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Serie A: Bologna-Sassuolo 3-0

 

- Bologna batte Sassuolo 3-0 (1-0) nell'ultimo anticipo odierno della 15/a giornata d'andata del campionato di calcio di Serie A disputato sul terreno dello stadio Renato Dall'Ara di Bologna.

I gol: nel primo tempo Aebischer al 30'; nel secondo tempo Arnautovic al 5' e Ferguson al 33'.

(ANSA).

Geopolitica dei mondiali in Qatar

 

Le monarchie arabe del Golfo – dei cosiddetti petromonarchi – sono molto interessate allo sport. L’ultima riprova viene dal golf, in cui i sauditi stanno investendo, corposamente, per portare il torneo da loro promosso – il LIV Championship – al primo posto nel mondo.

L’ospitalità ricevuta, per la seconda volta, nel complesso di proprietà di Donald Trump ha aiutato. Ma l’esempio più importante viene dal calcio e dal Qatar, tanto ricco quanto ostile, da anni, ai sauditi: base militare, nella regione, della marina militare statunitens, vicino al turco Erdogan e alla Fratellanza Musulmana, con proficue relazioni diplomatiche con Teheran.

L’ossequio del calcio

In questi giorni, naturalmente, i Campionati del mondo in Qatar sono oggetto di grandi attenzioni da parte degli appassionati di calcio, perché rappresentano una assoluta novità.

I campionati nazionali e le grandi competizioni internazionali per club sono nel loro momento più caldo: si sono conclusi i gironi d’andata delle coppe e procedono a tappe forzate – per gli esperti sin troppo forzate – i campionati nazionali, proprio per consentire la lunga pausa invernale e lo svolgimento dei campionati del mondo in Qatar.

Chi segue il calcio sa quanto sia strano sospendere i tornei proprio ora. Di norma accade a giugno. È vero che a giugno c’è l’inverno in America Latina, l’altro enorme bacino d’utenza e di pratica del football. Ma ormai i due grandi blocchi continentali del calcio sono strutturati così, da decenni. Ora tutto viene stravolto.

Al presidente della FIFA, Giovanni Infantino, non interessano – a suo dire – i calendari sportivi e gli incassi, bensì il progresso sociale e una moderna legislazione sul lavoro in Qatar, quindi, pure in altri paesi del Golfo.

Ha detto: «il Qatar ha attuato veri cambiamenti per migliorare le condizioni dei lavoratori migranti e la Coppa del Mondo è un’opportunità per il Qatar e per tutto il Golfo Persico di mostrarsi in modo diverso e liberarsi dei pregiudizi che purtroppo esistono ancora oggi. Questi cambiamenti sono avvenuti negli ultimi anni, mentre in altri Paesi ci sono voluti decenni».

La soddisfazione di Infantino probabilmente deriva dal fatto che, nel 2020, cioè dopo otto anni di lavoro congiunto con la FIFA, il Qatar ha varato la legge sulla retribuzione minima e ha rimosso alcuni ostacoli al passaggio da un lavoro a un altro in assenza dell’autorizzazione del primo datore di lavoro, posto che nell’emirato vige la sponsorizzazione o kalafa: è il datore di lavoro e non lo stato a garantire lo status giuridico e la residenza del lavoratore straniero. Il sistema dunque permane, ma è stato temperato.

Il Qatar e i lavoratori stranieri

Infantino ha dunque ragione? Secondo il quotidiano britannico The Guardian tutto questo è accaduto dopo che 5 Paesi – Pakistan, Nepal, Bangladesh e Sri Lanka, ossia soltanto 5 su molti altri, – hanno fornito dati ufficiali della morte di oltre 6.000 lavoratori dal momento in cui la FIFA ha assegnato al Qatar i Campionati del 2022.

Forse le parole di Infantino vanno lette alla luce del fatto che dei 6.000 decessi da incidenti di lavoro, 5.927 si sono verificati entro il 2020, segnando quindi un miglioramento avvenuto nell’ultimo periodo.

Per quanto riguarda, ad esempio, il Pakistan, i dati forniti dal quotidiano britannico citano 824 morti dall’assegnazione dei giochi al 2020, l’anno in cui sarebbe avvenuta la svolta virtuosa. Mancano totalmente però i dati sull’ultimo biennio. Nulla, peraltro, il quotidiano ha potuto scrivere dei decessi dei lavoratori provenienti da tanti altri Paesi – oltre ai 5 suddetti -, le cui ambasciate non hanno fornito informazioni utili.

Difficile dire, dunque, se, per la FIFA, sia un progresso anche il fatto che – novità di queste ultime settimane – molti lavoratori stranieri siano stati costretti a lasciare il Qatar prima dell’inizio del Campionato, a prescindere dai contratti in essere. Sempre secondo The Guardian, sarebbe stata emanata una circolare governativa in tal senso: affrettare tutto per concludere e rimpatriare quanti più immigrati entro settembre!

Molti lavoratori – contattati in Qatar dagli inviati del quotidiano – sperano di tornarvi l’anno prossimo, a giochi conclusi, lontani dagli occhi di stampa e dei turisti-tifosi. Se così non fosse, per molti di loro sarebbe un disastro: hanno pagato somme cospicue agli intermediari per ottenere l’impiego e quindi stanno rischiando persino di perderci, pur avendo lavorato. Altri sostengono di non aver ricevuto neppure la paga convenuta o di stare ad aspettare le mensilità arretrate.

La denuncia sta proiettando una luce diversa e sinistra sulla notizia sparsa il 29 ottobre scorso circa lo sgombero di centinaia di lavoratori stranieri da alcuni palazzi di Doha, la capitale. Secondo le autorità del Qatar, gli immobili non possedevano il requisito della abitabilità, perciò i lavoratori sarebbero stati alloggiati altrove. Nel mentre, alcune foto circolate sul web hanno mostrato nuclei familiari abbandonati per la strada. Stanno per essere espulsi? Lo saranno nelle prossime ore? Le domande sono del tutto giustificate, ma mancano i riscontri.

Gli interessi di Infantino

È difficile, dunque, dire se e quanto le condizioni dei lavoratori siano migliorate – soprattutto permanentemente – in Qatar. Le rimozioni forzate con il pretesto dell’abitabilità – evidentemente non verificata in precedenza – potrebbero dire che i cambiamenti non sono affatto un fatto acquisito.

Se le cose stanno come afferma Infantino, sarebbe bello sognare che il prossimo mondiale potesse avere luogo in Iran, oppure in Afghanistan. Migliorare le condizioni lavorative di milioni di operai nel mondo, senza aspettare che ne muoiano ancora a migliaia, sarebbe davvero un gran bel risultato apportato dallo sport, dal calcio in particolare.

Purtroppo, l’interesse della FIFA – più che al mercato del lavoro – sembra andare nel verso degli interessi dei petromonarchi, puntando al senso della parola immagine. Associare il Qatar ai Campionati di calcio cambia infatti l’immagine di questo Paese, straordinariamente ricco e affatto popolato, con meno di 3 milioni di abitanti e con un PIL pro-capite superiore ai 60.000 dollari del medio statunitense. Oltre al lavoro, c’è la finanza a dire cose importanti: certamente in associazione all’immagine!

I pretromonarchi e il calcio europeo

C’è una squadra di calcio che tutti ritengono sinonimo di vittoria: questa squadra è il Manchester city. Di chi è? Degli Emirati Arabi Uniti, il grande rivale politico del Qatar nella diplomazia del Golfo dei petromonarchi.

E se cerchiamo una squadra che vuol dire fenomeni calcistici – sebbene ancora non vinca secondo le aspettative – questa squadra è il Paris Saint Germain. Di chi è? Del Qatar. Il contratto del secolo risale ad anni fa, quando il PSG targato Qatar acquistò per la cifra-monstre di 222 milioni di dollari l’asso brasiliano Neymar. Ma questo non è più un caso eclatante e isolato, perché il fenomeno mondiale del tempo presente si chiama Mbappé e riceve dal PSG-Qatar uno stipendio triennale da 630 milioni di euro.

Se il campionato francese non è cresciuto in maniera tale da dare il lustro atteso agli investimenti del Qatar, non altrettanto si può dire di quello inglese, con i concorrenti Emirati che hanno sicuramente messo le mani su una gallina dalle uova d’oro, posto che il loro Manchester è la squadra con la rendita più alta al mondo (mentre il PSG è solo al sesto posto).

Ma le due perle calcistiche arabe – nella corsa esteriore verso la modernizzazione – non sono sole. La stessa Arabia Saudita sembra ad un passo dal mondo del calcio europeo: si è detto dell’acquisto di un’altra squadra inglese, il New Castle. L’idea di una maglietta, per fare solo un esempio, con la foto di un asso come Ronaldo accanto a Muhammad bin Salman, entrambi sorridenti, molto aiuterebbe il regno dei Saud a rifarsi l’immagine, forse molto più di tante conferenze su presunti rinascimenti sauditi.

Il calcio come immagine geopolitica

Pioniere nel settore, ad alti livelli, è stato un altro apparato in cerca di immagine: quello russo! In quel caso, non è stato un fondo sovrano ad investire, come per gli arabi, ma un magnate amico – Abramovich – del capo supremo Putin, comprando il Chelsea.

Se ad Abramovich le cose non fossero andate come tutti sappiamo – ossia se non fosse stato costretto a vendere di corsa il Chelsea a motivo delle sanzioni alla Russia -, ora forse vedremmo una bella “Z” stampigliata sulla maglia della squadra! Un’esagerazione? Sì, ma sino ad un certo punto. Il potere dell’immagine è molto forte! Ed è una cosa – peraltro – inventata in Occidente.

Basta uno sguardo superficiale al campionato italiano per accorgersi che anche i cinesi sono entrati in questo enorme gioco del mercato e dell’immagine. A Milano si è registrato il tentativo – sinora non andato in porto – di un’altra petromonarchia – il Bahrein – di sistemarsi all’ombra della Madonnina, con l’acquisto, per più di un miliardo di dollari, del Milan.

I magnati cinesi osservano e continuano a guidare la corsa lombarda. Ovviamente non ci sono solo arabi e cinesi: la Roma è stata acquistata da statunitensi. Il peso dei fondi sovrani e dei magnati di economie poco trasparenti, comunque, impressiona.

Dunque, l’immagine non è fine a sé stessa. Interessa la collocazione in Occidente di capitali ingenti e spesso non controllati nella loro costituzione, oltre alla partecipazione ad un affare gigantesco come quello dei diritti televisivi.

Gli stati arabi e l’economia di rendita

Non si intravvede, forse, nelle cifre faraoniche che gli emiri investono nei club che abbiamo citato un aiuto di Stato a club privati? Un aiuto finalizzato a che cosa? Perché un governo tratta direttamente l’ingaggio di un calciatore? Non sembra essere questa la base del fair play finanziario di cui tanto si parla, quando calcio e finanza vengono a incontrarsi.

È importante al riguardo sapere quel che spiega uno studio di recente pubblicato dal Carnegie Institute: quando è stato acquistato dagli Emirati Arabi Uniti, il Manchester city è finito nelle mani dell’Abu Dhabi United Group che non è un normale gruppo privato, ma è proprietà del vicepremier del regno, Sheikh Mansour bin Zayed Al Nahyan.

Eravamo nel 2008, e così il principale rivale degli Emirati, il Qatar, si è dato fare e, nel 2011, ha fatto scendere in campo il Qatar Sports Investments, sussidiaria della Qatar Investment Authority: dunque il Paris Saint Germain è davvero proprietà del governo del Qatar.

Ovviamente è pieno diritto degli emiri investire i loro denari come ritengono. Resta il fatto che la loro idea di economia nazionale resta quella della rendita: i soldi del petrolio vengono prioritariamente investiti in Occidente, senza che i concittadini degli emiri ne abbiano alcun vantaggio.

È stata questa la scelta dei Saud dall’inizio del loro patto con gli Stati Uniti: sfruttamento del sottosuolo patrio e investimento dei proventi all’estero. Prima si trattava di alberghi, ristoranti e marchi nel mondo del lusso. Ora nel mirino sono i grandi club di calcio, frutto tra i più ambiti nella società dell’immagine.

Lo sviluppo di un mondo arretrato – quello della povera gente araba – nella loro visione del mondo proprio non c’è. Gli investimenti per il mondiale e gli avveniristici impianti sportivi produrranno l’immagine ricercata: e poi? A cosa serviranno per l’economia del Qatar?  A questa domanda non si trova risposta nei documenti di analisi e studio di questo evento epocale, mastodontico.

La proiezione che l’industria del divertimento si sviluppi nella regione al di là dei confini dell’odio e dei conflitti strutturali, non è così diffusa da legittimare la speranza che stia per cominciare l’epoca dei tranquilli giochi senza frontiere del Golfo.

settimananews.it

Serie A: Atalanta-Napoli 1-2

 

(ANSA) - ROMA, 05 NOV - Il Napoli batte 2-1 l'Atalanta nel big match della 13/a giornata di serie A, portandosi a quota 35 in classifica, a +8 sui nerazzurri e a +9 sul Milan, in campo stasera.

I lombardi sono andati in vantaggio al 19' con un rigore concesso per fallo di mano di Osimhen e trasformato da Lookman ma lo stesso attaccante nigeriano ha pareggiato poco dopo (23') di testa e prima dell'intervallo (35') Elmas ha completato la rimonta.

Nella ripresa, l'Atalanta ha cercato il pareggio ma senza successo e la squadra di Spalletti ha incassato così la nona vittoria di fila in campionato. (ANSA).


Calcio: Inter, Inzaghi, Juve? Grande rispetto ma non paura

(ANSA) - MILANO, 05 NOV - "Sappiamo l'importanza della partita, la Juve è in salute come l'Inter.

Troveremo una squadra in ripresa, uno stadio caldo ma andremo lì per fare la nostra partita.

Abbiamo per la Juventus un grandissimo rispetto ma non paura". Lo ha detto il tecnico dell'Inter Simone Inzaghi in conferenza stampa alla vigilia della gara contro la Juventus.
    "Domani sarà una partita molto importante, ma mancano comunque 25 partite alla fine. Allegri dice che siamo favoriti per lo scudetto? Ognuno ha la sua opinione, il mio pensiero sulla Juve l'ho detto: ha la rosa più lunga della Serie A. Troviamo una squadra uscita dalla Champions e ancora più avvelenata, dovremo fare una grande gara con tanta personalità". (ANSA).



Serie A: Torino-Sassuolo 0-1

 

 Il Sassuolo batte 1-0 il Torino in uno degli anticipi della settima giornata di serie A, con una rete in pieno recupero del giovane Alvarez.

Nel primo tempo viene annullata dal Var una rete del granata Lazaro per fuorigioco di Vlasic e nel finale il portiere di casa Milinkovic-Savic evita lo svantaggio su una bella conclusione di Frattesi.

Nella ripresa pochissimi gli spunti, da entrambe le parti, ma quando ormai lo 0-0 sembrava definitivo è arrivata la rete di testa dell'uruguaiano che porta gli emiliani a 9 punti, a -1 dai granata (ANSA).

Serie A: Sampdoria-Milan 1-2

 © ANSA Il Milan batte 2-1 la Sampdoria a Marassi nell'anticipo serale della sesta giornata di serie A e affianca il Napoli a quota 14, al primo posto provvisorio. I rossoneri vanno avanti già al 6' con Messias nel primo tempo ma a inizio ripresa perdono Leao per doppia ammonizione e Djiuric pareggia all' 11' st. Giroud, su rigore, riporta avanti gli ospiti, fino alla fine. (ANSA).

Calcio Serie A la 𝐂𝐥𝐚𝐬𝐬𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚 dopo le prime 5 giornate di campionato

Alle 21 su Italia 1 la sfida decisiva per i playoff Champions League tra Benfica e Dinamo Kiev

Sassuolo-Lecce 1-0, gol e highlights: decide un gran gol di Berardi

IL Sassuolo gioca una gara cinica e dopo la sconfitta dello Stadium con la Juve si riscatta. Al Mapei, la squadra di Dionisi batte il Lecce 1-0. I neroverdi dominano il gioco ma creano poco. A fine primo tempo gran conclusione di Berardi, al volo, che batte Falcone. Il Lecce ci prova nella ripresa ma non riesce a trovare la rete del pareggio.

 


skysport

Le partite di Serie A oggi, il calendario e gli orari della 2^ giornata


 

Quattro le gare della 2^ giornata in programma quest'oggi: si parte alle 18.30 con Napoli-Monza e Empoli-Fiorentina, poi in serata Bologna-Verona e Atalanta-Milan. Il programma delle gare di oggi di Serie A

Secondo weekend d'agosto con il campionato e orari che si adeguano al caldo della stagione. Oggi 21 agosto alle 18.30 scendono in campo il Monza al Maradona di Napoli, si gioca poi il derby toscano, Empoli-Fiorentina. La domenica si chiude poi alle 20.45 con Bologna-Verona e il Milan ospite dell'Atalanta.

Serie A, 2^ giornata: le partite di oggi
Domenica 21 agostoNapoli-Monza, ore 18.30 su  app DAZN e canale ZONA DAZN (214 del telecomando Sky)  
Empoli-Fiorentina, ore 18.30 su app DAZN e canale ZONA DAZN 2 (215 del telecomando Sky)  
Bologna-Verona, ore 20.45 in diretta su Sky Sport 251 e in streaming su NOW. Telecronaca di Dario Massara con commento di Lorenzo Minotti. A bordocampo Marco Nosotti e Vanessa Leonardi  
Atalanta-Milan, ore 20.45 su app DAZN e canale ZONA DAZN (214 del telecomando Sky)
Skysport

Sassuolo-Lecce, Berardi: "Negli ultimi 3 anni non mi ha voluto nessuna big"


L'attaccante neroverde, autore del gol vittoria nell'anticipo contro il Lecce, ha parlato del rinnovo con il Sassuolo e del mercato avuto: "Ho rinnovato in questa società che mi ha cresciuto fin da bambino. L'ambizione di giocare in Champions c'è sempre stata, ma non ho mai trovato una squadra che giocasse le coppe che mi volesse".
Ha scelto il modo migliore per festeggiare il rinnovo con il Sassuolo Domenico Berardi, che nell'anticipo di sabato sera contro il Lecce ha realizzato il gol vittoria per i neroverdi. "È stata una settimana importante - ha dichiarato l'attaccante nel post partita. Ho rinnovato con questa società che mi ha cresciuto fin da bambino, sono veramente contento e devo dire grazie alla famiglia Squinzi". Berardi poi parla del mercato avuto negli ultime stagioni: "L'ambizione di giocare in Champions League, da tre anni a questa parte, c'è sempre stata. Devo essere sincero, non ho mai trovato una squadra che facesse le coppe che mi volesse, quindi alla fine ho deciso di rinnovare con il Sassuolo perché mi ha dato tanto e devo ancora dare tanto indietro".
"Auguro il meglio a Raspadori"
In seguito Berardi parla delle offerte rifiutate: "Questa società è una famiglia, io quando sono sereno sia mentalmente che fisicamente do il mio meglio. Questo non vuol dire che io non abbia mai avuto l'ambizione di giocare in grandi palcoscenici. Come dicevo prima, da tre anni a questa parte non ho mai avuto la possibilità di farlo, perché prima l'ho avuta ma ho rifiutato perché non ero ancora maturo. Negli ultimi 3 anni ho sempre cercato di dare il meglio ma non ho mai trovato la squadra giusta che puntasse su di me". In chiusura l'attaccante neroverde parla di Raspadori: "Giacomo ha delle qualità pazzesche, può giocare in tutti i ruoli dell'attacco. Ha talmente tante qualità che secondo me ha fatto la scelta giusta, gli auguro il meglio perché è un bravissimo ragazzo".
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Juventus: lunedì 11 luglio il primo allenamento

 

(ANSA) - TORINO, 01 LUG - La Juventus ha reso noto il programma per la ripresa dei lavori: le visite mediche sono fissate per domenica 10 luglio, il giorno dopo ci sarà il primo allenamento agli ordini di Massimiliano Allegri.

    La Continassa però aprirà già lunedì 4 per "coloro che dovranno proseguire il percorso di recupero dagli infortuni o che non sono stati impegnati con le rispettive Nazionali", come spiega il club in un comunicato ufficiale.

Il Palermo va al City Group, firmato l'accordo

ANSA) - PALERMO, 01 LUG - Il Palermo entra ufficialmente nella galassia dei club controllati dal City Football Group.

    Questa mattina, alle ore 11, in uno studio notarile milanese, Dario Mirri e i dirigenti del fondo che detiene anche la proprietà del Manchester City hanno siglato gli accordi per la cessione dell'80 per cento della società di viale del Fante al fondo che fa capo allo sceicco Mansour.

La società rosanero, che non ha annunciato ancora il passaggio di proprietà del club, ha però già convocato una conferenza stampa per lunedì alle ore 11 nello stadio Renzo Barbera, per illustrare "il nuovo assetto societario del club". (ANSA).

Reggiana, Juventus Under 23 o Renate le rivali più gradite

 

Con il sorteggio del primo turno nazionale siamo entrati nella fase decisiva dei playoff per la serie B. Da queste cinque partite uscirà l’avversaria, tramite sorteggio, che affronterà la Reggiana.

Pescara-Feralpisalò, Foggia-Entella, Triestina-Palermo, Monopoli-Cesena e Juventus23-Renate sono le sfide che si giocheranno domenica 8 maggio con ritorno giovedì 12 maggio.


Gli orari sono ancora da definire, così come le dirette televisive.

Le vincenti andranno a formare, assieme a Reggiana, Catanzaro e Padova, il lotto delle magnifiche otto dei quarti di finale.

Le partite d’andata dei quarti si giocheranno martedì 17 maggio, mentre quelle di ritorno verranno disputate sabato 21 maggio. Sono previsti i supplementari in caso di parità, ma non i rigori per cui passerà il turno la squadra testa di serie, cioè la meglio classificata.

Resta ancora un’incognita riguardo al fatto che la Reggiana giocherà effettivamente il ritorno dei quarti sabato 21 vista che la sfida di Serie A fra Sassuolo e Milan al momento è ancora in calendario domenica 22 maggio.

Solo al termine della penultima di campionato di serie A, vale a dire il 15 maggio, la Lega di serie A e la Lega Pro potranno trovare un accordo per stilare il calendario dell'ultima giornata e capire quali concomitanze dovranno essere rispettate.

Al momento nessuno può esprimersi in un senso o nell’altro.

Dai sorteggi del primo turno della fase nazionale sono uscite le possibili avversarie della Reggiana perché, ad esempio, i granata potrebbero finire per dover affrontare una tra Foggia o Entella oppure una tra Triestina e Palermo, squadre temibili sulla carta.

Facile capire che la speranza del club granata è di affrontare la vincente di Juventus23 e Renate. Per quanto riguarda le altre partite il Cesena contro il Monopoli gode dei favori del pronostico, così dicasi del Pescara nei confronti del Feralpisalò anche se nell’ultimo turno dei playoff gli abruzzesi hanno faticato e non poco a pareggiare contro il Gubbio che si era portato in vantaggio di due gol. Lo stesso discorso vale per l’Entella che era stata messa a dura prova dall'Olbia. Certo che sarebbe affascinante per il tecnico granata Aimo Diana ritrovare ai quarti di finale il Renate, la sua ex squadra che lo scorso anno ha portato a sfiorare la serie B.

Va però sottolineato che nei quarti di finale la Reggiana non potrà affrontare Padova, Catanzaro e la miglior squadra uscita dal primo turno nazionale. Solo dalle semifinali ci sarà il sorteggio integrale. Questo significa che la Reggiana nelle peggiori delle ipotesi potrebbe affrontare avversari che comunque in campionato hanno conquistato almeno 20 punti in meno dei granata.

Nel girone C il Palermo, ad esempio, ha chiuso a 66 punti, il Monopoli a 59 punti, il Foggia a 54 punti.

Nel girone A il Feralpisalò ha chiuso con 69 punti, il Renate 62 punti e la Triestina 55 punti.

Nel girone B il Cesena si è fermato a 67 punti, mentre Entella e Pescara a quota 65. Questo per rimarcare la netta differenza di valori, almeno in campionato, tra la Reggiana e queste avversarie.

Discorso diverso quando entreranno in gioco le seconde della classe, vedi il Padova che ha conquistato solo punto in meno (85) dei granata.

L'aspetto curioso è che a questo primo turno della fase nazionale sono approdati anche due ex allenatori granata, stiamo parlando di Alberto Colombo allenatore del Monopoli e Lamberto Zauli tecnico della Juventus23.

Roberto Cevoli è l’allenatore del Renate ma è un ex giocatore della Reggiana come di ex granata se ne trovano tanti nella varie squadre: Ardizzone e Favale (Cesena), Brunori (Palermo), Calvano e Offredi (Triestina), Chiakir e Possenti (Renate) Frascatore (Pescara), Siligardi (Feralpisalò), Cianci, Carlini e Gatti (Catanzaro), Ajeti e Kirwan (Padova).

Gazzetta di Reggio

Ucraina: Figc, al Bambino Gesù parte dei ricavi Italia-Macedonia

La Federcalcio ha scelto di devolvere all'ospedale pediatrico Bambino Gesù parte dell'incasso della partita Italia-Macedonia del Nord, in cui gli azzurri hanno mancato la qualificazione ai prossimi Mondiali. La donazione - riferisce l'ospedale in una nota - "è volta a sostenere le attività di accoglienza dei bambini e delle famiglie ucraine che fuggono dalla guerra". Ad oggi sono circa 200 i pazienti ucraini già presi in carico dai medici del Bambino Gesù, di cui più di 40 attualmente ricoverati con patologie gravi o con ferite da guerra. Cinque di loro sono ricoverati nel centro di cure palliative pediatriche appena aperto dall'ospedale, e che la Figc ha contribuito a sostenere con una propria donazione. Altri pazienti sono in arrivo. Le spese per l'accoglienza di questi bambini e delle loro famiglie sono a carico della Fondazione Bambino Gesù onlus. "La federazione non vuole far venire meno il suo impegno per sostenere gli sforzi straordinari che l'ospedale Bambino Gesù sta facendo per accogliere i bambini malati e i feriti che stanno fuggendo dall'Ucraina con i loro fratelli e li loro genitori - commenta il presidente della Figc Gabriele Gravina -. Sentiamo che tutti possiamo fare qualcosa per rispondere con la solidarietà ad una situazione drammatica, che rappresenta una violenza inaccettabile nei confronti soprattutto di questi bambini". (ANSA).

La Reggiana rimanda la festa del Modena

 

Reggio Emilia: un gol di Rosafio stende l'Entella, mentre la squadra di Tesser va sotto a Gubbio e pareggia con il solito rigore. Ora i granata sono a -2, a novanta minuti dalla fine del campionato

REGGIO EMILIA. Novanta minuti per sognare, novanta minuti per riagguantare la serie B. La Reggiana batte l'Entella grazie a un gol di Rosafio nella sera in cui il Gubbio, a Modena, rischia ancora una volta di soccombere prima di trovare il pareggio, al 37' della ripresa con il solito rigore, l'ennesimo.

A novanta minuti dalla fine la Reggiana, a -2 dal Modena ma in vantaggio nei confronti dei canarini nel caso in cui dovessero finire a parità di punti, può ancora sperare nella promozione diretta in serie B. Tutto si deciderà sabato 23 aprile, quando i granata di Aimo Diana saranno impegnati a Teramo mentre la squadra di Tesser se la vedrà in casa contro il Pontedera e sarà costretta a vincere se non vorrà correre il rischio di essere agguantata (e quindi sorpassata in virtù dei gol fatti e dalla differenza reti, che premiano la Reggiana) sul filo di lana. In caso di pareggio del Modena e di vittoria dei granata, infatti, a conquistare la promozione diretta sarebbero Rozzio e compagni.

La Reggiana ha vinto meritatamente la sfida contro l'Entella grazie a un gol di Rosafio nella ripresa e ha costretto il Modena che ha pareggiato (1 a 1) a Gubbio a rinviare l'eventuale festa promozione.

La Reggiana contro l'Entella ha dimostrato di essere in grande condizione fisica e soprattutto di saper giocare un calcio di categoria superiore. Il Modena a Gubbio, invece, ha patito le pene dell'inferno e dopo essere passato in svantaggio e aver rischiato di capitolare ha trovato il pareggio su rigore. Il campionato, dunque, si deciderà negli ultimi minuti, come è giusto che sia dopo la splendida cavalcata di entrambe le squadre.

Nell'ultima gara casalinga della stagione regolare, la Reggiana ha strappato applausi a scena aperta dal pubblico, che non ha mai smesso di incitare Rozzio e compagni.

Dopo un primo tempo chiuso a reti inviolate, solo per la bravura dei portieri, nella ripresa la Reggiana ha aumentato la pressione e al 14' uno straordinario lancio di Cigarini per Sciaudone ha visto ancora il portiere ligure compiere un'altra prodezza. Il divino Cigarini ne inventa un'altra poco dopo ancora per Lanini che non trova lo spazio per il tiro vincente. Aimo Diana avanza ancora di più il baricentro della squadra togliendo il centrocampista Sciaudone per l'attaccante Rosafio che, al 28' della ripresa, trova il gol della vittoria e della speranza.

IL TABELLINO

REGGIANA                    1

VIRTUS ENTELLA        0

REGGIANA (3-5-2): Venturi; Cremonesi, Rozzio (dal 36’ st Luciani), Cauz; Libutti, Rossi, Cigarini, Sciaudone (dal 21’ st Rosafio), Contessa; Lanini (dal 34’ st D’Angelo), Zamparo (dal 37’ st Scappini). A disposizione: Voltolini, Camigliano, Neglia, Marconi, Radrezza, Del Pinto, Porcino, Guglielmotti. Allenatore Diana

ENTELLA (4-3-1-2): Borra; Cleur, Sadiki, Chiosa, Pavic; Karic, Paolucci (dal 25’ st Rada), Palmieri (dal 33’ st Meazzi); Schenetti (dal 39’ st Lesciano); Magrassi (dal 33’ st Capello), Merkaj. A disposizione: Siaulys, Barlocco, Dessena, Lipani, Pellizzer, Silvestre, Gningue. Allenatore Volpe

ARBITRO: Perenzoni di Rovereto
RETE: 28’ st Rosafio
NOTE: Ammoniti: Cauz, Rossi; Palmieri.Recupero: 0’; 4’. Angoli: 5-4 per la Reggiana

Gazzetta di Reggio

Calcio e fede. Acutis, la Lega Pro lo vuole suo patrono

 Il presidente della Serie C, Ghirelli, da Assisi rilancia l’idea. La mamma del Beato Carlo: «Mio figlio amava lo sport, ora il suo spirito legato ai giovani calciatori può fare miracoli»

Un’immagine del Beato Carlo Acutis (1991-2006) mentre faceva trekking sul monte Subasio, ad Assisi

Un’immagine del Beato Carlo Acutis (1991-2006) mentre faceva trekking sul monte Subasio, ad Assisi

Avvenire

«Non io, ma Dio», è uno dei tanti messaggi lanciati da Carlo Acutis nel suo brevissimo passaggio terreno. Il ragazzo proclamato Beato, il 10 ottobre 2020, oggi sarebbe un giovane uomo di trent’anni. Forse avrebbe continuato a suonare il sassofono e a giocare a calcio con gli amici milanesi. Magari sarebbe andato allo stadio («dove non andava mai, ma solo perché nessuno lo portava», dice mamma Antonia Salzano) a seguire la sua squadra del cuore, il Milan, a San Siro solo per accompagnare quei ragazzi disabili o bullizzati che consolava con lo spirito del volontariato migliore. Le sue passioni le avrebbe continuamente aggiornate, come quei siti dedicati ai miracoli eucaristici e alla gioia della fede che sono diventati, per fortuna in questo caso, «virali», in tutto il mondo.

Carlo amava la rete delle porte di un campo di calcio quanto quella dei portali di Internet, perché da «influencer di Dio», come lo definisce mamma Antonia, amava ripetere: «La Rete non è solo un mezzo di evasione, ma uno spazio di dialogo, di conoscenza, di condivisione, di rispetto reciproco, da usare con responsabilità, senza diventarne schiavo e rifiutando il bullismo digitale». Parole queste di Carlo che sono scolpite nella mente del presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli, il quale lo scorso febbraio ha scritto una lettera accorata all’arcivescovo di Assisi Domenico Sorrentino, per lanciare la proposta: «Carlo Acutis patrono della Lega Pro». Ghirelli da rappresentante di quella che considera la «la Lega dei pullmini », che trasportano ogni giorno i 13mila calciatori dei settori giovanili dei 60 club della Serie C (di cui 10 hanno squadre che partecipano ai campionati DCPS, tornei rivolto agli atleti con deficit cognitivo- relazionali) ha individuato nel Beato Carlo Acutis «una fonte di luce per i ragazzi e le ragazze che hanno bisogno che qualcuno tenda loro una mano, oggi e non domani – ha scritto il presidente della Lega di Serie C all’arcivescovo Sorrentino – . Internet e palla, argonauta e sportivo, sono i segni dei giovani di oggi, sono tutto un insieme e il Beato Carlo può stare interamente con questo variegato mondo che aspira al futuro».

E il futuro rimbalza come un pallone sull’erba dello stadio degli Ulivi di Assisi. La città di san Francesco che il Beato Acutis amava e dove aveva espresso il desiderio di venire sepolto dopo essere salito al Cielo, il 12 ottobre del 2006: morto, a 15 anni, all’ospedale San Gerardo di Monza, per una leucemia fulminante. Un’esistenza vissuta in piena Grazia di Dio, quanto preco- ce: è durata appena 5.640 giorni. Ora le sue spoglie riposano nella chiesa di Santa Maria Maggiore, Santuario della Spogliazione di Assisi. Mamma Antonia, via skype, ha partecipato al convegno promosso dalla Lega Pro su Carlo Acutis, a cui ieri ha fatto seguito la partita allo stadio degli Ulivi tra la Rappresentativa Under 17 di Serie C ed i pari età dell’A.S. Gubbio Calcio 1910. Al termine della gara, i ragazzi si sono recati al Santuario della Spogliazione, guidati dal Rettore del Santuario Padre Carlos Ferreira che ha detto loro: «Fatevi amico Carlo!».

Un messaggio che ha colpito i giovani calciatori che poi alla Basilica di Santa Maria degli Angeli hanno partecipato alla Santa Messa per le società dilettantistiche umbre. Tutto all’insegna del Beato Acutis, già patrono in pectore di Internet e ora anche del “calcio dei campanili”. «Il fatto che la proposta parta dalla Serie C e da un campionato prevalentemente disputato da giovani, di talenti che un domani potranno diventare dei campioni, non può che riempirmi d’orgoglio – dice Antonia Salzano – . Se un giovane calciatore scopre la fede attraverso Carlo, beh questo è un piccolo miracolo. Lo sport fa miracoli, ma solo se nello sport entra la luce di Cristo e se il talento è accompagnato dall’umiltà. Carlo, con umiltà aveva messo da parte se stesso, si era riempito di Cristo e questo gli aveva permesso di aiutare gli altri: i clochard, le persone bisognose. Tutti quelli che incontrava e che gli chiedevano aiuto, lui gli tendeva la mano. Ora lo farà anche con i giovani calciatori».

Come San Paolo, anche Carlo Acutis è stato un “atleta di Dio”, sempre in soccorso del prossimo, ma senza mai trascurare lo sport e l’attività fisica. «Carlo concepiva lo sport, tutto, come svago e un motivo di coesione sociale. Per questo si era cimentato nel basket, in cui faceva valere i suoi 182 centimetri di altezza, poi con il tennis e il trekking in montagna, specie qui ad Assisi, sul monte caro a san Francesco, il Subasio. Amava anche il calcio, certo, perché gli dava la possibilità di confrontarsi e di unirsi agli altri suoi coetanei. All’uscita di scuola, alla Leone XIII, spesso si fermava di fronte al Tommaseo, vicino alla chiesa di Santa Maria delle Grazie c’è un piazzale enorme con dei giardinetti dove una volta spiccava un magnifico cedro del Libano che ora non c’è più. Lì si ritrovava con i ragazzi del quartiere a dare due calci a un pallone. Ogni tanto non disdegnava il calcetto, ma non lo praticava con spirito agonistico. Carlo non era capace, ma in compenso sapeva ridere di se stesso e del fatto che come calciatore, mi diceva divertito, “sai mamma, a pallone sono una schiappa”. E io ridevo con lui, mi divertiva sempre. Come mi divertì saperlo sciatore improvvisato. Su invito dei nonni andò in Svizzera e in quindici giorni, seguendo gli insegnamenti di una maestra, imparò a sciare e vinse il secondo premio in una gara di slalom. Ma poi venne da me e suo padre e disse convinto: “Basta, ora non scio più”».

Gli Acutis sono una famiglia di sportivi. I gemelli, Francesca e Michele, nati dopo la morte di Carlo, quando Antonia aveva già 43 anni – «e Carlo me lo aveva predetto che sarei diventata nuovamente mamma» – da otto anni praticano il kung fu e seguono il calcio: «Michele tifa Milan, Francesca il Napoli, mio marito la Juventus e io l’Inter, perché Angelo Moratti era un vecchio amico di mio padre. Personalmente però non amo una aspetto del calcio: il fatto che non sempre vince il migliore, e allora preferisco la dimensione amatoriale ». Gli amateur tanto cari a papa Francesco, calciofilo, ex cestista e grande appassionato di tutte le discipline olimpiche. Nella Christus vivit papa Bergoglio cita Carlo Acutis come modello da seguire dai giovani per quella capacità di comunicare che andava oltre Internet. Con la sua mostra “Segni”, sui miracoli eucaristici, Carlo ha girato il mondo e solo negli Stati Uniti è stata ospitata da 10mila parrocchie. «Carlo ripeteva: “l’Eucaristia è la mia autostrada verso il cielo”. Perciò credo che con questa nuova “catechesi del calcio” possa indicare ai giovani la via della volontà, unico rimedio contro l’accidia che dilaga tra i millennials. Carlo sapeva che le virtù vanno coltivate e migliorate, e lo sport è un bel modo per mettere alla prova la propria forza di volontà. Il suo motto era il “Cic”: concentrazione, impegno e costanza. Il “Cic”, unito alla pratica sportiva, rafforza il fisico e lo spirito e tiene lontana “mammona” che prova sempre a fare lo sgambetto e si presenta in tutte le varie forme, compresa la violenza, come quella che si vede negli stadi».

Andare oltre il tifo, essere sportivi. «Carlo per fare contenti i cugini romani giocava a indossare il cappellino giallorosso della Roma di Francesco Totti, uno che gli piaceva, perché Totti è un uomo buono che si spende molto per gli altri, specie per i bambini in difficoltà». Uno dei tanti campioni da emulare Totti, ma senza creare falsi idoli e senza dimenticare l’altro motto che Carlo Acutis ha lanciato a tutti: «Sei nato originale, non vivere da fotocopia».

Calcio: Zheng Zhi sarà allenatore e giocatore del Guangzhou

 

Il Guangzhou FC (prima divisione cinese) ha nominato oggi il centrocampista Zheng Zhi come allenatore, che allo stesso tempo continuerà a giocare.

Il club otto volte campione della Cina, era senza allenatore dalla partenza di Fabio Cannavaro.

Zheng Zhi, 41 anni, è anche capitano della nazionale ed ha trascorso parte della sua carriera in Gran Bretagna (Charlton Athletic e Celtic Glasgow).
    Mentre il campionato riprende il prossimo fine settimana dopo una pausa di quattro mesi, il futuro del Guangzhou è pesantemente offuscato dalla crisi di Evergrande. "Ci auguriamo che tutti gli allenatori, i giocatori e lo staff del club facciano appello al loro grande senso dell'onore, alla loro responsabilità e al loro spirito di squadra per superare tutte le nostre difficoltà. noi e adempiere ai nostri obblighi sportivi in ;;questa stagione", ha dichiarato il club in una nota. (ANSA-afp).

Milan 1 - 3 Sassuolo #MilanSassuolo Finale

Italia Calcio Serie A domenica 28 novembre 2021 Stadio Giuseppe Meazza  Milano
Arbitro Gianluca Manganiello
Grande vittoria del Sassuolo a Milano.