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Rugby: Autumn nations series; Italia batte Samoa 49-17

 

(ANSA) - ROMA, 05 NOV - L'Italrugby comincia con una vittoria su Samoa per 49-17 il tris di partite delle Autumn Nations Series.

Al 'Plebiscito' di Padova, davanti a 8.400 spettatori, la nazionale guidata da Kieran Crowley ha messo a segno sei mete e risolto il match già nel primo tempo, chiusosi sul 28-0.

Gli azzurri torneranno in campo sabato prossimo a Firenze, contro l'Australia. (ANSA).


Rugby: Sei Nazioni, il calendario 2015. Per la prima volta Italia per due gare consecutive all'Olimpico

Ufficializzati i calendari delle edizioni 2014 e 2015 del Sei Nazioni di rugby. Nel 2015 l'Italia iniziera' all'Olimpico, sabato 7 febbraio, contro l'Irlanda, per proseguire il sabato successivo a Twickenham, in casa dell'Inghilterra. Il 3/o turno, sabato 28 febbraio, portera' la Nazionale a Murrayfield, per affrontare la Scozia. Quindi, due incontri consecutivi - fatto inedito - a Roma nel mese di marzo: domenica 15 contro la Francia e sabato 21, nell'ultimo turno, contro il Galles.
ansa

Una grande Italia non basta, vince l'Inghilterra 18-11

Sconfitta con onore. L’Italia esce da Twickenham con zero punti, ma una prova di maturità. La squadra di Jacques Brunel perde 18-11 contro l’Inghilterra e rimane a quota 2 in classifica, mentre gli inglesi mantengono immacolato il loro ruolino di marcia e andranno a giocarsi la vittoria del Sei Nazioni al Millenium Stadium contro il Galles.

Nel primo tempo gli azzurri di Jacques Brunel giocano una grande partita difensiva. Gli inglesi cercano di lavorare ai fianchi l’Italrugby ma sono respinti con grinta, attenzione e un po’ di fortuna con i Bianchi d’Inghilterra che buttano al vento un paio di occasioni a pochi metri dalla linea di meta azzurra e sono incapaci di sfruttare la superiorità numerica per l’espulsione temporanea (10 minuti) al 30’ di Gori I punti della prima frazione arrivano tutti dai piedi di Flood e dell’azzurro Luciano Orquera, infallibile nei primi 40 minuti.

Nella ripresa, contrariamente a quanto capita normalmente all’Italia, gli azzurri non mollano. Anzi. Nei primi dieci minuti del secondo tempo, ritornati in parità numerica, l’Italia prima si vede ricacciata a -12 (15-3), poi in due minuti si trova a meno -4 grazie a Luciano Orquera. Che oltre a realizzare una punizione, manda in meta McLean con una calcio dietro la linea difensiva inglese. Gli azzurri potrebbero andare a -2 ma l’argentino sbaglia la trasformazione. Gli inglesi stanchi concedono un’altra occasione a Orquera con una punizione molto laterale. Fallita dall’italiano di origine argentina. Flood allunga sul 18-11 ma l'Italia continua a spingere. Gli ultimi dieci minuti sono da applausi, ma non bastano. Azzurri battuti. Twickenham rimane un tabù.
sport.sky.it

Rugby, Sei Nazioni: Italia da impazzire, Francia ko

Con una grande gara gli azzurri piegano i transalpini 23-18 nella giornata inaugurale del torneo. Mete di Parisse e Castrogiovanni, Orquera uomo partita. Il successo della strategia di Brunel
di MASSIMO CALANDRI - repubblica.it
Non andate via, restate ancora qualche minuto sul campo. Questa partita non deve finire, per favore, perché è tutto così bello che sembra un sogno. Gli azzurri battono la Francia 23-18 (pt 13-15) nella giornata d'esordio del Sei Nazioni, al termine di una partita che resterà nella storia, chiusa con un uomo in meno e un finale di commovente intensità. Il match perfetto, giocato con quel coraggio e quella spregiudicatezza che è soprattutto merito di Jacques Brunel, l'allenatore francese che regala al rugby e a tutto lo sport italiano una "rivoluzione" da tenerci stretta. Perché si vince attaccando, si vince osando e dando fiducia ai giovani. Si vince anche grazie alle magìe di Luciano Orquera, piccolo grandissimo uomo premiato come man of the match. E alle mete di Parisse e Castrogiovanni. Non andate via, vi prego.

La meta più bella -
Gli azzurri regalano subito cinque minuti perfetti, alternando penetrazioni sull'asse e aperture al largo. Poi succede che Minto fallisce un off-load, Michalak calcia lungo per la sua cavalleria e sono guai. Invece McLean raccoglie ed innesca un contropiede fenomenale, grazie al sostegno avanziamo di cinquanta metri puliti, poi Botes apre per Orquera che s'infila tra Mas e Papé, allunga ancora ed apre per Parisse: meta, la più bella mai vista. Orquera trasforma e i francesi s'incazzano. All'11' Picamoles lanciato da Michalak si sbarazza di Parisse e finalizza un'efficace fase di possesso transalpino. Però

l'elegante apertura dei Blues non centra i pali, si resta in vantaggio.

Orquera chirurgico -
L'Italrugby riparte occupando il terreno francese, Botes rilancia il gioco intorno alla mischia e i ragazzi costruiscono una buona piattaforma per Orquera, che continua ad incantare con un drop in faccia a Szarzewski. Tre minuti dopo ancora il nostro piccolo 10 ingrassa il punteggio con un calcio di punizione. Dopo venti minuti siamo sopra di otto punti, e all'Olimpico sembra di sognare. Non c'è però tempo di illudersi, perché la Francia comincia a crearci dei problemi in rimessa laterale. I Bleus si installano nei nostri 22, andiamo in apnea e alla fine ce la caviamo con soli tre punti sul groppone (punizione di Michalak) dopo che Huget era stato tenuto in area di meta con l'ovale ad centimetro dal terreno.

Meta di Fall, francesi avanti -
Dopo mezz'ora cominciamo a pagare la grande aggressività. Perdiamo di lucidità, calciando l'ovale quando prima lo si muoveva con sicurezza alla mano. E allora Huget ne approfitta, complice una difesa incerta di Ghiraldini: Fall vola in meta in mezzo ai pali. Michalak firma il sorpasso. Gli azzurri sembrano in difficoltà ma riescono a chiudere senza altri danni un primo tempo di rara intensità ed emozioni.

Ripresa, che sofferenza -
Si ricomincia gestendo a lungo il pallone, ma sembra tutta un'altra musica rispetto all'inizio del match: perché invece di avanza si retrocede, e fortuna che i nostri avversari sono imprecisi. Ma dopo dieci minuti di cornate crolla una mischia su nostra introduzione, e Michalak centra i pali su punizione. Gli azzurri paiono sfiduciati, l'apertura dei Bleus fallisce di un soffio un altro calcio. Tre cambi per noi, Machenaud  sorprende tutti e fila via. Viene miracolosamente fermato a pochi metri dall'ultima trincea. Ed è la svolta.

Castro in meta! -
L'Italia fa partire un contrattacco straordinario, prima a sinistra grazie ad un epico sostegno di Parisse e poi con una sventagliata di Gori a destra: Venditti avanza, Giazzon e De Marchi ripartono, all'improvviso una magìa del piccolo, grandissimo Orquera che prima sguscia tra i giganti e poi offre a Castrogiovanni l'ovale di una meta da impazzire. Orquera trasforma e ci riporta avanti di due punti (20-18). Nell'azione si infortuna il capitano dei galletti, Papé, e sembra un altro segnale.

Un finale da impazzire -
Brunel fa uscire Orquera per Burton, che - dopo una lunga fase di conquista dei nostri, adesso padroni nelle fase statiche (Cittadini subito si fa sentire di brutto)  -  centra un meraciglioso drop, portandoci avanti di cinque punti. I francesi sembrano stanchi e confusi, l'Olimpico è incredulo. Il rtesto è solo gloria e coraggio, una difesa straordinaria nonoistante l'espulsione di Giazzon. Oggi il rugby azzurro ha davvero fatto la storia.

Italia-Francia 23-18 (13-15)Marcatori: pt 4' meta Parisse tr. Orquera, 11' meta Picamoles, 15' drop Orquera, 18' cp Orquera, 28' cp Michalak, 33' meta Fall tr. Michalak; st 10' cp Michalak, 17' meta Castrogiovanni tr. Orquera, 28' drop Burton
Italia: Masi - Venditti, Benvenuti (31' st Canale), Sgarbi, McLean - Orquera (24' st Burton), Botes (16' st Gori) - Parisse, Favaro (23' st Derbyshire), Zanni - Minto, Geldenhuys (31' st Pavanello) - Castrogiovanni (23' st Cittadini), Ghiraldini (16' st Giazzon), Lo Cicero (16' st De Marchi).
Francia: Huget (31' st Trinh-Duc) - Fofana, Fritz (23' st Bastareaud), Mermoz, Fall - Michalak, Machenaud (23' st Parra) - Picamoles (29' st Chouly), Dusatoir, Ouedraogo - Maestri, Papé (19' st Taofifenua) - Mas (26' st Ducalcon), Szarzewski (12' st Debaty), Forestier (12' st Kaiser).

Rugby, contro gli All Blacks l'Italia regge un'ora poi finisce la benzina


È festa per i 72mila che hanno riempito lo stadio Olimpico, si sono gustati la 'haka' (quella tradizionale, la 'Ka Mate') e poi sono 'tracimati' nei dintorni per il tradizionale terzo tempo. Però il rugby della Nuova Zelanda rimane di un altro pianeta. È stato comunque bello esserci, ma coloro i quali, per motivi di promozione dell'evento, hanno provato a far credere che l'Italia potesse giocare al livello dei campioni del mondo, che in tour non perdono da dieci anni, sono stati smentiti, anche se il team azzurro ha giocato una delle sue migliori partite di sempre. Gli All Blacks, complice il solito crollo italico negli ultimi 20' della ripresa, hanno vinto per 42-10, segnando tre mete in 8', dal 68' al 76' (due con quel Savea che in patria indicano come possibile erede dell'immenso Lomu) e hanno chiuso ogni discorso. Peccato, perché il primo tempo dell'Italia di Brunel e Troiani (rispettivamente ct e manager), due che predicano di imporre sempre il proprio gioco, aveva illuso la tanta gente che continua ad amare questa Nazionale: il XV di casa aveva chiuso sotto solo di 6 punti (7-13), dopo aver segnato una meta, con Sgarbi su passaggio di Orquera, e aver giocato a viso aperto, anche manovrando 'alla mano', e quindi senza farsi intimidire dalla grinta dei rivali, il cui 'brand' genera un giro d'affari pari a circa 200 milioni di euro.

Cifre da capogiro, che l'Italrugby dei tanti sponsor (oggi hanno 'invaso' tutta l'area del Foto Italico) ancora non può vantare. Ma il primo tempo azzurro era sembrato un momento di svolta per il rugby italiano, complice una bella prova con la situazione sotto controllo, grazie ad un perenne furore agonistico in fase difensiva nonostante la presenza in campo di simili rivali (privi però dei due uomini migliori, il capitano McCaw e il 'calciatorè Carter, tenuti a riposo). Era stata un'Italia che, trascinata da Parisse e Zanni, aveva placcato senza troppi riguardi, si era fatta avanti e aveva dimostrato di volersela giocare, come da 'slogan' sui cartelloni pubblicitari del match: lo testimonia ad esempio la scelta di Orquera quando, sullo 0-13, aveva scelto di calciare in touche anziché tra i pali da posizione facile. Ma era troppa la voglia di cercare la meta, di farsi valere anche contro i 'mostri' tutti in nero, con spinte della mischia a cinque metri dalla linea, con Castrogiovanni, Ghiraldini, Gori e gli altri autentici 'gladiatori'. E poi, al 26' pt, la meta era arrivata sul serio, con Sgarbi. E non era finita lì, perché Minto aveva poi recuperato altri palloni, e in chiusura di tempo c'era stato un ultimo attacco azzurro, prima con Venditti e poi con Favaro e finta di Gori che aveva costretto gli All Blacks a una difesa d'urgenza per evitare la seconda meta dei padroni di casa.

Momenti di rugby d'alto livello che costituiscono segnali incoraggianti per il prossimo Sei Nazioni, peccato solo che ad un certo punto della ripresa l'Italia abbia finito la benzina, fiaccata da una sfida epica, e che la Nuova Zelanda abbia quindi preso decisamente il sopravvento. Ora l'importante sarebbe conservare lo spirito battagliero dei primi 40', per tentare di farlo davvero un miracolo, contro i 'Wallabies' sabato prossimo a Firenze, visto che gli australiani sono arrivati in Europa per il loro tour novembrino non certo al top della forma. Se proprio si deve sognare, è meglio farlo al 'Franchi'.

Cesare Monetti - avvenire.it

Rugby: Italia sfida All Blacks

"Sappiamo di non essere favoriti, ma le partite vanno giocate. E le chance di vincere quando si inizia a giocare ci sono per tutte e due le squadre. Gli All Blacks sono i primi al mondo, noi siamo all'11/o posto, ma sicuramente non regaleremo la partita, faremo del nostro meglio per metterli in difficoltà". Alla vigilia del test match tra Italia e Nuova Zelanda, il capitano azzurro Sergio Parisse promette al pubblico che riempirà l'Olimpico una prova di carattere. "Sappiamo che giocheremo davanti a uno stadio tutto esaurito - ha spiegato - è una grande opportunità ma anche una grande responsabilità. Arriviamo carichi a questo appuntamento, siamo ansiosi di scendere in campo, vogliamo fare una grande partita". "La Nuova Zelanda è il mito del rugby mondiale, è la squadra più forte al mondo - ha aggiunto Parisse - E' un modello da seguire, e noi abbiamo la chance di confrontarci con loro per capire a che livello siamo. Come fronteggeremo l'haka? Rispettandola come si deve, senza fare delle scelte ridicole come sono state fatte in passato da altri allenatori". Il riferimento è alla partita dei Mondiali 2007 a Marsiglia, quando gli azzurri dell'allora ct Berbizier durante la haka si unirono in cerchio voltando le spalle agli All Blacks provocandone la reazione infuriata che si concretizzò con un eloquente 76-14 finale.
ansa

Rugby: Italia sogna battere All Blacks


'Chi non ha sognato, almeno una volta in carriera, di vincere contro gli All Blacks? Il rugby e' uno sport particolare: di conseguenza possiamo sognare e credere di battere''. Il presidente federale Alfredo Gavazzi e' ottimista verso il secondo, e il piu' prestigioso, dei tre test match che a novembre vedranno impegnata l'Italia del ct Jacques Brunel (contro Tonga, il 10 al Rigamonti di Brescia; la Nuova Zelanda, il 17 all'Olimpico di Roma; e l'Australia, il 24 al Franchi di Firenze).
ansa

15mila biglietti per Italia-Australia

Il test match di rugby tra Italia e Australia del 24 novembre si avvicina e cresce l'attesa tra i tifosi. Per la sfida che si giochera' allo stadio Artemio Franchi di Firenze sono gia' stati venduti oltre 15.400 biglietti e molti sono ancora disponibili. Anche per questo l'azzurro Mauro Bergamasco lancia un appello ai tifosi: ''Venite al Franchi, sarete il nostro XVI uomo. Venite allo stadio, sarete l'uomo in piu' che ci aiutera' a spingere la palla l'ovale in meta''.
ansa

Rugby: Italia-N.Zelanda, biglietti a ruba


Ad un mese dalla sfida, oltre 60mila biglietti sono gia' stati venduti per il test match Italia-Nuova Zelanda del 16 novembre a Roma. Ne restano ancora 12mila.

Intanto, la promozione ''1+3'', che offre ai tifosi la possibilita' di assistere non solo alla sfida contro gli All Blacks ma anche alle gare interne dell'Italia nel 6 Nazioni 2013 e di entrare a far parte del club ''Azzurro XV'', sta riscuotendo un successo tale da spingere la FIR a prolungare l'offerta sino al 16 novembre.
ansa 

SPECIALE Italrugby al Sei Nazioni

dell'inviato Martino Iannone - ansa
Continuare a migliorare confermando quanto di buono fatto sinora e, soprattutto, senza ripetere quei clamorosi errori che sono costati all'Italrugby la storica vittoria contro l'Inghilterra due settimane fa allo Stadio Olimpico di Roma. Per la terza giornata del Torneo delle Sei Nazioni gli azzurri sono volati a Dublino dove domani incontrano l'Irlanda. C'é voglia di rivincita nel clan guidato da capitan Parisse. L'anno scorso al Sei Nazioni, al Flaminio, con il XV del Trifoglio la vittoria scappò di un soffio: un drop di O'Gara allo scadere; poi l'amara sconfitta ai Mondiali in Nuova Zelanda che spedì gli azzurri a casa. Nello spogliatoio la delusione per il match perso contro l'Inghilterra ancora non si è assopita ma lo staff tecnico ha lavorato per trasformarla in energia positiva, suonando la giusta carica. E l'esordio alla mediana di Botes, autore di due errori sui calci contro gli inglesi, ne è una conferma. "Sì, sì, sì - ripete tre volte il tecnico dell'Italia, Jacques Brunel - ho pensato e ripensato molto in queste due settimane al match perso in quel mondo contro gli inglesi. Ci sono molti rimpianti, ma noi dobbiamo ancora avere delle risposte dal nostro rendimento: concediamo troppi punti facili, potevamo realizzare più calci e soprattutto ne abbiamo concessi troppi. Occorre poi sfruttare meglio le azioni alla mano che costruiamo e ci sono momenti di gioco in cui dobbiamo stare più alti". Il tecnico francese striglia gli azzurri, insomma, ma è ottimista sulla possibilità di crescita: "Mi auguro che la prestazione contro l'Irlanda sia migliore di quella vista con l'Inghilterra. Contro la Francia abbiamo fatto molto gioco ma incassato quattro mete. Con gli inglesi abbiamo avuto qualche difficoltà, ma abbiamo messo in campo una difesa migliore, almeno fino alla meta subita, poi la squadra si è disunita ed é andata come tutti sappiamo. Contro l'Irlanda - continua Brunel - sarà un match ancora più differente: hanno esperienza negli avanti, grande potenza, una terza linea molto forte e sui punti di incontro sanno dare ritmo, non dobbiamo concederglielo". Ed è una vigilia di Irlanda-Italia particolare per Sergio Parisse che domani guiderà per la trentottesima volta gli Azzurri in un test-match dopo aver indossato i gradi di capitano per la prima volta, nel 2008 proprio nella capitale irlandese. Con la presenza n.38 alla guida della squadra, Parisse diventa 'il capitano dei capitani', nessuno lo è stato più di lui nella storia della Nazionale italiana di rugby. "E' un grande onore e un importante traguardo personale - ha affermato Parisse -, ma ad essere sincero sono concentrato soprattutto sulla partita di domani. Vogliamo confermare quanto di buono fatto nelle prime due giornate del torneo e trovare regolarità nella nostra performance. Sarà una gara molto dura, vogliamo fare una grande partita"

Rugby: finale Heineken Cup 2015 in Italia

Nel 2015 la finale della Heineken Cup di rugby, l'equivalente della Champions League di calcio, si giocherà in Italia, a Milano o a Roma. Lo ha annunciato Derek McGrath, amministratore delegato di ERC, l'organismo che organizza l'Heineken Cup e l'Amlin Challenge Cup, il corrispettivo dell'Europa League di calcio. La decisione definitiva da parte di Erc verrà assunta durante il consiglio di amministrazione del 28 marzo prossimo.
 ansa

Italia a un passo dal sogno Vince un'Inghilterra cinica

Non siamo mai stati così vicini a realizzare il sogno di tutta una vita. Il crudele paradosso del rugby azzurro è che siamo stati traditi da due calci di punizione sbagliati. Qui, all'Olimpico, nel tempio del football che per ottanta minuti si è trasformato in una cattedrale ovale. Il paradiso dell'Italia è durato solo un quarto d'ora: dalla straordinaria metà all'intercetto di Benvenuti alllo sciagurato errore di Masi nella ripresa, che con con quel calcio stoppato, fallito - e sono tre - ha aperto le porte all'Inghilterra. Davanti a quasi sessantamila spettatori emozionati fino all'ultimo, più forti della neve, dei treni soppressi e dei voli annullati. Gli azzurri hanno segnato due mete con due ragazzi di ventuno anni, Venditti e Benvenuti. Hanno fatto tremare i maestri di questo sport, quelli che vengono dalla terra dove tutto è cominciato. Ma alla fine si sono arresi al cinismo degli avversari. Lasciano l'Olimpico con la testa alta e tra gli applausi, però con l'amara sensazione di aver gettato al vento un'occasione che forse non si ripresenterà più.

UNA MISCHIA ABRASIVA - Si parte con Bortolami che recupera un bel pallone ma Canale fallisce un calcio a seguire ed innesca la macchina da guerra inglese. Gli azzurri ricacciano gli ospiti nella loro metà campo, tengono in mischia ordinata e rubano tre rimesse laterali. Però c'è sempre qualcosa che non va nei nostri up and under - la linea azzurra dei tre-quarti sale troppo piano -, mentre
i calci dei bianchi ci mettono in difficoltà. Al quarto d'ora splendido break di McLean, c'è Masi in sostegno ma pasticciamo nella gestione di un ovale d'oro.

LA BATTAGLIA DEI CALCI - Comicia una sfida di calci alti da una trincea all'altra, perché Robshow e compagni non vogliono rischiare nulla. E così, pur dimostrando di essere più forti e reattivi nella conquista del pallone, perdiamo un po' di terreno. La partita è rigida e rognosa come il clima di oggi all'Olimpico. Burton ha l'ordine diusare sempre il piede, ma non è così preciso e gli altri ne approfittano.

BIANCHI IN VANTAGGIO
- Dopo 25' potrebbe esserci la svolta, ma l'arbitro ci grazia. Erroraccio di Parisse che getta via la palla, Strettle la calcia lunga ma viene sgambettato da Burton. Benvenuti si fa sorprendere come un principiante da Farrell, l'ovale rotola in area di meta e Dowson schiaccia. Per fortuna Garces non dà il vantaggio, torna sul fallo precedente e Farrell capitalizza i primi tre punti.

CASTRO SE NE VA - A sette dal termine del primo tempo arriva la peggiore delle notizie: placcato duro da Botha, Castrogiovanni è costretto a uscire con le costole doloranti. In tribuna Rowntree, allenatore degli avanti inglesi, fa festa. Entra Cittadini e ci fischiano subito contro una punizione: Farrell firma un immeritato 6 a 0.

VENDITTI E BENVENUTI IN META! - Avanziamo grazie ad un paio di iniziative di Gori e un Ghiraldini stratosferico, Benvenuti calcia a seguire, il rimbalzo tradisce Foden: l'arbitro lascia il vantaggio agli azzurri e Venditti, il ventunenne marsicano che aveva esordito una settimana fa, si tuffa con l'ovale all'altezza della bandierina. Burton non trasforma. Mancano 37 secondi alla fine del primo tempo, tutti già pensano a tornare negli spogliatoi. Tutti, non Benvenuti. L'altro ragazzino intercetta un passaggio di Foden placcato da Zanni, corre per cinquanta metri e si tuffa in mezzo ai pali. Burton ingrassa il punteggio fino al 12 a 6. Forse è solo un sogno.

MASI, CHE ERRORE - Non era mai successo che dopo 40' l'Italrugby fosse in vantaggio con i maestri. Loro ripartono a testa bassa, consapevoli di essere obbligati a rischiare. Ma Parisse guadagna due punizioni consecutive, Burton piazza e allunghiamo di altri tre punti. Azzurri superbi in touche e aggressivi, ma la partita è ancora tutta da giocare. E infatti Masi rovina tutto facendosi intercettare un calcio da Hodgson, che vola in meta marcando come con la Scozia. Farrell trasforma e gli inglesi adesso sono a -2.

AZZURRI SOTTO SCHOCK - Per gli azzurri è uno shock, i bianchi lo sanno e premono sull'acceleratore approffittando dei nuovi entrati. Bortolami in fuorigioco regala una stupida punizione, Farrell - implacabile - ringrazia e dopo un quarto d'ora il sogno è già finito, inglesi davanti. E torna a nevicare.

BOTES GETTA VIA TUTTO - Entra Morisi, che esordisce a vent'anni. Ma adesso soffriamo in mischia, Farrell allunga il divario e Botes fallisce il calcio per riportarci sotto. La sensazione è che non ce la faremo più, che ormai con la testa l'Inghilterra sia più forte. Poi tocca a Botes, che ha due occasioni per cambiare la partita: ma fallisce miseramente entrambi i calci. E l'Italia s'arrende.

Italia-Inghilterra 15-19 (12-6)
Marcatori: 26' e 36' pt c. p. Farrell, 38' meta Venditti, 40' meta Benvenuti tr. Burton; 6' st c. p. Burton, 9' meta Hodgson tr. Farrell, 14' e 25' st c. p. Farrell
Italia: Masi - Venditti, Benvenuti, Canale (23' st Morisi), McLean - Burton (6' st Botes), Gori (17' st Semenzato) - Parisse, Barbieri (35' st Bergamasco), Zanni - Bortolami, Geldenhuys (17' st Pavanello) - Castrogiovanni (33' pt Cittadini), Ghiraldini (19' st D'Apice), Lo Cicero.
Inghilterra: Foden - Ashton, Barritt, Farrell, Strettle - Hodgson, Youngs (10' st Dickson) - Dowson (10' st Morgan), Robshaw (c), Croft - Palmer (17' st Parling), Botha - Cole, Hartley, Corbisiero. A disposizione: Webber, Stevens, Turner-Hall, Brown.
Arbitro: Jerome Garces

di Massimo Calandri - repubblica.it

Sei nazioni, Italia-Inghilterra 15-19. Secondo ko per gli azzurri, in meta con Venditti e Benvenuti

L'Italia e' stata sconfitta dall'Inghilterra 19-15 nella seconda giornata del Sei Nazioni di rugby, allo stadio Olimpico di Roma. Gran primo tempo dell'Italia, in vantaggio per 12 a 6, poi un errore di Masi ribalta l'equilibrio del match. E cosi' dopo la sconfitta a Parigi contro la Francia (12-30), gli azzurri di Jacques Brunel si arrendono anche contro i campioni in carica nell'esordio in casa. Per gli azzurri mete di Venditti e Benvenuti.

ansa

Sei Nazioni - Vince la Francia, l'Italia non demerita

La nuova Italia modellata da Jacques Brunel nasce con una sconfitta, ma non potevamo aspettarci un'altra impresa, dopo quella del Flaminio dello scorso anno. O meglio, potevamo sperarci ma non contarci. I transalpini, anch'essi rinnovati, hanno maggior qualità e si sa, ma almeno per 50' i ragazzi azzurri tengono testa alla formazione vice-campione del mondo. Soprattutto nella prima parte, sono stati Parisse & Co. a fare gioco e a proporsi, anche se a finalizzare sono quasi sempre gli avversari. Nella ripresa invece, è quasi un monologo dei Bleus, che approfittano del fiato corto dei nostri per metterci alle strette. Finisce 30-12, poteva andare meglio ma poteva andare anche molto peggio. Qualcosa di positivo si è visto, ma per arrivare al livello dei più bravi e, non dimentichiamolo, favoriti per il titolo, serve ancora tanto tanto lavoro.

TANTI VOLTI NUOVI - E' un'Italia profondamente cambiata rispetto al Mondiale quella che si presenta allo Stade de France contro i Bleus: Jacques Brunel dà fiducia ad alcuni giovani, Giovanbattista Venditti su tutti, cambia qualche ruolo e si affida al duo Gori-Burton in cabina di regia. La Francia schiera tanti reduci della finale di Coppa del Mondo, persa con la Nuova Zelanda, e presenta qualche novità, a partire dal ct, Philippe Saint-André: i Bleus sono i favoriti alla vittoria finale e vogliono cominciare subito al 100%.

L'ITALIA GIOCA, LA FRANCIA SEGNA - A Parigi la temperatura è ampiamente sotto gli zero gradi, ma in campo non sembra avvertirsi: l'Italia è la squadra che cerca maggiormente di fare gioco, e già questa è una buona notizia. Gli azzurri attaccano, soprattutto per vie centrali, cercando di mantenere il possesso con Burton, bravo a cambiare gioco, alla mano e al piede. L'unico aspetto negativo è che la Francia, quando commettiamo qualche errore, ci punisce subito: succede al 12' quando Yachvili sblocca il risultato al piede. Poi Burton è bravo a pareggiare, trovando il drop al 19' ma due minuti dopo passa la Francia, stavolta con la marcatura pesante: la difesa azzurra lascia un buco, tra Lo Cicero e Ghiraldini, e Rougerie ne approfitta, fiondandosi oltre la linea di meta. L'Italia non si demoralizza e si spinge in attacco, trovando al 30' il calcio di Burton che ci riporta sotto, sul 10-6. Al 35' però, ecco un altro errore, in fase di mischia questa volta: ne approfitta Picamoles che lancia Malzieu, bravissimo a sfuggire ai nostri difensori e siglare il 15-6 che chiude la prima frazione di gioco.

DOPO 50' GLI AZZURRI CEDONO - Subito a inizio ripresa, l'Italia ha una chance per accorciare, ma Burton non riesce a dare la giusta forza al proprio calcio che si spegne qualche metro indietro rispetto ai pali francesi. Al 45' McLean si produce in una squisita penetrazione per vie centrali, ma la sua corsa si ferma prima del dovuto, complice la buona difesa francese. L'Italia c'è, insomma, è mantiene il pallino del gioco: al 47' ecco il calcio di Burton che vuole dire 15-9. Gli azzurri, a questo punto, cominciano a soffrire: la Francia quando decide di accelerare fa molto male, ed è difficile per i nostri rialzare il baricentro. Yachvili sbaglia un calcio, ma ne trasforma un altro e al 54' ecco la terza meta del match: arriva per mano di Clerc, bravo a concretizzare un contropiede tre contro zero dei nostri avversari, ormai padroni indiscussi del campo. Gli avanti cedono, la difesa azzurra collassa, mentre i Bleus si esaltano: il neo-entrato Botes trova i primi punti azzurri con un gran calcio al 61', ma la Francia non è sazia. Geldenhuys si becca un giallo al 71' e il finale è sofferenza pura: Fofana segna la quarta meta transalpina, ma l'Italia prova a segnare una meta e chiude in attacco, nonostante l'uomo in meno. Dimostrando cuore e carattere, ma per giocare alla pari con le migliori manca ancora tanto. Brunel, i tre anni di cui parlavi ti basteranno?
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