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Formula 1, Gp Spagna: trionfa il 18enne Verstappen davanti a Raikkonen e Vettel

Il 15 maggio 2016 è un giorno che verrà ricordato a lungo nella storia della Formula 1. Max Verstappenal debutto sulla Red Bull dopo la promozione dalla Toro Rosso, trionfa nel Gran Premio di Spagna e a 18 anni diventa il più giovane vincitore di sempre di un Gp, polverizzando il record (21 anni) che apparteneva a Sebastian Vettel. Proprio il tedesco è terzo, alle spalle dell’altraFerrari di Kimi Raikkonen. Entrambi delusi per non aver approfittato dell’incredibile suicidio delle due Mercedes, che si auto eliminano alla terza curva. Ma la gara – finalmente appassionante, tesa fino all’ultimo metro, caratterizzato da pochi sorpassi e dal dominio della strategia – incorona il predestinato, figlio d’arte che ha già ampiamente superato il padre Jos: la Red Bull non vinceva dal 2014 e torna davanti a tutti grazie a un ragazzino appena maggiorenne. E la sensazione è che quello di oggi sia solo il primo successo di una grande carriera.
Prima di oggi un po’ tutti pensavano che la Mercedes si potesse battere soltanto da sola. E il Gp di Barcellona lo conferma. La partenza ravvicinata, e l’ennesimo sorpasso allo start, accendono la miccia che fa esplodere la rivalità traNico e Lewis, compagni sempre più rivali. Dopo la qualifica Rosberg aveva stuzzicatoHamilton, ricordandogli come nonostante le tre pole non fosse mai riuscito a passare in testa la prima curva. Succede anche inSpagna: il tedesco leader del mondiale lo brucia, ma scatena la reazione di Hamilton che prova subito il controsorpasso. E qui succede il pasticcio: Rosberg gli chiude la porta cambiando traiettoria e lo butta fuori, ma sull’erba l’inglese perde il controllo della sua monoposto e travolge il compagno. Risultato: tutte e due le Mercedes fuori al primo giro. E gara apertissima per tutti gli altri.
Ad approfittarne, però, non sarà la Ferrari, che resta seconda anche quando i primi escono di scena. La partenza di entrambe le rosse è rivedibile (Raikkonen perde subito quattro piazze, Vettel dopo aver provato ad essere aggressivo si fa passare da Verstappen eSainz). Quando si rimettono in carreggiata, inizia una lunga gara di posizione e strategia, all’inizio all’inseguimento di Ricciardo che sembra lanciato verso il successo. Ma i pit-stop rimescolano le carte in pista: alla seconda sosta, l’australiano è il primo a fermarsi, seguito subito da Vettel ma non da Verstappen. Nel gioco delle coppie, anche Raikkonen assume la stessa strategia dell’olandese. La corsa diventa una partita a scacchi: la Ferrari di Vettel prova ad anticipare all’estremo il terzo stop (si riferma dopo appena 11 giri), Ricciardo fa l’opposto. Ma la strategia giusta è quella a due soste. Così con un long run di oltre trenta giri, che non era mai stato provato, la vittoria se la giocano a sorpresa Verstappen e Raikkonen. Max e Kimi, il giovane e il vecchio: tra loro ci sono 18 anni di differenza e pochi centesimi in pista. Il finale in questa lotta a due coppie è emozionante. Per il podio Ricciardo esagera in staccata, ma Vettel lo ricaccia indietro e poi l’australiano fora a un giro dalla fine, riuscendo comunque a salvare il quarto posto. Raikkonen invece non riesce mai neanche a tentare la zampata vincente, nonostante la sua Ferrari sembri averne un po’ di più. Ma la Red Bull dà il meglio nel terzo settore, l’unico punto favorevole ai sorpassi di un tracciato difficile. L’olandesino volante va fino in fondo, senza tremare mai, senza una sbavatura. E riscrive la storia dellaFormula 1.
Forse era quasi destino che le Mercedes dovessero lasciare strada al predestinato. Ma la loro uscita fa molto rumore. Tutta la squadra si ritrova in una riunione concitata dopo l’incidente. “Una manovra stupida, inaccettabile”, attacca il presidente Niki Lauda. Che prende le parti di Rosberg: “È più colpa di Lewis, è lui che ha attaccato”. Come dire che le gerarchie, in pista dopo la prima curva e forse anche in casa Mercedes, erano fatte. Ma il campione in carica non poteva accettarlo. Più diplomatico il team principal Wolfe, che parla di “incidente di gara normale, che però non può capitare fra due macchine della stessa scuderia”. Difficile ricucire. Dopo Barcellona nulla sarà più come prima. Rosberg e Hamilton da compagni diventano nemici. Dovranno guardarsi da Verstappen e dalla Red Bull, rivali forse più credibili della Ferrari, ma soprattutto da se stessi. Il mondiale è riaperto. E anche molto più bello.
fonte: Il Fatto Quotidiano

Sassuolo-Inter 3-1, Di Francesco chiude sesto e spera nell'Europa League

Una doppietta di Politano e un gol di Pellegrini regalano il successo ai neroverdi: si qualificheranno ai preliminari se sabato il Milan dovesse perdere la finale di Coppa Italia con la Juve. I nerazzurri concludono con una sconfitta: espulso Murillo

L'esultanza del Sassuolo. Ansa
L’Inter piena di stranieri deraglia ancora, fa festa il Sassuolo del made in Italy che vince 3-1 con le reti di Politano (doppietta) e Pellegrini e vede i preliminari di Europa League. Le basterà che sabato prossimo la bulimica Juve batta il Milan nella finale di Coppa Italia. Per l'Inter segna Palacio, "vecchietto" da cui molti compagni semi indolenti e amanti della giocata ad effetto farebbero bene a imparare grinta, essenzialità e intelligenza calcistica.
POLITA...SÌ — Di Francesco preferisce il baby Pellegrini a Missiroli, davanti c’è Politano al posto dello squalificato Berardi. Mancini tiene tutti i Primavera in panchina, a sinistra punta su Telles, in mezzo c’è Melo, non Gnoukouri. Squadra a specchio con l’avversario, Brozovic fa l’interno destro e Jovetic si muove da centravanti, con ai lati Palacio ed Eder. Gli emiliani passano già al 6’, con Juan Jesus che si perde dopo un tackle di Brozovic, Politano calcia da fuori e una deviazione di Murillo spiazza Carrizo. L’Inter a questo punto inizia a ruminare un calcio lento, che non trova quasi mai sbocchi, mentre il Sassuolo quando riparte fa male. E al 26’ raddoppia: Magnanelli pesca il taglio dell’ex Duncan, bravo a mettere in mezzo dove non arriva per un soffio Sansone, ma ci pensa Pellegrini, complice la mancata diagonale di Telles. Proteste interiste perché Murillo era a terra dopo un contrasto con Defrel. I padroni di casa qui però si rilassano e l’Inter va vicina al gol prima con Eder poi con Jovetic (il più intraprendente dei suoi), che esalta Consigli. Il quale subito dopo deve però arrendersi a Palacio, liberato da Brozovic dopo un errore di Magnanelli. Complice anche il terreno scivoloso per la pioggia che si abbatte su Reggio, il match è un frullato di errori marchiani e grandi giocate. Ma Telles dietro resta impresentabile e Politano al 39’ mangia in testa al brasiliano sul cross di Gazzola per il 3-1 che chiude il parziale.
ROSSO E BABY — La ripresa si apre senza cambi e con una spizzata gol di D’Ambrosio annullata per un fuorigioco che però è di Eder. La beffa arriva poco dopo, quando Murillo commette un fallo da ammonizione su Falcinelli (appena entrato al posto di Defrel), manda più volte a quel paese l’arbitro Gervasoni e completa il suo impresentabile girone di ritorno con un rosso. Mancini a questo punto richiama Carrizo, Kondogbia e Palacio per dare spazio a Nagatomo e ai baby Radu e Della Giovanna. Di Francesco risponde concedendo la passerella ai goleador Pellegrini e Politano. Il Sassuolo è sesto con pieno merito. Per coronare il sogno europeo però deve sperare bel cannibalismo juventino.
gazzetta.it

Il Sassuolo che dà lezioni a Milano

Se il Sassuolo chiude il campionato battendo nettamente l’Inter – e non è nemmeno l’unica delle grandi ad aver battuto, a cominciare dalla Juventus – e tenendo sotto il Milan di quattro punti, vuol dire che qualcosa sta succedendo. E che i tempi stanno cambiando. Forse anche che torniamo, sia pure molto parzialmente, all’equilibrio di 15 o 20 anni fa, quando cioè fra le solite note si inseriva anche qualche altra squadra: fosse la Lazio, il Parma o la Fiorentina. Detto che la Juve – lo abbiamo ripetuto mille volte – è due o tre gradini sopra le altre, oggi Napoli e Roma sono realtà più solide e affidabili delle due milanesi. Soprattutto il Milan, che per il terzo anno consecutivo rischia di fallire la qualificazione alle Coppe, a meno che non vinca la finale di Coppa Italia contro la Juve.
Non c’è da infierire troppo, di analisi di Inter e Milan ne abbiamo già fatte infinite. Milano ha un grande passato pieno di vittorie e di trofei e vale per quello, il presente ha i volti incerti di Thohir e Mancini, Berlusconi e Brocchi, il futuro è una scommessa. Sia pure nell'incertezza più assoluta l'Inter ha ancora qualche carta da giocare, il Milan berlusconiano invece è quasi sull'orlo dello spegnimento, dell'estinzione. Nella piccola Sassuolo, piccola ma anche discretamente ricca e organizzata, con un forte nucleo italiano, con un allenatore emergente e in rampa di lancio ma già con una discreta esperienza, fanno calcio decisamente meglio che al Milan. E forse anche dell'Inter che gli sta pochi punti più sopra. I tempi cambiano, decisamente. Forse il Milan troverà qualche investitore cinese disposto a rilevarlo, di certo ci vuole un taglio netto col passato. Ho il sospetto che  se al posto di Berlusconi ci fosse stato Squinzi, se Di Francesco si fosse seduto sulla panchina di Brocchi, se il dg Carnevali avesse fatto il mercato al posto di Galliani, e se Sansone, Defrel e Berardi avessero giocato al posto di Balotelli, Luiz Adriano e Montolivo, il Milan si sarebbe sicuramente qualificato nelle Coppe - forse anche in Champions League, toh... - risparmiandoci pure parecchi milioni.
repubblica.it

STASERA SASSUOLO-INTER: IN BALLO C’È UN POSTO IN EUROPA LEAGUE


Una chiusura del genere, pochi o forse nessuno se la sarebbero sognata così.
Sassuolo-Inter, stasera con fischio d’inizio alle ore 20.45 al Mapei Stadium, concluderà la magnifica stagione dei neroverdi, che potrebbe diventare indimenticabile in caso di 6° posto e accesso all’Europa League. Non basterà però battere la squadra di Mancini, già certa del 4° posto, per brindare allo storico accesso alla seconda competizione continentale; oltre a rimanere davanti al Milan, che insegue con un punto in meno e sarà impegnato, ovviamente alla stessa ora, a San Siro contro la Roma, bisognerà incrociare le dita e sperare che i rossoneri non vincano la finale di Coppa Italia, la prossima settimana, contro la Juventus.
Intanto, però, l’obiettivo devono essere i 3 punti contro l’Inter per fare il proprio massimo, missione tutt’altro che semplice.

LA VIGILIA

L’Inter arrivata a Reggio Emilia schiererà comunque una formazione competitiva, con turnover limitato e il solo Carrizo a sostituire lo squalificato Handanovic tra i pali.
Per mister Eusebio Di Francesco quindi, attenzione massima: “Stiamo facendo la storia, per i punti e la posizione in classifica che abbiamo, ora dobbiamo completare l’opera – ha detto il trainer neroverde nella conferenza della vigilia – Se pensiamo all’Europa League dovremo attendere la finale di Coppa Italia tra Juventus e Milan, ma ora dobbiamo pensare a mantenere il sesto posto. Abbiamo costruito qualcosa di importante, le basi per crescere e migliorarci. Il Sassuolo in tre anni ha fatto qualcosa di grande, se si pensa agli anni precedenti è un grandissimo percorso di crescita. Siamo padroni del nostro destino e dobbiamo concentrarci solo sulla nostra gara, che dobbiamo vincere, senza pensare a quello che accadrà a San Siro”.
Sul fatto che l’Inter possa giocare… alla leggera, DiFra non ha dubbi: “E’ giusto che tutte le squadre giochino al meglio per fare il bene della propria società, come ha fatto il Verona con noi. Deve essere sempre così, come succede all’estero, le partite facili nel calcio non devono esistere. L’Inter giocherà al massimo e saprà metterci in difficoltà, dovremo essere bravi a gestire quei momenti della gara”.
primapaginareggio.it

F1 GP Spagna, Sky Sport e la programmazione esclusiva

La Formula 1 fa tappa in Spagna per il quinto appuntamento della stagione: scatta domani il Gran Premio di Spagna, in diretta esclusiva su Sky Sport F1 HD (canale 207). Fino a domenica 15 maggio, tutto live anche sui 5 canali del mosaico interattivo in HD. Le qualifiche e la gara live anche su Sky Sport 1 HD (canale 201). 
Sarà un weekend ricco di appuntamenti, con Maurizio Arrivabene ospite al Paddock Live Show di venerdì, alle 18.45. Il Team Principal Ferrari spiegherà la situazione della squadra e risponderà alle domande Social degli spettatori da casa. 
Inoltre, durante il fine settimana in programma:  
·         “Uomo del Mirino”: riflettori puntati su Nico Rosberg 
             ·         Fernando Alonso, in versione cicerone, racconta la sua storia presentando il suo museo   
·         Intervista “click” con Wehrlein, il rookie nel mirino di Mercedes
·         “Hot Lap”: un giro in Spagna tra gli episodi decisivi del 2015
·         Clip story: tutti gli episodi chiave nella storia del GP di Spagna
·         Il weekend dei ferraristi: parole, gesti e fatti nel pre gara 
·         “Il Mistero di Turrini”: ricordando Gilles e l’impresa spagnola…
·         Team Day: venerdì focus sulle Toro Rosso

LA PROGRAMMAZIONE - Su Sky sarà possibile vivere in diretta tutte le fasi di avvicinamento al quinto appuntamento della stagione di Formula 1. A partire dalla conferenza stampa piloti, in programma domani, giovedì 12 aprile, alle 15. Alle 17, appuntamento con Paddock Live Pit Walk.     
Venerdì 13 maggio, alle 9.45, il Paddock Live introdurrà la prima sessione di prove libere di F1, in onda alle 10.00 (post dalle 11.30).
Alle 12 torna la GP2 con le prime prove libere, mentre la seconda sessione di quelle della F1 scatterà alle 14 (pre dalle 13.45 e post dalle 15.30). Alle 15.55 in programma le qualifiche della GP2, mentre alle 16.45 le prove libere della Porsche Super Cup e alle 17.50 quelle di GP3
Alle 18.45 il Paddock Live Show, che riassumerà i temi della prima giornata in pista, e alle 19.30 conferenza stampa dei Team Principal.   
Sabato 14 maggio, alle 11, in onda la terza sessione di prove libere di F1 (pre dalle 10.45 e post dalle 12). Prima però, in diretta le qualifiche della GP3, alle 9.40.
Alle 12.25 in onda le qualifiche di Porsche Super Cup, mentre quelle della F1 saranno live in esclusiva dalle 14 anche su Sky Sport 1 HD (repliche sul canale 207 alle 1921 emezzanotte), anticipate dal Paddock Live delle 13 e seguite da quello delle 15.15.
Chiudono il programma la gara della GP2 (alle 15.40), gara 1 della GP3 (alle 17.15) e il Paddock Live Show delle 18.15.  
Domenica 15 maggio, su Sky Sport F1 HD e Sky Sport 1 HD si parte alle 9.10 con la gara 2 della GP3, si prosegue alle 10.20 con la sprint race GP2 e, prima di entrare nel vivo della Formula 1, si chiude con la gara della Porsche Super Cup in onda alle 11.30
Alle 12.25 il via al Paddock Live che guiderà gli appassionati fino al semaforo verde della gara di F1, che si accenderà alle 14 in diretta esclusiva anche su Sky Sport 1 HD (in replica alle 17). Seguirà il post gara (dalle 16) e alle 16.30 “Ultimo Giro”, con le domande da casa attraverso i canali Social di Sky Sport F1 HD.
Alle 19, appuntamento con Race Anatomy, per analizzare i temi del weekend. In conduzione Fabio Tavelli,  ospiti Leo Turrini, Matteo Bobbi, Francesco Mandelli e Fabiano Vandone.  
IL RACCONTO DI SKY - La telecronaca della Formula 1 è di Carlo Vanzini, affiancato da Marc Gené. Insieme a loro, Roberto Chinchero. Padrona con il suo Paddock Live è Federica Masolin. Accanto a lei, Jacques Villeneuve e Davide Valsecchi, titolare del “Muretto Sky”.
Lucio Rizzica racconta GP2 e GP3 con Marcello Puglisi, mentre la coppia Massimo Discenza-Puglisi commenta la Porsche Super Cup. Inviata ai box Mara Sangiorgio. Fabio Tavelliconduce “Race Anatomy”, Marta Abiye e Fabiano Vandone guidano gli approfondimenti tecnologici di “High Tech”.
Orari eventi F1
GIOVEDI 12 MAGGIO
ore 15: conferenza stampa piloti
ore 17: Paddock Live Pit Walk

VENERDI 13 MAGGIO
ore 9.45: Paddock Live 
ore 10.00: prove libere 1 F1   
ore 11.30: Paddock Live 
ore 12.00: prove libere GP2 
ore 13.45: Paddock Live    
ore 14: prove libere 2 F1   
ore 15.30: Paddock Live    
ore 15.55: qualifiche GP2 
ore 16.45: prove libere Porsche Super Cup
ore 17.50: prove libere GP3   
ore 18.45: Paddock Live Show
ore 19.30: conferenza stampa Team Principal

SABATO 14 MAGGIO
ore 9.40: qualifiche GP3   
ore 10.45: Paddock Live 
ore 11.00: prove libere 3 F1
ore 12.00: Paddock Live 
ore 12.25: qualifiche Porsche Super Cup
ore 13.00: Paddock Live   (anche su Sky Sport 1 HD)
ore 14.00: qualifiche  F1  (anche su Sky Sport 1 HD) - Repliche alle 19, 21 e mezzanotte  
ore 15.15: Paddock Live     (anche su Sky Sport 1 HD)
ore 15.40: gara GP2 
ore 17.15: gara 1 GP3   
ore 18.15: Paddock Live Show

DOMENICA 15 MAGGIO
ore 9.10: gara 2 GP3    (anche su Sky Sport 1 HD)
ore 10.20: sprint race GP2   (anche su Sky Sport 1 HD)
ore 11.30: gara Porsche Super Cup (anche su Sky Sport 1 HD)
ore 12.25: Paddock Live  (anche su Sky Sport 1 HD)
ore 14.00: gara F1 (anche su Sky Sport 1 HD) – Replica alle 17 
ore 16: Paddock Live  (anche su Sky Sport 1 HD)
ore 16.30: “Paddock Live – Ultimo Giro”  (anche su Sky Sport 1 HD)
ore 19: Race Anatomy 
ore 20.30: sintesi GP Spagna  
quotidiano.net

Il Giro arriva in salita: Valverde sfida Nibali a Roccaraso

Oggi la sesta tappa, lo spagnolo è in forma e potrebbe puntare alla maglia rosa. Attenzione al giovane colombiano Chaves
Oggi il Giro, nella sesta tappa da Ponte a Roccaraso, potrebbe emettere già alcuni verdetti, non tanto su chi lo vincerà ma probabilmente su chi invece non potrà più conquistarlo. E’ in programma infatti il primo finale in salita, dopo una tappa breve (”soltanto” 157 km) ma tutta di montagna. Dopo appena 20 km si salirà infatti per quasi 40 km verso Bocca di Selva, lungo pendenze non difficili ma costanti. La parte intermedia della tappa sarà caratterizzata da continui saliscendi che introdurranno, dopo Castel di Sangro, alla salita finale, quasi 18 km con pendenza media del 4,8% e punte al 12%.  

E’ il giorno di Valverde?  
La salita di Roccaraso si addice molto al fuoriclasse spagnolo Alejandro Valverde, che ieri ha rosicchiato 4” agli altri uomini di classifica e confermato l’ottima condizione di questa prima parte della stagione. Nella quale, va ricordato, il fuoriclasse murciano ha conquistato la Vuelta a Andalucia, la Vuelta a Castilla y Leon e la sua quarta Freccia Vallone. Finora in questo Giro lo spagnolo ha disputato un’ottima cronometro, è stato quarto nella tappa di Praia a Mare e si è dimostrato molto sveglio e astuto anche ieri. E’ pronto per fare il colpaccio a Roccaraso e arrivare così con un certo vantaggio sulle Dolomiti e sulle Alpi Piemontesi, dove invece dovrà difendersi perché sono scalate un po’ troppo severe per lui.  

Come sta Chaves?  
Nessuno ne parla, eppure il giovane colombiano Esteban Chaves potrebbe rappresentare la variabile impazzita e incontrollabile di questo Giro. I pronostici per la Maglia Rosa finale gli antepongono Nibali, Valverde e Landa, motivo per cui il corridorino della Orica Greenedge godrà sicuramente di una certa libertà d’azione. Se Chaves oggi scatterà chi gli andrà dietro? Dovrebbe essere Nibali, il favorito, che però diventerebbe vulnerabile per eventuali contrattacchi di Valverde o Landa. Attenzione, dunque, perché Chaves a Praia a Mare aveva concluso nono con i big, apparentemente senza nemmeno faticare troppo. In classifica il colombiano è undicesino a poco più di mezzo minuto dal leader. Il balzo verso il trono rosa è tutt’altro che impossibile. 

Spazio alle fughe?  
Un’altra ipotesi per oggi è che possa avere successo una fuga a lunga gittata, magari sfruttando il marcamento reciproco da parte degli uomini di classifica. E allora avrebbero buon gioco corridori come Pirazzi della Bardiani, Niemec della Lampre, Atapuma della Bmc o Zilioli della Nippo Fantini (sempre che abbia smaltito i postumi della brutta caduta di ieri). In ogni Giro, intorno alla sesta-settima tappa, gli aspiranti alla maglia rosa spesso allentano un po’ la tensione e si limitano a una corsa nella corsa, lasciando spazio agli eroi di giornata. Oggi potrebbe essere la loro occasione, almeno per la vittoria di tappa. 
lastampa.it

Giro, Greipel, Kittel e baby Rick: sfreccia la Germania dei nuovi Zabel

E adesso chiamatele "volaten". Sì, perché i velocisti ormai parlano una sola lingua, il tedesco di André Greipel e Marcel Kittel, ma anche di John Degenkolb, Gerald Ciolek, Erik Zabel, Olaf Ludwig. Insomma, la scuola teutonica della velocità ha radici nobili e frutti preziosi, ha una tradizione che affonda nel passato e un presente ricco di braccia alzate. La tappa di Benevento ne è un esempio, con il gorilla Greipel che raccoglie lo scettro del gigante Kittel e rovescia tutti nei trecento metri che lo separano dal traguardo. Uno sprint di potenza, a bocca aperta, in apnea, scavando solchi alle spalle. Come avevamo visto fare a Kittel in terra d'Olanda. Su tre arrivi per velocisti, il punteggio è da partita senza storia: 3-0 per la Germania.
IL GORILLA E GLI ALTRI — Greipel non è una sorpresa. Pro' dal 2005, ha infilato qualcosa come 139 vittorie in carriera. Nel 2007 è l'apripista di Mark Cavendish nella T-Mobile, prima di trovarselo contro, da avversario, nel 2011, quando Greipel passa alla Omega Pharma-Lotto, poi Lotto-Belisol: l'attuale Lotto-Soudal. A Benevento è arrivata la sua quarta vittoria al Giro. Quattro sono anche i successi alla Vuelta, mentre al Tour ne ha centrate dieci, di cui quattro solo nel 2015. Prima della partenza dall'Olanda, aveva bollato la sua primavera come la peggiore della carriera: si sta rifacendo. Greipel ha 33 anni, Marcel Kittel 28, e anche lui ha incrociato le ruote con l'ex re dello sprint Mark Cavendish. Al Tour del 2013, dopo aver masticato quattro sconfitte, Cav lo incensò: "Questo è più bravo di me, sarà la prossima star". Previsione azzeccata: l'anno successivo, il bel Marcel si prese altre quattro vittorie in Francia, oltre alle due nel Giro d'Italia. Il 2015 fu un anno storto, l'ultimo con la Giant prima di approdare all'Etixx-Quick Step, la corazzata belga che lo ha aiutato a tornare sul trono dei velocisti. Alla Giant, il padrone della velocità è un altro tedesco, John Degenkolb. Vittima di un brutto incidente durante gli allenamenti a gennaio, sta recuperando ora la forma. L'anno scorso però, il sergente Degenkolb si è aggiudicato la volata della Milano-Sanremo davanti a Kristoff e ha battuto tutti nel velodromo di Roubaix confermandosi tra i migliori nelle corse di un giorno. Greipel, Kittel e Degenkolb non hanno solo la straordinaria attitudine allo sprint in comune. I tre condividono anche origini e formazione. Greipel è di Rostock, la città di Ullrich, ed è cresciuto con il mito di Olaf Ludwig; Kittel è di Arnstadt, in Turingia, e ha "studiato" sport a Erfurt; Degenkolb è di Gera, la città di Ludwig: si è trasferito all'età di due anni in Baviera, ma per gareggiare è tornato in Turingia. Le loro radici si intrecciano e affondano insieme nei territori della Germania dell'Est. Qua operava il Thuringer Energie Team, famosa squadra giovanile con sede a Erfurt e Gera che ha svezzato Kittel e Degenkolb e ha avuto tra le proprie fila anche Greipel e un campione a cronometro come Tony Martin.
I NIPOTI DI ZABEL — Tornando alla Sanremo, anche un altro tedesco oltre a Degenkolb si era aggiudicato di recente la Classicissima: Gerald Ciolek, con la Mtn-Qhubeka, nel 2013, l'anno della bufera di neve e della neutralizzazione a Ovada. Classe 1986, Ciolek era stato campione di Germania a 18 anni battendo in volata Forster e Zabel, a 19 anni è diventato iridato under 23 e a 20 professionista, prima di riemergere vincitore nella classica di primavera. Ma se si parla di Sanremo, non si può non pensare a Erik Zabel, che questa corsa se l'è aggiudicata quattro volte. "Mister Sanremo" ha fatto fortuna in Italia, ma non al Giro, che ha corso solo in due occasioni. La corsa rosa si è rifatta in questi giorni dando la copertina ai suoi "nipoti" Greipel e Kittel. E pure al figlio (stavolta non in senso metaforico), il giovanissimo Rick Zabel. L'anno scorso, il 22enne della Bmc ha esordito al Giro con l'etichetta di più "piccolo" al via. Quest'anno, tra Arnhem e Benevento ha già ottenuto due piazzamenti nella top 10. Meglio tenerlo d'occhio alle prossime "volaten".
Gazzetta dello Sport