Sport Land News: Maradona
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MARADONA, DA OGGI A SABATO LA CAMERA ARDENTE A BUENOS AIRES

MONDO DEL CALCIO PIANGE SCOMPARSA DEL SUO PIÙ GRANDE CAMPIONE Un milione di persone è atteso alla Casa Rosada di Buenos Aires, il palazzo presidenziale argentino che ospiterà da oggi a sabato la camera ardente per l'ultimo saluto a Maradona. La leggenda del calcio è morta ieri all'età di 60 anni per arresto cardiaco in una villa della città di Tigre. Tre giorni di lutto nazionale in Argentina. E lutto cittadino a Napoli, scesa ieri in piazza per ricordare il suo storico campione; si pensa di intitolargli lo stadio San Paolo.
ansa


Maradona sara' padre un'altra volta


Diego Armando Maradona sarà di nuovo padre, ha annunciato la sua compagna, Veronica Ojeda, che lo ha confessatto al portale Ciudad.com: "Sono incinta di quattro mesi". L'ex calciatore, 51 anni, è in coppia con Ojeda, 36, da vari anni e secondo la stampa scandalistica argentina nel 2010 avrebbe perso un figlio dopo 19 settimane di gravidanza.

Il Pibe de Oro ha già due figlie dal suo matrimonio con Claudia Villafane, Dalma e Giannina, la seconda delle quali le ha già dato un nipote, Benjamin, nato dall'unione con i giocatore de Manchester City Sergio Aguero. A questo si aggiunge Diego Sinagra, nato dal rapporto di Maradona con l'italiana Claudia Sinagra.

ansa

NY Times: Maradona c.t. degli Stati Uniti

Indiscrezione clamorosa lanciata dal New York Times quest’oggi, che accosta alla panchina degli Stati Uniti l’ex c.t. dell’Argentina, Diego Armando Maradona. Per l’ex Pibe de Oro ci sarebbe infatti la possibilità di prendere il posto di Bob Bradley, qualora quest’ultimo dicesse di “sì” all’Aston Villa come erede di Martin O’Neill al Villa Park.

Brando de Leonardis - calcionews24 18 agosto 2010


Argentina: Veron attacca Maradona

(ANSA) -BUENOS AIRES, 12 AGO- Dopo un mese di silenzio, Juan Sebastian Veron parla attacca duramente Diego Armando Maradona: 'mi ha escluso'. Il giocatore rileva una serie di ''contraddizioni'' dell'ex ct durante i Mondiali. ''E' troppo espansivo con la stampa e s'impiccia in questioni che poi ha problemi a portare avanti'', ha sottolineato Veron raccontando che ''Maradona voleva che fossi lo 'Xavi' della squadra per poi invece lasciarmi fuori. Alla fine di fatto non ho giocato'', ha concluso.



MONDIALI 2010: ARGENTINA. 6 TIFOSI SU 10 VOGLIONO CONFERMA MARADONA

BUENOS AIRES (ARGENTINA) (ITALPRESS) - Piu' di sei argentini su dieci vogliono che Diego Armando Maradona continui ad allenare la Seleccion nonostante l'eliminazione dai Mondiali ad opera della Germania. Lo rivela un'inchiesta condotta dal quotidiano locale "Pagina 12". Per il 63,5% dei tifosi Maradona non dovrebbe dimettersi, a fronte di un 32% che invece ne chiede l'esonero. Tra i giocatori, il favorito e' Carlos Tevez (40%), seguito a parecchia distanza da Lionel Messi (15,4%), Javier Mascherano (13,6%) e Gonzalo Higuaín (11,2%). La maggioranza degli intervistati (52%) attribuisce al ct la responsabilita' dell'eliminazione, il 27,3% ai giocatori mentre il restante 20,7% preferisce non prendere posizione.

Napoli tifa Maradona: le foto delle bandiere argentine in città

Il fortissimo legame che lega Napoli a Diego Armando Maradona è indissolubile e lo dimostrano le tante bandiere appese sui balconi della città partenopea. Vessilli che sono aumentati con l’eliminazione dell’Italia e con il desiderio espresso dal ct dell’Argentina di voler, un giorno, approdare sulla panchina del Napoli. A Forcella e nel resto della città a tempo di record sono state rimossi i tricolori ed il vessillo biancoceleste della ’seleccion’ campeggia ora ad ogni incrocio. In Piazza Crocelle ai Mannesi, a pochi passi dal Duomo, un gigantesco striscione biancazzurro, di oltre 10 metri di larghezza, è stato steso fra i palazzi: al centro del sole, che nella bandiera argentina occupa lo spazio orizzontale bianco posto fra le due strisce azzurre, è stata inserita una foto di Diego.

Nei Quartieri Spagnoli, alla Sanità, a Secondigliano, nei mercatini della Pignasecca sono molte le bancarelle degli ambulanti che vendono bandiere ed altri gadget che ricordano i colori della nazionale argentina. Per non parlare della zona della Stazione Centrale dove i turisti in arrivo con il treno fanno le foto ricordo davanti ai banchetti addobbati con i colori dell’Argentina ed i poster di Diego. Una spiegazione socio-antropologica del fenomeno cerca di darla lo scrittore Maurizio De Giovanni:

Il fortissimo legame che lega Napoli a Diego Armando Maradona è indissolubile e lo dimostrano le tante bandiere appese sui balconi della città partenopea. Vessilli che sono aumentati con l’eliminazione dell’Italia e con il desiderio espresso dal ct dell’Argentina di voler, un giorno, approdare sulla panchina del Napoli. A Forcella e nel resto della città a tempo di record sono state rimossi i tricolori ed il vessillo biancoceleste della ’seleccion’ campeggia ora ad ogni incrocio. In Piazza Crocelle ai Mannesi, a pochi passi dal Duomo, un gigantesco striscione biancazzurro, di oltre 10 metri di larghezza, è stato steso fra i palazzi: al centro del sole, che nella bandiera argentina occupa lo spazio orizzontale bianco posto fra le due strisce azzurre, è stata inserita una foto di Diego.

Nei Quartieri Spagnoli, alla Sanità, a Secondigliano, nei mercatini della Pignasecca sono molte le bancarelle degli ambulanti che vendono bandiere ed altri gadget che ricordano i colori della nazionale argentina. Per non parlare della zona della Stazione Centrale dove i turisti in arrivo con il treno fanno le foto ricordo davanti ai banchetti addobbati con i colori dell’Argentina ed i poster di Diego. Una spiegazione socio-antropologica del fenomeno cerca di darla lo scrittore Maurizio De Giovanni:

”L’eliminazione dell’Italia non leva nè mette nulla alla connazionalità che i napoletani sentono con l’America Latina. Pochi giorni fa, con lo scrittore cileno Antonio Skarmeta riconoscevamo questa affinità orizzontale che lega sentimentalmente i nostri popoli. Ecco perchè i napoletani si sentono più vicini agli argentini, ai brasiliani o ai cileni rispetto ai trentini o ai valdostani. C’e’ un sentimento comune anche inconsapevole, che ci lega e che diventa consapevole davanti a capolavori della musica, dello spettacolo, della cultura o dello sport che riflettono la contiguità delle nostre anime. E nello sport non c’e’ capolavoro che possa essere paragonato a Diego Maradona”.

Qualcuno si è spinto oltre ideando una bandiera “borbonico-argentina”. Riproduce i colori azzurri della bandiera argentina, che sono poi gli stessi del Napoli, con al centro, sul bianco, lo stemma borbonico del Regno delle Due Sicilie. E’ la nuova bandiera borbonico-argentina che il Movimento Neoborbonico, nato per ricostruire la storia del Sud e l’orgoglio ”di essere meridionali” e il Movimento VANTO (Valorizzazione Autentica Napoletanità a Tutela dell’Orgoglio) stanno distribuendo in città ai napoletani tifosi dell’Argentina.

Giuseppe Bruscolotti, grande amico di Maradona nel Napoli dei tempi d’oro, non ha dubbi: “Il connubio di Napoli con Maradona è qualcosa che non si può spiegare. Gli argentini sono molto simili ai napoletani e l’arrivo di Maradona sotto il Vesuvio ha significato un miracolo sportivo, del costume, un inno alla gioia, ciò non di meno il tormento del non sapersi lasciare. Napoli ha amato e soffocato Diego passando da un eccesso all’altro. La vita di Diego, la sua parabola sono ciò che la gente vive tutti i giorni”.

“Finché l’Italia è rimasta in corsa, la città era divisa – dice Rosetta De Napoli, titolare della sua bottega di frutta e verdura a San Gregorio Armeno – ma adesso è tutta per Diego con la barba imbiancata. Io quando guardo l’Argentina tengo il rosario in mano, ma non sono l’unica qui. Ci vuole un po’ di scaramanzia per portare Maradona in finale, quella non guasta mai”.

“Napoli è e sarà per sempre la casa di Maradona” - sostiene Bruno, commerciante della periferia nord della città - nel Mondiale del 90’ se c’era una squadra contro la quale l’Italia doveva uscire quella era proprio l’Argentina. Ricordo che dopo quella partita non dico che festeggiamo come se avessimo vinto noi ma quasi”. Anche il tifoso Salvatore, che ha esposto al suo balcone la bandiera dell’Argentina, ricorda quei momenti di Italia ‘90: “Mi trovavo a Napoli poco vicino al quartiere di Fuorigrotta: credetemi, non sembrava che l’Italia fosse stata eliminata dai Mondiali. Non vidi persone tristi, anzi. Io personalmente ho sempre fatto il tifo per Diego fin qui, figuriamoci adesso che è ai quarti di finale”.

CALCIO, MONDIALI; MARADONA: NIENTE PAURA, PASSIAMO NOI

Diego Armando Maradona, CT dell'Argentina, non teme la Germania alla vigilia del quarto di finale mondiale che opporrà le due nazionali a Città del Capo: "Rispetto tutti ma non temo nessuno - dichiara il tecnico biancoceleste - ho ottime sensazioni, andremo avanti senza alcun problemi. I ragazzi sanno che basterà giocare come hanno fatto finora, possiamo correre per tutta la partita e non far vedere nemmeno la palla ai tedeschi. Faremo una grande partita davanti e ci qualificheremo per un'altra gara, tutta da vincere".
sport.repubblica

Argentina, è Maradona il vero show

DI VANNI ZAGNOLI
L’Argentina parte bene e si candida per il suo terzo ti­tolo mondiale. Facile l’e­sordio con la Nigeria, accreditata co­me sorpresa dall’allenatore del Pa­lermo Delio Rossi, in realtà in fase calante.
Diego Maradona aveva abbando­nato per doping Usa ’94, dopo il 4­0 con i verdi, in Sudafrica da allena­tore presenta un’Albiceleste vin­cente a anche se un po’ leziosa e di­stratta, che aveva rischiato l’elimi­nazione nel girone sudamericano.
La classe non è in discussione, ma gli argentini dalla sconfitta nella fi­nale di Italia ’90 non hanno più fat­to strada, nel campionato del mon­do. E non basta una partita per di­chiararli anti Brasile. Resta il fatto che la Nigeria non in­quadra mai la porta. Nel pri­mo tempo Gutierrez ( Jonas, sulla maglia, mentre a Tevez hanno impedito la scritta preferita, Carlitos) sbaglia l’intervento di testa, conce­dendo il sinistro (largo) a O­basi. Nessuna capriola di O­binna, l’attaccante che si era rivela­to nel Chievo senza sfondare all’In­ter, bocciato nel primo anno di Mourinho: qualche minuto del se­condo tempo e viene sostituito da Oba Martins, altro in ribasso dopo gli sprint da minorenne con Cuper. Argentina-Nigeria è stata la finale o­limpica del ’96, con successo degli africani, e di Pechino, riscatto bian­coceleste firmato Di Maria, ieri comprimario. Il risultato è lo stesso di due anni fa, 1-0, al 6’ tuffo di Hein­ze, su angolo da destra: sui corner la difesa africana marca colpevol­mente a zona. Per Messi tre sinistri fenomenali nella prima frazione pa- rati da Enyeama, che dice no anche a Higuain. Il ct svedese Lagerback, con le Aquile solo da febbraio, non può limitare il talento della Pulce, a 23 anni pronto per lasciare il segno in nazionale, dopo avere vinto tut­to con il Barcellona, esclusa l’ultima Champions. Maradona a 21 fallì Spagna 1982, adesso gli ha offerto le chiavi dell’Argentina. Ma è pro­prio Dieguito il protagonista asso­luto. Salta dalla panchina, corre, e­sulta, scoppia dentro la giacca e cra­vatta imposta dalle figlie che l’ave­vano pregato di abbandonare la tu­ta.
In campo invece Veron ha il passo stanco dei suoi 35 anni, viene da due Palloni d’oro sudamericani conse­cutivi, è professionista da metà del­la sua vita, rischia di essere la palla al piede dei sogni di una nazione che vuole il titolo anche per uscire dalla crisi economica: il ct gli ri­sparmia l’ultimo quarto d’ora, ba­ciandolo al momento del cambio per Maxi Rodriguez.
Milito ieri ha compiuto 31 anni, per 78 minuti l’interista protagonista as­soluto di scudetto e Champions è rimasto in panchina, una scelta quasi blasfema considerando le tan­te occasioni sprecate dai suoi com­pagni. Bene comunque ha giocato Messi, che nel secondo tempo avvi­cina due volte il palo, senza mai su­perare il portiere avversario che ha mantenuto in partita la Nigeria ne­gando il raddoppio anche a Higuain. Per gli africani due palle dell’1-1, U­che sbaglia la più invitante. Buona la prima, Maradona può esultare.
Diego ct scatenato e vittoria sofferta per la sua squadra che spreca molto. La Nigeria sfiora il pari nel finale Decide la rete di Heinze
(avvenire)

L'Argentina vince. Obama spinge gli Usa. Grecia inguardabile, la Corea passeggia

Decisivo gol di Heinze, Messi non illumina. Per Milito solo 15'. In serata l'inghilterra di Capello contro gli Stai Uniti

Seconda giornata del Mondiale e due debutti importanti: quello dell'Argentina guidata da Maradona contro la Nigeria, e quello dell'Inghilterra di Capello, che in serata affronta gli Usa. Apertura con la Grecia sconfitta nettamente 2-0 dalla Corea del Sud. Poi l'Argentina batte solo 1-0 la Nigeria: tanto gioco ma poca concretezza. Risolve Heinze nel primo tempo, Milito entra nell'ultimo quarto d'ora. In serata l'atteso match che vedrà gli inglesi di Capello in campo con gli Stati Uniti. Per questi ultimi un tifoso d'eccezione: il presidente Barack Obama. Che, a poche ore dall'esordio della nazionale americana al Mondiale, ha scelto Twitter per caricarla. «Auguro le migliori fortune alla squadra. State rappresentando tutti noi nella Coppa del Mondo e siamo estremamente orgogliosi per quanto avete già fatto», ha scritto l'inquilino della Casa Bianca.

Seconda giornata



ARGENTINA-NIGERIA - La vittoria è venuta, ma con molta più fatica del previsto. Maradona debutta sulla panchina mondiale dell'Argentina e dà spettacolo, come la sua squadra in campo. Ma Messi e compagni raccolgono molto meno del gioco prodotto e devono accontentarsi del gol di testa di Heinze al 6' del primo tempo, mentre la Nigeria nel finale (quando Oba Oba Martins entra in campo al posto di Obinna) sfiora più volte il pari. L'ex Pibe de oro lancia Milito solo nell'ultima quarto d'ora al posto del confuso Higuain e negli ultimi cinque minuti il romanista Burdisso al posto di Di Maria per coprire la difesa dalle folate africane. Da Veron la solita geometria a centrocampo, ma manca lo spunto di Messi, che cerca più volte il gol senza trovarlo. Da Tevez e Mascherano un buon compitino, ma nulla di più, dietro Samuel è una sicurezza. Argentina certamente forte, ma da rivedere. E a Maradona l'incarico di trasformare un'enorme potenzialità in azioni concrete.

COREA DEL SUD-GRECIA - Undici furie rosse travolgono i resti di ciò che una volta (sei anni fa) fu la squadra campione d'Europa. La Corea del sud travolge 2-0 la Grecia, con un risultato che va anche un po' stretto agli asiatici, vista la quasi nullità della formazione guidata dal tedesco Rehhagel. Le due reti sudcoreani arrivano allo stesso minuto, il settimo, del primo e del secondo tempo: la prima con Lee Jung-soo, la seconda con Park Ji-sung, la stella del Manchester United. Pessima soprattutto la difesa della Grecia, mentre l'attacco non è mai stato in grado di creare una palla-gol. Nella ripresa il ct Rehhagel lascia capitan Karagounis negli spogliatoi, una mossa che però non produce alcun effetto.

Redazione online - corriere.it