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ATLETICA Classifica a punti Mondiali atletica 2023: Italia ottava con 13 finalisti, miglior risultato dopo 24 anni!

L’Italia ha conquistato quattro medaglie ai Mondiali 2023 di atletica leggera: l’oro di Gianmarco Tamberi nel salto in alto, gli argenti di Leonardo Fabbri nel getto del peso e nella 4×100 maschile, il bronzo di Antonella Palmisano nella 20 km di marcia. Si tratta di un bottino sontuoso per il Bel Paese, che non andava così bene da addirittura 22 anni: quattro podi vennero raggiunti a Edmonton nel 2001, ma con una distribuzione di 1-1-2 (l’oro di Fiona May nel salto in lungo, l’argento di Fabrizio Mori sui 400 ostacoli, i bronzi di Elisabetta Perrone nella 20 km di marcia e di Stefano Baldini nella Maratona). Tredicesimo posto nel medagliere finale.

Si è fatto meglio soltanto in due occasioni: a Goteborg 1995 con addirittura 6 medaglie (2 ori, 2 argenti, 2 bronzi, tra cui i sigilli di Fiona May e di Michele Didoni nella 20 km di marcia) e nell’edizione casalinga di Roma 1987 con 5 medaglie (2 ori, 2 argenti, 1 bronzo con le apoteosi di Francesco Panetta sui 3000 siepi e di Maurizio Damilano nella 20 km di marcia). L’Italia ha confermato di essere un punto di riferimento nel panorama internazionale e si lancia con grande ottimismo verso le Olimpiadi di Parigi 2024, dopo i cinque memorabili ori conquistati a Tokyo 2020.

La bontà del movimento di un Paese non si valuta però soltanto dalle medaglie, ma soprattutto con il numero di finali conquistate, ovvero da quanti atleti si sono piazzati nelle prime otto posizioni. Per valutare il benessere di ogni Nazione si fa un semplice conteggio: ai primi classificati vengono assegnati 8 punti, ai secondo 7, ai terzi 6 e così a scendere fino al punto previsto per l’ottavo. Si tratta della classifica a punti, che restituisce una cartina di tornasole più completa e articolata del rendimento avuto in una rassegna internazionale.

L’Italia ha collezionato ben tredici finalisti ai Mondiali 2023 andati in scena a Budapest: eguagliato il risultato di Siviglia 1999, non si andava così bene da 23 anni! Oltre ai quattro medagliati vanno aggiunti: il quarto posto della 4×100 femminile, il quinto posto di Larissa Iapichino nel salto in lungo, il sesto posto di Ayomide Folorunso sui 400 ostacoli, il sesto posto di Sara Fantini nel lancio del martello, il settimo posto della 4×400 maschile, il settimo posto della 4×400 maschile, il settimo posto di Massimo Stano nella 35 km di marcia, l’ottavo posto di Darya Derkach nel salto triplo, l’ottavo posto di Emmanuel Ihemeje nel salto triplo.

L’Italia ha così raccolto 51 punti e ha concluso all’ottavo posto nella classifica a punti, alla pari con Australia e Olanda. La squadra guidata dal DT Antonio La Torre è così risultata la terza compagine europea alle spalle esclusivamente di Gran Bretagna (quarta con 102 punti) e Spagna (settima con 55 punti, merito dei quattro ori nella marcia con due atleti). Dominio incontrastato degli USA (277) davanti a Giamaica (139) e Kenya (112). L’Italia si lascia dietro Paesi di grandissima tradizione del Vecchio Continente come Germania (dodicesima con 36 punti, senza medaglie), Francia (sedicesima con 29 punti, una medaglia agguantata in extremis) e Polonia (quindicesima con 31 punti). Di seguito la classifica a punti dei Mondiali 2023 di atletica leggera.

CLASSIFICA A PUNTI MONDIALI ATLETICA 2023

1. USA 277
2. Giamaica 139
3. Kenya 112
4. Gran Bretagna 102
5. Etiopia 96
6. Canada 70
7. Spagna 55
8. Italia 51
8. Australia 51
8. Paesi Bassi 51
11. Giappone 37
12. Germania 36
13. Norvegia 35
14. Cina 33
15. Polonia 31
16. Francia 29
17. Cuba 27
17. Svezia 27
19. Uganda 23
19. Ucraina 23
21. India 19
22. Brasile 18
23. Belgio 17
24. Botswana 16
25. Finlandia 15
25. Perù 15
25. Slovenia 15
28. Repubblica Ceca 14
28. Grecia 14
28. Irlanda 14
28. Marocco 14
28. Nuova Zelanda 14
33. Bahrain 13
34. Ecuador 12
34. Israele 12
36. Ungheria 11
37. Burkina Faso 10
37. Repubblica Dominicana 10
37. Estonia 10
37. Lituania 10
37. Serbia 10
42. Saint Lucia 9
42. Venezuela 9
44. Algeria 8
44. Bahamas 8
44. Nigeria 8
44. Romania 8
44. Svizzera 8
49. Colombia 7
49. Isole Vergini Britanniche 7
49. Pakistan 7
49. Filippine 7
49. Porto Rico 7
54. Austria 6
54. Barbados 6
54. Costa d’Avorio 6
54. Grenada 6
54. Portogallo 6
54. Qatar 6
61. Azerbaijan 5
61. Guatemala 5
61. Lettonia 5
61. Lesotho 5
65. Dominica 4
65. Messico 4
67. Corea del Sud 3
68. Burundi 2
68. Sudafrica 2
70. Albania 1
70. Eritrea 1

Foto: Lapresse in oasport.it

Calcio femminile, Milena Bertolini confermata C.T. dell’Italia. Diversi cambi in panchina nelle nazionali giovanili



La FIGC ha annunciato quest’oggi i nomi degli allenatori che guideranno nella prossima stagione le Nazionali Femminili italiane di calcio. Milena Bertolini è stata confermata C.T. dell’Italia nonostante i deludenti risultati dell’ultimo Europeo, mentre nelle selezioni tricolori giovanili sono stati apportati alcuni cambi in panchina.

Per esempio, Nazzarena Grilli è stata promossa dall’Under 17 all’Under 23 mentre cambiano squadra anche Selena Mazzantini e Jacopo Leandri, che passano rispettivamente dall’Under 23 all’Under 19 e dall’Under 16 all’Under 17. Viviana Schiavi, nella scorsa stagione allenatrice in seconda nell’Under 19, sarà invece C.T. dell’Under 16.

Il prossimo grande obiettivo del movimento azzurro è adesso quello di conquistare il pass per i Mondiali 2023, con le ultime due sfide del girone di qualificazione in programma il 2 e il 6 settembre con Moldavia e Romania. L’Italia è attualmente prima nel suo raggruppamento con due punti di vantaggio sulla Svizzera, di conseguenza vincere gli ultimi due incontri proietterebbe le ragazze di Milena Bertolini alla rassegna iridata.

COMMISSARI TECNICI ITALIA CALCIO FEMMINILE 2022/2023
Nazionale Femminile: Milena Bertolini
Nazionale Under 23 Femminile: Nazzarena Grilli
Nazionale Under 19 Femminile: Selena Mazzantini
Nazionale Under 17 Femminile: Jacopo Leandri
Nazionale Under 16 Femminile: Viviana Schiavi

#NUOTO I numeri dell'Italnuoto a Roma sono stati impressionanti, ma non è stato un fulmine a ciel sereno: è un percorso che parte da lontano con cui la Nazionale è diventata la più forte di sempre


Felicità e soddisfazione albergano nei cuori della Federnuoto dopo l’edizione trionfale degli Europei 2022 di Roma dove l’Italia è stata la dominatrice assoluta. Si stanno decantando le lodi di quanto ottenuto e i record di affermazioni e di podi sono alla luce del sole, precisate però alcune circostanze favorevoli: assenza di Russia e Bielorussa e compagini francesi e britanniche con alcune assenze. Tuttavia, quanto annotato non è un fulmine a ciel sereno, ma si deve partire da lontano.

Al termine delle Olimpiadi di Rio 2016, il bilancio del nuoto italiano era stato di un oro e due bronzi, grazie alla coppia formata da Gregorio Paltrinieri. Facendo, però, un’analisi a 360° della spedizione, si giunse alla conclusione che l’83% degli atleti nostrani in vasca aveva peggiorato il tempo di iscrizione. E i motivi? Il CT Cesare Butini fu molto diretto e onesto: “Credo che siamo arrivati qui con atleti che si sentono di serie B e mi dispiace, perché non abbiamo nulla da invidiare rispetto agli altri, né come atleti né come formazione. Abbiamo una Federazione che ci supporta, abbiamo delle società che si impegnano molto e con la Federazione condividono progetti importanti. Dal punto di vista della preparazione tutti hanno dato il massimo, non dobbiamo crocifiggerci, ma dobbiamo capire bene cosa non funziona dal punto di vista dell’approccio. A differenza di Europei e Mondiali, qui bisogna entrare ragionando che la prima gara è quella della vita. Gli americani approcciano tutto l’anno in maniera diversa, fanno il Mondiale l’anno prima in modo più tranquillo in vista dell’Olimpiade. I nostri atleti sembrano sentirsi invece un po’ inadeguati e invece è tutto il contrario. Bisogna cominciare a imparare che la gara è una cosa fondamentale, che va gestita in modo corretto, con le giuste pressioni, senza avere timori riverenziali“, le parole di Butini (fonte: Gazzetta dello Sport).

Ecco che quel riscontro ha cambiato lo spartito. Ci si è dedicati a un processo di preparazione in cui i nuotatori hanno preso parte con crescente continuità agli eventi extra Europei e Mondiali per abituarsi a competere contro i migliori e a non sentirsi “inadeguati” nel momento più importante. In seconda battuta, come confermato dallo stesso Butini in un’intervista concessa al Corriere dello Sport alcuni giorni fa, l’investimento è stato fatto anche per rendere i tecnici sempre più preparati rispetto alle evoluzione del nuoto, che va molto velocemente. Un percorso in parallelo con una miglior interazione tra i vari centri federali che si sono allargati a un contesto sempre più nazionale.

Pertanto, non stupisce che dai Mondiali 2017 di Budapest (Ungheria) si sia assistito a un cambio di rotta dal punto di vista della gestione dell’evento, che ha avuto dei riflessi chiari nei riscontri finali. Non è un caso, infatti, che dalla rassegna mondiale nella Duna Arena di cinque anni fa, gli aggiornamenti alla voce “primati di medaglie” siano stati costanti a livello continentale e iridato, senza dimenticare il record di podi di Sydney 2000 eguagliato a Tokyo 2020, andando a medaglia in specialità lontane dalla nostra tradizione.

Ecco che quanto raccolto a Roma è solo la miglior espressione di un qualcosa che già era accaduto precedentemente e le intenzioni sono quelle di non fermarsi qui, se si considera il primato nella classifica per nazioni negli Eurojunior del 2022.

oasport.it