(ANSA) - ROMA - Il Vecchio Continente e' il nuovo che avanza. Doveva essere samba contro tango, Copacabana contro Buenos Aires e invece la corsa al titolo iridato del calcio passa per Plaza Mayor, la Porta di Brandeburgo e i canali di Amsterdam: gia' perche' in questo mondiale, in cui le star del pallone si sono tutte accomodate all'uscita molto prima che scorressero i titoli di coda, a dominare e' ancora la stagionata Europa.
Tre squadre su quattro a caccia della stella d'oro sono europee: Gemania, Spagna e Olanda. Unica eccezione l'Uruguay che, riportando all'antico splendore i fasti della Celeste, tiene in vita il Sudamerica. E se non fosse per la nazionale di Oscar Tabarez il calcio fantasia dei sudamericani sarebbe praticamente desaparecidos. Una sorpresa assoluta al termine dei quarti di finale che hanno visto fare le valigie tra le lacrime Brasile, Argentina, ma anche il Paraguay che pure aveva tenuto duro fino a capitolare con la Spagna.
E pensare che alla vigilia delle sfide dei quarti, con le altre grandi d'Europa eliminate al primo giro (Francia e Italia le piu' clamorose fuori nel girone eliminatorio, ma anche l'Inghilterra, tra le candidate al titolo, e invece messa in ginocchio dalla Germania) il Sudamerica sembrava aver fagocitato l'intero mondiale. Qualcuno ipotizzava addirittura la quaterna (Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay) a giocarsi il titolo. E invece mentre cadevano gli 'dei' e' arrivata la zampata del vecchio continente.
La sorpresa maggiore la sta riservando la Germania: una squadra decimata dai forfait della vigilia e che dei giovani (la media della nazionale tedesca e' di 24 anni) rimasti in campo ha fatto il suo punto di forza. Merito di Joachim Loew, che con 13 gol in cinque partite ha fatto vedere una Germania a ritmo di samba, capace di umiliare l'Argentina di Maradona. La Spagna non ha invece ancora mostrato il meglio di se', eppure ha raggiunto una semifinale storica: e mercoledi' a Durban provera' a superare l'inarrestabile Germania, esattamente come fece nella finale degli Europei del 2008, quando si aggiudico' il titolo. Due anni fa in panchina c'era Luis Aragones, ora il timone e' passato a Vicente del Bosque che aspetta al varco anche i tedeschi: ''Non temo la Germania'' ha detto il ct della Roja. Del resto l'allenatore della Spagna puo' contare su un David Villa che in Sudafrica ha gia' messo in porta cinque gol: altro che Messi o Rooney che hanno lasciato il Sudafrica a bocca asciutta, o lo stesso Cristiano Ronaldo, una sola rete nella goleada fin troppo facile alla Corea del Nord.
E poi c'e' l'Olanda che con Sneijder, ma anche Robben e Van der Vaart, puo' far paura a tutti dopo aver eliminato sua maesta' il Brasile. In semifinale gli Orange troveranno l'unica nazionale arrivata da lontano: l'Uruguay aspetta da troppo tempo di tornare tra le grandissime del pallone. Forlan e Suarez sono diventati gli eroi di tre milioni e mezzo di paraguayani. La Celeste, diventata una mosca bianca nel tris d'oro della Vecchia Europa che si e' gia' presa il mondiale.
Tre squadre su quattro a caccia della stella d'oro sono europee: Gemania, Spagna e Olanda. Unica eccezione l'Uruguay che, riportando all'antico splendore i fasti della Celeste, tiene in vita il Sudamerica. E se non fosse per la nazionale di Oscar Tabarez il calcio fantasia dei sudamericani sarebbe praticamente desaparecidos. Una sorpresa assoluta al termine dei quarti di finale che hanno visto fare le valigie tra le lacrime Brasile, Argentina, ma anche il Paraguay che pure aveva tenuto duro fino a capitolare con la Spagna.
E pensare che alla vigilia delle sfide dei quarti, con le altre grandi d'Europa eliminate al primo giro (Francia e Italia le piu' clamorose fuori nel girone eliminatorio, ma anche l'Inghilterra, tra le candidate al titolo, e invece messa in ginocchio dalla Germania) il Sudamerica sembrava aver fagocitato l'intero mondiale. Qualcuno ipotizzava addirittura la quaterna (Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay) a giocarsi il titolo. E invece mentre cadevano gli 'dei' e' arrivata la zampata del vecchio continente.
La sorpresa maggiore la sta riservando la Germania: una squadra decimata dai forfait della vigilia e che dei giovani (la media della nazionale tedesca e' di 24 anni) rimasti in campo ha fatto il suo punto di forza. Merito di Joachim Loew, che con 13 gol in cinque partite ha fatto vedere una Germania a ritmo di samba, capace di umiliare l'Argentina di Maradona. La Spagna non ha invece ancora mostrato il meglio di se', eppure ha raggiunto una semifinale storica: e mercoledi' a Durban provera' a superare l'inarrestabile Germania, esattamente come fece nella finale degli Europei del 2008, quando si aggiudico' il titolo. Due anni fa in panchina c'era Luis Aragones, ora il timone e' passato a Vicente del Bosque che aspetta al varco anche i tedeschi: ''Non temo la Germania'' ha detto il ct della Roja. Del resto l'allenatore della Spagna puo' contare su un David Villa che in Sudafrica ha gia' messo in porta cinque gol: altro che Messi o Rooney che hanno lasciato il Sudafrica a bocca asciutta, o lo stesso Cristiano Ronaldo, una sola rete nella goleada fin troppo facile alla Corea del Nord.
E poi c'e' l'Olanda che con Sneijder, ma anche Robben e Van der Vaart, puo' far paura a tutti dopo aver eliminato sua maesta' il Brasile. In semifinale gli Orange troveranno l'unica nazionale arrivata da lontano: l'Uruguay aspetta da troppo tempo di tornare tra le grandissime del pallone. Forlan e Suarez sono diventati gli eroi di tre milioni e mezzo di paraguayani. La Celeste, diventata una mosca bianca nel tris d'oro della Vecchia Europa che si e' gia' presa il mondiale.