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A nuoto fra i coccodrilli per un biglietto del mondiale (i ct erano fuori concorso)

ROMA (6 luglio) - Marito e moglie, scrive il giornale “Beeld” in Sudafrica, hanno attraversato a nuoto un fiume infestato dai coccodrilli per aggiudicarsi un biglietto Vip per una partita del Mondiale di calcio dal costo stimato in 100.000 rands, circa 13.000 dollari.


Maurce e Nicole Meyer
, di Nelspruit, hanno partecipato ad un concorso organizzato da una radio locale che offre il tagliando a chi mette in pratica la prodezza più originale. Ancora non è stato comunque deciso il nome del vincitore. Maurce Meyer ha spiegato di essersi indignato ascoltando le proposte poco rischiose di altri partecipanti. Per questo motivo ha ideato con sua moglie questa prova: nuotare tra i coccodrilli. Suo fratello non solo ha registrato il video dell’impresa, ma ha anche vigilato a bordo di una barca con un’arma per intervenire in caso di incidente. Ma gli astuti coccodrilli non hanno fatto una piega e nemmeno una lacrima.

Non hanno partecipato al concorso, pur esibendosi in ancor più spericolate avventure trasformatesi in disavventure kolossal, Lippi, Domenech, Capello, Dunga e (molto meno) Maradona. La loro barca ha fatto acqua da tutte le parti e, conosciute certe convocazioni, anche i coccodrilli avevano abbandonato il fiume. Tanto il carro dei vincitori era soltanto la carretta della gogna.

ilmattino.it 7 Luglio 2010

MONDIALE SUDAFRICA: GRANDE ATTESA PER SEMIFINALE GERMANIA-SPAGNA

(IRIS) - ROMA, 7 LUG - C'è grande attesa per la semifinale di questa sera Germania-Spagna.

La sfida avrà inizio alle 20.30, con diretta tv su Raiuno.

Intanto, dopo la vittoria di ieri dell'Olanda, è sicuro che sarà una finalissima di marca tutta europea, smentendo la fase iniziale della competizione in cui le compagini sudamericane avevano fornito un'ottima impressione.

Sia tra le 'furie rosse' sia tra i tedeschi c'è un approccio ottimista al match di oggi.

La finale si tinge d’Orange Uruguay fuori ma con onore

La formazione di Tabarez tiene il pari fino al 70esimo: poi Sneijder e Robben regalano la vittoria all’Olanda. Match combattuto
 


È l’Olanda la prima finalista. L’Uruguay crolla però solo a 20 minuti dalla fine. Diciottesimo del primo tempo: un bolide del capitano olandese Van Bronckhorst si infila sotto l’incrocio, battendo Muslera. La squadra di Tabarez cerca di reagire, ma patisce le numerose assenze, prima fra tutte quella del bomber principe Suarez, out per squalifica. La svolta, alla fine del primo tempo. Minuto 41: una sassata di Forlan regala il pari all’Uruguay. Nel secondo tempo Robben suona la carica, ma l’Uruguay si difende con ordine. Fino a quando un terribile uno due di Sneijder e Robben nel giro di tre minuti, (70’-73’) mette in ginocchio la squadra di Tabarez. Pereira accorcia, nel recupero, le distanze.

“Risultato epico”
Per l’Uruguay si conclude un mondiale che la stampa aveva già definito “epico”, mentre i giocatori erano già stati descritti come “eroi”, prima della semifinale. Non è bastato il tifo sfrenato di una nazione e l’invasione azzurra dei tifosi che ha colorato le vie, le strade e perfino i monumenti della capitale Montevideo: anche la statua di Papa Giovanni Paolo II è stata dipinta con il colore della nazionale da un gruppo di sconosciuti supporter.

La maledizione dei secondi
L’Olanda ha l’occasione di stupire tutti. Finora ha ottenuto come miglior risultato nei mondiali il secondo posto, nelle edizioni di Germania ’74 ed Argentina ’78. Gli “orange” sono stati sconfitti in entrambe le circostanze dai padroni di casa: 1-2 contro la Germania Ovest ed 1-3 dopo i supplementari contro l’Argentina. Domenica cercheranno di sovvertire la tradizione negativa. ( D.V.)

MONDIALI: 3-2 ALL'URUGUAY, OLANDA IN FINALE

07 LUG 2010

(AGI) - Citta' del Capo, 6 lug. - L'Olanda e' la prima semifinalista del Mondiale: gli arancioni hanno battuto 3-2 l'Uruguay. Nel concitato finale la "Celeste", con un gol di Maximiliano Pereira al 92', aveva riaperto una partita che sembrava chiusa dopo il micidiale uno-due di Sneijder e Robben, che, rispettivamente al 70' e al 73' portavano l'Olanda sul 3-1.
  Nella ripresa Forlan aveva pareggiato il gol segnato da Van Bronckhorst nel primo tempo. La finale del primo Mondiale africano sara' quindi tutta europea. Domani infatti Spagna e Germania si affronteranno nell'altra semifinale. (AGI) .

PER I MONDIALI IL POLPO PAUL DICE SPAGNA

(AGI) - Roma, 6 lug. - Il polpo Paul non lascia speranze alla Germania, impegnata domani nella gara delle semifinali mondiali contro la Spagna. All'acquario di Seelife di Oberhausen si e' ripetuto il rito: due teche, una con la bandiera tedesca l'altra con quella spagnola, sono state fatte calare nella vasca di Paul, un piccolo polpo che subito si e' andato a infilare nella teca delle 'Furie Rosse'. Il filmato postato su Youtube ha documentato anche le voci dei presenti, sconcertati.
  Prima di ogni sfida della nazionale tedesca, infatti, il polpo aveva scelta la teca 'di casa', azzeccando il pronostico favorevole ai 'panzer'. (AGI) .

Uruguay, tocca agli "italiani" ‎

CITTÀ DEL CAPO, 6 luglio - L’ex juventino Martín Cáceres (restituito al Barcellona per fine prestito) e il napoletano Walter Gargano in campo per eliminare l’Olanda. Tabarez si affida agli “italiani” nella speranza di approdare a quella finale mondiale che manca nell’albo d’oro dell’Uruguay da sessant’anni esatti, cioé da quando la Celeste di Schiaffino e Ghiggia violò il Maracanà di Rio de Janeiro gremito da 200.000 persone e si portò a casa l’allora Coppa Rimet.

CAVANI PIÙ AVANTI - Una scelta quasi obbligata quella del “Maestro” di Montevideo per sopperire alle assenze dei difensori Lugano e Fucile, anche se il ct non esclude un clamoroso (e miracoloso) recupe­ro del biondo centrale del Fenerbahçe. Difesa a parte, la Celeste non potrà disporre neppure dello squalificato bomber Suarez nonché del centrocampista offensivo Lodeiro, entrambi in forza all’Ajax e che sarebbero stati utili due volte conoscendo pregi e difetti di buona parte degli avversari odierni. Ecco perché Ta­barez medita un profondo rimpasto con il ritorno al più classico dei 4- 4- 2, con Cavani utilizzato nel ruolo di seconda punta a fianco di Forlán, col rientro di Godín al centro della dife­sa e con l’ingresso anche di Alvaro Pereira nella linea mediana. Questa, almeno, è la squadra che è stata “spiata” da alcuni cronisti uruguaiani muniti di potenti teleobiettivi e appostatisi su una collina nei pressi del campo di allenamento in occasione dell’ultima seduta a porte chiuse.
tuttosport

Orania non tifa Orange "Il calcio? E' da neri fannulloni"

Un paese di 700 anime nato contro Mandela, dove l'apartheid non è finito: "Siamo contro ogni contaminazione". Viaggio nella città stato fondata negli anni '90 su terreni acquistati da 40 famiglie afrikaner


Il nome è da fantascienza. Da pianeta surreale. Ma Orania è su questa terra, a metà del Sudafrica, un ombelico nel mezzo del niente, nella regione Karoo. Una landa desolata, da Wile il Coyote, o da Spike, il fratello di Snoopy. Cactus, cespugli, polvere, strade sterrate, il fiume Orange. E tante bandiere arancioni. È una comunità afrikaner:  gote rosse, occhi chiari, visi che sembrano dipinti da Rembrandt e da Vermeer. Un po' paffuti, dolci, da colonia sfuggita alla storia. Orania vive accanto a 48 milioni neri, ma non ne sente il respiro. Qui non sono graditi. È una comunità solo per banchi. La fondò  un gruppo di 11 persone, comprandola  per 200 mila dollari dal governo, che l'aveva costruita come campo-base e cantiere per gli operai che lavoravano all'acquedotto.

Era il dicembre 1990, Mandela non era più in prigione e l'apartheid era stato abolito. La risposta di Carel Boshoff, genero dell'ex premier Hendrik Verwoerd, l'architetto della segregazione fu: e noi ci facciamo una città e una repubblica tutta nostra, "only whites". Il posto, ormai in rovina, non era tra i più belli, solo una pioggia all'anno, accanto alla miniere di Kimberly. A metà tra la comunità Amish e una setta di fanatici con la zappa in mano. "Non vogliamo essere comandati da chi non è Afrikaner. La nostra cultura è oppressa e ai nostri bambini con la lingua inglese viene fatto il lavaggio del cervello".

A Orania oggi vivono 700 persone, gran parte impegnati nei lavori agricoli. C'è grano, miglio, e noci (esportate in Cina). E un tifo dichiarato per l'Olanda, anche se ormai una madrepatria lontana e stinta. A Orania c'è il campo di rugby e una piscina. E quello da calcio? "Scherziamo? Il football è roba da neri, a noi non interessa, però i nostri bambini qualche volta lo praticano". Bè, non gli rovinerà la pelle. "Non è quello, nelle nostre scuole vige un sistema educativo che abbiamo preparato noi, abbiamo anche i computer, che non prevede la contaminazione. Per noi i soldi non sono un valore, lo è l'indipendenza che si ottiene con il lavoro anche manuale. Siamo calvinisti. La maggior parte dei comuni sudafricani è in bancarotta, il nostro no. Noi non strapaghiamo i fannulloni, noi non mendichiamo. Il resto dell'Africa campa sulla beneficenza. Pretendevano che la squadra del Sudafrica andasse avanti, e in base a cosa, ai sogni? Bisogna meritarseli certi traguardi, non sperare nella bontà di un regalo".

Orania ha case basse, alcune ristrutturate, sembra un camping dell'Adriatico, senza il mare, popolato da corpi contadini. Della polizia non c'è bisogno, la criminalità qui va a letto presto. "Ci conosciamo tutti" dice l'ex dottore John Strydon, 55 anni, portavoce della comunità. " E se passa una macchina sconosciuta, prendo subito la targa e passo parola". Ah, bene. Non sarà facile per i giovani vivere qui? "Soprattutto per i singles, per quelli che non hanno famiglia, e che la sera sono stanchi morti. Il Sudafrica ha sempre delegato ai suoi schiavi neri i lavori più umili, anche perché la manodopera non costava niente. Ma qui i neri non ci sono. Ognuno deve darsi da fare da sé. E questo per la gioventù è psicologicamente inaccettabile ". Stasera tutti al bar a tifare per gli arancioni? "Non esageriamo, solo quelli che all'indomani non lavorano, e magari a casa davanti alla tv. Le fans più scatenate da noi sono le donne, Madelein e Mara non si perdono un giocatore". Magari qui la vita sentimentale è noiosetta? "Ci si sposa, si fanno tre figli, si va in chiesa". Ecco, appunto, uno spasso. "Per quello c'è l'auditorium dove proiettiamo vecchi film". Hollywwodiani? "No, afrikaner, per promuovere la nostra cultura".

Orania ha cartelli e insegne afrikaner, piccoli studi medici, panetteria e supermercato. "Ci autogestiamo fino quando possiamo, poi andiamo in città". Quando Mandela dovette far capire al paese che non cercava vendetta, venne qui, ad incontrare per un tè, la fragile 94enne Betsy Verwoerd, vedova dell'uomo che aveva costruito l'apartheid. Come fu l'incontro? "Passiamo ad altro". Però Orania ha festeggiato i dieci anni della liberazione di Mandela a suo modo, stampando una propria moneta. Anzi dei voucher da 10,20,50,100 rand. Con disegni tipo Hendrick il coraggioso e leggende afrikaner. Bianchissimi. Ad Orania c'è anche una radio, che trasmette nel raggio di 60 chilometri. Va in onda dalle 17 alle 22. E prima? "Non serve, la gente sta nei campi". La conducono in due: un tecnico e un presentatore. Parlate di calcio, di Robben, dei mondiali? "No, delle condizioni meteorologiche e leggiamo il Vangelo". Pure se oggi l'Olanda segna che non speri in un fuoriorario. Però la preghiera è garantita. Qui Orania, a voi mondo. 

  (06 luglio 2010) di Emanuela Audisio - repubblica.it