Il brasiliano Kakà analizza la sconfitta del Brasile contro l'Olanda, che ha sancito l'eliminazione dei verdeoro dal Mondiale sudafricano: "Abbiamo perso per i dettagli - dichiara il giocatore del Real Madrid - non è la qualità che è mancata. Abbiamo subito gol su palla inattiva, questo ha consentito all'Olanda di vincere. Le semifinali? Ci arriveranno solo i migliori".
(sport.repubblica)
Mondiali/ Olanda e Uruguay in semifinale, disastro Brasile
Roma, 2 lug. (Apcom) - Ieri a Port Elizabeth la festa è stata tutta arancione mentre il Brasile seppelliva l'era Dunga sotto una coltre di rimpianti. L'Olanda centra il colpaccio in rimonta. I verdeoro chiudo il primo tempo con un gol di vantaggio (Robinho) e la partita in mano. Nella ripresa l'autogol di Felipe Melo (anche se lui nega), che devia in rete una punizione di Sneijder, fa saltare i nervi ai brasiliani e al centrocampista della Juventus che dopo pochi minuti viene espulso. L'interista Snejder al 68' firma il gol che accende gli entisiasmi e porta gli 'orange' per la quarta volta alle semifinali Mondiali: nel 1974 e nel 1978, proprio all'epoca dell'Arancia Meccanica di Johan Cruijff, riuscì poi a conquistare l'accesso alla finalissima, persa in entrambi i casi contro i padroni di casa (1-2 contro la Germania Ovest nel prima caso, 1-3 dopo i tempi supplementari contro l'Argentina nel secondo). L'Olanda di Sneijder e Robben ha inanellato cinque vittorie consecutive, un ruolino di marcia mai verificatori prima. In Brasile intanto sono già partiti i processi contro Dunga, che prima di dire addio alla selecao si è assunto tutte le responsabilità senza rinnegare le sue scelte, e i giocatori (Felipe Melo il più bersagliato). Per l'Olanda ora si apre una strada apparentemente abbordabile per arrivare alla finale. Sneijder oggi lo ha detto che questa squadra può "arrivare fino in fondo" e conquistare quel trofeo che manca in bacheca, ma deve stare attenta alle docce fredde come ha insegnato l'ex favoritissimo Brasile. Martedì a Citta del Capo (20.30) gli olandesi affronteranno il sorprendete Uruguay che centra le semifinali dopo 40 anni di attesa ai calci di rigore. A Johannesburg Muntari sblocca al 47' ma il solito Forlan ristabilisce il pareggio al 55' della ripresa, si va ad oltranza fino al 122' quando Gyan sbaglia il calcio di rigore che avrebbe regalato al Ghana, unica rappresentante africana, la qualificazione (Suarez espulso). Ai rigori il portiere della Lazio Muslera si esalta e il risultato finale di 5-3 racconta di due errori dal dischetto per i ghanesi e di uno per gli uruguyani, prima del rigore decisivo di Abreu.
Mondiali 2010 - Eroica Olanda, il Brasile torna a casa!
Forse Julio Cesar e Maicon non si sono ancora abituati a vedersi insieme, con la stessa maglietta. Sneijder, invece, non si fa tanti scrupoli nel dover bucare il suo compagno di squadra in nerazzurro. Come una futile, puerile, incomprensione difensiva può riaprire e costare una partita. Il problema è quando la partita è un quarto di finale di Coppa del Mondo, e quando sulla maglia hai scritto Brasile. Eppure, era cominciata così bene...
MELO PER ROBINHO, E CHE GOL! - All'Almeria, Felipe Melo giocava trequartista, dietro le punte. In Italia, invece, il suo piede non convinceva più di tanto, e l'hanno arretrato sulla mediana, a fare l'interditore. Ma, ogni tanto, qualche colpo da biliardo ce l'ha ancora, soprattutto se la difesa avversaria si apre in due come una vongola. Il centrocampista bianconero pennella un pallone con il contagiri per innescare il taglio di Robinho fra i due difensori centrali: Heitinga lo perde, Oojier, buttato nella mischia all'ultimo per il forfait di Mathijsen, è da tutt'altra parte, e la punta brasiliana non ha difficoltà a trafiggere un incolpevole Stekelenburg in uscita.
Il Brasile spumeggia, fa possesso palla, detta i ritmi del gioco e, perché no, dietro "picchia", non lesinando gli interventi duri per intimorire le galoppate di Robben sulla destra. L'Olanda non trova i famosi spazi tanto millantati alla vigilia della partita, e la Seleçao spreca almeno tre nitide palle-gol nel primo tempo: al 25' Juan spara sopra la traversa sugli sviluppi di un corner dalla destra, al 31' Stekelenburg sfrutta tutti i suoi 197 centimetri per togliere dall'incrocio una conclusione deliziosa di Kakà, e nel finale dice ancora "no" a Maicon, respingendo una sassata del laterale nerazzurro sul primo palo.
MELO, MA CHE COMBINI? - Il secondo tempo riprende sulla falsariga del primo: l'Olanda, spenta, non riesce a pungere, e il Brasile sembra in grado di amministrare fino al triplice fischio. Poi, al 53', Bastos, già ammonito, compie l'ennesima entrataccia su Robben: il direttore di gara lo grazia, ma sugli sviluppi della stessa punizione, Sneijder scodella con il sinistro a centro-area. Julio Cesar esce con i pugni ma si scontra con Felipe Melo che, involontariamente, spizza di testa mettendo in rete. Ed è l'inizio della rovina.
SNEIJDER SBUCA: 2-1 - Il Brasile accusa, perdendo quella fluidità che aveva caratterizzato la prima metà di gara: l'Olanda, di contro, ritrova quella freschezza fisica e mentale necessaria per affondare sulle fasce, e con Robben e Sneijder completamente rinsaviti, comincia a pungere in contropiede. Il gol arriva in situazione di palla inattiva: corner dalla destra, Kuyt spizza sul primo palo, Sneijder anticipa Felipe Melo e incorna in rete nel deserto.
MELO, SEI DA CROCIFISSIONE - Il Brasile perde la testa. L'ultimo quarto d'ora è nervosismo puro, che si apre con una sciocchezza (per non dir di peggio) marchiata Felipe Melo, che dopo aver messo giù Robben, lo calpesta anche senza un particolare motivo. Rosso. Seleçao in 10. Dunga toglie Luis Fabiano per Nilmar, ma la mossa lascia ampi punti interrogativi. Il gioco si fa frenetico ed estremamente spezzettato: le squadre si allungano e si creano ampi spazi per affondare su entrambe le metacampo. I brasiliani, col cervello fumante, sprecano con Lucio su corner all'82', ma l'Olanda, che può scendere a ripetizione in contropiede, si divora un paio di occasioni per chiudere la partita, prima con Van Persie e poi con Huntelaar, subentrato allo stesso attaccante dell'Arsenal. Si finisce alla "spera-in-Dio", con il Brasile a buttare freneticamente la palla avanti, un brutto modo per attaccare i due metri del troneggiante Stekelenburg. Passa l'Olanda, che attende ora la vincente tra Ghana e Uruguay. E, tutto sommato, quella finale non sembra poi così lontana...
Daniele Fantini / Eurosport
MELO PER ROBINHO, E CHE GOL! - All'Almeria, Felipe Melo giocava trequartista, dietro le punte. In Italia, invece, il suo piede non convinceva più di tanto, e l'hanno arretrato sulla mediana, a fare l'interditore. Ma, ogni tanto, qualche colpo da biliardo ce l'ha ancora, soprattutto se la difesa avversaria si apre in due come una vongola. Il centrocampista bianconero pennella un pallone con il contagiri per innescare il taglio di Robinho fra i due difensori centrali: Heitinga lo perde, Oojier, buttato nella mischia all'ultimo per il forfait di Mathijsen, è da tutt'altra parte, e la punta brasiliana non ha difficoltà a trafiggere un incolpevole Stekelenburg in uscita.
Il Brasile spumeggia, fa possesso palla, detta i ritmi del gioco e, perché no, dietro "picchia", non lesinando gli interventi duri per intimorire le galoppate di Robben sulla destra. L'Olanda non trova i famosi spazi tanto millantati alla vigilia della partita, e la Seleçao spreca almeno tre nitide palle-gol nel primo tempo: al 25' Juan spara sopra la traversa sugli sviluppi di un corner dalla destra, al 31' Stekelenburg sfrutta tutti i suoi 197 centimetri per togliere dall'incrocio una conclusione deliziosa di Kakà, e nel finale dice ancora "no" a Maicon, respingendo una sassata del laterale nerazzurro sul primo palo.
MELO, MA CHE COMBINI? - Il secondo tempo riprende sulla falsariga del primo: l'Olanda, spenta, non riesce a pungere, e il Brasile sembra in grado di amministrare fino al triplice fischio. Poi, al 53', Bastos, già ammonito, compie l'ennesima entrataccia su Robben: il direttore di gara lo grazia, ma sugli sviluppi della stessa punizione, Sneijder scodella con il sinistro a centro-area. Julio Cesar esce con i pugni ma si scontra con Felipe Melo che, involontariamente, spizza di testa mettendo in rete. Ed è l'inizio della rovina.
SNEIJDER SBUCA: 2-1 - Il Brasile accusa, perdendo quella fluidità che aveva caratterizzato la prima metà di gara: l'Olanda, di contro, ritrova quella freschezza fisica e mentale necessaria per affondare sulle fasce, e con Robben e Sneijder completamente rinsaviti, comincia a pungere in contropiede. Il gol arriva in situazione di palla inattiva: corner dalla destra, Kuyt spizza sul primo palo, Sneijder anticipa Felipe Melo e incorna in rete nel deserto.
MELO, SEI DA CROCIFISSIONE - Il Brasile perde la testa. L'ultimo quarto d'ora è nervosismo puro, che si apre con una sciocchezza (per non dir di peggio) marchiata Felipe Melo, che dopo aver messo giù Robben, lo calpesta anche senza un particolare motivo. Rosso. Seleçao in 10. Dunga toglie Luis Fabiano per Nilmar, ma la mossa lascia ampi punti interrogativi. Il gioco si fa frenetico ed estremamente spezzettato: le squadre si allungano e si creano ampi spazi per affondare su entrambe le metacampo. I brasiliani, col cervello fumante, sprecano con Lucio su corner all'82', ma l'Olanda, che può scendere a ripetizione in contropiede, si divora un paio di occasioni per chiudere la partita, prima con Van Persie e poi con Huntelaar, subentrato allo stesso attaccante dell'Arsenal. Si finisce alla "spera-in-Dio", con il Brasile a buttare freneticamente la palla avanti, un brutto modo per attaccare i due metri del troneggiante Stekelenburg. Passa l'Olanda, che attende ora la vincente tra Ghana e Uruguay. E, tutto sommato, quella finale non sembra poi così lontana...
Daniele Fantini / Eurosport
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