Sport Land News: giugno 2016

Rio2016 Olimpiadi Brasile: Italia Team, 17 azzurri scherma

 Conclusi i Campionati Europei Assoluti di Torun 2016, la Federazione Italiana Scherma ha ufficializzato gli atleti che prenderanno parte ai Giochi Olimpici di Rio. Dal 6 al 14 agosto saranno 14 gli azzurri che andranno a caccia di una medaglia individuale, a cui si aggiungeranno, per le gare a squadre, altri tre atleti in qualità di riserve, componendo una delegazione complessiva di 17 tra uomini e donne. Nel fioretto femminile (una sola gara individuale il 10 agosto), a salire in pedana per l'Italia saranno Elisa Di Francisca e Arianna Errigo, finaliste della gara di fioretto a Londra 2012. Nel fioretto maschile, indicati Giorgio Avola, Andrea Cassarà e Daniele Garozzo per la prova individuale, mentre Andrea Baldini sarà a disposizione per la gara a squadre.
    Rossella Fiamingo sarà l'unica azzurra in gara nella prova di spada femminile individuale (6 agosto) e che segnerà l'esordio del programma di scherma.
ansa

Calcio in carcere: fa gol anche l'arcivescovo Lorefice


Non è bastato un gol dell'arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice per evitare la sconfitta alla squadra dei sacerdoti, rinforzata da tre seminaristi. Il risultato finale parla chiaro: 8 a 3 per i detenuti, allenati da Magda Dimitri. La compagine dei reclusi dell’Ucciardone si è rilevata imbattibile, grazie al talento di due bomber stranieri, un rumeno e un albanese e ben orchestrata dal regista Emmanuel, un giovane recluso che sta compiendo un cammino in carcere con i volontari del Rinnovamento nello Spirito. 

«Questa partita di calcio è stata una opportunità bella anche – ha affermato l’arcivescovo Corrado Lorefice – perché abbiamo notato che nel volto delle persone detenute c’era la gioia di sentirsi ricordati da qualcuno, quale segno di prossimità e di speranza. Loro sanno che se sono qui ci sarà anche un motivo, dovuto alla loro vita segnata dalla fragilità e al contempo hanno bisogno si sapere che c’è possibilità di riscatto». Oltre a quella di Lorefice, le altre due reti per la squadra del clero, sono state siglate da don Massino Pernice che si è incuneato nelle maglie della difesa di casa ed ha trafitto il portiere con due fendenti imparabili. Nel computo delle occasioni da rete, anche una traversa colta dal funambolo della squadra dell’arcidiocesi palermitana don Dario Chimenti. 

La partita di calcio disputata al carcere dell’Ucciardone è stata organizzata in occasione e nello spirito del Giubileo della misericordia lunedì scorso. La direttrice della casa circondariale, Rita Barbera aveva accolto l’iniziativa del personale e dei volontari della diocesi quale segno di integrazione e di amore verso i reclusi. 

«È stata una giornata diversa per la particolarità dei protagonisti scesi in campo – ha affermato Barbera – che hanno sentito il bisogno di un contatto diretto con le persone recluse. Lo sport oggi è divenuto protagonista per i nostri detenuti». 

Al termine dell’incontro uno scambio di regali: don Corrado ha donato ai reclusi le divise complete per due squadre ed è stato ricambiato con uno sgabello dipinto sullo stile dei maestri carrettieri siciliani. 

Questa la formazione del clero dell’arcidiocesi di Palermo: Sergio Matranga, Angelo Giudice, Marco Vaglica, Emanuele Crivello, Roberto Ciulla, Lorenzo Iacono, Pino Grasso, Danilo Ragolia, Roberto Ciulla, Massimo Schiera, Dario Chimenti, Corrado Lorefice, Massimo Pernice. Assistente spirituale Salvatore Biancorrosso. Arbitro Mario Chifari.
Avvenire

Alex Schwazer: 'Qualcuno non vuole che vada a Rio'



E' giallo sulla vicenda che vede coinvolto il campione Alex Schwazer in una nuova vicenda di doping. Ma il campioine maratoneta non ci sta: "Siamo di fronte a una vicenda sporca, di sicuro faremo subito una denuncia penale contro ignoti". Così il legale di Schwazer, Gerhard Brandstetter, nella conferenza stampa a Bolzano, respinge con fermezza la notizia riportata sulla Gazzetta dello Sport, secondo cui l'atleta sarebbe stato trovato nuovamente positivo al doping.
"Non possiamo accettare tutto questo - ha sottolineato - è ingiusto. Alex in questa vicenda non ha alcuna responsabilità, cercheremo di acclarare la verità. La vicenda è strana: una prova a gennaio negativa e a maggio dopo che ha vinto a Roma risulta positiva con sostanze anaboliche che nulla hanno a che fare con sport di resistenza.
"Qualcuno non vuole che io vada alle Olimpiadi, i tempi sono stretti, ma io andrò fino in fondo per chiarire tutto. Come 4 anni fa sono qui a metterci la faccia, ma oggi non ci saranno scuse perché non ho commesso alcun errore, allora ho sbagliato, stavolta no. Da un anno e mezzo con tanta fatica sto facendo di tutto con Sandro (Donati ndr) per dimostrare che il mio ritorno sia pulito. E' un incubo, la peggior cosa che mi poteva succedere ma ci giuro che si andrà fino in fondo".
A giurare sulla 'pulizia' dell'atleta e a parlare di 'provocazione' è il tecnico di Schwazer: "Non lascerò mai Alex".  "E una vicenda incredibile nella tempistica, un campione risultato pulito a gennaio è stato riesaminato non si sa perchè e trovato positivo. Inoltre - ha proseguito Donati - il testosterone, trovato in tracce minime, ad Alex non serve. Questo potrebbe essere il doping di uno scemo, che non porta da nessuna parte".
ansa

Euro 2016: il quadro degli ottavi

Grazie al gol di Brady contro l'Italia nei minuti finali, l'Irlanda è l'ultima delle ripescate come migliori terze.
Questa la griglia degli ottavi di finale di Euro 2016:
Svizzera-Polonia (sabato 25 giugno a Saint-Etienne, ore 15)
Galles-Irlanda del Nord (sabato 25 giugno a Parigi, ore 18)
Croazia-Portogallo (sabato 25 giugno a Lens, ore 21)
Francia-Irlanda (domenica 26 giugno a Lione, ore 15)
Germania-Slovacchia (domenica 26 giugno a Lille, ore 18)
Ungheria-Belgio (domenica 26 giugno a Tolosa ore 21)
Italia-Spagna (lunedì 27 a Parigi-Saint Denis, ore 18)
Inghilterra-Islanda (lunedì 27 giugno a Nizza, ore 21).

Nba, i Cavs vincono il loro primo titolo

 I Cleveland Cavaliers di LeBron James battono 93-89 i Golden State Warriors in gara-7 e vincono il loro primo titolo Nba.
    Nell'ultima sfida delle finali James ha messo a segno 27 punti, 11 rimbalzi e altrettanti assist, conquistando il suo terzo titolo Mvp.
    I Cavs regalano a Cleveland non solo la prima vittoria delle finali Nba, ma anche il primo titolo in un campionato maggiore in 52 anni: l'ultimo successo della città era stato quello nel campionato Nfl, vinto dai Browns nel 1964.
    Storica anche la prestazione dei Cavaliers, primi a rimontare e vincere il titolo partendo da uno svantaggio di 3-1 nella serie delle finali Nba.
ansa

Gran Premio Baku: domina Rosberg, secondo Vettel

Rosberg su Mercedes ha vinto dominando il Gp d'Europa a Baku. Secondo Vettel su Ferrari, terzo Perez, quarto Raikkonen, quinto Hamilton. Rosberg grazie alla vittoria di Baku consolida con 141 punti il suo primato nella classifica del mondiale piloti portando il suo vantaggio sul compagno di squadra alla Mercedes, il britannico Lewis Hamilton, da nove a 24 punti. Terzo il ferrarista Sebastian Vettel, che ha 45 punti di ritardo da Rosberg.
Per il tedesco della Mercedes è la quinta vittoria della stagione, la sua diciannovesima. Hamilton, partito dalla quinta fila dopo l'errore in qualifica, si è piazzato al quinto posto. Sul podio anche il messicano Sergio Perez su Force India, che ha superato nel finale Kimi Raikkonen, il quale al traguardo ha dovuto scontare anche 5 secondi di penalità per un'irregolarità: in precedenza la sua Ferrari aveva attraversato la linea dell'ingresso ai box.
A punti sono andati anche Valtteri Bottas con la Williams, sesto davanti a Daniel Ricciardo (Red Bull), che era partito in pole a fianco di Rosberg. Ottavo posto per l'altra Red Bull di Max Verstappen, nono per la Force India di Nico Hulkenberg e decimo per la Williams di Felipe Massa.
ansa

Albania, tutte le combinazioni per gli ottavi: De Biasi tiferà anche per l'Italia

Saranno tre giorni vissuti con l'ansia che pervade la mente, durante i quali nessuno avrà voglia di pensare alle vacanze: l'Albania di De Biasi ha fatto il primo passo verso la grande speranza, ora dovrà vestire gli scomodi panni del gufo. La vittoria con la Romania ha regalato alle Aquile il terzo posto del proprio gruppo, così la qualificazione agli ottavi dell'Europeo è legata alle classifiche finali degli altri gironi: andranno avanti le migliori quattro terze e la nazionale guidata dal c.t. italiano non è messa benissimo. Appena 3 punti, differenza reti di -2, un solo gol segnato: ma nulla è perduto e c'è chi può far peggio. Il problema è che ne servono almeno due.
Gianni De Biasi, 60 anni, c.t. dell'Albania. Reuters
Gianni De Biasi, 60 anni, c.t. dell'Albania. Reuters
PRIMI SCENARI — In due gironi su cinque la terza classificata ha già 3 punti: la Slovacchia, nel gruppo B, e l'Irlanda del Nord, nel gruppo C. L'Albania può solo sperare che la loro differenza reti peggiori: dunque, la Slovacchia (ora a 0, ma con già 3 gol all'attivo) dovrebbe perdere con 3 gol di scarto contro l'Inghilterra e l'Irlanda del Nord (ora a +1 con 2 reti segnate) con 4 gol di scarto contro la Germania. Nel gruppo B, in realtà, c'è anche un'altra possibilità: in caso di doppia sconfitta di Galles (con la Russia) e Slovacchia, sarebbero i britannici ad arrivare terzi in virtù dello scontro diretto e in tal caso dovrebbero perdere con tre gol di scarto per avere una differenza reti inferiori all'Albania. Ipotesi non proprio fantascientifiche, ma obiettivamente molto complicate. Saranno anche i primi due raggruppamenti a chiudersi, uno lunedì sera, l'altro martedì (gare in programma alle 18): dovesse andar male, De Biasi potrebbe concentrarsi sugli altri.

LE SPERANZE — Anche nel gruppo D l'Albania potrà limitarsi a guardare una sola partita, Repubblica Ceca-Turchia, augurandosi che i cechi non vincano, altrimenti arriverebbero a quota 4.Un pari lascerebbe entrambe le squadre dietro De Biasi, Terim può scavalcarlo solo vincendo con due gol di scarto. Infine si arriva all'ultimo giorno, molto probabilmente quello decisivo: mercoledì alle 18 si giocano Islanda-Austria e Ungheria-Portogallo. Due sole combinazioni possibili: la sconfitta di Cristiano Ronaldo (ora a quota 2 dopo due pareggi) abbinata alla vittoria dell'Islanda o dell'Austria. Un successo o un pari dei lusitani o un pareggio nell'altra sfida manderebbe aritmeticamente la terza classificata del gruppo F davanti all'Albania. Si chiude con il girone dell'Italia: Conte può dare mano al connazionale vincendo o pareggiando con l'Irlanda se contemporaneamente il Belgio fa lo stesso con la Svezia (meno realistica l'ipotesi che Ibra batta i Diavoli Rossi con 4 gol di scarto), in modo tale che la terza non superi i 2 punti. Se De Biasi sarà ancora in corsa, tutta l'Italia avrà un motivo in più per tifare per gli azzurri in una gara che a quel punto non sarà del tutto inutile.
LA GUIDA — Ecco, in sintesi, tutte le combinazioni che favorirebbero l'Albania: occorre che se ne verifichino almeno due su cinque gruppi.
Gruppo B 
Slovacchia-Inghilterra 2 (con almeno 3 gol di scarto)
Russia-Galles X2
oppure 
Slovacchia-Inghilterra 2
Russia-Galles 1 (con almeno 3 gol di scarto)
Gruppo C 
Irlanda del Nord-Germania 2 (con almeno 4 gol di scarto)
Ucraina-Polonia 1X2
Gruppo D 
Croazia-Spagna 1X2
Repubblica Ceca-Turchia X
oppure 
Croazia-Spagna 1X2
Repubblica Ceca-Turchia 2 (con un solo gol di scarto)
Gruppo E 
Italia-Irlanda 1X
Svezia-Belgio X2
oppure
Italia-Irlanda 1X
Svezia-Belgio 1 (con almeno 4 gol di scarto)
Gruppo F 
Islanda-Austria 1
Ungheria-Portogallo 1
oppure 
Islanda-Austria 2
Ungheria-Portogallo 1

 Gasport 

L’AQUILA VOLA ANCORA: SADIKU DECIDE ALBANIA-ROMANIA

Tempo di verdetti, per il girone A di Euro 2016. Romania e Albania si sfidano a Lione e si giocano le rispettive speranze di qualificazione, con un occhio aSvizzera – Francia, di scena in contemporanea a Lilla. I rumeni, grazie a due rigori di Stancu, hanno ceduto solo all’ultimo respiro contro la Francia, e hanno strappato un buon pari alla Svizzera. Vincendo, avrebbero potuto centrare la qualificazione, addirittura al secondo posto, se la Francia fosse riuscita a battere la Svizzera. Ma anche con il pari tra Svizzera e Francia, una vittoria avrebbe consegnato alla squadra di Iordanescu un buon terzo posto a 4 punti, utili probabilmente per un ripescaggio agli ottavi. A vincere, però, è l’Albania di De Biasi, che finora aveva portato a casa qualche elogio per orgoglio e organizzazione, ma zero punti. La squadra balcanica raggiunge in una sola serata diversi traguardi: il primo gol e la prima storica vittoria in un Europeo, e inoltre il terzo posto nel girone A. Se saranno ottavi di finale, saranno i prossimi match degli altri gironi a dirlo. I rumeni, invece, tornano subito a casa.
Le formazioni
Nella Romania da segnalare, rispetto alle precedenti uscite, la presenza di Matelsulla sinistra al posto di Rat. A centrocampo Hoban e Prepelita con Pintilii in panchina, mentre il trio dei trequartisti torna quello del debutto contro la Francia, con StancuStanciu (da non confondere i due!) e Popa. In avanti Iordanescu cambia ancora: dopo Andone, titolare nel primo match, e Keseru, visto contro la Svizzera, ecco Alibec, meteora interista della stagione post-triplete.
Nell’Albania, Cana rientra dalla squalifica seguita all’espulsione nel primo match, ma De Biasi sceglie di farlo sedere in panchina confermando Ajeti del Frosinone, protagonista di una buona partita contro la Francia. Sul settore sinistro della difesa confermatissimo Hysaj del Napoli, mentre a centrocampo sono presenti due protagonisti della nostra serie B, Basha del Como e Memushaj del Pescara; Kukeli, titolare nelle prime due uscite, ha preso due cartellini gialli ed è squalificato. Confermato Sadiku come centravanti, alla ricerca del primo gol albanese nella competizione, in un 4-3-3 che, data la posizione bassa degli esterni, si può interpretare anche come 4-5-1. Arbitra il ceco Kralovec.
Primo tempo
La gara è subito molto combattuta a centrocampo. Il primo tentativo è del rumeno Stanciu, da fuori area; alto sulla traversa. La squadra di Iordanescu sembra nelle fasi iniziali la più brillante, e Berisha al 4° deve impegnarsi sulla conclusione di Hoban, bloccata in due tempi. Al 7′ bel tiro al volo di Stancu su respinta maldestra della difesa albanese; respinge ancora Berisha. La Romania fa la partita, mentre l’Albania non riesce mai a ripartire, con Sadiku isolatissimo in avanti e controllato senza particolari problemi dalla rodata coppia Chiriches-Grigore. È un monologo Romania, almeno per quanto riguarda i tentativi offensivi: al 13° ci prova anche Alibec, da fuori, con palla a lato.
Sussulto al 22°: l’Albania riesce a sorprendere la difesa rumena, avanzata in occasione di una punizione a favore, con un contropiede fulminante. Il cross rasoterra di Lila dalla destra viene raccolto da Lenjani, che però calcia incredibilmente alto con la porta spalancata. È comunque il preludio di una fase in cui l’Albania sembra aver preso le misure ai rumeni, non subisce più occasioni da gol e regge decisamente meglio la sfida, lottando a centrocampo con grinta a tackle veementi, rubando palla e riproponendosi con costanza in avanti. Al 34′ bella azione di Memushaj in area, dribbling, e cross deviato in angolo daTatarusanu. Prima della fine del tempo l’Albania riesce a coronare questa fase di predominio trovando il vantaggio, e il primo storico gol nella manifestazione continentale; sul bel cross di Memushaj dalla destra Tatarusanu esce male e Chiriches si perde Sadiku, che insacca con un bel colpo di testa. Il primo tempo si conclude dunque con la squadra di De Biasi in vantaggio, e momentaneamente al terzo posto nel girone.
Secondo tempo
Iordanescu deve pensare a recuperare il risultato. Fuori dunque Prepelita, dentro il talentuoso Sanmartean. La ripresa tuttavia inizia come si era concluso il primo tempo, con un’Albania più convinta e brillante. Al 56° Alibec deve uscire in barella per infortunio; dentro l’ex Udinese Torje. De Biasi risponde con un cambio in attacco: fuori il generosissimo Sadiku, autore del gol che decide il match, e dentro Balaj. La Romania adesso fa fatica, e non riesce a proporsi costantemente in avanti alla ricerca del pari. Al 62°, anzi, arriva una bella conclusione albanese con il solito Memushaj; il pallone è bloccato in due tempi da Tatarusanu.
Al 66′ Sanmartean si procura una punizione da buona posizione; il tiro viene però respinto dalla barriera. Iordanescu esaurisce i cambi già al 67′, giocandosi il tutto per tutto con l’inserimento di Andone, il centravanti titolare della gara contro la Francia. Al 69′, però, è ancora Memushaj, migliore in campo, ad arrivare al tiro a seguito di una bella combinazione in area: palla a lato. Al 71′ ci si mette anche il guardalinee, che ferma una bella combinazione rumena in area per un fuorigioco che pare proprio non esserci. Due minuti dopo l’Albania perde un pallone sanguinoso al limite dell’area, ma è straordinario il recupero di Ajetiin scivolata. La Romania adesso spinge: Andone è liberato davanti a Berisha e scaglia un gran destro che si infrange sulla traversa. È l’occasione migliore per i rumeni.
De Biasi vede vacillare la sua squadra, e corre ai ripari inserendo Roshi per lo stanco Lenjani. I tentativi rumeni adesso sono numerosi, ma condotti con foga e scarsa lucidità. All’82′ dentro per l’Albania anche il guerriero Cana al posto di Basha. È ancora l’Albania a rendersi pericolosa, con una conclusione di Mavrajsugli sviluppi di un corner che dà allo stadio l’illusione del gol. Gli uomini di De Biasi fiutano l’impresa storica, e raddoppiano gli sforzi, sospinti anche da una tifoseria sempre più eccitata. Nei cinque minuti di recupero la Romania non riesce più a rendersi pericolosa, e al fischio finale si scatena la festa albanese. Nei prossimi giorni De Biasi e soci si metteranno davanti alla tv, con la speranza che 3 punti possano valere un posto fra le quattro migliori terze. Ma anche se ciò non dovesse accadere, questo successo renderebbe il bilancio della spedizione in Francia più che positivo.
Francesco Toscano
IL TABELLINO
Romania – Albania 0-1
Reti: 43′ Sadiku
Romania (4-2-3-1): Tatarusanu; Matel, Grigore, Chiriches, Sapunaru; Hoban, Prepelita (dal 46° Sanmartean); Stancu, Stanciu, Popa (dal 67° Andone); Alibec (dal 56° Torje)
Albania (4-3-3): Berisha; Agolli, Mavraj, Ajeti, Hysay; Memushaj, Basha (dall’82° Cana), Abrashi; Lenjani (dal 77° Roshi), Sadiku (dal 57° Balaj), Lila
Ammoniti: Basha, Matel, Memushaj, Sapunaru, Torje, Hysay
http://www.europei-di-calcio-2016.com/

Buffon, mai visto gruppo così affiatato

Il Belgio è una squadra fortissima, ricca di talento. In alcuni episodi siamo stati fortunati, certo, ma credo di non aver mai visto un gruppo così unito e affiatato". Così' Gigi Buffon, dai microfoni di RaiSport, giudica il successo dell'Italia sul Belgio a Lione. "In futuro dobbiamo dare sempre il massimo, proprio come questa sera - dice ancora il portiere azzurro -, altrimenti la vittoria col Belgio sarà inutile. Ma sono convinto che la gente che era allo stadio oppure a casa, in tv, è stata orgogliosa di una squadra così".
ansa

Euro 2016: Belgio-Italia 0-2. Azzurri in testa al girone

Belgio-Italia 0-2
L'Italia ha vinto la partita d'esordio all'Europeo in Francia battendo 2-0 a Lione il temutissimo Belgio e portandosi da sola in testa al gruppo E, davanti a Svezia e Irlanda, che oggi hanno pareggiato. Gli azzurri hanno tenuto una condotta moderatamente aggressiva fin dall'inizio e si sono presentati più volte dalle parti di Courtois, mentre il Belgio si è affidato soprattutto alle iniziative individuali dei suoi talenti ma i pericoli per Buffon sono venuti soprattutto da tentativi da lontano di Nainggolan. La svolta al 32', quando Giaccherini ha sfruttato al meglio uno splendido lancio di Bonucci. Enorme esultanza tra gli azzurri e a farne le spese è stato Conte, feritosi al naso in un 'corpo a corpo' con gli altri componenti della panchina. Poco dopo, Pellè ha sprecato di testa un'ottima occasione su assist di Parolo: la palla ha sfiorato il palo. Nella ripresa, il Belgio ha stretto d'assedio gli Azzurri, Lukaku ha sbagliato un gol fatto a porta vuota, ma è venuto il raddoppio azzurro con Pellè al 47'.
ansa

BASKET Grissin Bon, sfuma ancora lo scudetto. Reggio Emilia si inchina a Milano

Si spegne ancora amaramente, e dolorosamente ancora al PalaBigi, il sogno della Pallacanestro Reggiana di conquistare il suo primo scudetto. Troppo più solida, e anche meno stanca a dirla tutta, l'EA7 in questa decisiva gara 6. Sospinta dal suo trio delle meraviglie Sanders-Simon-Gentile l'Armani ha conquistato il successo nel finale dopo che Reggio, per tutta la partita, era stata spesso in vantaggio e comunque a stretto contatto con gli avversari, provandoci fino all'ultimo con grinta e coraggio, senza mai arrendersi. Non è bastato. Ma, si ripartirà, come sempre.
L'avvio di gara è estremamente equilibrato. Si segna anche abbastanza per essere una gara 6 di finale scudetto. Al 3' il tabellone dice 9-9 e il trend equilibrato prosegue sino alla fine della frazione, con Aradori da una parte e Simon dall'altra in evidenza. Nel secondo quarto arriva, negli ultimi quattro minuti, il break della Grissin Bon:12-0 firmato Della Valle-Kaukenas e biancorossi che allungano sino al +11 del 7' (38-27).
Chiusa la prima metà della contesa in vantaggio di 9 lunghezze, in avvio del terzo parziale la Grissin Bon subisce il ritorno milanese, che le infligge un break di 7-0. Da quel momento gara di nuovo in totale equilibrio. A spezzarlo, negli ultimi secondi, una “bomba” di Needham, che regala ai padroni di casa il +5. I dieci minuti finali non sono certo uno spot per il basket, col gioco molto spezzettato, il nervosismo a mille e i canestri molto rari. Nella “bagarre” è l'intramontabile Kaukenas a salire in cattedra con 9 punti di fila, sulla sponda opposta rispondono Simon e Kalnietis e a 3' dalla conclusione il tabellone dice 61-62 pro Armani.
Quando poi Sanders, poco dopo, sigla il tiro da 3 del +5 il titolo tricolore sembra prendere la via della Madonnina. Reggio però non vuole arrendersi e a 50 secondi torna a -2 grazie a Della Valle. A 19 secondi dalla fine la Grissin Bon ha in mano il possesso del possibile overtime, ma la conclusione di Aradori si spegne sul ferro e Gentile infila, successivamente, i liberi che mettono in sicurezza la contesa.
Il tabellino
Grissin Bon Reggio Emilia-Ea7 Milano 70-74 (19-21, 38-29, 50-45)
Reggio Emilia: Aradori 8, Needham 5, Polonara 12, Lavrinovic 2, Della Valle 13, De Nicolao 3,Parrillo, Veremeenko 6, Kaukenas 18, Silins 3. N.e.: Bonacini. All.: Menetti.
Ea7 Milano: Mc Lean, Lafayette 3, Gentile 16, Cerella, Kalnietis 7, Macvan 7, Cinciarini 3, Sanders 13, Simon 15, Batista 10. N.e. Magro e Pecchia. All.: Repesa
Arbitri: Sabetta, Lanzarini, Martolini
Note - Tiri da 3: Reggio Emilia 6/32, Milano 7/18; tiri liberi: Grissin Bon 8/9, EA7 13/22. Usciti per 5 falli: Lavrinovic, Veremeenko. Spettatori: 3500. 

Rio2016 Olimpiadi Brasile Pallavolo Italia Volley ecco calendario torneo femminile

Reso noto dalla Fivb il calendario del torneo olimpico di pallavolo femminile, in programma a Rio de Janeiro dal 6 al 21 agosto. L'Italia, inserita nella pool B, giocherà contro Stati Uniti, Cina, Serbia, Olanda e Porto Rico.
    Al termine della fase a gironi le prime quattro classificate di ciascuna pool si qualificheranno ai quarti di finale. Le gare si disputeranno al Maracanazinho.
    Di seguito il calendario (orari italiani). 6 agosto: Serbia-Italia (ore 3:35); Cina-Olanda; Stati-Uniti-Porto Rico. 8 agosto: Cina-Italia (ore 14:30); Stati Uniti-Olanda; Serbia-Porto Rico. 10 agosto: Italia-Olanda (ore 16:35); Cina-Porto Rico; Stati-Uniti-Serbia. 12 agosto: Stati Uniti-Italia (ore 20); Cina-Serbia; Olanda-Porto Rico. 14 agosto: Italia-Porto Rico (ore 20); Serbia-Olanda; Stati Uniti-Cina.
    Brasile, Serbia e Giappone sono le avversarie delle azzurre nel primo weekend di World Grand Prix, in programma a Rio da giovedì.
   ansa

Calcio Euro 2016 Italia Conte: «Europei, piena fiducia nei 23»

Fiducia totale nei 23. L'importante è pedalare a testa bassa. All'indomani dell'arrivo della nazionale a Casa AzzurriAntonio Conte si mostra sicuro delle sue scelte e del lavoro impostato sino ad ora con i suoi ragazzi. Ieri l'arrivo in hotel e l'abbraccio degli italiani di Montpellier, oggi il primo allenamento aperto al pubblico: "Ci ha fatto molto piacere allenarci davanti a tanti tifosi italiani, ci hanno trasmesso energia, entusiasmo e passione, messaggi che la squadra riceve e che per noi sono importanti", ha spiegato Conte nella prima conferenza.
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Un ct determinato e deciso tenere il gruppo a riparo dallo scetticismo e dalle pressioni esterne: "Quello che avviene all'esterno deve riguardarci poco, dobbiamo rimanere concentrati su quello che stiamo facendo, dobbiamo pensare a lavorare e a migliorare i nostri principi e le nostre idee di gioco, senza curarci minimamente di quello che può arrivare dall'esterno - ha spiegato il ct -, che siano elementi negativi o positivi, non deve interessarci, non devono intaccare il nostro lavoro, dobbiamo andare avanti, rimanere onesti con noi stessi senza pensare se sta scendendo o salendo l'entusiasmo. Come dico sempre testa e bassa e pedalare senza guardare chi ci sta a fianco, ma a chi ci sta davanti".
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E davanti, calendario alla mano, c'è il Belgio: il debutto degli azzurri il 13 giugno a Lione. Conte sta lavorando seguendo le sue certezze e il lavoro dei suoi ragazzi giorno dopo giorno, momento dopo momento di ogni allenamento. "Stiamo cercando di lavorare per ottenere il meglio e il massimo da ognuno di noi, a cominciare da me. Non ci sono dubbi, non ci sono cose da chiarire, devo capire chi sono i giocatori che stanno meglio, ne ho scelti 23 e ho grande fiducia in tutti loro a prescindere da chi gioca, so cosa mi possono dare, ci sono tre partite, ne ho scelti 23 e so che giocheranno tutti". Neanche il problema del gol lo assilla, perchè alla fine "è importante creare le situazioni affinchè si possa gonfiare la rete, è importante buttare la palla dentro, ma serve anche un pizzico di fortuna per sbloccare certe partite. Non ho la sfera di cristallo per dirvi cosa accadrà, posso solo dire che continuiamo a lavorare per ottenere il meglio".
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Conte torna poi sulla scelta di Montpellier: "La nostra è stata una scelta molto accurata perchè ci assicurava quello che cercavamo, ovvero un ottimo centro sportivo, una cittadina tranquilla con una folta comunità italiana, un aeroporto sempre operativo, speriamo che questo connubio possa portare fortuna a noi e anche alla città". "Qui c'è l'ambiente ideale per soddisfare le nostre esigenze, me ne ero reso conto quando abbiamo fatto il sopralluogo, ne ho avuto conferma adesso, pensiamo di aver fatto tutto nella maniera migliore, abbiamo scelto una città piccola, confortevole e con tanti italiani".
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Erano circa 600 quelli che hanno assistito questa mattina al primo allenamento francese degli azzurri e che poi hanno ricevuto in regalo palloni e autografi, con lo stesso Conte in prima fila e che prima aveva iniziato la seduta con un discorso alla squadra. "Abbiamo solo stilato una sorta di programma di lavoro in vista della prima partita. Qui abbiamo trovato temperature più alte rispetto a Coverciano dove c'è stato cattivo tempo, meglio per la squadra perchè quando non c'è molto caldo si fa meno fatica, qui abbiamo trovato 27 gradi ed è importante acclimatarsi velocemente".
Avvenire

Intervista Schillaci: Italia ridammi notti magiche

Formidabile quell’anno 1990, l’estate dei Mondiali di calcio italiani. «Notti magiche / inseguendo un gol» – cantavano Bennato e la Nannini – e fermo immagine indelebile sugli occhi spiritati della “tigre” del Cep di Palermo, Totò Schillaci. È passato oltre un quarto di secolo da certe notti e il cinquantunenne Totò di strada ne ha fatta tanta. Come sottolinea Edoardo Bennato in prefazione all’autobiografia di Schillaci – scritta dal calciatore con Andrea Mercurio –Il gol è tutto (Piemme, pagine 288, euro 17,50), «Totò bambino è arrivato lontano, in quelle notti magiche, sotto il cielo di un’estate italiana».

Stiamo per rivivere altri notti magiche anche all’Europeo di Francia?
«Non si può accostare la Nazionale di Italia ’90 a questa di Antonio Conte. La nostra era una squadra straordinaria, una delle migliori di tutti i tempi. Farne parte, aver avuto la fiducia del ct Azeglio Vicini, è stata una soddisfazione immensa. Ero partito con poche chance di giocare e alla fine mi sono ritrovato ad essere il capocannoniere del torneo (sei gol), il vincitore della Scarpa d’oro e il secondo classificato al Pallone d’oro dietro a Lothar Matthäus campione del mondo con la Germania».

Ma quel Mondiale resta forse anche uno dei suoi più grandi rimpianti sportivi...
«Arrivare solo terzi da imbattuti, con appena un gol subito da Zenga fino alla semifinale, ed essere buttati fuori ai rigori dall’Argentina, dopo aver bloccato Maradona... Sono cose che anche a distanza di tanto tempo ci ripensi e sì, fanno un po’ male. Ma è andata così, fa parte del gioco».

Il bilancio della sua carriera è comunque positivo no?
«Sono stato molto fortunato. Ho cominciato a giocare sull’asfalto nella strada del mio quartiere a Palermo, circondato da gente che ha conosciuto la fame e la galera. Io ce l’ho fatta superando continuamente tutte le sfide che si sono presentate e afferrando al momento giusto l’occasione che mi veniva data».

Una sfida che oggi continua con la sua scuola calcio palermitana.
«Ho trecento ragazzi nella scuola di via Leonardo da Vinci ai quali insegno ogni giorno che se fai sport e ti allontani dai pericoli della strada prima o poi si presenterà la buona chance. L’importante è saper trovare una passione, e che sia per un pallone da calcio, da pallavolo o da rugby, per un paio di scarpette di danza o per uno strumento musicale, l’importante è che tu segua la tua passione e la tua vita diventerà più facile e sicuramente migliore. Io questo ho fatto, ho solo assecondato la mia passione di bambino e sono arrivato al grande calcio».

Prima però c’è stato un settennale di gavetta al Messina con allenatore il “Professore” Franco Scoglio come guida.
«Uno dei tecnici più bravi e forse dimenticati del nostro calcio, ma che è sempre presente nel mio cuore. La lezione più importante del Professore? Scoglio mi diceva: “Totò vai in campo e gioca come sai, vedrai che il gol arriverà”. Aveva ragione».

Nell’89 cade il Muro di Berlino e lei diventa il nuovo bomber della Juventus.
«Un passaggio facilitato dall’incontro di amici veri in campo e fuori, come Tacconi, il terzino Napoli e il più grande campione che ha espresso il nostro calcio negli ultimi trent’anni, Roberto Baggio. Roby è stato il nostro Maradona e l’ha dimostrato ancora di più quando ha chiuso la sua carriera in provincia, al Brescia».

Alla Juve con Trapattoni ci furono momenti di grande tensione quando il giorno della strage di Capaci le disse: «Avete ucciso anche Falcone».
«Quella sera mi presentai a tavola con la squadra ignorando la notizia... Il Trap si voltò verso di me e disse quella frase, ma non lo fece con cattiveria, era soltanto addolorato e sconvolto per l’accaduto. E io più di lui: lì per lì me la presi, oggi so che la morte dei giudici Falcone e Borsellino e di tutte le vittime di mafia non è certo imputabile al popolo siciliano, il quale è composto da gente che vive del proprio lavoro e non ha niente a che fare con la malavita».

Oggi gli ultrà se la prendono con i calciatori di colore, ieri invece si accanivano contro quelli meridionali e a lei gridavano «Schillaci ruba le gomme».
«Sono cose che mi danno molto fastidio, anche perché da sempre è un costume tipicamente italiano. Io non me la sono mai presa più di tanto e ho capito che un calciatore l’unica risposta agli ignoranti può darla solo in campo, giocando al meglio e divertendo la maggior parte della gente che va allo stadio per assistere a uno spettacolo e non per insultare il meridionale o il ragazzo di colore».

Il suo calcio aveva al massimo tre stranieri, oggi ci sono squadre che quando va bene schierano tre italiani.
«E infatti le conseguenze le stiamo vivendo e pagando sulla nostra pelle. Conte ha fatto una fatica enorme a trovare ventitré giocatori da portare agli Europei. Prendete uno come Zaza, è un ottimo attaccante, ma alla Juventus nel suo ruolo ha davanti altri quattro stranieri e gli tocca andare puntualmente in panchina».

E se Zaza diventasse lo Schillaci di Francia 2016?
«Glie lo auguro di cuore, un po’ mi somiglia: Zaza sa entrare a partita in corso e cambiarla, perché vede la porta come pochi altri attaccanti in circolazione».

Lei è stato il primo italiano a sbarcare in Giappone, che ricordi ha?
«Venivo da una stagione all’Inter piena di infortuni, avevo ventinove anni ma già mi sentivo a fine carriera, così accettai l’offerta molto vantaggiosa del Júbilo Iwata. All’epoca il calcio giapponese non aveva il seguito di adesso e le cose in questi vent’anni sono nettamente migliorate in tutta l’Asia. Per lavoro vado spesso in Cina con il Club Italia e la “rivoluzione” che stanno facendo, a partire dalle scuole calcio fino all’acquisto dell’Inter, mi fa pensare che non sono lontani i tempi in cui anche i cinesi avranno una nazionale competitiva».

Si dice che il calcio sia una “fede”, ma quella Schillaci ce l’ha a prescindere da un campo di pallone...
«Dio unisce tutti i puntini per creare il nostro disegno e io mi sono sempre trovato nei puntini giusti. Unendoli, uno dopo l’altro, è venuto fuori lo splendido disegno che sto vivendo: altri giorni e notti magiche, e questo lo considero un dono divino».
Avvenire

L'Inter ai cinesi del Suning: è ufficiale


L'Inter diventa cinese, ora è ufficiale. Il gruppo Suning ha annunciato che rileverà il 68,55 percento della società nerazzurra, «è la prima operazione in Italia», ha affermato il presidente Zhang Jindong, che ha intenzione di voler «ricostruire la gloriosa storia del passato». 

Con il passaggio della maggioranza, l'Inter conferma l'uscita dal club di Massimo Moratti, mentre Erick Thohir continuerà alla guida di esso come presidente. «Questa nuova partnership - dice Thohir - porta l'Inter a compiere un passo rivoluzionario verso il futuro». 

Dopo settimane di speculazioni, la cinese Suning ha reso noto di aver raggiunto un accordo per acquistare il 68,55% dell'Inter per 270 milioni di euro. La conferma è giunta durante una conferenza stampa congiunta tra la società cinese e i vertici dell'Inter nella città di Nanchino. In base all'accordo, l'ex presidente dell'Inter, Massimo Moratti, cederà tutta la sua quota nella squadra, appena sotto il 30%. L'attuale azionista di maggioranza, Erick Thohir, rimarrà l'unico azionista di minoranza della squadra e continuerà a rivestire il ruolo di presidente mentre Moratti lascerà il club. 

«Portiamo in dote la nostra grande storia e credo che il gruppo Suning abbia tutto per farci crescere. Il nostro compito è rendere felici i nostri tifosi» ha detto Javier Zanetti, vicepresidente dell'Inter, nel corso della conferenza stampa al Sofitel Zhongshan Golf Resort di Nanchino. «L' obiettivo per la prossima stagione è costruire una squadra forte, competitiva in Campionato e in Europa, per tornare a disputare la Champions», ha aggiunto Zanetti.

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Dalla salvezza via mare alla piscina olimpica di Rio 2016 Olimpiadi Brasile

È il percorso di Yusra Mardini, la diciotteenne siriana che esattamente un anno fa riuscì a salvarsi nuotando fino alle coste della Grecia da dover era approdata fuggendo da Damasco. In fuga non per la vittoria, ma per portare in salvo la propria vita e quella della sorella Sarah. Dalla Grecia a Berlino, dove ha cominciato ad allenarsi nella piscina costruita per i Giochi del 1936. E già questo era stato un grande successo per Yusra, che adesso sta vivendo il più bel sogno della sua pur breve esistenza: partecipare alle Olimpiadi. Ha superato la selezione che vedeva in lizza quarantadue profughi provenienti da diversi Paesi per entrare a far parte della squadra degli “Atleti rifugiati olimpici”. Un progetto promosso dal Cio che si sta per realizzare.
«Saranno dieci gli Atleti rifugiati a Rio», ha detto molto emozionato il presidente del Cio Tomas Bach, e tra questi è rientrata anche Yusra. «Sono felicissima, non posso spiegare quanto sono felice – ha detto la giovane siriana –. Quando me lo hanno detto ho pianto. Una medaglia a Rio? Non penso di essere ancora pronta per questo, magari posso sperare e sognare di conquistarla a Tokyo nel 2020». Accompagnati da altri dodici fra dirigenti, allenatori e medici, Yusra e la squadra dei Rifugiati olimpici verrà guidata a Rio dalla grande maratoneta Tegla Loroupe, che in questi anni si è battuta per i diritti dei rifugiati e per loro ha creato anche un campo d’allenamento in Kenya. Yusra non sarà la sola siriana della squadra: infatti nei dieci figura anche il suo connazionale – nuotatore anche lui – Rami Anis, che vive in Belgio. La nazione più rappresentata è il Sudan del Sud, con cinque elementi che gareggeranno nell’atletica: Yiech Pur Biel, James Nyang Chiengjiek e Paulo Amotun Lokoro tra gli uomini e Anjelina Nada Lohalith e Rose Nathike Lokonyen tra le donne. Due atleti anche della Repubblica Democratica del Congo, entrambi nel judo: un uomo, Popole Misenga, e una donna, Yolande Bukasa Mabika. Infine un etiope nell’atletica, Yonas Kinde.
«Ringrazio calorosamente i cinque comitati olimpici nazionali di Germania, Brasile, Belgio, Lussemburgo e Kenya, che ospitano questi atleti e li aiutano a inserirsi nel tessuto sociale dei loro Paesi », è stato il messaggio di ringraziamento del presidente Bach, che considera questa squadra e tutto il lavoro svolto per l’accoglienza e gli allenamenti degli atleti «un esempio importante di integrazione, un segno alla comunità internazionale. Sono fiero di questo programma: gli atleti non saranno solo aiutati per questi Giochi ma anche negli anni futuri. Sono stati scelti dopo processi di selezione e a Rio, durante la cerimonia d’ apertura dei Giochi, sfileranno subito prima del Brasile».
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Tutti al motoraduno dello Stelvio per ricordare Marco "Sic" Simoncelli


L’evento in programma è il Secondo Dainese Day e si svolgerà sabato 18 e domenica 19 giugno, quest’anno in collaborazione tra con la ‘Fondazione Marco Simoncelli 58’
Bormio, 2 giugno 2016 - Un motoraduno in quotaper ricordate il campione Marco Simoncelli, che perse la vita nel Gran Premio di Sepang di Moto GP il 23 ottobre del 2011. L’evento in programma è il Secondo Dainese Day e si svolgerà sabato 18 e domenica 19 giugno, quest’anno in collaborazione tra con la ‘Fondazione Marco Simoncelli 58’. Si partirà sabato da Cermenate, in provincia di Como, per arrivare sul Passo dello Stelvio a una quota di 2.760 metri. Una volta arrivati in cima, verrà presentata la «Fondazione Marco Simoncelli 58», la onlus creata dalla famiglia del pilota. Seguirà la «Cena dei Tre versanti», in cui verranno serviti sapori e piatti valtellinesi, atesini e svizzeri. Seguirà una serata in discoteca con un concerto dei «Doctor Wood», gruppo rock and blues.
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Il giorno successivo, domenica 19 giugno, verrà inaugurato il «Punto Fondazione Marco Simoncelli» all’interno dell’albergo Quarto Pirovano. L’evento si concluderà con la premiazione del motociclista più longevo e di quello più giovane; del centauro che arriva da più lontano e della motocicletta più datata. L’azienda agricola Marsetti, una delle più note produttrici di vini in Valtellina, sta preparando una bottiglia con il nome dell’appuntamento. (Per informazioni e prenotazioni si può contattare l’albergo Pirovano). L’obiettivo dichiarato degli organizzatori è quello di riempire di moto lo Stelvio. L’evento è stato presentato ieri in una conferenza stampa, svoltasi a Milano nella sede della Banca Popolare di Sondrio. Il vicepresidente dell’istituto di credito, Lino Stoppani, ha fatto gli onori di casa, parlando di «una bella iniziativa, raccolta con entusiasmo».
Lo Stelvio, ha aggiunto, «è l’essenza dello sport, per lo sci e per il giro d’Italia». Anche Paolo Simoncelli, il padre di Marco, ha apprezzato l’iniziativa: «Ho bei ricordi dello Stelvio, è un posto bellissimo. Non posso che ringraziarvi, io e mia moglie ci saremo». Da parte sua Simone Pasquè, titolare dello store Dainese di Como, ha ricordato: «Siamo partiti lo scorso anno con questo raduno, pensato perché i nostri clienti potessero riunirsi e fare festa. Quest’anno, con l’arrivo della Fondazione Marco Simoncelli, ci siamo arricchiti ed è diventato un appuntamento più impegnativo». Il giornalista Paolo Beltramo ha detto che si tratta «di un raduno per godere delle bellezze della zona» e ha poi sottolineato che «la Fondazione Marco Simoncelli 58 ha già raccolto più di due milioni di euro per diverse iniziative benefiche».
Più a fondo, sulle attività portate avanti dall’associazione, è andato Paolo Simoncelli: «Stiamo costruendo un centro diurno per ragazzi disabili, siamo partiti dopo tre anni di bucrazia». «È il fiore all’occhiello della Fondazione» ed è situato a 2 km da Coriano, il paese dove è cresciuto Marco, e a 4 km da Riccione, su una bassa collina che guarda il mare. Il terreno, dove prima sorgeva una casa vacanze fatta realizzare da un sacerdote, è stata concesso in usufrutto dalla Curia per 99 anni. L’opera si inserisce nella scia di quanto già fatto da Simoncelli in vita. Il campione, infatti, andava spesso a trovare i ragazzi disabili della Comunità di Montetauro a Coriano. E proprio vicino il centro la Fondazione ha deciso di costruire due appartamenti casa-famiglia per questi ragazzi.
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Insolito responso al campionato italiano di parapendio, Cornizzolo Cup 2016

Comunicato stampa per news.oggi@yahoo.it 

 Insolito responso al campionato italiano di parapendio, Cornizzolo Cup 2016, gara internazionale e campionato italiano insieme. Si fregiano del titolo ex aequo due piloti di Molveno (Trento), Luca e Nicola Donini, padre e figlio. Al terzo e quarto posto Aaron Durogati di Merano e Joachim Oberhauser di Terlano (Bolzano). Luca, di professione albergatore, già campione mondiale e due volte campione d'Europa, è oggi per la prima volta campione d'Italia. Nicola, 20 anni, aveva già conquistato il titolo nel 2013. Una famiglia con la testa fra le nuvole! La gara si è sviluppata per una settimana nei cieli lombardi, con decollo da quota 1241 m. sul Monte Cornizzolo sopra Suello (Lecco), quartier generale di tutta l'organizzazione forte di 42 addetti, e sconfinando nelle provincie di Como e Bergamo, ora sorvolando l'ondulato suolo brianzolo, ora lungo la pedemontana. Annullata la prima manche causa maltempo, nelle restanti cinque i 125 piloti provenienti da 17 nazioni, Messico, Giappone, Sud Africa, Venezuela e Nuova Zelanda le più lontane, hanno beneficiato di una meteo clemente quando non favorevole. Cosicché i parapendio, che si reggono in aria sull'onda delle correnti d'aria ascensionali, motore gratuito ed ecologico, hanno felicemente concluso percorsi tra i 51 ed i 102 km agli ordini del direttore di gara Pietro Bacchi di Biella. Divisi in classifica da una manciata di punti, il confronto tra i capolista si è fatto via via più serrato, a partire da Nicola Donini che ha messo subito un'ipoteca sul titolo con due vittorie di manche, per passare a papà Luca e per finire a Durogati, protagonista di una clamorosa rimonta dalle retrovie durante l'ultimo, estremo volo. In campo femminile vince la giapponese Nao Takada, seguita dalla venezuelana di padre italiano Joanna Di Grigoli e da Silvia Buzzi Ferrarsi che si laurea campionessa d'Italia per la decima volta. La pilota meneghina è in forza all'associazione Parapendio Club Scurbatt, cioè i corvi di Lecco, che, lungi dal menar gramo, hanno invece ben organizzato l'evento insieme all'Aero Club Lega Piloti e sotto l'egida dell'Aero Club d'Italia e della FAI, Federazione Aeronautica Internazionale. Seguono Sara Brambilla di Lecco e la laziale Lucrecia Chiartano. In classe sport, a conferma della supremazia dei piloti trentini e sud tirolesi, un vivaio che sembra inesauribile, il titolo va a Mauro Maggiolo seguito dal veneto Manuel Grandi e da Diego Ardissone di Ivrea. 

 Gustavo Vitali - Ufficio Stampa FIVL

sefnalazione web a cura di Giuseppe Serrone

VOLLEY #Olimpiadi #RIO2016, PASSA DA TOKYO IL PASS A CINQUE CERCHI

Dopo aver ospitato il torneo di qualificazione olimpico femminile che ha assicurato il pass a Cinque Cerchi per Rio 2016 all’Italia, Tokyo è il teatro anche del torneo di qualificazione maschile. Cerchiamo di analizzarlo per gli appassionati di pallavolo che sono soliti scommettere su snai.it.
SOGNANDO RIO. Nella capitale nipponica sono 8 le protagoniste di una manifestazione tanto importante quanto entusiasmante: in Brasile vanno le prime tre classificate del girone all’italiana più la miglior formazione asiatica. Dopo le prime tre giornate la Polonia guida la classifica quale unica formazione ancora imbattuta: i campioni del mondo hanno totalizzato finora 7 punti, gli stessi della Francia che nel confronto diretto si è arresa 15-12 al tie break non ha riuscendo a capitalizzare il vantaggio di 2-0 e ben 4 quattro palle match nel terzo set (poi vinto 31-29 dal sestetto di Stephane Antiga).
La Polonia è la grande favorita per la conquista di uno dei posti in palio per Rio 2016 insieme alla Francia di Laurent Tillie e alla Cina, attualmente terza insieme all’Iran di Raul Lozano a quota 6 (con 2 vittorie e 1 sconfitta a testa): il gruppo si è già spezzato e nella seconda parte figurano il Canada di Glenn Hoag e l’Australia di Roberto Santilli con 4 punti, il Giappone con 3 e in fondo il Venezuela guidato dall’italiano Vincenzo Nacci ancora fermo a 0. Mercoledì la sfida più interessante è quella tra Polonia e Cina, giovedì invece tutti gli obiettivi sono su quella che apre la giornata tra Francia e Canada, mentre venerdì è previsto il giorno di riposo. Il cammino è ancora lungo, ma la situazione si sta delineando.
Buona pallavolo a tutti!
snai