Sport Land News: Rio2016
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Doping: via capo laboratorio Rio2016 Brasile Olimpiadi

(ANSA) - RIO DE JANEIRO, 1 LUG - Il capo del servizio antidoping dello sport brasiliano Marco Aurelio Klein è stato licenziato e sostituito con Rogerio Sampaio, ex judoka, medaglia d'oro alle Olimpiadi di Barcellona nel 1992. La decisione è stata presa dalle autorità sportive brasiliane dopo che il laboratorio di Rio de Janeiro è stato sospeso dalla Wada (l'agenzia mondiale antidoping) per non aver rispettato gli standard previsti. Sampaio dovrebbe incontrare i vertici della Wada nella prossima settimana permettere a punto un piano in grado di ripristinare la piena funzionalità del laboratorio in vista delle Olimpiadi. Se il laboratorio di analisi di rio non dovesse essere in grado di assolvere ai suoi compiti, il Cio potrebbe far effettuare i test antidoping presso un'altra struttura, probabilmente scelta fra i laboratori di Los Angeles, Salt Lake City, Bogotà, L'Avana e Città del Messico.

Rio2016 Olimpiadi Brasile: Italia Team, 17 azzurri scherma

 Conclusi i Campionati Europei Assoluti di Torun 2016, la Federazione Italiana Scherma ha ufficializzato gli atleti che prenderanno parte ai Giochi Olimpici di Rio. Dal 6 al 14 agosto saranno 14 gli azzurri che andranno a caccia di una medaglia individuale, a cui si aggiungeranno, per le gare a squadre, altri tre atleti in qualità di riserve, componendo una delegazione complessiva di 17 tra uomini e donne. Nel fioretto femminile (una sola gara individuale il 10 agosto), a salire in pedana per l'Italia saranno Elisa Di Francisca e Arianna Errigo, finaliste della gara di fioretto a Londra 2012. Nel fioretto maschile, indicati Giorgio Avola, Andrea Cassarà e Daniele Garozzo per la prova individuale, mentre Andrea Baldini sarà a disposizione per la gara a squadre.
    Rossella Fiamingo sarà l'unica azzurra in gara nella prova di spada femminile individuale (6 agosto) e che segnerà l'esordio del programma di scherma.
ansa

Alex Schwazer: 'Qualcuno non vuole che vada a Rio'



E' giallo sulla vicenda che vede coinvolto il campione Alex Schwazer in una nuova vicenda di doping. Ma il campioine maratoneta non ci sta: "Siamo di fronte a una vicenda sporca, di sicuro faremo subito una denuncia penale contro ignoti". Così il legale di Schwazer, Gerhard Brandstetter, nella conferenza stampa a Bolzano, respinge con fermezza la notizia riportata sulla Gazzetta dello Sport, secondo cui l'atleta sarebbe stato trovato nuovamente positivo al doping.
"Non possiamo accettare tutto questo - ha sottolineato - è ingiusto. Alex in questa vicenda non ha alcuna responsabilità, cercheremo di acclarare la verità. La vicenda è strana: una prova a gennaio negativa e a maggio dopo che ha vinto a Roma risulta positiva con sostanze anaboliche che nulla hanno a che fare con sport di resistenza.
"Qualcuno non vuole che io vada alle Olimpiadi, i tempi sono stretti, ma io andrò fino in fondo per chiarire tutto. Come 4 anni fa sono qui a metterci la faccia, ma oggi non ci saranno scuse perché non ho commesso alcun errore, allora ho sbagliato, stavolta no. Da un anno e mezzo con tanta fatica sto facendo di tutto con Sandro (Donati ndr) per dimostrare che il mio ritorno sia pulito. E' un incubo, la peggior cosa che mi poteva succedere ma ci giuro che si andrà fino in fondo".
A giurare sulla 'pulizia' dell'atleta e a parlare di 'provocazione' è il tecnico di Schwazer: "Non lascerò mai Alex".  "E una vicenda incredibile nella tempistica, un campione risultato pulito a gennaio è stato riesaminato non si sa perchè e trovato positivo. Inoltre - ha proseguito Donati - il testosterone, trovato in tracce minime, ad Alex non serve. Questo potrebbe essere il doping di uno scemo, che non porta da nessuna parte".
ansa

Dalla salvezza via mare alla piscina olimpica di Rio 2016 Olimpiadi Brasile

È il percorso di Yusra Mardini, la diciotteenne siriana che esattamente un anno fa riuscì a salvarsi nuotando fino alle coste della Grecia da dover era approdata fuggendo da Damasco. In fuga non per la vittoria, ma per portare in salvo la propria vita e quella della sorella Sarah. Dalla Grecia a Berlino, dove ha cominciato ad allenarsi nella piscina costruita per i Giochi del 1936. E già questo era stato un grande successo per Yusra, che adesso sta vivendo il più bel sogno della sua pur breve esistenza: partecipare alle Olimpiadi. Ha superato la selezione che vedeva in lizza quarantadue profughi provenienti da diversi Paesi per entrare a far parte della squadra degli “Atleti rifugiati olimpici”. Un progetto promosso dal Cio che si sta per realizzare.
«Saranno dieci gli Atleti rifugiati a Rio», ha detto molto emozionato il presidente del Cio Tomas Bach, e tra questi è rientrata anche Yusra. «Sono felicissima, non posso spiegare quanto sono felice – ha detto la giovane siriana –. Quando me lo hanno detto ho pianto. Una medaglia a Rio? Non penso di essere ancora pronta per questo, magari posso sperare e sognare di conquistarla a Tokyo nel 2020». Accompagnati da altri dodici fra dirigenti, allenatori e medici, Yusra e la squadra dei Rifugiati olimpici verrà guidata a Rio dalla grande maratoneta Tegla Loroupe, che in questi anni si è battuta per i diritti dei rifugiati e per loro ha creato anche un campo d’allenamento in Kenya. Yusra non sarà la sola siriana della squadra: infatti nei dieci figura anche il suo connazionale – nuotatore anche lui – Rami Anis, che vive in Belgio. La nazione più rappresentata è il Sudan del Sud, con cinque elementi che gareggeranno nell’atletica: Yiech Pur Biel, James Nyang Chiengjiek e Paulo Amotun Lokoro tra gli uomini e Anjelina Nada Lohalith e Rose Nathike Lokonyen tra le donne. Due atleti anche della Repubblica Democratica del Congo, entrambi nel judo: un uomo, Popole Misenga, e una donna, Yolande Bukasa Mabika. Infine un etiope nell’atletica, Yonas Kinde.
«Ringrazio calorosamente i cinque comitati olimpici nazionali di Germania, Brasile, Belgio, Lussemburgo e Kenya, che ospitano questi atleti e li aiutano a inserirsi nel tessuto sociale dei loro Paesi », è stato il messaggio di ringraziamento del presidente Bach, che considera questa squadra e tutto il lavoro svolto per l’accoglienza e gli allenamenti degli atleti «un esempio importante di integrazione, un segno alla comunità internazionale. Sono fiero di questo programma: gli atleti non saranno solo aiutati per questi Giochi ma anche negli anni futuri. Sono stati scelti dopo processi di selezione e a Rio, durante la cerimonia d’ apertura dei Giochi, sfileranno subito prima del Brasile».
Avvenire