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Calcio. Il cappellano della nazionale Gabbricci: «La fede degli azzurri»


Don Massimiliano Gabbricci con Mario Balotelli - VaticanNews

«Domma, ma lei come fa a conoscere e ad essere amico di tutti stì campioni: Chiesa, Chiellini, il ct Mancini…?», domandano sbalorditi i ragazzi senesi dell’oratorio del Costone al loro don che sorride divertito ricordando l’episodio. Un siparietto che si ripete puntuale ad ogni telefonata o videochiamata dei suoi amici calciatori, famosi. Il don è Massimiliano Gabbricci, classe 1971, phisique du role e teatralità da tosco verace, alla Carlo Monni per intenderci. «Senese da parte di padre e di Castelfiorentino per parte materna, le due città dove sono cresciuto e dove ho coltivato la passione per il calcio e per il basket, prima di rispondere alla chiamata del Signore», racconta dal palco del convegno internazionale “Mettere la vita in gioco” al quale è stato convocato dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione. Don Massimiliano è un pilastro del Costone, il Ricreatorio Pio II di Siena, ma anche la voce spirituale del calcio italiano. «Dal 2006 al 2022 sono stato il cappellano della Fiorentina, che è anche la mia squadra del cuore». Un record assoluto, sedici anni affianco ai viola: come il “Domma”, così come lo chiamano tutti i calciatori, nessuno mai. E dal 2012 è diventato anche il cappellano della Nazionale. Quindi per un decennio doppio impegno, viola e azzurri, con tanto di turnover cadenzato dalle numerose altre attività oratoriali quotidiane della sua parrocchia. A partire da quella del San Michele a Firenze «dove nella squadra oratoriale della Cattolica Virtus sono sbocciati dei campioni del mondo come Paolo Rossi e Andrea Barzagli e lì ho visto crescere un portierino, Alessio Cragno che poi è diventato uno dei migliori portieri italiani, tant’è che l’ho ritrovato in Nazionale». Ma sono tante le belle sorprese che ha vissuto in tutto questo tempo a contatto con il mondo del calcio. «Vero. Non immaginavo mai che, dovendomi occupare in questi ragazzi, bollati sempre superficialmente dai media e dalla gente come dei “milionari”, punto, avrei trovato tanta ricchezza umana. Qui dove pensavo di non trovare nulla, alla fine esco sempre con una bisaccia piena zeppa di cose belle e davvero sorprendenti, per le quali non posso che essere grato al Signore. Dopo dodici anni al fianco della Nazionale, ma anche prima con i ragazzi della Fiorentina, posso tranquillamente dire che è molto di più quello che ho imparato da loro, rispetto agli insegnamenti che posso avergli trasmesso… O forse toh, abbiamo fatto pari», sorride don Massimiliano che oltre alla parola del Vangelo nello spogliatoio ha portato anche il suo bagaglio di studioso di filosofia. «Per confrontarmi e prepararmi al meglio ho studiato molti testi di filosofia dello sport. E questo mi ha aiutato a stringere delle relazioni forti con i calciatori che seguo ormai anche fuori dal campo. Alcuni di loro li ho sposati e persino cresimati. Ho battezzato i loro figli e li ho seguiti nei momenti duri di crisi professionale e matrimoniale o nel lutto familiare».

Un don sempre al loro fianco, a cominciare da quel primo Europeo di Polonia Ucraina 2012. «L’allora ct Cesare Prandelli, ex allenatore della Fiorentina, poco prima degli Europei mi chiamò a dire Messa a Coverciano e quei giorni di preparazione furono bellissimi. Sfiorammo il titolo (Italia sconfitta in finale dalla Spagna dei fenomeni) ma a cominciare da Mario Balotelli, un ragazzo dal cuore infinitamente buono, fu l’inizio di tante amicizie che sono proseguite nel tempo». L’uomo in più degli azzurri, nella gioia e nel dolore. «Le gioie per fortuna sono state di più, e non parlo solo delle vittorie in campo, come quella dell’ultimo Europeo del 2021. Il dolore più grande invece rimane la perdita improvvisa del capitano della Fiorentina Davide Astori». Si ferma un attimo don Massimiliano, perché la commozione lo marca stretto, a uomo. «Quel 4 marzo 2018 non lo dimenticherò mai. Avevo appena celebrato la Messa nella chiesa di San Michele e mi stavo togliendo i paramenti quando vengono in sagrestia e mi comunicano la tragica notizia: “Davide è morto”. L’avevo visto qualche giorno prima e come sempre era stato un incontro intenso, perché Astori era un ragazzo carismatico, un leader silenzioso, in campo e fuori, e lo dimostrano come i tanti semi che ha lasciato su questa terra stanno fruttificando continuamente in opere di bene e in testimonianze che parlano del grande amore che aveva per il calcio e per la vita. Io da Davide ho imparato tanto, anzi quasi tutto». C’è un’altra cometa che è passata sopra il cielo degli azzurri e che ha lasciato una scia indelebile, anche nel cammino del Domma, parliamo di Gianluca Vialli. «Quando ripenso a Luca rivedo la festa del suo compleanno, il 9 luglio e la gioia di stare insieme a quei ragazzi della Nazionale. E come dimenticare il discorso che fece alla squadra prima della finale di Wembley… In quelle parole non li invitava semplicemente a centrare un traguardo sportivo, ma gli chiedeva di andare oltre. E Luca lo faceva, andava sempre oltre, con quella luce negli occhi e quella spiritualità che ti colpiva e che gli ha permesso di affrontare la malattia con una serenità da uomo straordinario e da cristiano che aveva trovato dentro di sé una fede incrollabile, che ha trasmesso a tante persone a lui care». L’abbraccio e le lacrime dopo la vittoria degli Europei con Roberto Mancini sono un atto di fede, nell’amicizia e nell’amore verso l’altro. «Anche adesso che è in Arabia Saudita, Roberto lo sento spesso telefonicamente. Mancini è un ragazzo speciale, uno cresciuto all’oratorio di Jesi e che non ha mai smesso di cercare attraverso la devozione sincera come quella che nutre per la Madonna di Loreto». Tanti hanno gridato al “miracolo” quando nel 2021 gli azzurri hanno trionfato agli Europei, un titolo che nella bacheca di Coverciano mancava dal lontano 1968. «La forza di quella squadra era proprio l’essere formata da tanti ragazzi provenienti, come Mancini e Vialli, dall’oratorio. Un gruppo compatto e pieno di speranze fin dal ritiro. L’ultima sera, prima dell’inizio dei campionati, ricordo che Donnarumma, Chiellini e Bonucci mi presero da parte e prima di salutarmi mi chiesero: “Domma, ma tu che ne pensi, come andrà questo Europeo? Io li guardai e sospirando risposi: ragazzi tranquilli, si vince. Mi abbracciarono forte e quando tornarono si ricordavano di quelle mie parole... Non era stata una profezia, era la sensazione di benessere e serenità che trasmettevano ognuno di loro che hanno giocato e vissuto quell’esperienza davvero in grazia di Dio». Tre anni dopo molto di quel gruppo azzurro è cambiato e alla guida della Nazionale ora c’è un altro toscano doc, il ct Luciano Spalletti. «Lo conosco da quando aveva ancora i capelli e giocava nel Castelfiorentino – sorride don Gabbricci - . Anche Luciano possiede una grande spiritualità e l’ha dimostrato con la carriera da allenatore che ha fatto. È un uomo che anche nei momenti difficili sa trasmettere la giusta carica ai giocatori. Spalletti sta costruendo un gruppo importante e anche se il nostro girone è il più difficile agli Europei possiamo far bene. L’obiettivo comunque è crescere e arrivare al meglio per i Mondiali del 2026, quando personalmente potrei anche salutare – si ferma un attimo e sorride con un velo di tristezza - . Beh, dopo quattordici anni sarebbe giusto che anche qualcun altro, magari un giovane don, provi questa esperienza così forte e importante di pastorale sportiva come quella che ho la fortuna di vivere ancora».

avvenire.it

Scudetto Inter, la cerimonia di premiazione e la festa San Siro


 Dopo la partita contro la Lazio finita 1-1, l'Inter ha festeggiato a San Siro la vittoria dello scudetto con la cerimonia di premiazione e la consegna della coppa. Nerazzurri in festa al "Meazza", nel finale la musica dei due tifosissimi Ligabue e Tananai. Lautaro a DAZN: "Rinnovo? Non so cosa succederà, ma sicuramente in settimana, prima della fine del campionato, dobbiamo cercare un accordo"

sky.sport.it

È stata lanciata Eurovision Sport, la piattaforma streaming che trasmette sport gratuitamente in tv

 


Il grande sport in televisione per tutti gratuitamente. È pronta a fare il suo debutto sul mercato Eurovision Sport, la piattaforma streaming ideata e promossa da European Broadcasting Union (Ebu), che punta a trasmettere in chiaro i migliori eventi sportivi mondiali.

La nuova piattaforma è stata pensata per unire tutti i servizi pubblici radiotelevisivi europei e trasmettere ore e ore di contenuti sportivi. Eurovision Sport allarga la copertura degli eventi trasmessi dai canali nazionali di ogni Paese - per l'Italia la Rai - e permette la fruizione gratuitamente di eventi e appuntamenti.

Già usufruibile tramite il sito e l'app, Eurovision Sport punta a essere disponibile entro la fine del 2024 anche tramite le connected tv.
Le discipline visibili su Eurovision Sport

Tra gli sport presenti nella piattaforma si passa dall'atletica - verranno, tra l'altro, trasmessi dal 1 al 3 marzo i mondiali indoor di Glasgow - al nuoto, lo sci, la ginnastica e altri discipline olimpiche presenti a Parigi 2024.

Grazie a questi nuovi canali sarà possibile seguire integralmente la diretta di diverse competizioni che, al contrario, non avrebbero copertura - o solamente parziale - nelle diverse tv nazionali.
L'intelligenza artificiale

Un prodotto che potrà essere seguito in modo semplice in tutta Europa, infatti, l'intelligenza artificiale seguendo parola per parola la telecronaca fatta in lingua originale, riuscirà a tradurla in base al Paese in cui viene trasmesso l'evento sportivo.
runnersworld.com

Sport in tv oggi (lunedì 1° maggio): orari e programma completo. Come vedere gli eventi in streaming

Lunedì che si arricchisce assai di sport, quello odierno: di eventi ce ne sono diversi e anche di ottimo interesse nel primo giorno di maggio. Ma andiamo a scoprire con ordine le ricchezze della giornata odierna, senza perdere particolare tempo.

Escludendo il calcio, che occupa per larga misura il panorama della giornata, c’è da registrare in apertura il tennis con Martina Trevisan a caccia di un difficile approdo ai quarti del WTA 1000 di Madrid contro l’americana Jessica Pegula. Contemporaneamente continuerà l’azione anche a livello ATP. L’altro evento principale della giornata, naturalmente, è la finale scudetto che inizia nel volley tra Trento e Civitanova.

Il ciclismo si raccoglie attraverso due distinti eventi: la Vuelta Femenina che comincia e la Eichborn-Francoforte. Spazio anche per la MLB, cioè il meglio del baseball che si può vedere insieme a quello del Giappone, e a uno degli eventi più iconici del Regno Unito.

Del resto, è questo ciò che è la finale del Mondiale di snooker, che in questo caso vede continuare a confrontarsi il veterano Mark Selby e un finora clamoroso Luca Brecel. Di seguito l’intera programmazione sportiva odierna.

10:00 MotoGP, Test a Jerez – Nessuna diretta tv

11:00 Tennis, ATP Masters 1000 Madrid 2023, terzi turni – Diretta tv su Sky Sport Uno e Sky Sport Tennis, streaming su Sky Go e Now Tv

11:00 Tennis, WTA 1000 Madrid 2023, ottavi di finale – Diretta tv su SuperTennis, streaming su SuperTennix, Sky Go e sito di SuperTennis
All’interno: Martina Trevisan (ITA)-Jessica Pegula (USA) [3] – 5° match sul campo Arantxa Sanchez, non prima delle ore 18:00 e dopo Sherif-Mertens (WTA), Cachin-Tiafoe (ATP), Safiullin-Zapata Miralles (ATP) e Fritz-Garin (ATP)

11:30 Motociclismo, Superbike: Campionato britannico – Gara-2 a Oulton Park – Diretta streaming su Discovery+ ed eurosport.it

12:00 Ciclismo, Eichborn-Francoforte (203,8 km) – Diretta streaming su Discovery+ ed eurosport.it, dalle 14:15 in tv su Eurosport 2 e in streaming anche su Sky Go e DAZN

12:30 Ciclismo, La Vuelta Femenina (1a tappa Torrevieja-Torrevieja, cronometro 14,5 km) – Diretta tv su Eurosport 2 e streaming su Discovery+, eurosport.it, Sky Go e DAZN

12:30 Calcio, Como-Palermo (Serie B) – Diretta tv su Sky Sport Calcio e Sky Sport 251 e streaming su DAZN, Sky Go, Now Tv, OneFootball e Helbiz

13:45 Snooker, Mondiale: Finale – Luca Brecel (BEL)-Mark Selby (ENG) – Diretta tv su Eurosport 1 e streaming su Discovery+, eurosport.it, Sky Go e DAZN

15:00 Calcio, Sudtirol-Genoa (Serie B) – Diretta tv su Sky Sport 252 e streaming su DAZN, Sky Go, Now Tv, OneFootball e Helbiz

15:00 Calcio, Bari-Cittadella (Serie B) – Diretta tv su Sky Sport 253 e streaming su DAZN, Sky Go, Now Tv, OneFootball e Helbiz

15:00 Calcio, Ascoli-Pisa (Serie B) – Diretta tv su Sky Sport 254 e streaming su DAZN, Sky Go, Now Tv, OneFootball e Helbiz

15:00 Calcio, Benevento-Parma (Serie B) – Diretta tv su Sky Sport 255 e streaming su DAZN, Sky Go, Now Tv, OneFootball e Helbiz

15:00 Calcio, Brescia-Cosenza (Serie B) – Diretta tv su Sky Sport 256 e streaming su DAZN, Sky Go, Now Tv, OneFootball e Helbiz

16:00 Calcio, Fiorentina-Torino (Campionato Primavera) – Diretta tv su SportItalia

18:00 Calcio, Venezia-Modena (Serie B) – Diretta tv su Sky Sport Calcio e Sky Sport 251 streaming su DAZN, Sky Go, Now Tv, OneFootball e Helbiz

18:15 Volley, Finale Superlega Gara-1 Trento-Civitanova – Diretta tv su RaiSport e streaming su RaiPlay e volleyballworld.tv

18:45 Calcio, Arsenal-Wolfsburg (Champions League femminile) – Diretta streaming su DAZN

19:00 MLB, New York Mets-Atlanta Braves – Diretta tv su Sky Sport Arena, streaming su Sky Go e Now Tv

19:00 Calcio, Maiorca-Athletic (Liga) – Diretta streaming su DAZN

19:45 Snooker, Mondiale: Finale – Luca Brecel (BEL)-Mark Selby (ENG) – Diretta tv su Eurosport 1 e streaming su Discovery+, eurosport.it, Sky Go e DAZN

20:00 Calcio, Juventus-Roma (Campionato Primavera) – Diretta tv su SportItalia

20:30 Calcio, Frosinone-Reggina (Serie B) – Diretta tv su Sky Sport Uno, Sky Sport Calcio e Sky Sport 251 e streaming su DAZN, Sky Go, Now Tv, OneFootball e Helbiz

21:00 Calcio, Leicester-Everton (Premier League) – Diretta tv su Sky Sport Football e streaming su Sky Go e Now Tv

21:00 Calcio, Siviglia-Girona (Liga) – Diretta streaming su DAZN

Foto: LaPresse

oasport.it

Sveva sfiora la morte: 'Ginnastica era tutto'

"Era‌ nata come una passione ed è finita come un incubo.

Era partito tutto da 'mamma domani uso il nastro in palestra per la prima volta' ed è finita con 'non posso mangiare né bere, domani l'allenatrice porta la bilancia e se ho messo su peso mi toccherà correre per un'ora con la fune ed i pesi sulle caviglie, come fanno fare a Giulia, che deve perdere peso'".

Sono le parole di Sveva Lamberti, 18 appena compiuti, costretta a rinunciare al sogno della ginnastica ritmica, a un passo dalla morte a causa dell'anoressia.
    "Io sono sempre stata molto sottopeso, ma ero terrorizzata, Giulia era una mia grande amica e temevo - racconta in una testimonianza raccolta da ChangeTheGame - che ciò che facevano a lei, come ad altre compagne, potesse essere fatto anche a me.
    Una volta Giulia era salita sulla bilancia, l'allenatrice ha guardato il peso, poi ha guardato Giulia ed è scoppiata a ridere per umiliarci. Giulia si mise a piangere. Erano pressioni indirette che però hanno gravato tanto su di me". "Ovviamente - prosegue Sveva - non sono mancate nemmeno pressioni dirette. Una volta mi ero messa in body, la mia allenatrice mi disse 'settimana prossima hai gli allenamenti nazionali, dove credi di andare con quel sedere? Guarda che vi peseranno!'. Un'estate, una delle mie allenatrici aveva fatto un cartellone con i nostri pesi attuali e quelli che, per lei, dovevamo raggiungere: tutto fatto senza fondamento scientifico né medico. Quando mangiavo poco venivo elogiata e così mi convinsi che stavo facendo la cosa giusta. La ginnastica era la mia vita, o forse anche di più ma, a causa degli inevitabili problemi con il cibo che ne sono conseguiti, ad agosto 2020 ho dovuto smettere. Non avevo più forze. Da lì è iniziato il declino".
    "Dopo 8 mesi - sono le parole di Sveva - sono stata ricoverata in neuropsichiatria d'urgenza per anoressia. Ero in fin di vita, avevo 30 battiti al minuto e rischiavo l'arresto cardiaco. Mi hanno messo il sondino, non volevo mangiare. Non riuscivo a guardarmi allo specchio, mi vedevo sempre grassa, pesavo 37kg ed ero alta 1,73. Mi pesavo 30 volte al giorno. Ero convinta fosse giusto così, o meglio era quello che mi avevano fatto credere fosse giusto. La mia allenatrice aveva fatto diventare la bilancia lo strumento che stabiliva il mio valore. Non ero più una persona, ero un numero. Il primo ricovero non è servito a molto. Durante questo, infatti, continuavo a vedere i medici come nemici, mentre la voce della mia allenatrice mi rimbombava in testa e mi continuava a spingere sempre di più verso la morte. Uscita dall'ospedale mi misero subito in attesa per un altro ricovero in un centro per disturbi alimentari. Quando venni ricoverata, la mia situazione era talmente critica che non potevo fare nulla, non potevo andare a scuola, non potevo camminare, non potevo studiare, non potevo vivere. I medici, giustamente, mi avevano impedito di fare tutto ciò per salvaguardare la mia vita che stava per essere inghiottita dalla morte. Questo centro per disturbi alimentari mi ha salvato la vita assieme alla mia psicologa. Non ne sono uscita, sono ancora sulla via della guarigione, ma quest'ultima, che prima sembrava essere diventata quasi irraggiungibile, ora è ad un passo da me". 

ansa


 

Automobilismo. Ferrari e non solo, il tricolore non sventola più

 La Ferrari continua ad arrancare e da anni il Cavallino non è più vincente in Formula 1. Oltre a Giovinazzi piloti italiani non se ne vedono più e presto anche l’Alfa Romeo potrebbe lasciare il Circus

Charles Leclerc, 24 anni, pilota della Ferrari

Charles Leclerc, 24 anni, pilota della Ferrari - Paul Vaicle

da Avvenire

Magari sarà per la prossima volta, l’anno prossimo. Magari, o magari no, ad ogni modo in Formula 1 non si tornerà a parlare italiano, sul primo gradino del podio generale, nel 2022: il fine settimana di Spa-Francorchamps ha avuto se non altro il merito distruggere i residui castelli di sabbia di un’estate non esattamente da ricordare per la Ferrari. Sono 118 i punti che dividono la scuderia di Maranello dalla Red Bull, iridata in pectore, mentre almeno il sesto posto di Leclerc e il terzo di Sainz, stante il ritiro di Hamilton, hanno consentito alla Ferrari di allungare a +41 il vantaggio sulla Mercedes, vantaggio che si era pericolosamente assottigliato nei tre gran premi precedenti. Tant’è: oltre al titolo costruttori, è inutile sperare in quello piloti, con il monegasco lontano 98 punti da un Verstappen che è ancora una spanna superiore, peccato però che nel frattempo Leclerc sia stato sorpassato in generale anche da Sergio Perez, condizione, questa, reversibile, ma che oggi rende ancora un po’ più amara la lettura delle classifiche in chiave Ferrari, e dunque in chiave di un’Italia che in Formula 1 da troppo tempo non riesce ad essere vincente, anche quando torna in qualche modo protagonista.

E dire che sono state nove le pole ferrariste (considerando anche quella del Belgio, dovuta alla penalità di Verstappen) contro le quattro della Red Bull e l’unica ottenuta dalla Mercedes, senza contare i cinque giri veloci delle rosse (sei Red Bull, due Mercedes, uno McLaren) fatti registrare da Leclerc, tre volte nelle prime tre gare, e Sainz, quest’ultimo in Canada e Francia. Del resto, tutte le speranze italiane rimangono e sono destinate a rimanere ancorate alla Ferrari, perché in Formula 1 l’Italia non corre più. Passi il ritorno nelle libere con la Haas - a Monza e ad Austin - di Antonio Giovinazzi, ma a livello di piloti e costruttori, lontano da Maranello c’è il vuoto. Perché sì, Alpha Tauri avrà anche sede a Faenza e licenza italiana, ma è un’altra cosa da tempo ormai, e comunque in questa stagione la scuderia è andata a punti appena in sette occasioni ed era dal 2018, quando ancora si chiamava Toro Rosso, che non incappava in un’annata così povera di risultati. In casa Haas, dove il motore è Ferrari e resta la collaborazione aerodinamica con Dallara, le cose vanno un po’ meglio, nel senso che i risultati sono i migliori dell’ultimo quadriennio, ma si tratta di briciole.

Sarà che lo scorso weekend Imola ha ospitato l’Historic Minardi day, sarà che in quel contesto di amarcord si sono riviste vetture realmente tricolori e si sono riaffacciati al paddock romagnolo piloti italiani che hanno fatto parte del Circus per anni (Patrese, Nannini, Martini, ma anche Montermini, Badoer, Morbidelli), sarà che il brand Alfa Romeo - inteso come marchio, perché non è una scuderia - abbandonerà la Sauber e pertanto, verosimilmente, anche la Formula 1, sarà anche e soprattutto che per gli investitori italiani il Circus non è più strategico, fatto sta che si deve restare aggrappati alle lune della Ferrari per non farsi prendere da passatismo e nostalgismo di quando l’Italia contava qualcosa. Sponsor, costruttori - Benetton - e una scuola di piloti, si pensi all’indimenticato Alboreto per limitarsi agli anni Ottanta, che non subivano i sorpassi, virtuali dal punto agonistico ma terribilmente reali da quello pratico, dei colleghi sponsoriferi, i piloti con la valigia. Le ricchezze e le visioni, anche di propaganda, dei nuovi mercati hanno spinto fuori pista l’Italia della Formula 1 e oggi l’inerzia appare ben difficile da invertire, ecco perché anche una Ferrari che arriva seconda e si conferma in crescita - e che cioè fa meglio del 2020, sesta, e al 2021, terza ma lontanissima dalla Red Bull seconda - per paradosso attiva principalmente il senso della frustrazione nel suo stuolo di appassionati e la delusione di quelli che attendono il carro vincente per salirci sopra e festeggiare. Ma non si può chiedere esclusivamente a Maranello di risollevare la bandiera tricolore in un automobilismo nel quale, oggi, l’Italia è periferia.

Notizie sport 27 Agosto 2022





Notizie sport 26 Agosto 2022





Notizie sport 25 Agosto 2022





Notizie sportive 24 Agosto 2022





Calcio femminile, Milena Bertolini confermata C.T. dell’Italia. Diversi cambi in panchina nelle nazionali giovanili



La FIGC ha annunciato quest’oggi i nomi degli allenatori che guideranno nella prossima stagione le Nazionali Femminili italiane di calcio. Milena Bertolini è stata confermata C.T. dell’Italia nonostante i deludenti risultati dell’ultimo Europeo, mentre nelle selezioni tricolori giovanili sono stati apportati alcuni cambi in panchina.

Per esempio, Nazzarena Grilli è stata promossa dall’Under 17 all’Under 23 mentre cambiano squadra anche Selena Mazzantini e Jacopo Leandri, che passano rispettivamente dall’Under 23 all’Under 19 e dall’Under 16 all’Under 17. Viviana Schiavi, nella scorsa stagione allenatrice in seconda nell’Under 19, sarà invece C.T. dell’Under 16.

Il prossimo grande obiettivo del movimento azzurro è adesso quello di conquistare il pass per i Mondiali 2023, con le ultime due sfide del girone di qualificazione in programma il 2 e il 6 settembre con Moldavia e Romania. L’Italia è attualmente prima nel suo raggruppamento con due punti di vantaggio sulla Svizzera, di conseguenza vincere gli ultimi due incontri proietterebbe le ragazze di Milena Bertolini alla rassegna iridata.

COMMISSARI TECNICI ITALIA CALCIO FEMMINILE 2022/2023
Nazionale Femminile: Milena Bertolini
Nazionale Under 23 Femminile: Nazzarena Grilli
Nazionale Under 19 Femminile: Selena Mazzantini
Nazionale Under 17 Femminile: Jacopo Leandri
Nazionale Under 16 Femminile: Viviana Schiavi

Atlete più sexy del momento

L’occhio vuole sempre la sua parte ecco perchè vi proponiamo le bellezze dello sport. Alcuni possano pensare che le ragazze che fanno sport non siano femminili: invece è tutto il contrario. Lo sport permette di modellare il corpo e le forme, di tonificare i muscoli per avere un corpo da urlo. Se siete curiosi, continuate a leggere la nostra lista delle 10 atlete piu’ sexy del momento.

 

Nicole Neal

Nicole Neal, atleta e modella Inglese del momento, appassionata di basket e calcio, classe 1992. Di professione fa la modella, ma di sicuro è molto appassionata di sport


Danica Patrick

Danica Patrick, direttamente dagli Stati Uniti, sexy pilota automobilistica  un’imprenditrice, testimonial pubblicitaria e modella.


Stacy Keibler

Stacy Keibler, sexy girl direttamente dal mondo del Wrestling. Chi dice che le donne non possano fare questo sport ed essere bellissime??




Lo sport è di casa nella Chiesa

L’educazione cattolica ha per obiettivo quello di educare alla “pienezza della vita”.

Una vita non semplicemente piena di belle cose, ma una vita vissuta in “pienezza”. Ma cos’è questa “pienezza di vita”? Potremmo dire che è il suo essere compiuta. Il compimento della vita di ogni essere umano è quello di aprirsi all’Altro, di aprirsi alla trascendenza. Per fare questo possiamo seguire l’esempio di Dio stesso che per riconquistare l’uomo perso con il peccato non si stanca di attirarlo a sé fino a quando, nel compimento dei tempi, dona suo Figlio: il verbo fatto carne. “Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio” (Eb 1,1-2). L’invisibile, l’eterno, il trascendente si fa immanente, percepibile, visibile. La via dell’incarnazione riapre la strada verso il Padre, apre l’umanità alla trascendenza; per arrivare a Dio dobbiamo passare necessariamente dalla nostra umanità, con tutte le difficoltà e gli intoppi che questo comporta.

Lo sport è portatore di tanti valori umani: la propensione a superare l’altro partendo dal migliorare le proprie capacità, l’attenzione ad una sana fisicità, la collaborazione per la crescita di tutti, anche dell’avversario, il riconoscere i propri limiti. Lo sport con i suoi valori, attraverso i quali: “trascende il livello della pura fisicità e ci porta nell’arena dello Spirito” (Papa Francesco, Conferenza “Sport at the Service of Humanity”, 2016), può essere la porta più adatta, in questo nostro tempo, per parlare all’uomo, ad ogni uomo, e accompagnarlo verso l’oltre da sé dandogli la possibilità di una vera crescita. Dobbiamo riconoscere che, se pure il cristianesimo ha usato fin dall’antichità le metafore sportive per parlare di fede, non basta praticare sport perché questo diventi una scuola di vita e di fede, proprio per il fatto che non ci fermiamo al mero dato fisico che lo sport porta con sé.

Per noi cristiani la pienezza della vita è rappresentata proprio dalla trascendenza, valore che nella nostra società, spesso smarrito, viene soppiantato dalla sfrenata ricerca di un bene tangibile che non di rado finisce col rivolgersi contro la dignità umana come nel caso del doping, delle scommesse e di tutto quel mondo malato che spesso troviamo intorno allo sport. Ma quando lo sport si libera da logiche di mercato, dalla ricerca di interessi mediatici o politici, risplende per la sua realtà più bella, metafora di una vita che cerca sempre di crescere dando “il meglio di sé”. Certamente, per liberare lo sport da tutte le tentazioni che lo insidiano c’è bisogno di una vera attenzione educativa per coloro che lo praticano, soprattutto da parte di coloro che assumono la guida dei più giovani, introducendoli, attraverso le varie discipline, alla competizione sana. Spesso ci imbattiamo in settori giovanili che senza un chiaro orizzonte educativo si sentono attratti da uno sport che sport non è, scegliendo spesso le vie più facili e immediate per riscuotere successo.

È ormai tempo che la Chiesa prenda sul serio la formazione di figure di riferimento che in modo “ministeriale” si pongano a servizio della educazione attraverso lo sport. L’impegno in un campetto parrocchiale piuttosto che in una palestra di un oratorio deve essere non il passatempo per gli “impallinati” di sport, ma l’impegno educativo di una comunità che prende a cuore i suoi figli e li accompagna nella crescita spirituale che non può fare mai a meno della fisicità.

C’è bisogno di una nuova figura ministeriale, al pari di catechisti e ministri istituiti, che è già in uso in alcune associazioni cattoliche che si occupano con passione di sport in modo educativo, che venga introdotta in tutte le comunità cristiane (parrocchie, movimenti, associazioni) che si occupano di sport. Non sto parlando di allenatori e accompagnatori formati e responsabili, che già dovrebbero essere presenti nei nostri ambiti; qui si propone una nuova figura, forse anche da identificare ancora meglio, ma che affianchi alla preparazione tecnica e pedagogica dei tecnici una vera e profonda formazione spirituale che si esprima in una serena testimonianza personale.

Qualcuno mi ha insegnato che se credi nelle tue idee devi anche avere il coraggio di scelte forti: sarebbe bene, allora, condividere il più possibile la necessità di una figura di riferimento nell’ambito dello sport che sia formata al suo servizio così da essere ben riconoscibile in tutte le comunità cristiane, impegnandosi a far diventare questa scelta un vero e proprio investimento per il nostro futuro. Soprattutto in questo tempo, nel quale la Pandemia ha stravolto le nostre sicurezze e ci obbliga a dei cambiamenti generosi, possiamo affidarci ad un rinnovamento che parta proprio dalla formazione, senza la quale useremo sempre ricette “vecchie” che avranno soltanto lo scopo di mantenere l’esistente, che piano piano scompare inevitabilmente. Non facciamoci scippare il futuro, non priviamo i nostri giovani di un futuro possibile e, in ascolto dei bisogni del nostro tempo, aiutati dalla sapienza e dalla maternità che sono proprie della Chiesa, prendiamoci vera cura dello sport e soprattutto di chi lo pratica.

Don Marco Fagotti, Vicepresidente nazionale e delegato per lo Sport-ANSPI

Fonte: CEI

Notizie sport 9 Febbraio 2022



News sport 8 Febbraio 2022



#News #Sport



IL GRIDO D'ALLARME DI UISP: «SPORT DI BASE IN GINOCCHIO, LA RIPRESA DEVE PARTIRE DAL BASSO»

 


 

Il Presidente Uisp Emilia-Romagna Enrico Balestra a tutto tondo sulla grave crisi dello sport in tempi di pandemia. «Oggi tenere aperta una piscina ha costi insostenibili, bisogna fare qualcosa». Pensieri e proposte per una ripresa ancora possibile 

 

Un periodo di incertezze e di crisi che si protrae da due anni, un 'ultimo miglio' che ciclicamente sembra avvicinarsi e poi allontanarsi, molte decisioni che non prendono in considerazione le esigenze dello sport di base. Enrico Balestra, presidente Uisp Emilia-Romagna, analizza nel dettaglio la situazione che ha portato a nuove norme sulla pratica sportiva, a dolorose sospensioni e a fare i conti con un rincaro dei costi energetici che sta rapidamente diventando insostenibile nella gestione degli impianti. «Aprire le porte di una piscina in gennaio può costare 15mila euro a settimana – racconta Balestra –. Ha senso farlo, in questo periodo?». Il rappresentante emiliano-romagnolo dello sport per tutti prende poi in considerazione i diversi aspetti che mettono in apprensione il mondo sportivo, puntando l'attenzione su alcune occasioni mancate e alcuni errori di prospettiva.  

 

PRATICA SPORTIVA E COVID. «Stiamo vivendo un lockdown de facto: non c’è una chiusura dall'alto come nell’inverno scorso, ma tra quarantene e paura di contagiarsi moltissime persone non possono o non vogliono fare sport, almeno in questo periodo. Tutti speriamo che sia l’ultimo colpo di coda della pandemia, anche se sta crescendo sempre più un senso di rassegnazione. Il futuro è nella socialità: le persone devono poter tornare fuori e ritrovarsi in sicurezza. Il distanziamento sociale avrà conseguenze pesantissime, soprattutto tra i più giovani. Uisp e gli altri enti devono costruire larghe alleanze per affrontare questi temi e provare a risolverli. Nell’intraprendere questo cammino sarà importante capire cosa le persone si aspettino oggi ma anche ragionare in prospettiva, partendo da un assunto: Uisp è nata per tenere insieme le persone, non per allontanarle».  


SOSPENSIONE CAMPIONATI. «Uisp ha sospeso buona parte delle sue attività per necessità. I nostri titoli e le nostre coppe hanno rilevanza sportiva ma soprattutto sociale: coi mezzi che abbiamo però, tra vaccini, pass e protocolli, dobbiamo riuscire a riprendere presto e in sicurezza».  


IMPIANTI. «La pandemia poteva essere l’occasione per una ristrutturazione globale dell’impiantistica sportiva, invece rischiamo di concentrarci su proposte marginali e di scarso impatto. La ristrutturazione al 110% poteva essere destinata principalmente all'impiantistica pubblica, risolvendo problemi atavici di scuola, piscine, palestre? Problemi di cui si parla spesso senza riuscire a concretizzare le soluzioni. Mentre le ‘riforme strutturali’ dell’ordinamento sportivo sono rimandate a data da destinarsi, all’interno del PNRR non leggiamo un piano globale e strategico per lo SportA questo si aggiungono i problemi contingenti, uno su tutti il caro energetico: in gennaio tenere aperta una piscina può costare oltre 10mila euro a settimana, i gestori valutano quotidianamente se non convenga chiuderle. Anche un campo da tennis o calcetto oggi costa il 30% all’ora in più rispetto a pochi mesi fa. Una situazione insostenibile per chi gestisce».  


TAMPONI. «Nel rispetto delle competenze delle istituzioni sanitarie posso limitarmi ad esprimere un parere personale che si avvicina a ciò che propongono diversi Presidenti di Regione: è possibile operare una distinzione più netta tra persone contagiate e persone con sintomi? Trattarle alla stessa maniera rischia di disperdere energie e di caricare ulteriormente il sistema sanitario. Se questo vorrà dire ridurre il tracciamento coi tamponi lo vedremo, ma dobbiamo rendere il sistema più efficiente e meno burocratico».  


AGONISMO E SPORT DI BASE. «Ci sono tanti temi sul piatto, come quello del certificato medico che va aggiornato dopo aver passato la malattia. In questo senso siamo molto preoccupati del fatto che si continui a parlare sempre e solo dello sport di vertice e non dello sport di base, anche in termini di ‘return to play’ e pratica. La salute del mondo sportivo nel suo complesso non si misura con gli ori olimpici, ma su quante persone praticano sport e come: bisognerebbe smetterla di parlare di Cristiano Ronaldo o Marcell Jacobs, e preoccuparsi della crescente sedentarietà dei ragazzi, della solitudine e delle paure decittadini che non escono di casa».  


DA REGGIO EMILIA. La preoccupazione è alta a tutti i livelli, sul panorama locale il Presidente di Uisp Reggio Emilia Azio Minardi aggiunge: «Dopo questi due anni che ci hanno messo a durissima prova, siamo ormai a un crocevia per lo sport di base e per il settore della gestione degli impianti sportivi: o la politica, il governo e gli Enti locali inquadrano questo tema non solo nell’ambito dei ristorima come un’opportunità per incentivare stabilmente l’attività motoria e promuovere il terzo settore oppure il nostro è un mondo che uscirà con le ossa rotte da questa pandemia. Molte società sportive hanno abbandonato la scena e altre non sono più in grado di gestire gli impianti che rischiano di diventare cattedrali nel deserto: qualcuno si muova.» 

Fonte: Comunicato Stampa