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Il «Sì» di Antonio Cassano a Portofino ammaina la bandiera rossoblù


Chissà cosa avrà pensato la sposa ieri mattina guardando dalla finestra e vedendo solo uno stuolo di nuvoloni neri grondanti pioggia. Forse le sarà venuto in mente il detto «sposa bagnata, sposa fortunata», tant'è che la fortuna ha deciso di sorriderle davvero regalandole, proprio per il giorno più bello, qualche ora di tregua tra un temporale e l'altro. È cominciato così il matrimonio più atteso dell'anno, quello tra il numero 99 blucerchiato Antonio Cassano e la fidanzata Carolina Marcialis, pallanuotista della Diavolina di Nervi. Portofino gremita di tifosi e curiosi, tutti arrivati per vedere «El Pibe di Bari vecchia» mettere una volta per tutte la testa a posto.
In realtà, la mutazione di Cassano da «guappo» di strada a ragazzo da sposare è già in corso da tempo. Autrice del miracolo proprio lei, Carolina, 19anni, che dopo aver «redento» un centravanti da 700 donne ha chiuso la porta di casa custodendolo solo per lei. Non che il neo marito abbia manifestato qualche dubbio, s'intende. A giudicare dagli sguardi e dall'affetto con cui baciava ed abbracciava la sua giovane sposa davanti ai flash dei fotografi e sotto la più classica delle piogge di riso, si potrebbe dire che il cartellino del giocatore ormai è incedibile. Tanti gli amici arrivati nella chiesa parrocchiale del Divo Martino a Portofino, dall'ex allenatore Gigi Del Neri, con un abito gessato blu, accompagnato dalla moglie, al patron della Sampdoria Riccardo Garrone, in completo blu e cravatta rossa, arrivato a piedi dalla sua abitazione, lontana solo pochi passi. Tra gli altri anche qualche genoano autoctono rimasto anonimo che, tentato dall'occasione, non ha resistito ed ha appeso da una delle finestre proprio di fronte alla chiesa uno stendardo rossoblù, rimosso appena prima dell'arrivo degli invitati.
Tra i presenti anche le compagne di squadra di lei della Diavolina e i sampdoriani Pietro Accardi e Nicola Pozzi, arrivati in chiesa con un quarto d'ora di ritardo. In anticipo invece lo sposo, arrivato alle 16.30 spaccate davanti alla chiesa, a bordo di un'Audi nera e accompagnato dalla mamma Giovanna. Sorridente e teso, in completo blu, camicia bianca e cravatta grigio perla, il fantasista ha salutato i tifosi ed è entrato dritto in chiesa. La sposa si è fatta attendere non più del necessario e poco dopo le 17 è entrata in chiesa anche lei, accompagnata dai genitori. L'evento si conferma esclusivo come promesso e accennato fin dalla lista nozze faraonica dove gli invitati hanno potuto scegliere tra tanti miracoli del design dai 400 euro in su, con i quali arredare la futura casa. Il più originale dei regali è stato senz'altro il presidente della Samp che al pupillo ha regalato un servizio di piatti, dipinti da Raimondo Sirotti, personalizzati con una raffigurazione di Garrone e Cassano, in coppia.
Cerimonia breve ma intensa per i due che escono raggianti dalla chiesa poco dopo le sei. Carolina, in abito bianco intarsiato di perle, capelli raccolti, per mano con il neomarito e Fantantonio che si lascia andare solo ad una battuta «Fantastico, molto meglio di qualunque altra partita», col piglio di chi non rimpiange certo i mondiali, dopo una giornata così.
«È stato bravissimo - ha raccontato Del Neri all'uscita dalla funzione - fantastico come quando gioca a calcio». Dopo le foto di rito, a scambio degli anelli avvenuto, gli invitati sono stati prelevati con gli shuttle, direzione Abbazia della Cervara per l'aperitivo, la cena e il concerto finale di Gigi D'Alessio, la ciliegina sulla torta. A fare festa anche Eigenio Fascetti, l’allenatore che lo lanciò ai tempi del Bari e gli amici di adesso Alberto Marangon e Giorgio Aiazzone. «Ho augurato buona strada ai ragazzi - dice Padre Fortunato Romeo, che ha celebrato la funzione - da anni conosco Carolina, è un passo importante e ho detto loro che devono rinnovarsi la promessa ogni giorno».

(fonte: Il Giornale)

Mondiali/ L'Olanda è già agli ottavi, il Ghana perde l'occasione

Roma, 19 giu. (Apcom) - L'Olanda è la prima squadra qualificata agli ottavi di finale ai Mondiali sudafricani. Obiettivo raggiunto grazie alla vittoria per 1-0 (Sneijder) sul Giappone ieri pomeriggio a Durban e grazie poi al successo per 2-1 in rimonta (Eto'o, poi Bendtner e Rommedahl) della Danimarca sul Camerun in serata a Pretoria. La classifica del Gruppo E vede infatti gli orange al comando con 6 punti, Giappone e Danimarca a quota 3 e il Camerun, ormai eliminato, fermo a zero. E nell'ultima giornata (giovedì prossimo), Danimarca e Giappone si giocheranno il secondo posto nel girone, mentre il Camerun affronterà l'Olanda . Clamorosa invece l'occasione perduta dal Ghana nel Gruppo D. Contro l'Australia, gli africani sono andati sotto all'11' per il gol di Holmen, ma poi hanno pareggiato su calcio di rigore al 25' con Asamoah Gyan: penalty provocato da un fallo di mano di Kewell su pallone diretto in gol, costato all'australiano anche l'espulsione decretata dall'arbitro italiano Roberto Rosetti. Contro un avversario ridotto in dieci uomini, il Ghana non è però riuscito a trovare il colpo del kappaò, che avrebbe permesso alla squadra africana (già vittoriosa 1-0 contro la Serbia all'esordio) di ipotecare la qualificazione. Ora il Ghana è sempre in testa, ma con 4 punti, a +1 sulla Germania (sconfitta ieri 1-0 dalla Serbia): la sfida di mercoledì prossimo con i tedeschi, obbligati a vincere per passare agli ottavi di finale, si è quindi trasformata in un vero e proprio spareggio, anche se agli africani per avanzare basterà il pari.

Risultati Mondiali: Danimarca elimina il Camerun di Eto’o

Pretoria (Sudafrica) – Risultati Mondiali: Camerun-Danimarca 1-2. E’ il 10’ del primo tempo, quando su errore enorme commesso dalla formazione danese in difesa, con un passaggio orizzontale sbagliato di Poulsen, la stella interista Eto’o (due Champions League con il Barcellona e una quest’anno con l’Inter, tre presenze ai mondiali per lui), ricevuto il pallone da Webo, apre le marcature e mette a segno senza difficoltà. Un Camerun più convinto e con una velocità di gioco molto differente dall’esordio ha soffocato per buona parte del primo tempo la Danimarca, apparsa ancora molto distratta.

Si è dovuto aspettare il 33’ per vedere in gol per la prima volta la Danimarca a questo Mondiali Sudafrica, grazie ad un classico della Danimarca: il contropiede.

Le formazioni ufficiali di ITALIA – NUOVA ZELANDA che scenderanno in campo alle ore 16:00

Le formazioni ufficiali di ITALIA – NUOVA ZELANDA che scenderanno in campo alle ore 16:00:

ITALIA (4-4-2): 12 Federico Marchetti, 19 Gianluca Zambrotta, 5 Fabio Cannavaro, 4 Giorgio Chiellini, 3 Domenico Criscito, 7 Simone Pepe, 6 Daniele De Rossi, 15 Claudio
Marchisio, 22 Riccardo Montolivo, 9 Vincenzo Iaquinta, 10 Antonio Di Natale. Allenatore: Marcello Lippi.

NUOVA ZELANDA (4-3-3): 1 Mark Paston, 4 Winston Reid, 6 Ryan Nelsen, 8 Tim Brown, 19 Tommy Smith, 11 Leo Bertos, 7 Simon Elliott, 3 Tony Lochhead, 14 Rory Fallon, 9 Shane Smeltz, 10 Chris Killen. Allenatore: Ricki Herbert.

Arbitro: Carlos Batres. Giudici di linea: Koman Coulibaly, Carlos Pastrana, Leonel Leal.

ITALIA – NUOVA ZELANDA si potrà vedere in diretta streaming online in internet grazie al portale della RAI.

Partita Italia-Nuova Zelanda Mondiali in diretta streaming online gratis

Sudafrica – Quinta giornata del secondo turno dei Mondiali di Calcio 2010 in Sudafrica. ITALIA – NUOVA ZELANDA in Diretta Streaming Online, valevole per il Gruppo F dei Mondiali, si affronteranno oggi alle ore 16:00 al Mbombela Stadium di Nelspruit.

Una partita importante per la nazionale di Marcello Lippi, che deve dimostrare di aver superato lo “stallo” dell’esordio e di aver quindi superato il “rodaggio” iniziale. Anche per l’Italia comunque la parola d’ordine è “vincere” per poter vedere gli ottavi di finale più vicini. Antonio Di Natale partirà fin dal primo minuto!

Sudafrica 2010: La Grande Spagna cade con la piccola Svizzera

Il mondiale sudafricano non ha ancora la sua regina. C’era tanta attesa di ammirare le Furie Rosse, la corazzata spagnola, il blasone di Vicente Del Bosque, la Seleccion, la favorita numero 1 alla vittoria finale di questo torneo, una squadra stellare composta dai giocatori più forti al mondo: Casillas; Sergio Ramos, Piquè, Puyol, Capdevila; Busquets (62′ Torres); Silva (62′, Jesus Navas), Xavi, Xabi Alonso, Iniesta (77′, Pedro); Villa. Questa era la formazione che ha affrontato la Svizzera al “Durban Stadium” di Durban, una partita che doveva essere senza storia, a senso unico. Gli elvetici erano preparati a subire una goleada. A volte però, la legge del calcio ci dice che questo sport non è matematica, ma una scienza inesatta, dove per vincere serve l’insieme di tante componenti: fortuna, talento, classe, episodi, arbitri e guardalinee, destino. Un destino crudele quello delle Furie Rosse: la Svizzera tanto umile quanto brava a restringere ogni spazio sbanca il Sudafrica e vince la partita più importante della sua storia. Ha deciso l’incontro una rete di Fernandez al 52′. La Spagna ha sempre i favori del pronostico. La rosa di Del Bosque annovera giocatori che non dispone nessuna nazionale. Sicuramente, da adesso in poi non potrà più sbagliare.
La prima partita del gruppo H è stata Honduras – Cile: quest’ultima è una formazione che gioca un calcio veloce, lineare, avvolgente. Il pressing è l’arma principale per gli uomini di Marcelo Bielsa che rincorrono ogni pallone come un ghepardo a caccia della sua preda.
L’Honduras invece, è una formazione modesta, con poche qualità, vittima predestinata di un Cile che presenta ben 3 italiani in campo: Isla e Sanchez dell’Udinese e Carmona della Reggina.
Il gol di Beausejour al 34° del primo tempo regala i 3 punti alla squadra di Bielsa che, insieme alla Svizzera, comanda il girone H.
Al “Loftus Versfeld Stadium” di Pretoria, Sudafrica e Uruguay danno inizio alla seconda giornata del gruppo A: i Bafana Bafana devono vincere per sperare nel passaggio del turno dopo il pareggio nella prima giornata contro il Messico. Il tecnico dell’Uruguay, Oscar Tabarez manda in campo un tridente d’attacco formato da Cavani, Suarez e Forlan. Proprio quest’ultimo sarà l’eroe della serata segnando una doppietta. La prima rete degli ospiti arriva al 24° minuto di gioco: l’attaccante dell’Atletico Madrid lascia partite un tiro da 30 metri che sorprende l’estremo difensore sudafricano, un gran gol. Il raddoppio dell’Uruguay lo realizza ancora Forlan su calcio di rigore.
A tempo scaduto Pereira chiude l’incontro sul 3 a 0.
Il Sudafrica è quasi fuori dal mondiale mentre l’Uruguay si avvicina agli ottavi di finale sospinto da un grande Forlan.

Gruppo H: Honduras-Cile 0-1
Gruppo H: Spagna-Svizzzera 0-1
Gruppo A: Sudafrica-Uruguay 0-3

Rosario Ligato - mediterraneonline

Brasile, bufera su Dunga

JOHANNESBURG – E’ quando il grosso grasso ra­diocronista brazileiro at­tacca il suo collegamento, mentre implode nella sua delusione mesto come un brazileiro mai dovrebbe es­sere; è in quel momento che si ha la netta percezio­ne di come in Brasile l’idea della bellezza del gioco e della felicità che si porta dietro ogni dribbling, sia superiore a tutto. Randpark Golf Club di Johanne­sburg, il giorno dopo Brasile-Co­rea del Nord, mez­zogiorno di totale scon­forto a casa-verdeoro. Non c’è allegria e non c’è samba nelle parole del radiocroni­sta che sta raccontando la sua disillusione a un intero popolo. Volevate gioia? Avete avuto in cambio una banalissima vittoria. Solo una nenia triste, una canti­lena da vespro siciliano. Il senso di tutto è: ma che di­vertimento c’è a vincere così?

NOIA BRAZIL -Questi non siamo noi. L’altra sera i brasiliani – da Rio a Porto Alegre – hanno spento la ti­vù e si sono detti: questi non siamo noi. «Brasile noioso come un sonnifero» , titolano i quotidiani.

Uno tra i più venduti, « Folha » di San Paolo, si inventa uno slo­gan: non più Seleçao, ma « Selexotan » , come il far­maco del sonno. «O Globo» parla di «siccità del gol» . L’accusato numero uno è sempre lui, il mai amato Carlos Dunga, uno che i brasiliani sopportano a ma­lapena, ma solo perché nel­la sua gestione il «Cuccio­lo » ha vinto Coppa Ameri­ca, Confederations Cup e girone di qualificazione ai mondiali in Sudafrica, e di più non poteva fare.

Persino Lula non l’ha presa bene. E non è un buon segno. Il presidente ha assistito alla partita con la moglie Marisa Leticia e con alcuni ministri. Festa non è stata. «Il presidente non era molto felice- ha ri­velato uno del suo staff -

però è convinto che il ren­dimento migliorerà». Dun­ga, dal canto suo, non fa niente per rendersi simpa­tico. Ieri ha cancellato la conferenza-stampa a venti minuti dal suo inizio; nei giorni scorsi ha litigato con i giornalisti che non si ca­pacitavano degli allena­menti a porte chiuse. Ma come, noi siamo il Brasile. A porte chiuse, e quando mai?

CRITICHE -Dunga come Capello. Motivi diversi, la stessa critica. Non ci seipiaciuto, Carlos. Gli rinfacciano il gioco, brutto e no­ioso,e un Kakà lonta­no dalla con­dizione, lo accusano di non dare spettacolo (ma lui si era difeso preventiva­mente prima del Mondiale: «Non cerco il calcio-bonito, voglio solo vincere» ) , tor­nano su vecchie discussio­ni, come quella delle con­vocazioni mancate. Dov’è Pato? Non ti faceva comodo uno come Ronaldinho? E Adriano, lo buttavi via? Qualcuno – pensa te a che punto sono arrivati – tira in ballo anche Ronaldo. Poi esagerano, sbeffeggiandolo per la giacca, pensata dalla figlia Gabriela, aspirante ( molto aspi­rante) stili­sta che già aveva vestito il padre ­ ehm, ehm ­ con una hor­ror- camicio­la che fece epoca. « O Dia » lancia addirittura un sondaggio: «Ma chi gliela ha data quella orribile giacca a Dunga?». C’è chi vota «Capitan Nemo», altri il «Piccolo Principe». Luis Fabiano prova la difesa: «C’erano coreani dapper-t­utto, una marea di corea­ni: è difficile giocare così» . Ma in fondo, la critica più spietata, quella che fa più male, arriva dai cugini ar­gentini, che ovviamente go­dono come ricci. Il «Clarin» scrive che: «Il Brasile ha solo vinto», sottolineando il « solo » . Vincere soltanto non è da Brasile, non è da noi piagnucola qui al Golf Club il radiocronista brasi­liano: mi sono visto allo specchio e non mi sono ri­conosciuto più, dove ti sei persa bellezza, dove sei fi­nitofutbol bailado? (corsport)