Forse Julio Cesar e Maicon non si sono ancora abituati a vedersi insieme, con la stessa maglietta. Sneijder, invece, non si fa tanti scrupoli nel dover bucare il suo compagno di squadra in nerazzurro. Come una futile, puerile, incomprensione difensiva può riaprire e costare una partita. Il problema è quando la partita è un quarto di finale di Coppa del Mondo, e quando sulla maglia hai scritto Brasile. Eppure, era cominciata così bene...
MELO PER ROBINHO, E CHE GOL! - All'Almeria, Felipe Melo giocava trequartista, dietro le punte. In Italia, invece, il suo piede non convinceva più di tanto, e l'hanno arretrato sulla mediana, a fare l'interditore. Ma, ogni tanto, qualche colpo da biliardo ce l'ha ancora, soprattutto se la difesa avversaria si apre in due come una vongola. Il centrocampista bianconero pennella un pallone con il contagiri per innescare il taglio di Robinho fra i due difensori centrali: Heitinga lo perde, Oojier, buttato nella mischia all'ultimo per il forfait di Mathijsen, è da tutt'altra parte, e la punta brasiliana non ha difficoltà a trafiggere un incolpevole Stekelenburg in uscita.
Il Brasile spumeggia, fa possesso palla, detta i ritmi del gioco e, perché no, dietro "picchia", non lesinando gli interventi duri per intimorire le galoppate di Robben sulla destra. L'Olanda non trova i famosi spazi tanto millantati alla vigilia della partita, e la Seleçao spreca almeno tre nitide palle-gol nel primo tempo: al 25' Juan spara sopra la traversa sugli sviluppi di un corner dalla destra, al 31' Stekelenburg sfrutta tutti i suoi 197 centimetri per togliere dall'incrocio una conclusione deliziosa di Kakà, e nel finale dice ancora "no" a Maicon, respingendo una sassata del laterale nerazzurro sul primo palo.
MELO, MA CHE COMBINI? - Il secondo tempo riprende sulla falsariga del primo: l'Olanda, spenta, non riesce a pungere, e il Brasile sembra in grado di amministrare fino al triplice fischio. Poi, al 53', Bastos, già ammonito, compie l'ennesima entrataccia su Robben: il direttore di gara lo grazia, ma sugli sviluppi della stessa punizione, Sneijder scodella con il sinistro a centro-area. Julio Cesar esce con i pugni ma si scontra con Felipe Melo che, involontariamente, spizza di testa mettendo in rete. Ed è l'inizio della rovina.
SNEIJDER SBUCA: 2-1 - Il Brasile accusa, perdendo quella fluidità che aveva caratterizzato la prima metà di gara: l'Olanda, di contro, ritrova quella freschezza fisica e mentale necessaria per affondare sulle fasce, e con Robben e Sneijder completamente rinsaviti, comincia a pungere in contropiede. Il gol arriva in situazione di palla inattiva: corner dalla destra, Kuyt spizza sul primo palo, Sneijder anticipa Felipe Melo e incorna in rete nel deserto.
MELO, SEI DA CROCIFISSIONE - Il Brasile perde la testa. L'ultimo quarto d'ora è nervosismo puro, che si apre con una sciocchezza (per non dir di peggio) marchiata Felipe Melo, che dopo aver messo giù Robben, lo calpesta anche senza un particolare motivo. Rosso. Seleçao in 10. Dunga toglie Luis Fabiano per Nilmar, ma la mossa lascia ampi punti interrogativi. Il gioco si fa frenetico ed estremamente spezzettato: le squadre si allungano e si creano ampi spazi per affondare su entrambe le metacampo. I brasiliani, col cervello fumante, sprecano con Lucio su corner all'82', ma l'Olanda, che può scendere a ripetizione in contropiede, si divora un paio di occasioni per chiudere la partita, prima con Van Persie e poi con Huntelaar, subentrato allo stesso attaccante dell'Arsenal. Si finisce alla "spera-in-Dio", con il Brasile a buttare freneticamente la palla avanti, un brutto modo per attaccare i due metri del troneggiante Stekelenburg. Passa l'Olanda, che attende ora la vincente tra Ghana e Uruguay. E, tutto sommato, quella finale non sembra poi così lontana...