Calcio: il Brasile esclude Antony, accusato di violenze dalla ex
L’Italia vince la Coppa del Mondo di beach tennis! Azzurri leggendari a Copacabana, battuto il Brasile
L’Italia ha vinto la Coppa del Mondo 2022 di beach tennis. Gli azzurri si sono imposti sulla sabbia di Praia di Copacabana a Rio de Janeiro, sconfiggendo proprio il Brasile nella rovente finale. Gli azzurri hanno regolato i padroni di casa per 2-1, prendendosi la rivincita dell’atto conclusivo perso lo scorso anno. Giulia Gasparri e Ninny Valentini hanno perso per 1-6, 6-4, 11-9 il doppio femminile contro Vittoria Marchezini e Rafaella Miller, non riuscendo a concretizzare un match point.
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Doppietta Mercedes al Gp del Brasile, terzo il ferrarista Sainz
AGI - La rinascita della Mercedes parte dal Gran Premio del Brasile, dove la scuderia tedesca ottiene la prima vittoria stagionale con George Russell (dopo il trionfo nella Sprint Race di ieri), completando una giornata di grazia con il secondo posto di Lewis Hamilton. Si tratta della prima vittoria in carriera in Formula 1 per il 24enne britannico, mentre per il connazionale sette volte campione del mondo è il nono podio stagionale.
Terzo posto per Carlos Sainz con la Ferrari, seguito dall'altra Rossa di Charles Leclerc, bravissimo a ricostruire una gara dall'ultima posizione dopo un contatto con Norris ed esser finito contro le barriere. Quinto Alonso con l'Alpine, male invece le Red Bull che chiudono sesta e settima con Max Verstappen e Sergio Perez.
Deltaplano azzurro per la nona volta sul tetto del mondo
Campionato del mondo di Deltaplano. L'Italia nella leggenda, per la quinta volta consecutiva sul gradino più alto del podio, Argento e Bronzo nella classifica individuale
Doping: via capo laboratorio Rio2016 Brasile Olimpiadi
Rio2016 Olimpiadi Brasile: Italia Team, 17 azzurri scherma
Rossella Fiamingo sarà l'unica azzurra in gara nella prova di spada femminile individuale (6 agosto) e che segnerà l'esordio del programma di scherma.
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Rio2016 Olimpiadi Brasile Pallavolo Italia Volley ecco calendario torneo femminile
Al termine della fase a gironi le prime quattro classificate di ciascuna pool si qualificheranno ai quarti di finale. Le gare si disputeranno al Maracanazinho.
Di seguito il calendario (orari italiani). 6 agosto: Serbia-Italia (ore 3:35); Cina-Olanda; Stati-Uniti-Porto Rico. 8 agosto: Cina-Italia (ore 14:30); Stati Uniti-Olanda; Serbia-Porto Rico. 10 agosto: Italia-Olanda (ore 16:35); Cina-Porto Rico; Stati-Uniti-Serbia. 12 agosto: Stati Uniti-Italia (ore 20); Cina-Serbia; Olanda-Porto Rico. 14 agosto: Italia-Porto Rico (ore 20); Serbia-Olanda; Stati Uniti-Cina.
Brasile, Serbia e Giappone sono le avversarie delle azzurre nel primo weekend di World Grand Prix, in programma a Rio da giovedì.
ansa
Dalla salvezza via mare alla piscina olimpica di Rio 2016 Olimpiadi Brasile
BRASILE: NELLA PATRIA DEL CALCIO, LA COPPA DEL MONDO NON PIACE PIÙ
Nel tentativo di invertire il trend, il governo ha incaricato il ministro della Segreteria Generale della presidenza della Repubblica, Gilberto Carvalho, di stabilire, in realtà con grande ritardo, un dialogo con la società, impegnandosi a smontare, a suo dire, la “disinformazione” imperante attorno all’evento. Così, mentre il ministro dello Sport Aldo Rebelo va in giro a inaugurare impianti che in vari casi, a cominciare dallo stadio di Manaus, resteranno praticamente inutilizzati dopo la Coppa, Carvalho è impegnato a visitare le 12 città che ospiteranno le partite, con l’obiettivo di mobilitare le organizzazioni sociali in difesa dei mondiali. Un compito assai arduo: il 29 aprile, in un incontro a Rio de Janeiro, il ministro è stato più volte interrotto e pesantemente fischiato, come quando, a una donna minacciata da una delle tante rimozioni legate alla costruzione delle opere, ha pensato bene di dire: «Esca un po’ dal suo orticello, pensi al Paese» (O Estado de S. Paulo, 29/04).
Cose della vita
Non giovano sicuramente al governo le polemiche sui ritardi nell’esecuzione delle opere, sebbene, come spiega Tuto Beat Wehrle, responsabile in Brasile del programma “A chance to play” (un’iniziativa solidale di sostegno ai bambini e adolescenti delle favelas di São Paulo promossa dalla sezione tedesca di Terre des hommes), in un’intervista pubblicata su Argenpress.info il 25 aprile, non si tratti di una questione di inefficienza, bensì di «un freddo calcolo economico» da parte delle imprese private, le quali, quanto più grave è il ritardo, tanto più possono avanzare pretese rispetto a «pagamenti aggiuntivi», con il risultato che le spese per gli impianti, stimate inizialmente attorno ai 2,4 miliardi di reais, hanno già oltrepassato gli 8 miliardi: un investimento superiore a quelli dei mondiali in Germania e in Sudafrica messi insieme. E considerando che la Coppa del Mondo costerà oltre 30 miliardi di reais (10 miliardi di euro), la cifra più alta nell’intera storia dei mondiali di calcio, non c’è da stupirsi che, stando a un recente sondaggio dell’Istituto Datafolha, il 55% dei brasiliani sia convinto che i mondiali produrranno più costi che vantaggi. Ancor più grave, tuttavia, è che, per ultimare in tempo utile la costruzione degli impianti, le imprese impongano agli operai estenuanti giornate di lavoro, fino a 18 ore, aumentando il rischio di incidenti anche mortali. Nove lavoratori hanno già perso la vita nei cantieri (sette in seguito a incidenti e due per infarto), l’ultimo dei quali, il 23enne Fábio Hamilton da Cruz, è morto cadendo da un’altezza di oltre 8 metri, il 29 marzo, mentre lavorava all’installazione delle tribune provvisorie dello stadio Itaquerão (Arena Corinthians), a São Paulo. «Cose della vita», è stato il micidiale commento di Pelè: un incidente che «può succedere», qualcosa di «normale».
Vittime della “pacificazione”
Neppure giovano al governo le proteste relative alla questione della sicurezza e del controllo del territorio, soprattutto rispetto all’azione di “pacificazione” delle favelas, culminata agli inizi di aprile con l’occupazione da parte dell’esercito del Complesso della Maré, la più grande favela di Rio de Janeiro (costituita da 17 comunità per un totale di 130mila persone), per introdurvi, come già avvenuto altrove, un’Unità di Polizia Pacificatrice (Upp).
«Per quanto possa valutarsi positivamente – scrive Beat Wehrle – la strategia diretta a sottrarre territori al crimine organizzato, il sollievo delle famiglie che abitano nelle favelas “pacificate” ha ben presto ceduto il passo alla sofferenza dinanzi all’azione ugualmente arbitraria, repressiva e violenta delle polizie militari». In realtà, come ha commentato il sociologo Cândido Grzybowski (Canal Ibase, 7/4), l’attuale politica di sicurezza è rivolta a proteggere la città dalle favelas e dai loro abitanti piuttosto che garantire a tutti il diritto alla sicurezza: «La polizia, quando non è connivente con la criminalità per trarne vantaggi, ha sempre guardato al territorio delle favelas come a uno spazio ostile semplicemente da reprimere». È assai significativo, ha sottolineato Grzybowski, che, in relazione al Complesso della Maré, si sia parlato esplicitamente di “occupazione” – e davvero di questo si è trattato, «con blindati, armi pesanti, elicotteri e un intero arsenale di guerra» –, anziché, per esempio, di «“liberazione” da trafficanti e milizie armate». E altrettanto significativo è il fatto che non si sia nascosta la durata di tale “occupazione” militare, che andrà avanti solo fino al termine della Coppa del mondo. Non c’è allora da stupirsi che nella favela di Pavão-Pavãozinho, tra i due quartieri più turistici di Rio de Janeiro, Copacabana e Ipanema, sia esplosa una vera rivolta – con tanto di incendi, barricate e sparatorie, e con il bilancio di almeno una vittima – in seguito alla morte in circostanze non chiare di un ballerino di un varietà televisivo, Douglas Rafael da Silva Pereira, durante una perquisizione della polizia, la quale, pare, avrebbe scambiato il giovane per un malvivente, pestandolo a sangue. Non sarebbe certo una novità: secondo un recente rapporto del Forum brasiliano di sicurezza pubblica, addirittura cinque persone al giorno muoiono in conseguenza di azioni da parte della polizia (1.890 le vittime solo nel 2012).
A esprimere critiche è anche la Conferenza episcopale brasiliana, che, in un messaggio emesso lo scorso marzo, esprimendo solidarietà a «quanti, a causa delle opere legate alla Coppa del mondo, sono stati feriti nella propria dignità e colpiti dal dolore della perdita di persone care», ritiene inammissibile «che il mondiale finisca per aggravare le disuguaglianze urbane e la devastazione ambientale, giustificando l’adozione progressiva di uno stato di eccezione, mediante decreti, misure provvisorie e risoluzioni».
Se è difficile prevedere l’impatto delle rivolte delle favelas sullo svolgimento dei mondiali, è certo, comunque, che la mobilitazione legata allo slogan “Não vai ter Copa” (la Coppa del mondo non si farà) non ha più raggiunto i livelli di partecipazione di massa che hanno caratterizzato le manifestazioni dello scorso anno. E in ogni caso sono in tanti a pensare che le proteste debbano precedere (e seguire) i mondiali, ma non accompagnarli: «Non siamo contro la Coppa del mondo – ha dichiarato per esempio João Pedro Stedile, uno dei leader più autorevoli del più importante movimento sociale del Brasile, quello dei Senza Terra –: il popolo brasiliano vuole assistere ai mondiali. Per quanto i biglietti siano molto cari e i profitti andranno tutti alla Fifa, le persone vorranno seguirli da casa, in televisione». Di conseguenza, «il peggior momento per le manifestazioni è proprio durante i mondiali. Si tratterebbe di un errore da parte dei giovani: le mobilitazioni devono essere fatte prima». (claudia fanti)
L'Albania ai Mondiali
Nella sua mappa mentale, invece, sa bene che il prossimo approdo è il Brasile, Mondiali del 2014. E non è affatto un miraggio, perché dopo l’ultima vittoria nel girone di qualificazione (il 22 marzo scorso ad Oslo: Norvegia-Albania 0-1) i suoi ragazzi sono saliti al secondo posto in classifica - assieme all’Islanda -, a soli 2 punti dalla capolista Svizzera. «Dzemaili, Berhami e Shaqiri, sono di origine albanese, potevano giocare con noi, ma se li è portati via la federazione svizzera, altrimenti...», dice ironico il ct che quando un anno e mezzo fa, «ancora scottato dall’esonero lampo dell’Udinese», gli arrivò l’offerta dalla federazione di Tirana, per un attimo ci ha pensato su. «Sapevo che non sarebbe stata una gita al di là dell’Adriatico e, tanto per cominciare, la famiglia l’ho lasciata a Conegliano. Ma appena arrivato ho trovato un Paese e strutture sportive migliori di quanto immaginassi. E, poi, la gente è ospitale, c’è un bel clima, ottimi alberghi, uno splendido mare e nei ristoranti faccio grandi mangiate di pesce a prezzi stracciati. La crisi? Un pensionato italiano qui camperebbe bene, basti pensare che un operaio vive dignitosamente con uno stipendio di 250 euro al mese».
Già ma il mestiere di ct è un’altra storia, specie in un Paese che non ha mai conosciuto una fase finale di un Europeo e ancor meno di un Mondiale di calcio. «Mi sono rimboccato le maniche, ho capito subito che prima dell’allenatore qua serviva lo spirito dell’artigiano. Un esempio? Avevo chiesto un archivio dei calciatori albanesi sparsi nel mondo, beh... lo sto ancora aspettando. Così con il mio staff abbiamo scandagliato Internet in lungo e in largo ed è venuto fuori che a Kalmar (Svezia), in un villaggio sperduto di pescatori, gioca Etrit Berisha, un portiere classe 1989 di cui sentirete parlare presto anche in Italia. E non solo perché è omonimo del Premier. Qui quel cognome è come da noi il signor Rossi. Ne avrei anche un altro di Berisha – sorride divertito –: Besart, un buon attaccante di 27 anni che gioca in Australia, ma poveraccio per ora non me la sento di convocarlo per poi, magari, tenerlo in panchina dopo il viaggio che si dovrebbe sorbire».
Non è agevole rispondere alla convocazione neppure per Hamdi Salihi, l’autore del gol alla Norvegia, gioca in Cina nel Jiangsu Sainty: «Infatti, come premio dopo la gara di Oslo gli ho risparmiato l’amichevole con la Lituania». Altra vittoria, 4-1: reti di Migjen Basha, centrocampista del Torino e di Edgar Çani del Catania. Due dei 6 “albanesi d’Italia”: gli altri sono il giovane Elseid Hisaj 19enne dell’Empoli, il laziale Lorik Cana (il capitano), il portiere del Chievo, Samir Ujkani, e il bomber girovago Erjon Bogdani del Siena. «Sono i più bravi che ho, ma molti di loro nei rispettivi club giocano poco. I rari rimasti qui, si confrontano nel campionato che è di basso livello, ma la passione e la voglia di migliorare che hanno, mi fa ben sperare per il futuro e non pentire di aver lasciato il nostro calcio». E pensare che appena un decennio fa (quando il ct dell’Albania era Beppe Dossena), De Biasi era stato premiato come il secondo miglior allenatore della Serie A, dietro a Fabio Capello. Erano gli anni del suo Modena champagne in cui si spolmonava il piccolo-grande Paolo Ponzo che è appena volato via.
«Quanto mi manca Paolo... Un esempio di umiltà e di uomo vero che non ho più ritrovato in nessuna altra società». Dopo Modena è stato il tempo del Brescia: «Avevo Roberto Baggio, il più grande giocatore che ho allenato». Poi in tre anni - dal 2005 al 2008 - tre andate e tre ritorni («in mezzo una bella esperienza in Spagna, al Levante con il mio amico Damiano Tommasi») per, poi, salvare sempre il Torino di Urbano Cairo che non fu del tutto riconoscente. «La sfortuna è stata incontrare Cairo quando ancora era digiuno di gestione calcistica, ora sarebbe diverso. Il Toro mi è rimasto nel cuore e un derby con la Juve di Conte me lo giocherei volentieri». Un velo di nostalgia per l’Italia e per il nostro calcio? «Neanche un po’. Finché da noi si penserà che se la squadra non fa risultati è tutta colpa dell’allenatore e solo lui deve pagare per tutti, allora vuol dire che il sistema va rifondato». La sua “rifondazione albanese”, intanto, procede e a gonfie vele. «Devo lavorare ancora sulla mentalità. Il loro limite è l’indolenza, è raro che prendano un’iniziativa personale. Al tempo stesso ho un patrimonio a disposizione, un entusiasmo contagioso che ricorda quello degli italiani degli anni ’60. Il popolo, i tifosi, hanno una fede cieca in quello che stiamo facendo e si rendono conto, al di là dei risultati, della notevole e rapida crescita tattica che c’è stata». L’Albania che piace e che finalmente vince, ha trascinato nella lontanissima Oslo 4mila sostenitori. «Ma erano quasi tutti emigrati – precisa il ct –. In Germania e in Svizzera abbiamo giocato come fossimo in casa, lo stadio era per metà albanese. Il pubblico ci aiuta tanto e adesso ci crede quanto noi, una qualificazione ai Mondiali non è più un’utopia». Il massimo, per De Biasi sarebbe arrivare a Rio e sfidare gli azzurri di Prandelli: «Il miglior tecnico possibile per un Paese di 60 milioni di ct… Chi ruberei a Cesare? Balotelli, De Rossi e Pirlo. Già solo con questi tre, l’Albania davvero potrebbe pensare in grande».
Il Brasile esclude Kakà e Ronaldinho
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NAZIONALI, LE RIVOLUZIONI DI BRASILE E FRANCIA
Scelta a sorpresa che è caduta sul 54enne allenatore, una vita al San Paolo prima da giocatore e poi da allenatore, dove ha conquistato tre campionati brasiliani tra il 2006 e il 2008.
Quindi né Felipe Scolari né Leonardo, ora si dovrà vedere se Muricy Ramalho resterà alla guida della Fluminense o si dedicherà esclusivamente alla guida della Seleçao. (sport.we-news.com)
Mondiali/ Olanda e Uruguay in semifinale, disastro Brasile
Brasile, bufera su Dunga
JOHANNESBURG – E’ quando il grosso grasso radiocronista brazileiro attacca il suo collegamento, mentre implode nella sua delusione mesto come un brazileiro mai dovrebbe essere; è in quel momento che si ha la netta percezione di come in Brasile l’idea della bellezza del gioco e della felicità che si porta dietro ogni dribbling, sia superiore a tutto. Randpark Golf Club di Johannesburg, il giorno dopo Brasile-Corea del Nord, mezzogiorno di totale sconforto a casa-verdeoro. Non c’è allegria e non c’è samba nelle parole del radiocronista che sta raccontando la sua disillusione a un intero popolo. Volevate gioia? Avete avuto in cambio una banalissima vittoria. Solo una nenia triste, una cantilena da vespro siciliano. Il senso di tutto è: ma che divertimento c’è a vincere così?
NOIA BRAZIL -Questi non siamo noi. L’altra sera i brasiliani – da Rio a Porto Alegre – hanno spento la tivù e si sono detti: questi non siamo noi. «Brasile noioso come un sonnifero» , titolano i quotidiani.
Uno tra i più venduti, « Folha » di San Paolo, si inventa uno slogan: non più Seleçao, ma « Selexotan » , come il farmaco del sonno. «O Globo» parla di «siccità del gol» . L’accusato numero uno è sempre lui, il mai amato Carlos Dunga, uno che i brasiliani sopportano a malapena, ma solo perché nella sua gestione il «Cucciolo » ha vinto Coppa America, Confederations Cup e girone di qualificazione ai mondiali in Sudafrica, e di più non poteva fare.
Persino Lula non l’ha presa bene. E non è un buon segno. Il presidente ha assistito alla partita con la moglie Marisa Leticia e con alcuni ministri. Festa non è stata. «Il presidente non era molto felice- ha rivelato uno del suo staff -
però è convinto che il rendimento migliorerà». Dunga, dal canto suo, non fa niente per rendersi simpatico. Ieri ha cancellato la conferenza-stampa a venti minuti dal suo inizio; nei giorni scorsi ha litigato con i giornalisti che non si capacitavano degli allenamenti a porte chiuse. Ma come, noi siamo il Brasile. A porte chiuse, e quando mai?
CRITICHE -Dunga come Capello. Motivi diversi, la stessa critica. Non ci seipiaciuto, Carlos. Gli rinfacciano il gioco, brutto e noioso,e un Kakà lontano dalla condizione, lo accusano di non dare spettacolo (ma lui si era difeso preventivamente prima del Mondiale: «Non cerco il calcio-bonito, voglio solo vincere» ) , tornano su vecchie discussioni, come quella delle convocazioni mancate. Dov’è Pato? Non ti faceva comodo uno come Ronaldinho? E Adriano, lo buttavi via? Qualcuno – pensa te a che punto sono arrivati – tira in ballo anche Ronaldo. Poi esagerano, sbeffeggiandolo per la giacca, pensata dalla figlia Gabriela, aspirante ( molto aspirante) stilista che già aveva vestito il padre ehm, ehm con una horror- camiciola che fece epoca. « O Dia » lancia addirittura un sondaggio: «Ma chi gliela ha data quella orribile giacca a Dunga?». C’è chi vota «Capitan Nemo», altri il «Piccolo Principe». Luis Fabiano prova la difesa: «C’erano coreani dapper-tutto, una marea di coreani: è difficile giocare così» . Ma in fondo, la critica più spietata, quella che fa più male, arriva dai cugini argentini, che ovviamente godono come ricci. Il «Clarin» scrive che: «Il Brasile ha solo vinto», sottolineando il « solo » . Vincere soltanto non è da Brasile, non è da noi piagnucola qui al Golf Club il radiocronista brasiliano: mi sono visto allo specchio e non mi sono riconosciuto più, dove ti sei persa bellezza, dove sei finitofutbol bailado? (corsport)
Mondiali: è l'ora del Brasile (Rai1 e Sky), occhio a N.Zelanda-Slovacchia (Sky)
Mondiali: è l'ora del Brasile (Rai1 e Sky), occhio a N.Zelanda-Slovacchia (Sky)Il Paraguay alla prima occasione affonda e colpisce: al 39’, Chiellini commette fallo su Valdez e il messicano Archundia – l’arbitro della semifinale di quattro anni fa contro la Germania – assegna un calcio di punizione: tiro tagliato di Torres, Alcaraz si infila tra De Rossi e Cannavaro e con un prepotente stacco di testa infila Buffon. Al 18’ della ripresa arriva il pareggio, un gol, come quello del Paraguay, su palla inattiva: angolo di Pepe, De Rossi segue l’azione e si avventa sulla palla scaraventandola in rete sull’uscita di Villar. E’ il nono sigillo in maglia azzurra per il giocatore della Roma; gli Azzurri chiudono in attacco, ma il risultato non cambia. Prossimo impegno giovedì 20 alle 16 contro la Nuova Zelanda.
Mondiali: è l'ora del Brasile (Rai1 e Sky), occhio a N.Zelanda-Slovacchia (Sky) Per quanto riguarda il calendario completo della competizione ed i canali Rai e SKY di messa in onda, nella nostra Area Palinsesti potrete trovare la guida televisiva a Sud Africa 2010 aggiornata con tutti i risultati delle partite.
LA QUINTA GIORNATA DEL MONDIALE IN TV
SKYMartedì 15 giugno: dalle ore 12.30 appuntamento con “Sky Mondiale Show”. In studio Giorgio Porrà, Zvonimir Boban, Paolo Rossi, Mario Sconcerti e l’allenatore del Napoli Walter Mazzarri; in collegamento da Johannesburg, Malu Mpasinkatu.
A partire dalle 13.30, in diretta esclusiva e in Alta Definizione su Sky Mondiale 1, collegamento live e in esclusiva da Rustenburg per Nuova Zelanda-Slovacchia”, squadre che fanno parte dello steso girone dell’Italia. Telecronaca di Riccardo Gentile e commento tecnico di Antonio Di Geannaro. Inoltre, grazie all’opzione esclusiva dell’audio multiplo, sarà possibile seguire l’incontro anche in lingua inglese (attraverso il pulsante “i” del telecomando).
Al termine del match, alle 15.30, ancora in studio per i commenti e per le anticipazioni sulla seconda partita in programma a Port Elizabeth: “Costa d’Avorio-Portogallo” (diretta esclusiva in HD dalle 16.00 su Sky Mondiale 1). Telecronaca di Massimo Marianella e Pierluigi Casiraghi; anche per questo match, ci sarà la possibilità dell’opzione audio multiplo con il commento in lingua inglese. Post partita fino alle 19.00.
Mondiali: è l'ora del Brasile (Rai1 e Sky), occhio a N.Zelanda-Slovacchia (Sky)Alle 19.30, sempre su Sky Mondiale 1, sarà la volta di Ilaria D’Amico, per la versione serale di “Sky Mondiale Show”. In studio, Gianluca Vialli, Marco Tardelli e Alessandro Costacurta; in collegamento da Johannesburg, Hernan Crespo e Massimo Mauro, da Casa Azzurri Fabio Caressa e Beppe Bergomi..
Alle 20.30 il fischio di inizio di “Brasile-Corea del Nord”, match in programma all’Ellis Park di Johannesburg. Telecronaca di Maurizio Compagnoni e Luca Marchegiani. Post partita fino alle 23.30. Anche per l’esordio mondiale dei brasiliani, è possibile scegliere l’opzione audio, per questo match disponibile in lingua inglese.
Dalle 23.30 da non perdere “Calciomercato Mondiale”, l’appuntamento quotidiano con Alessandro Bonan e Gianluca Di Marzio, per scoprire tutti i retroscena e i colpi del mercato estivo e per analizzare i match di Sudafrica 2010. Ospiti della puntata Alberto Zaccheroni e, in collegamento da Roma, Walter Veltroni. In programma collegamenti anche con il Beach Club di Forte dei Marmi, con numerosi ospiti. A seguire, e a chiudere ogni giornata, “Mondiale Remix”: dalle 00.30, trenta minuti per rivivere le emozioni della giornata appena conclusa, con tutti i gol, le immagini più belle e le interviste.
Su Sky, ben 8 canali sono coinvolti nel racconto televisivo della Coppa del Mondo: Sky Mondiale 1 (205), Sky Mondiale 2 (206), Sky Mondiale 3 (207) e Sky Mondiale 4 (208), tutti replicati dal 251 al 254. Ai quattro canali mondiali si aggiungono Sky Sport24 (canale 200), il canale interattivo, oltre ad altri due raggiungibili dal Mosaico Interattivo.
Il Mosaico darà la possibilità di personalizzare ulteriormente la visione: saranno a disposizione “Azzurri24”, il canale interamente dedicato alla Nazionale Italiana, e il canale “Highlights24” che proporrà una raccolta dei gol del torneo, aggiornati costantemente. Inoltre, durante le partite in diretta, il canale “Highlights24” proporrà in tempo reale tutte le azioni salienti del match che si sta disputando. Durante le partite in diretta sarà anche attivo il canale “Panchine”: una telecamera fissa e dedicata seguirà gli allenatori delle nazionali protagoniste in Sudafrica.
Nelle giornate in cui gli incontri si disputeranno in contemporanea (per quattro giorni, dal 22 al 25 giugno, sia per le partite delle 16.00 che delle 20.30), si accenderà Diretta Gol, il ping pong tra i campi per non perdere nulla del racconto live.
Non mancheranno continui aggiornamenti live dal Sudafrica su Sky Sport24 e sul sito www.sky.it. che, per l’occasione, proporrà ogni giorno videochat e forum dedicati alla rassegna mondiale, con la partecipazione di alcuni protagonisti della Serie A. Tra questi, anche l’attaccante della Juventus Amauri. Inoltre, tutti gli eventi avranno riproposizioni integrali e in sintesi, per chi non avrà potuto seguire le gare in diretta.
Continua l’offerta Ticket Mondiali: con soli 49 euro sarà possibile godere di tutte le 64 partite del Mondiale e avere in più la visione di un altro pacchetto a scelta: Cinema o Sport fino al 31 agosto oppure Calcio fino al 30 settembre. Tutte le informazioni su www.sky.it.