Sport Land News

Giappone: 1-0 al Camerun nel gruppo E


(ANSA) - Il Giappone ha battuto il Camerun per 1-0 a Bloemfontein in una partita del gruppo E. Rete di Honda al 39' del primo tempo. Nel secondo tempo il Camerun esercita molto possesso. La prima occasione per il pareggio e' al 49' con Moting che tira di poco a lato su cross di Eto'o. Poi, all'85' Mbia da fuori area colpisce la traversa con Kawashima battuto.

Dopo il successo dell'Olanda sulla Danimarca, per il Gruppo E a Bloemfontein scendono in campo Giappone e Camerun. C'è molta attesa per vedere all'opera Eto'o e compagni, dati da molti come una delle migliori formazioni africane. Arbitra il match il portoghese Benquerenca.

39° HONDA!!! GIAPPONE IN VANTAGGIO La rete - Traversone dalla destra, la difesa si preoccupa di Okubo ma lascia libero Honda che stoppa sul secondo palo e da due passi insacca

Partita che regala pochissime emozioni per 38', sino a quando Honda segna la rete che porta in vantaggio il Giappone. Camerun davvero brutto da vedere con Eto'o troppo lontano dall'area di rigore, Webo che fa vanamente a sportellate e Choupo-Moting inesistente. Il Giappone non dà spettacolo, ma in difesa raddoppia sistematicamente e non concede spazi. Bene i nipponici sulle corsie laterali d'attacco: i cross in area sono sempre una sofferenza per gli africani di Le Guen.

Fischia l'arbitro: Giappone batte Camerun 1-0

E' già tifo per l'Italia: attesa la Nazionale


E' proprio vero: l'unica cosa che riesce ad unire gli italiani è il gioco del calcio. Quando gioca la Nazionale. A pochissime ore dal fischio d'inizio della gara d'esordio ai mondiali di calcio in Sudafrica dell'Italia contro il Paraguay, l'Italia e con essa naturalmente anche Termoli s'è desta, la nostra città è un continuo fiorire di tricolori che spuntano sui balconi delle case e non solo.

Anche su Facebook il tam tam mediatico è forte: "Forza tirate fuori l'orgoglio italiano, esponete la bandiera dalle vostre case". I negozi di articoli specifici all'evento, vivono un crescendo di richieste di bandiere, trombe (novità) non più a gas che, una volta esaurite, erano da buttare; ora sono ad aria e si ricaricano a mano, tric e trac e tutto quanto serve a far "casino". Anche lo scetticismo verso gli uomini di Lippi sembra come d'incanto sparito.

"Vinciamo 3 a 1", "No, 2 a 0", "Basta anche l'1 a 0 e palla al centro"- dice un altro, insomma la febbre ‘mundial’ ha prevalso su tutto. Questa sera a Termoli saranno impiantati diversi maxi schermi, uno al borgo antico in piazza Duomo, organizzato dai locali della piazza, un altro come appendice della festa di Sant'Antonio. Don Silvio ha voluto questa cosa davanti alla chiesa e ci sarà tanta gente, un altro ci dicono sarà in via Inghilterra.

Noi seguiremo le emozioni azzurre davanti a quello della chiesa di Sant'Antonio per il nostro sito e vi racconteremo dettagliatamente tutto quanto accadrà e naturalmente al grido di "Forza Azzurri!!!!!!!!!!!"

WALTER SCOTTI

CALCIO, MONDIALI: OLANDA-DANIMARCA 2-0

L'Olanda ha sconfitto 2-0 la Danimarca in un match valido per la prima giornata del gruppo E dei Mondiali. L'incontro è stato deciso da un autogol di Agger in apertura di ripresa e dal raddoppio firmato da Kuyt all'85'. In attesa della partita Giappone-Camerun, in programma alle 16, la nazionale 'orange' si porta al comando del girone con 3 punti.
(14/06/2010) (Spr)

Italia - Paraguay: moduli e probabili formazioni


L'attesa è finita. Ora si fa sul serio. La Coppa non è più nostra. Ma i campioni del mondo in carica siamo ancora noi. E allora dimostriamolo a tutti. Per primi a noi stessi. Alla faccia della Fifa che ha fatto alzare la coppa a Vieira, alla faccia dei bookmakers che non ci vedono favoriti, alla faccia degli avversari e di tutti i nostri eterni detrattori. Non siamo in Germania, dimentichiamoci Berlino, anzi no. Riguardiamoci quella partita, ricordiamoci quella finale. E con le immagini di Fabio Cannavaro che alza la coppa, con le corse dei nostri eroi mondiali entusiasti e festanti impresse nella memoria, pensiamo a quanto siamo forti, a cosa ci distingue dagli altri. Non siamo mai stati i migliori, ma spesso siamo riusciti ad essere i più bravi. Non ci importa di fare spettacolo, a noi basta centrare il risultato. Un passo per volta, partita dopo partita, con la consapevolezza di essere la nazionale campione, con la forza delle idee e il carattere della nostra gente. Viviamo di calcio, lo respiriamo in ogni dove: al bar la mattina, in ufficio nel corso della giornata. Ma anche in auto, al distributore, in aereo, in spiaggia, in nave.
Sessanta milioni di cittì. Un popolo di allenatori e vati del pallone. Facciamo casino, ci piace la polemica, ognuno dice la sua, ma alla fine, tutti, in cuor nostro, amiamo questa squadra. Il simbolo più vivido dell'Italia nel Mondo. Il made in Italy da esportazione che più ci piace e del quale andiamo maggiormente fieri. Ripetersi non sarà facile. Ma ci dobbiamo provare, con tutte le nostre forze. Lo dobbiamo a noi stessi, lo dobbiamo al Mondiale. Siamo nati per vincere e, se non ci riuscisse, pazienza. Ci dobbiamo provare, fino alla fine. Non siamo tedeschi e nemmeno francesi, non siamo perfetti. E anzi, viviamo di contraddizioni e luoghi comuni, di astuzia e furbizia ma null'altro al mondo ci fa sentire così uniti, così solidi, così felici. E allora, dimentichiamoci le critiche, scordiamoci le cricche, mettiamo da parte le polemiche. Siamo italiani, insieme possiamo far bene. Ricordiamocelo tutti, gli altri lo sanno bene. E ci temono perché i campioni del mondo siamo ancora noi.

Le probabili formazioni:

ITALIA (4-3-3): Buffon; Maggio, Cannavaro, Chiellini, Zambrotta; De Rossi, Montolivo, Marchisio; Iaquinta, Gilardino, Pepe. A disposizione: Marchetti, De Sanctis, Criscito, Bonucci, Bocchetti, Gattuso, Palombo, Pirlo, Di Natale, Camoranesi, Quagliarella, Pazzini. Indisponibile: Pirlo. Allenatore: Marcello Lippi.PARAGUAY (4-3-3): Villar; Bonet, Da Silva, Alcaraz, Morel; Riveros, Caceres, Torres; Barrios, Santa Cruz, H. Valdez. A disposizione: D. Barreto, Bobadilla, Caniza, Veron, E. Barreto, Santana, Ortigoza, Vera, Cardozo, Benitez, Gamarra. Allenatore: Gerardo Martino.
ARBITRO: Benito Archundia (Messico)

(fonte: testedicalcio)

Gli avversari dell'Italia


Superficie: 406.750 kmq
Capitale:
Asunción
Popolazione:
6.347.884 abitanti
Lingue ufficiali:
guaranì e spagnolo
Religione:
90% cattolica
Ordinamento politico:

Repubblica presidenziale

Presidente:
Oscar Nicanor Duarte Frutos
Partecipazioni ai Mondiali:

7, sempre presente alla fase finale dal 1998 ad oggi.

Precedenti in Coppa del mondo:
tre volte qualificato agli ottavi (1986, 1998 e 2002)
Calciatori tesserati:
87.500
Ranking Fifa:
31° posto
La stella:
Roque Santa Cruz, attaccante del Manchester City
(fonte: Avvenire)

Gonzales: «Il mio Paraguay è spregiudicato»

Julio Gonzalez è tornato a casa, ad Asunciòn. Alla vigilia del Natale 2005 già pregustava la convocazione per i Mondiali di Germania 2006. Coppia d’attacco Gonzalez-Santa Cruz. «Era già tutto deciso…», sospira. Poi quel terribile incidente d’auto, l’amputazione del braccio sinistro e l’altrettanto dolorosa “espulsione” da parte della Uefa che a 25 anni gli chiudeva la carriera per sempre. Un brutto colpo per lui, ma la fede in Dio e la passione per il calcio lo ha sempre sostenuto. «Il miglior abito di un uomo è la sua anima. Lo sport mi ha dato una ragione in più per vivere bene e condividere con gli altri». È la filosofia che Julio aveva quando scendeva in campo, le ultime due stagioni le aveva giocate con la maglia del Vicenza, è la stessa che ha ora che è tornato alle sue radici. Con la moglie, Maria Lourdes, oltre a crescere i suoi due figli Fabrizio e Maria Paz, allena al calcio, «ma prima di tutto alla vita», 250 “piccoli angeli” tra gli 8 e i 14 anni della “Cautera”, la “discarica”. Sono le creature randagie nell’immondezzaio della favela metropolitana di Asunciòn (2milioni di abitanti). Angeli a piedi nudi strappati dalla strada dalle associazioni, Aldea Sos e Scuola Calcio Siembra, che si sono unite al progetto di Inter Campus promosso da Gonzalez. «In questi anni ho rivisto il sorriso sulle labbra di bambini abbandonati appena indossano una maglietta pulita, nerazzurra, con dietro scritto il nome di Materazzi o Milito». Sono tornati a vivere grazie al calcio, questi piccoli sfuggiti per miracolo agli aguzzini che li usano per spacciare droga o per gettarli nel giro della prostituzione. E alla Cateura hanno trovato l’assist provvidenziale del loro idolo di sempre. «Ai ragazzi chiediamo di tornare a scuola e di studiare, altrimenti niente calcio. Lo facciamo per il loro bene, per garantirgli un futuro. Gli racconto spesso la mia storia di calciatore e gli dico che la pagella della Gazzetta del lunedì, in cui giudicavano la mia prestazione in campo, è volata via, quella della scuola invece resta per sempre e gli permetterà di entrare nel mondo del lavoro, di avere una famiglia, dei figli e di essere davvero felici».
Difficile però, dissuaderli dal sogno di diventare un calciatore ricco e famoso, specie in questi giorni di attesa Mundial e della grande sfida contro i campioni in carica dell’Italia. «Ad ogni partita il Paraguay si blocca, negozi e scuole chiuse e tutti davanti alla tv a tifare per la nostra nazionale. Con l’Italia di Marcello sarà ancora più emozionante». Chiama affettuosamente il nostro ct Marcello. «No -sorride- Lippi non lo conosco, ma lo stimo moltissimo. Ha fatto grandi cose in Germania e anche se non ha un fantasista io penso che la squadra azzurra non sia affatto più debole di quella di quattro anni fa. Da attaccante poi, trovo la coppia Gilardino-Pazzini tra le più potenti di questo campionato del mondo». È un inguaribile ottimista Julio che ha piena fiducia anche nel rinnovato Paraguay del ct Gerardo Martino, arrivato ad Asunciòn dall’Argentina. «Martino ha rivoluzionato la mentalità della squadra. Prima c’era un atteggiamento troppo sornione: difensivisti ad oltranza sperando prima o poi di trovare il “golletto”.
Ora i ragazzi sono molto più spregiudicati e quello che piace ai tifosi paraguayani è che si tratta di un gruppo che corre e dà l’anima per tutti i 90 minuti, trascinato da leader come Paulo Da Silva in difesa o Riveros a centrocampo e in attacco c’è Barrios che sta segnando sempre. Difetti? Un pizzico di inesperienza da parte di quei giovani che sono alla loro prima volta a un Mondiale. Ma tutto il nostro popolo ha la certezza che il Paraguay si qualificherà agli ottavi - come nel ’98 e nel 2002 - , insieme all’Italia».
A questo Mondiale saranno assenti due grandi sostenitori dell’Inter Campus e la loro mancata convocazione a Gonzalez non va giù. «Se l’Argentina avesse un vero ct, con gente come Messi e Tevez, avrebbe già il titolo in tasca.
Maradona ha commesso un “peccato mortale” che credo pagherà. Ma come si fa a lasciare fuori due bandiere del calcio come Javier Zanetti ed Esteban Cambiasso?» Viene da chiedergli allora, chi sarà la regina di Sudafrica 2010? «La Spagna tecnicamente è la nazionale che mi piace di più, è campione d’Europa, ma di solito ai Mondiali fallisce. Stessa storia dell’Inghilterra che però questa volta in panchina ha un grande come Capello. Il Brasile è sempre la squadra che gioca il calcio più spettacolare, ma alla fine oltre alla tecnica conta saper stare bene in campo con la testa. In questo l’Italia di “Marcello” è maestra e non mi meraviglierei di rivederla in finale». L’11 luglio, comunque vada, per Gonzalez sarà una data molto speciale. «È il giorno in cui dovrebbe nascere il nostro terzo figlio, Enzo Josuè. Fino ad allora vedrò le partite con i miei “angeli” della Cateura, faremo festa e pregheremo, perché sia un momento di rinascita per il Sudafrica e un Mondiale che porti la pace tra tutti i popoli».
Massimiliano Castellani - avvenire

Italia: la gioventù c’è, manca la classe

H o scritto che c’è del Mourinho in certe scelte tattiche di Lippi, vedi quella pretesa duttilità di attaccanti pronti a farsi difensori, come Eto’o e Milito, del che Iaquinta s’è assai lamentato; e solo domani, quando l’Italia affronterà il Paraguay del signor Gerardo Martino, sapremo se ho inteso bene o no le mosse del nostro ct. Di certo, c’è molto Mourinho nella pretattica dialettica organizzata a Casa Azzurri per tenere a bada i giornalisti ed evitare di prenderli a pesci in faccia come successe nel 2006.
Lippi ha organizzato la Sindrome d’Accerchiamento, ha realizzato Cime Tempestose, ha seminato zizzaniella per avere un certo clima di battaglia invero smarrito negli ultimi giorni. Ha dunque incaricato ­nell’ordine - Buffon, Zambrotta, Cannavaro e Gattuso, vale a dire i migliori suonatori del Berliner Ensemble, di rilasciare interviste polemizzanti con chissacchì (l’unico noto è Calderoli, il quale ci gode) onde agitare la vigilia. Buffon è stato saggio, responsabile, boia chi molla come sempre; Zambrotta gridava d’esser sveglio perchè l’avevano colto in piena pennica; Cannavaro diceva e diceva per la Patria ma nei suoi occhi - come in quelli di Paperon de’ Paperoni - brillava il simbolo del petrodollaro dubaiano; Gattuso, ahimè, sembrava interpretare, ieri, l’ultimo spot della campagna pubblicitaria “venite in Calabria”, con un cuore così e una lingua ormai inspessita da volgarità che secondo qualcuno 'fanno fino'. Ci è mancato - ma non si sa mai - l’intervento di un noto prestipedatore che attendiamo con ansia e che per ora ha fatto solo sapere di non esser pronto a scendere in campo con quattro ormai famose parole: «Non sono un Pirlo».
Parlano, i cari vecchi tromboni, e speriamo che siano pronti a metterci anche le caviglie, i muscoli, i polmoni; hablano hablano per distogliere l’attenzione dalle scelte di Lippi che potrebbero - dico potrebbero - essere rivoluzionarie per opporre adeguata resistenza all’assalto dei compagni di Edgar Barreto, eppoi alla Nuova Zelanda e infine alla Slovacchia del temibile (dico davvero) Marekiaro Hamsik. Gattuso ­scatenando i titolisti di tutti i blog - ha poi dato una notizia esclusiva ai cronisti attoniti: «È il mio ultimo Mondiale». Incredibile. Io vi do un’altra notizia: lo seguiranno una decina di colleghi. Ai quali oggi chiediamo, fuor d’ogni ironia, di mettercela tutta perchè il loro addio sia sempre più lungo e duri magari fino all’11 luglio. Nel frattempo, sollecitiamo gli ultimi arrivati a meritarsi la successione, la vittoria, magari il quarto titolo. Ce n’è, di gioventù, temo che manchi la classe, come ha precisato onestamente Cannavaro. E allora per l’ultima volta, mentre la Nazionale da tutti amata s’appresta a giocare la sua prima partita, dedico un pensiero a Lippi e al suo portavoce Gattuso: mi manca tanto Balotelli.