Sport Land News: Francia
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Nibali si prende le Alpi, Bernal il Tour Squalo scatenato, sua 20/a tappa. Colombiano verso il trionfo a Parigi

 © EPA

Vincenzo Nibali ha vinto per distacco la 20/a e penultima tappa del 106/o Tour de France di ciclismo, da Albertville a Val Thorens, lunga solo 59,5 chilometri dopo la riduzione del percorso a causa del maltempo. Il colombiano Egan Bernal ha ipotecato il successo della corsa francese, confermandosi in maglia gialla prima dell'ultima tappa in programma domani da Rambouillet a Parigi, di 128 chilometri.
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Tour de France Splendido Nibali, il Tour a Bernal

Vincenzo Nibali ha vinto la ventesima tappa dell'edizione numero 106 del Tour de France, la Albertville-Val Thorens di 59.5 chilometri (in origine di 130 chilometri, ma accorciata per condizioni climatiche avverse).

Il corridore siciliano della Bahrain-Merida e' entrato nella fuga di giornata e ha piazzato il forcing decisivo nel corso del GPM finale di horse category, facendo il vuoto e andando a conquistare una vittoria di tappa piu' volte cercata che rende ampiamente positiva un'avventura transalpina fino a ieri non entusiasmante per lo Squalo dello Stretto.

Egan Bernal conserva e ipoteca la maglia gialla al termine della ventesima tappa.

Il corridore colombiano è riuscito a non perdere secondi dai rivali più accreditati e così per lui sara' soltanto una formalità l'ultima frazione in programma domani, la Rambouillet-Parigi di 128 chilometri.

Si tratta della consueta passerella fino agli Champs-Elyse'es, con un percorso adatto ai velocisti che consentira' al corridore del Team Ineos di festeggiare uno storico risultato una volta tagliato il traguardo senza rischi.
rai sport


Rugby, Sei Nazioni: Italia da impazzire, Francia ko

Con una grande gara gli azzurri piegano i transalpini 23-18 nella giornata inaugurale del torneo. Mete di Parisse e Castrogiovanni, Orquera uomo partita. Il successo della strategia di Brunel
di MASSIMO CALANDRI - repubblica.it
Non andate via, restate ancora qualche minuto sul campo. Questa partita non deve finire, per favore, perché è tutto così bello che sembra un sogno. Gli azzurri battono la Francia 23-18 (pt 13-15) nella giornata d'esordio del Sei Nazioni, al termine di una partita che resterà nella storia, chiusa con un uomo in meno e un finale di commovente intensità. Il match perfetto, giocato con quel coraggio e quella spregiudicatezza che è soprattutto merito di Jacques Brunel, l'allenatore francese che regala al rugby e a tutto lo sport italiano una "rivoluzione" da tenerci stretta. Perché si vince attaccando, si vince osando e dando fiducia ai giovani. Si vince anche grazie alle magìe di Luciano Orquera, piccolo grandissimo uomo premiato come man of the match. E alle mete di Parisse e Castrogiovanni. Non andate via, vi prego.

La meta più bella -
Gli azzurri regalano subito cinque minuti perfetti, alternando penetrazioni sull'asse e aperture al largo. Poi succede che Minto fallisce un off-load, Michalak calcia lungo per la sua cavalleria e sono guai. Invece McLean raccoglie ed innesca un contropiede fenomenale, grazie al sostegno avanziamo di cinquanta metri puliti, poi Botes apre per Orquera che s'infila tra Mas e Papé, allunga ancora ed apre per Parisse: meta, la più bella mai vista. Orquera trasforma e i francesi s'incazzano. All'11' Picamoles lanciato da Michalak si sbarazza di Parisse e finalizza un'efficace fase di possesso transalpino. Però

l'elegante apertura dei Blues non centra i pali, si resta in vantaggio.

Orquera chirurgico -
L'Italrugby riparte occupando il terreno francese, Botes rilancia il gioco intorno alla mischia e i ragazzi costruiscono una buona piattaforma per Orquera, che continua ad incantare con un drop in faccia a Szarzewski. Tre minuti dopo ancora il nostro piccolo 10 ingrassa il punteggio con un calcio di punizione. Dopo venti minuti siamo sopra di otto punti, e all'Olimpico sembra di sognare. Non c'è però tempo di illudersi, perché la Francia comincia a crearci dei problemi in rimessa laterale. I Bleus si installano nei nostri 22, andiamo in apnea e alla fine ce la caviamo con soli tre punti sul groppone (punizione di Michalak) dopo che Huget era stato tenuto in area di meta con l'ovale ad centimetro dal terreno.

Meta di Fall, francesi avanti -
Dopo mezz'ora cominciamo a pagare la grande aggressività. Perdiamo di lucidità, calciando l'ovale quando prima lo si muoveva con sicurezza alla mano. E allora Huget ne approfitta, complice una difesa incerta di Ghiraldini: Fall vola in meta in mezzo ai pali. Michalak firma il sorpasso. Gli azzurri sembrano in difficoltà ma riescono a chiudere senza altri danni un primo tempo di rara intensità ed emozioni.

Ripresa, che sofferenza -
Si ricomincia gestendo a lungo il pallone, ma sembra tutta un'altra musica rispetto all'inizio del match: perché invece di avanza si retrocede, e fortuna che i nostri avversari sono imprecisi. Ma dopo dieci minuti di cornate crolla una mischia su nostra introduzione, e Michalak centra i pali su punizione. Gli azzurri paiono sfiduciati, l'apertura dei Bleus fallisce di un soffio un altro calcio. Tre cambi per noi, Machenaud  sorprende tutti e fila via. Viene miracolosamente fermato a pochi metri dall'ultima trincea. Ed è la svolta.

Castro in meta! -
L'Italia fa partire un contrattacco straordinario, prima a sinistra grazie ad un epico sostegno di Parisse e poi con una sventagliata di Gori a destra: Venditti avanza, Giazzon e De Marchi ripartono, all'improvviso una magìa del piccolo, grandissimo Orquera che prima sguscia tra i giganti e poi offre a Castrogiovanni l'ovale di una meta da impazzire. Orquera trasforma e ci riporta avanti di due punti (20-18). Nell'azione si infortuna il capitano dei galletti, Papé, e sembra un altro segnale.

Un finale da impazzire -
Brunel fa uscire Orquera per Burton, che - dopo una lunga fase di conquista dei nostri, adesso padroni nelle fase statiche (Cittadini subito si fa sentire di brutto)  -  centra un meraciglioso drop, portandoci avanti di cinque punti. I francesi sembrano stanchi e confusi, l'Olimpico è incredulo. Il rtesto è solo gloria e coraggio, una difesa straordinaria nonoistante l'espulsione di Giazzon. Oggi il rugby azzurro ha davvero fatto la storia.

Italia-Francia 23-18 (13-15)Marcatori: pt 4' meta Parisse tr. Orquera, 11' meta Picamoles, 15' drop Orquera, 18' cp Orquera, 28' cp Michalak, 33' meta Fall tr. Michalak; st 10' cp Michalak, 17' meta Castrogiovanni tr. Orquera, 28' drop Burton
Italia: Masi - Venditti, Benvenuti (31' st Canale), Sgarbi, McLean - Orquera (24' st Burton), Botes (16' st Gori) - Parisse, Favaro (23' st Derbyshire), Zanni - Minto, Geldenhuys (31' st Pavanello) - Castrogiovanni (23' st Cittadini), Ghiraldini (16' st Giazzon), Lo Cicero (16' st De Marchi).
Francia: Huget (31' st Trinh-Duc) - Fofana, Fritz (23' st Bastareaud), Mermoz, Fall - Michalak, Machenaud (23' st Parra) - Picamoles (29' st Chouly), Dusatoir, Ouedraogo - Maestri, Papé (19' st Taofifenua) - Mas (26' st Ducalcon), Szarzewski (12' st Debaty), Forestier (12' st Kaiser).

Sei Nazioni - Vince la Francia, l'Italia non demerita

La nuova Italia modellata da Jacques Brunel nasce con una sconfitta, ma non potevamo aspettarci un'altra impresa, dopo quella del Flaminio dello scorso anno. O meglio, potevamo sperarci ma non contarci. I transalpini, anch'essi rinnovati, hanno maggior qualità e si sa, ma almeno per 50' i ragazzi azzurri tengono testa alla formazione vice-campione del mondo. Soprattutto nella prima parte, sono stati Parisse & Co. a fare gioco e a proporsi, anche se a finalizzare sono quasi sempre gli avversari. Nella ripresa invece, è quasi un monologo dei Bleus, che approfittano del fiato corto dei nostri per metterci alle strette. Finisce 30-12, poteva andare meglio ma poteva andare anche molto peggio. Qualcosa di positivo si è visto, ma per arrivare al livello dei più bravi e, non dimentichiamolo, favoriti per il titolo, serve ancora tanto tanto lavoro.

TANTI VOLTI NUOVI - E' un'Italia profondamente cambiata rispetto al Mondiale quella che si presenta allo Stade de France contro i Bleus: Jacques Brunel dà fiducia ad alcuni giovani, Giovanbattista Venditti su tutti, cambia qualche ruolo e si affida al duo Gori-Burton in cabina di regia. La Francia schiera tanti reduci della finale di Coppa del Mondo, persa con la Nuova Zelanda, e presenta qualche novità, a partire dal ct, Philippe Saint-André: i Bleus sono i favoriti alla vittoria finale e vogliono cominciare subito al 100%.

L'ITALIA GIOCA, LA FRANCIA SEGNA - A Parigi la temperatura è ampiamente sotto gli zero gradi, ma in campo non sembra avvertirsi: l'Italia è la squadra che cerca maggiormente di fare gioco, e già questa è una buona notizia. Gli azzurri attaccano, soprattutto per vie centrali, cercando di mantenere il possesso con Burton, bravo a cambiare gioco, alla mano e al piede. L'unico aspetto negativo è che la Francia, quando commettiamo qualche errore, ci punisce subito: succede al 12' quando Yachvili sblocca il risultato al piede. Poi Burton è bravo a pareggiare, trovando il drop al 19' ma due minuti dopo passa la Francia, stavolta con la marcatura pesante: la difesa azzurra lascia un buco, tra Lo Cicero e Ghiraldini, e Rougerie ne approfitta, fiondandosi oltre la linea di meta. L'Italia non si demoralizza e si spinge in attacco, trovando al 30' il calcio di Burton che ci riporta sotto, sul 10-6. Al 35' però, ecco un altro errore, in fase di mischia questa volta: ne approfitta Picamoles che lancia Malzieu, bravissimo a sfuggire ai nostri difensori e siglare il 15-6 che chiude la prima frazione di gioco.

DOPO 50' GLI AZZURRI CEDONO - Subito a inizio ripresa, l'Italia ha una chance per accorciare, ma Burton non riesce a dare la giusta forza al proprio calcio che si spegne qualche metro indietro rispetto ai pali francesi. Al 45' McLean si produce in una squisita penetrazione per vie centrali, ma la sua corsa si ferma prima del dovuto, complice la buona difesa francese. L'Italia c'è, insomma, è mantiene il pallino del gioco: al 47' ecco il calcio di Burton che vuole dire 15-9. Gli azzurri, a questo punto, cominciano a soffrire: la Francia quando decide di accelerare fa molto male, ed è difficile per i nostri rialzare il baricentro. Yachvili sbaglia un calcio, ma ne trasforma un altro e al 54' ecco la terza meta del match: arriva per mano di Clerc, bravo a concretizzare un contropiede tre contro zero dei nostri avversari, ormai padroni indiscussi del campo. Gli avanti cedono, la difesa azzurra collassa, mentre i Bleus si esaltano: il neo-entrato Botes trova i primi punti azzurri con un gran calcio al 61', ma la Francia non è sazia. Geldenhuys si becca un giallo al 71' e il finale è sofferenza pura: Fofana segna la quarta meta transalpina, ma l'Italia prova a segnare una meta e chiude in attacco, nonostante l'uomo in meno. Dimostrando cuore e carattere, ma per giocare alla pari con le migliori manca ancora tanto. Brunel, i tre anni di cui parlavi ti basteranno?
 it.eurosport.yahoo.com

NAZIONALI, LE RIVOLUZIONI DI BRASILE E FRANCIA

Tempo di novità per due grandi nazionali deluse dal mondiale sudafricano, il Brasile ha scelto il successore di Dunga e Muricy Ramalho, attuale allenatore della Fluminense, capolista del Brasilerao 2010.

Scelta a sorpresa che è caduta sul 54enne allenatore, una vita al San Paolo prima da giocatore e poi da allenatore, dove ha conquistato tre campionati brasiliani tra il 2006 e il 2008.
Quindi né Felipe Scolari né Leonardo, ora si dovrà vedere se Muricy Ramalho resterà alla guida della Fluminense o si dedicherà esclusivamente alla guida della Seleçao. (sport.we-news.com)

Francia, gli sponsor chiedono i danni alla Federcalcio

Gli sponsor della nazionale francese chiedono un milione di euro di danni alla Federcalcio transalpina per il fiasco dei Bleus ai Mondiali sudafricani. Lo ha reso noto il tesoriere della FFF, Bernand Désumer: «Gli sponsor ci hanno detto che, avendo subìto un danno, vogliono essere risarciti - dice sconsolato -. Chiedono un po’ più di un milione di euro. Sono i nostri partner principali: Suez, Carrefour e Crédit Agricole. Ne abbiamo discusso in modo amichevole».

Alla lista di Désumer, il segretario generale della Federcalcio transalpina, Henri Monteil, ha aggiunto anche l’Adidas, affermando che la ditta di abbigliamento sportivo si ritrova «ancora 180 mila maglietta della nazionale invendute sul groppone. Gli sponsor ci chiedono una compensazione per quello che è successo in Sudafrica. Non vogliono rinegoziare i contratti, che sono validi per i prossimi quattro anni».

tuttosport 23 luglio 2010