Domenica in Brasile si conclude il Mondiale: parla il vicepresidente del Cavallino Rampante.
«Sono
stato al fianco di papà Enzo, in azienda, per un terzo di secolo, sino
alla sua morte. Con lui si lavorava di giorno e pure la sera, a casa, il
sabato e la domenica. L’unico giorno in cui riposava davvero era
Ferragosto, data che non amava. Un segno del destino: il suo funerale,
nel 1988, fu proprio il 15 agosto...».
Anche per l’ingegner Piero
Ferrari, 67 anni, figlio del “Drake” e vicepresidente del marchio, è la
vigilia dell’ultimo e decisivo GP della stagione. Ma più che il futuro,
è tanto il passato da raccontare. Ad iniziare dal maggio di 24 anni fa,
quando Papa Giovanni Paolo II visitò gli stabilimenti di Maranello.
«Negli
anni ’60 - racconta Ferrari - la Chiesa prese posizione contro le corse
e i costruttori che esponevano i piloti a rischi eccessivi, con drammi
ricorrenti. La frattura si era già ricomposta da alcuni anni, la visita
chiudeva il cerchio. La malattia era iniziata, perciò quel giorno mio
padre non era presente, tuttavia fu toccante perché Wojtyla aveva un
carisma avvertibile anche quando restava in silenzio. Ebbi la fortuna di
guidare una Ferrari con lui accanto, il ricordo è indelebile: feci da
autista al Santo Padre».
Che dall’ufficio telefonò al “Drake”, a casa...«Restammo tutti a distanza, non conosco il contenuto di quel dialogo».
Enzo Ferrari si definiva agnostico...«Non
andava a Messa, però aveva amici sacerdoti e un confessore, il generale
dei Benedettini, che celebrò il mio matrimonio. Ad alcune persone
riconosceva qualcosa di diverso e speciale».
E mamma Lina Lardi, scomparsa nel 2006, a 95 anni?«Era
molto riservata, rilasciò un’unica intervista, rivelando la gestazione
della prima auto. Papà le chiese: “Come chiameresti la macchina che sto
fabbricando?”, “Ferrari e basta - le rispose -. Ettore Bugatti ha fatto
lo stesso, dando il proprio nome alle sue vetture”. Non so quanto abbia
inciso quel suggerimento, il nostro marchio però è riconosciuto, ha
successo in tutto il mondo».
Lei è nonno di due nipoti, Enzo e Piero. Oltre a loro, cosa segue?«Poco
la parte sportiva, mi occupo più del versante industriale. Ho la
passione di mio padre per i nuovi prodotti. La macchina migliore sarà la
prossima, ripeteva spesso».
Lavorare per la Ferrari entusiasma?«L’impegno
profuso da tutti va oltre la retribuzione, dà motivazioni perchè si
contribuisce a un prodotto popolare nel mondo. La passione aiuta. Le
corse sono molto stressanti, però siamo fortunati a fare questo
mestiere. Spero proprio che lavoro e successo proseguano, al vertice si
arriva ma restarci è ancora più complicato».
A Maranello intanto inanellate bilanci positivi, nonostante la crisi.«Ogni
anno continuiamo a svilupparci e a produrre nuovi esemplari. Nel 2012
batteremo il record di vetture assemblate e del venduto negli Stati
Uniti».
Domenica finisce il campionato di Formula Uno, a Interlagos...«C’è
ancora una possibilità e in Brasile si sono già verificati due finali
imprevisti a nostro sfavore, stavolta speriamo di rovesciare l’esito».
Sei anni fa vinse Alonso, ma su McLaren...«Era
l’ultima gara in Ferrari di Schumacher, in partenza gli si afflosciò
uno pneumatico, in un contatto, e lo spagnolo si aggiudicò il titolo».
Alonso ha vinto due Mondiali, nel 2010 fu secondo, 5 anni fa terzo: è davvero il miglior pilota in attività?«È
la certezza della squadra, ha sempre dato il meglio in ogni gara, le
sue rimonte non sono casuali. In corsa ha grande lucidità, da campione
vero. Il miglior ferrarista di sempre, come sostiene Montezemolo? Beh,
c’è anche Niki Lauda, ma non sono raffrontabili perché le epoche sono
troppo lontane».
Massa è già stato confermato per il
2013, nel futuro ci può essere un nuovo pilota? Magari proprio Sebastian
Vettel, vicino al tris iridato?«Grandi cambiamenti ci
saranno nel 2014, con nuovi motori e macchine, magari anche guide
diverse. Per l’anno prossimo la squadra è questa, Vettel può
rappresentare un’opzione per il campionato successivo. Abbiamo preso già
due campioni del mondo, Schumacher e Alonso, magari arriverà pure il
terzo».
Il Mondiale dovrebbe finire con la Ferrari seconda sul podio dei costruttori e dei piloti. Vi potete accontentare?«Corriamo
sempre per il primato. La seconda posizione è un buon piazzamento, la
macchina è risultata molto affidabile, purtroppo in due gare non abbiamo
preso punti, altrimenti... Ma lunedì spero ancora di svegliarmi
campione del mondo».
Vanni Zagnoli
avvenire.it