Sport Land News

L'Inter ai cinesi del Suning: è ufficiale


L'Inter diventa cinese, ora è ufficiale. Il gruppo Suning ha annunciato che rileverà il 68,55 percento della società nerazzurra, «è la prima operazione in Italia», ha affermato il presidente Zhang Jindong, che ha intenzione di voler «ricostruire la gloriosa storia del passato». 

Con il passaggio della maggioranza, l'Inter conferma l'uscita dal club di Massimo Moratti, mentre Erick Thohir continuerà alla guida di esso come presidente. «Questa nuova partnership - dice Thohir - porta l'Inter a compiere un passo rivoluzionario verso il futuro». 

Dopo settimane di speculazioni, la cinese Suning ha reso noto di aver raggiunto un accordo per acquistare il 68,55% dell'Inter per 270 milioni di euro. La conferma è giunta durante una conferenza stampa congiunta tra la società cinese e i vertici dell'Inter nella città di Nanchino. In base all'accordo, l'ex presidente dell'Inter, Massimo Moratti, cederà tutta la sua quota nella squadra, appena sotto il 30%. L'attuale azionista di maggioranza, Erick Thohir, rimarrà l'unico azionista di minoranza della squadra e continuerà a rivestire il ruolo di presidente mentre Moratti lascerà il club. 

«Portiamo in dote la nostra grande storia e credo che il gruppo Suning abbia tutto per farci crescere. Il nostro compito è rendere felici i nostri tifosi» ha detto Javier Zanetti, vicepresidente dell'Inter, nel corso della conferenza stampa al Sofitel Zhongshan Golf Resort di Nanchino. «L' obiettivo per la prossima stagione è costruire una squadra forte, competitiva in Campionato e in Europa, per tornare a disputare la Champions», ha aggiunto Zanetti.

Avvenire

Dalla salvezza via mare alla piscina olimpica di Rio 2016 Olimpiadi Brasile

È il percorso di Yusra Mardini, la diciotteenne siriana che esattamente un anno fa riuscì a salvarsi nuotando fino alle coste della Grecia da dover era approdata fuggendo da Damasco. In fuga non per la vittoria, ma per portare in salvo la propria vita e quella della sorella Sarah. Dalla Grecia a Berlino, dove ha cominciato ad allenarsi nella piscina costruita per i Giochi del 1936. E già questo era stato un grande successo per Yusra, che adesso sta vivendo il più bel sogno della sua pur breve esistenza: partecipare alle Olimpiadi. Ha superato la selezione che vedeva in lizza quarantadue profughi provenienti da diversi Paesi per entrare a far parte della squadra degli “Atleti rifugiati olimpici”. Un progetto promosso dal Cio che si sta per realizzare.
«Saranno dieci gli Atleti rifugiati a Rio», ha detto molto emozionato il presidente del Cio Tomas Bach, e tra questi è rientrata anche Yusra. «Sono felicissima, non posso spiegare quanto sono felice – ha detto la giovane siriana –. Quando me lo hanno detto ho pianto. Una medaglia a Rio? Non penso di essere ancora pronta per questo, magari posso sperare e sognare di conquistarla a Tokyo nel 2020». Accompagnati da altri dodici fra dirigenti, allenatori e medici, Yusra e la squadra dei Rifugiati olimpici verrà guidata a Rio dalla grande maratoneta Tegla Loroupe, che in questi anni si è battuta per i diritti dei rifugiati e per loro ha creato anche un campo d’allenamento in Kenya. Yusra non sarà la sola siriana della squadra: infatti nei dieci figura anche il suo connazionale – nuotatore anche lui – Rami Anis, che vive in Belgio. La nazione più rappresentata è il Sudan del Sud, con cinque elementi che gareggeranno nell’atletica: Yiech Pur Biel, James Nyang Chiengjiek e Paulo Amotun Lokoro tra gli uomini e Anjelina Nada Lohalith e Rose Nathike Lokonyen tra le donne. Due atleti anche della Repubblica Democratica del Congo, entrambi nel judo: un uomo, Popole Misenga, e una donna, Yolande Bukasa Mabika. Infine un etiope nell’atletica, Yonas Kinde.
«Ringrazio calorosamente i cinque comitati olimpici nazionali di Germania, Brasile, Belgio, Lussemburgo e Kenya, che ospitano questi atleti e li aiutano a inserirsi nel tessuto sociale dei loro Paesi », è stato il messaggio di ringraziamento del presidente Bach, che considera questa squadra e tutto il lavoro svolto per l’accoglienza e gli allenamenti degli atleti «un esempio importante di integrazione, un segno alla comunità internazionale. Sono fiero di questo programma: gli atleti non saranno solo aiutati per questi Giochi ma anche negli anni futuri. Sono stati scelti dopo processi di selezione e a Rio, durante la cerimonia d’ apertura dei Giochi, sfileranno subito prima del Brasile».
Avvenire

Tutti al motoraduno dello Stelvio per ricordare Marco "Sic" Simoncelli


L’evento in programma è il Secondo Dainese Day e si svolgerà sabato 18 e domenica 19 giugno, quest’anno in collaborazione tra con la ‘Fondazione Marco Simoncelli 58’
Bormio, 2 giugno 2016 - Un motoraduno in quotaper ricordate il campione Marco Simoncelli, che perse la vita nel Gran Premio di Sepang di Moto GP il 23 ottobre del 2011. L’evento in programma è il Secondo Dainese Day e si svolgerà sabato 18 e domenica 19 giugno, quest’anno in collaborazione tra con la ‘Fondazione Marco Simoncelli 58’. Si partirà sabato da Cermenate, in provincia di Como, per arrivare sul Passo dello Stelvio a una quota di 2.760 metri. Una volta arrivati in cima, verrà presentata la «Fondazione Marco Simoncelli 58», la onlus creata dalla famiglia del pilota. Seguirà la «Cena dei Tre versanti», in cui verranno serviti sapori e piatti valtellinesi, atesini e svizzeri. Seguirà una serata in discoteca con un concerto dei «Doctor Wood», gruppo rock and blues.
VOLO-MIL19_WEB
Il giorno successivo, domenica 19 giugno, verrà inaugurato il «Punto Fondazione Marco Simoncelli» all’interno dell’albergo Quarto Pirovano. L’evento si concluderà con la premiazione del motociclista più longevo e di quello più giovane; del centauro che arriva da più lontano e della motocicletta più datata. L’azienda agricola Marsetti, una delle più note produttrici di vini in Valtellina, sta preparando una bottiglia con il nome dell’appuntamento. (Per informazioni e prenotazioni si può contattare l’albergo Pirovano). L’obiettivo dichiarato degli organizzatori è quello di riempire di moto lo Stelvio. L’evento è stato presentato ieri in una conferenza stampa, svoltasi a Milano nella sede della Banca Popolare di Sondrio. Il vicepresidente dell’istituto di credito, Lino Stoppani, ha fatto gli onori di casa, parlando di «una bella iniziativa, raccolta con entusiasmo».
Lo Stelvio, ha aggiunto, «è l’essenza dello sport, per lo sci e per il giro d’Italia». Anche Paolo Simoncelli, il padre di Marco, ha apprezzato l’iniziativa: «Ho bei ricordi dello Stelvio, è un posto bellissimo. Non posso che ringraziarvi, io e mia moglie ci saremo». Da parte sua Simone Pasquè, titolare dello store Dainese di Como, ha ricordato: «Siamo partiti lo scorso anno con questo raduno, pensato perché i nostri clienti potessero riunirsi e fare festa. Quest’anno, con l’arrivo della Fondazione Marco Simoncelli, ci siamo arricchiti ed è diventato un appuntamento più impegnativo». Il giornalista Paolo Beltramo ha detto che si tratta «di un raduno per godere delle bellezze della zona» e ha poi sottolineato che «la Fondazione Marco Simoncelli 58 ha già raccolto più di due milioni di euro per diverse iniziative benefiche».
Più a fondo, sulle attività portate avanti dall’associazione, è andato Paolo Simoncelli: «Stiamo costruendo un centro diurno per ragazzi disabili, siamo partiti dopo tre anni di bucrazia». «È il fiore all’occhiello della Fondazione» ed è situato a 2 km da Coriano, il paese dove è cresciuto Marco, e a 4 km da Riccione, su una bassa collina che guarda il mare. Il terreno, dove prima sorgeva una casa vacanze fatta realizzare da un sacerdote, è stata concesso in usufrutto dalla Curia per 99 anni. L’opera si inserisce nella scia di quanto già fatto da Simoncelli in vita. Il campione, infatti, andava spesso a trovare i ragazzi disabili della Comunità di Montetauro a Coriano. E proprio vicino il centro la Fondazione ha deciso di costruire due appartamenti casa-famiglia per questi ragazzi.
RIPRODUZIONE RISERVATA

Insolito responso al campionato italiano di parapendio, Cornizzolo Cup 2016

Comunicato stampa per news.oggi@yahoo.it 

 Insolito responso al campionato italiano di parapendio, Cornizzolo Cup 2016, gara internazionale e campionato italiano insieme. Si fregiano del titolo ex aequo due piloti di Molveno (Trento), Luca e Nicola Donini, padre e figlio. Al terzo e quarto posto Aaron Durogati di Merano e Joachim Oberhauser di Terlano (Bolzano). Luca, di professione albergatore, già campione mondiale e due volte campione d'Europa, è oggi per la prima volta campione d'Italia. Nicola, 20 anni, aveva già conquistato il titolo nel 2013. Una famiglia con la testa fra le nuvole! La gara si è sviluppata per una settimana nei cieli lombardi, con decollo da quota 1241 m. sul Monte Cornizzolo sopra Suello (Lecco), quartier generale di tutta l'organizzazione forte di 42 addetti, e sconfinando nelle provincie di Como e Bergamo, ora sorvolando l'ondulato suolo brianzolo, ora lungo la pedemontana. Annullata la prima manche causa maltempo, nelle restanti cinque i 125 piloti provenienti da 17 nazioni, Messico, Giappone, Sud Africa, Venezuela e Nuova Zelanda le più lontane, hanno beneficiato di una meteo clemente quando non favorevole. Cosicché i parapendio, che si reggono in aria sull'onda delle correnti d'aria ascensionali, motore gratuito ed ecologico, hanno felicemente concluso percorsi tra i 51 ed i 102 km agli ordini del direttore di gara Pietro Bacchi di Biella. Divisi in classifica da una manciata di punti, il confronto tra i capolista si è fatto via via più serrato, a partire da Nicola Donini che ha messo subito un'ipoteca sul titolo con due vittorie di manche, per passare a papà Luca e per finire a Durogati, protagonista di una clamorosa rimonta dalle retrovie durante l'ultimo, estremo volo. In campo femminile vince la giapponese Nao Takada, seguita dalla venezuelana di padre italiano Joanna Di Grigoli e da Silvia Buzzi Ferrarsi che si laurea campionessa d'Italia per la decima volta. La pilota meneghina è in forza all'associazione Parapendio Club Scurbatt, cioè i corvi di Lecco, che, lungi dal menar gramo, hanno invece ben organizzato l'evento insieme all'Aero Club Lega Piloti e sotto l'egida dell'Aero Club d'Italia e della FAI, Federazione Aeronautica Internazionale. Seguono Sara Brambilla di Lecco e la laziale Lucrecia Chiartano. In classe sport, a conferma della supremazia dei piloti trentini e sud tirolesi, un vivaio che sembra inesauribile, il titolo va a Mauro Maggiolo seguito dal veneto Manuel Grandi e da Diego Ardissone di Ivrea. 

 Gustavo Vitali - Ufficio Stampa FIVL

sefnalazione web a cura di Giuseppe Serrone

VOLLEY #Olimpiadi #RIO2016, PASSA DA TOKYO IL PASS A CINQUE CERCHI

Dopo aver ospitato il torneo di qualificazione olimpico femminile che ha assicurato il pass a Cinque Cerchi per Rio 2016 all’Italia, Tokyo è il teatro anche del torneo di qualificazione maschile. Cerchiamo di analizzarlo per gli appassionati di pallavolo che sono soliti scommettere su snai.it.
SOGNANDO RIO. Nella capitale nipponica sono 8 le protagoniste di una manifestazione tanto importante quanto entusiasmante: in Brasile vanno le prime tre classificate del girone all’italiana più la miglior formazione asiatica. Dopo le prime tre giornate la Polonia guida la classifica quale unica formazione ancora imbattuta: i campioni del mondo hanno totalizzato finora 7 punti, gli stessi della Francia che nel confronto diretto si è arresa 15-12 al tie break non ha riuscendo a capitalizzare il vantaggio di 2-0 e ben 4 quattro palle match nel terzo set (poi vinto 31-29 dal sestetto di Stephane Antiga).
La Polonia è la grande favorita per la conquista di uno dei posti in palio per Rio 2016 insieme alla Francia di Laurent Tillie e alla Cina, attualmente terza insieme all’Iran di Raul Lozano a quota 6 (con 2 vittorie e 1 sconfitta a testa): il gruppo si è già spezzato e nella seconda parte figurano il Canada di Glenn Hoag e l’Australia di Roberto Santilli con 4 punti, il Giappone con 3 e in fondo il Venezuela guidato dall’italiano Vincenzo Nacci ancora fermo a 0. Mercoledì la sfida più interessante è quella tra Polonia e Cina, giovedì invece tutti gli obiettivi sono su quella che apre la giornata tra Francia e Canada, mentre venerdì è previsto il giorno di riposo. Il cammino è ancora lungo, ma la situazione si sta delineando.
Buona pallavolo a tutti!
snai

Doping, 23 positivi dopo i riesami di Londra. Olimpiadi di Rio a rischio

Provengono da 6 nazioni, toccano 5 sport e sono attualmente in corsa per la partecipazione a Rio 2016

ROMA - Si allarga lo scandalo doping mondiale. Sono 23 gli atleti di Londra 2012 trovati positivi dopo il primo riesame delle provette. Provengono da 6 nazioni, toccano 5 sport e sono attualmente in corsa per la partecipazione a Rio 2016 che a questo punto è a rischio. Lo annuncia il Cio. I riesami con nuove tecnologia hanno riguardato 265 atleti. Lo stesso tipo di riesame aveva già individuato 31 casi positivi per Pechino 2008. Per dichiarare la piena positività bisogna ora attendere una seconda controanalisi
 Il Cio, come annunciato, ha diffuso dunque i risultati di 265 nuovi test effettuati con alcune tecnologie innovative e che hanno preso in esame le provette depositate durante l'Olimpiade inglese, disputata nell'estate 2012. Dai test sono emersi numeri che comprovano positività di atleti e coinvolgono varie discipline, ma solo dopo le controanalisi - riferisce il Cio - "potrà essere svelata l'identità degli atleti coinvolti". Dei 31 casi riconducibili alle Olimpiadi 2008 a Pechino, che dovrebbero diventare 32, dopo che il Cio ha rivelato che "esiste un altro test dal quale emergono parametri spropositati", 14 coinvolgono atleti russi (10 medagliati con un oro, quattro argenti e cinque bronzi): otto sono dell'atletica, inclusa la saltatrice in alto Anna Chicherova, due dai pesi e uno invece coinvolge un'ostacolista spagnola, Josephine Onyia. "Le nuove analisi - spiega il presidente del Cio, Thomas Bach - dimostrano, ancora una volta, la nostra determinazione nella lotta al doping. Vogliamo tenere lontano dall'Olimpiade di Rio chi ha barato. Ho già nominato un'apposita commissione che, per conto del Cio, avrà pieni poteri decisionali sulle eventuali sanzioni da infliggere agli atleti". 
Corriere dello Sport

Giro d'Italia 2016, Nibali vince la corsa rosa e bissa il successo del 2013

Vincenzo Nibali (Astana) è il vincitore della 99/a edizione del Giro d'Italia di ciclismo. Al termine della corsa partita da Apeldoorn (Olanda) il 6 maggio, e conclusasi oggi con la passerella di Torino, ha preceduto il colombiano Chaves di 52" e lo spagnolo Valverde di 1'17". E' il secondo Giro vinto da Nibali, già trionfatore nel 2013. Vincenzo Nibali ha tagliato il traguardo di Torino alzando il braccio del compagno Michele Scarponi. Un omaggio al suo gregario che lo ha sostenuto durante tutto il Giro. Prima i due si erano scambiati una pacca sulla spalla in segno di festa. "E' stata un'emozione bellissima per tutto il percorso, poi entrare qui nel circuito, con tutta quella folla, che dire...eccezionale, non ci sono parole...": così Vincenzo Nibali, fresco vincitore del Giro d'Italia, ai microfoni della Rai, dopo aver tagliato il traguardo finale a Torino. "Sono grandi emozioni", aggiunge il siciliano che è stato oggi raggiunto nel capoluogo piemontese dalla famiglia: "Sono partiti tutti ieri sera e oggi sono arrivati qui,. Avrò la possibilità di abbracciarli tutti".
SUB IUDICE L'ULTIMA VOLATA - La giuria del Giro d'Italia ha assegnato al tedesco Nikias Arndt (Team Giant) la vittoria dell'ultima tappa del Giro d'Italia, da Cuneo a Torino. Giacomo Nizzolo, primo al traguardo, è stato declassato perché la sua azione allo sprint è stata ritenuta irregolare. Sul podio con Arndt (Giant) salgono Matteo Trentin (Etixx), secondo, e Sacha Modolo (Lampre), terzo. E' la settima vittoria tedesca al Giro 2016. "Non posso fare altro che accettare il verdetto della giuria, ma è una decisione ingiusta perché so di aver fatto i movimenti giusti". Giacomo Nizzolo, vincitore di tappa declassato dalla giuria in favore del secondo arrivato, il tedesco Nikias Arndt, non nasconde la sua delusione. "Se hanno visto questo accetto la decisione - spiega - andrò a casa non felice, ma sapendo che una tappa al Giro la valgo". La giuria ha declassato Nizzolo per aver ostacolato la volata di Modolo stringendolo all'esterno. Il Giro si conclude senza vittorie azzurre in volata
PIOGGIA E CADUTE - Nuova caduta in gruppo lungo il circuito cittadino di Torino, arrivo dell'ultima tappa del Giro d'Italia: ne hanno fatto le spese, tra gli altri, i colombiani Uran Uran e Chaves. I due colombiani si sono rialzati. La strada è resa viscida dalla pioggia caduta in mattinata. Eventuali ritardi accumulati all'arrivo non determineranno comunque effetti sulla classifica in virtù della decisione della giuria di neutralizzare i tempi al primo passaggio degli otto previsti nel circuito cittadino.
A 6 chilometri dal traguardo rovinosa caduta di Sonny Colbrelli. Il corridore della Bardiani, che stava tentando un allungo, è rimasto a terra dopo un pauroso capitombolo causato dal contatto tra il suo braccio sinistro e uno spettatore ai lati della strada.
Scivolone senza gravi conseguenze per Esteban Chaves, nel corso della 21/a e ultima tappa del Giro d'Italia, da Cuneo a Torino. Il colombiano, secondo nella classifica generale del Giro, complici una distrazione dettata dal clima di festa che si respira in gruppo e la strada resa viscida dalla pioggia, ha perso il controllo della bici. Con lui sono caduti anche altri corridori dell'Orica, tutti prontamente rientrati in gruppo. Nella stessa caduta è rimasto coinvolto il danese della Lotto Soudal Lars Bak che invece è stato costretto al ritiro.
Nibali: "libero da pressioni, ed è stata svolta" - Il guizzo del fuoriclasse, la giocata che risolve una gara dopo una prestazione opaca. E' stato cosi' il Giro di Vincenzo Nibali, apatico per diciotto tappe, tra una condizione che tardava ad arrivare, strategie sbagliate e un campione in crisi d'identità che non si riconosceva più. "Non sono più io", la frase pronunciata non più tardi di martedì scorso, sembrava l'epitaffio in calce a una resa firmata dopo l'ennesima sberla rimediata sul Fai della Paganella, mica lo Zoncolan. Ma il campione non abdica mai a se stesso. Due tappe di quelle toste, con montagne vere da scalare, e riecco il Nibali vincitore di Tour, Giro e Vuelta a dettare legge sulle Alpi. All'inferno e ritorno in due giorni e sorpasso in vetta. Roba da campioni, appunto. "Il clic - spiega - è scattato quando mi sono detto che vincevo o perdevo alla fine era importante si', ma era la stessa cosa. E' stato allora che mi sono liberato di tutte le pressioni e di tutti i pensieri. Non è stato facile questo Giro, vissuto da favorito, con tutti i fari addosso. Mi è stata vicino la squadra, ma anche i colleghi di altri team che mi dicevano che poteva succedere ancora di tutto nell'ultima settimana. E poi il pubblico, un affetto straordinario sulle strade".
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA