ogni giorno videochat e forum dedicati alla rassegna mondiale, con la partecipazione di alcuni protagonisti della Serie A. Tra questi, anche l’attaccante della Juventus Amauri. Inoltre, tutti gli eventi avranno riproposizioni integrali e in sintesi, per chi non avrà potuto seguire le gare in diretta.
Continua l’offerta Ticket Mondiali: con soli 49 euro sarà possibile godere di tutte le 64 partite del Mondiale e avere in più la visione di un altro pacchetto a scelta: Cinema o Sport fino al 31 agosto oppure Calcio fino al 30 settembre. Tutte le informazioni su www.sky.it.
L'Argentina vince. Obama spinge gli Usa. Grecia inguardabile, la Corea passeggia
Seconda giornata del Mondiale e due debutti importanti: quello dell'Argentina guidata da Maradona contro la Nigeria, e quello dell'Inghilterra di Capello, che in serata affronta gli Usa. Apertura con la Grecia sconfitta nettamente 2-0 dalla Corea del Sud. Poi l'Argentina batte solo 1-0 la Nigeria: tanto gioco ma poca concretezza. Risolve Heinze nel primo tempo, Milito entra nell'ultimo quarto d'ora. In serata l'atteso match che vedrà gli inglesi di Capello in campo con gli Stati Uniti. Per questi ultimi un tifoso d'eccezione: il presidente Barack Obama. Che, a poche ore dall'esordio della nazionale americana al Mondiale, ha scelto Twitter per caricarla. «Auguro le migliori fortune alla squadra. State rappresentando tutti noi nella Coppa del Mondo e siamo estremamente orgogliosi per quanto avete già fatto», ha scritto l'inquilino della Casa Bianca.
Seconda giornata
ARGENTINA-NIGERIA - La vittoria è venuta, ma con molta più fatica del previsto. Maradona debutta sulla panchina mondiale dell'Argentina e dà spettacolo, come la sua squadra in campo. Ma Messi e compagni raccolgono molto meno del gioco prodotto e devono accontentarsi del gol di testa di Heinze al 6' del primo tempo, mentre la Nigeria nel finale (quando Oba Oba Martins entra in campo al posto di Obinna) sfiora più volte il pari. L'ex Pibe de oro lancia Milito solo nell'ultima quarto d'ora al posto del confuso Higuain e negli ultimi cinque minuti il romanista Burdisso al posto di Di Maria per coprire la difesa dalle folate africane. Da Veron la solita geometria a centrocampo, ma manca lo spunto di Messi, che cerca più volte il gol senza trovarlo. Da Tevez e Mascherano un buon compitino, ma nulla di più, dietro Samuel è una sicurezza. Argentina certamente forte, ma da rivedere. E a Maradona l'incarico di trasformare un'enorme potenzialità in azioni concrete.
COREA DEL SUD-GRECIA - Undici furie rosse travolgono i resti di ciò che una volta (sei anni fa) fu la squadra campione d'Europa. La Corea del sud travolge 2-0 la Grecia, con un risultato che va anche un po' stretto agli asiatici, vista la quasi nullità della formazione guidata dal tedesco Rehhagel. Le due reti sudcoreani arrivano allo stesso minuto, il settimo, del primo e del secondo tempo: la prima con Lee Jung-soo, la seconda con Park Ji-sung, la stella del Manchester United. Pessima soprattutto la difesa della Grecia, mentre l'attacco non è mai stato in grado di creare una palla-gol. Nella ripresa il ct Rehhagel lascia capitan Karagounis negli spogliatoi, una mossa che però non produce alcun effetto.
Redazione online - corriere.it