Sport Land News: Juve
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La Juve è già in fuga, provate a prenderla…

Solo la Juventus ingrana la quarta, i campioni d’Italia centrano il 4° successo consecutivo e volano in vetta solitaria a punteggio pieno. “Era già tutto previsto”, cantano come un nostalgico Cocciante le tifoserie avversarie della Vecchia Signora. 
Si conferma lo strapotere dei bianconeri , migliorati ulteriormente in tutti i reparti, con un turnover funzionante - non per tutti è così - in cui riaffiora un Quagliarella rigenerato (Prandelli prenda nota per la Nazionale) che dopo la notte magica di Champions (rete della rimonta nel pirotecnico 2-2 con il Chelsea) si conferma con la doppietta vincente al Chievo. La Juve, affidata al supplente casual Carrera, per ora non risente neppure dell’assenza in panchina del mister titolare e titolato Antonio Conte, confinato in tribuna, in attesa di giudizio per la squalifica di 10 mesi, causa la spinosa vicenda del Calcioscommese. Nessuna delle inseguitrici per ora tiene il passo sicuro della Juve. Il Napoli ha risentito del terzo impegno settimanale tra campionato e Coppa e sul campo del Catania degli argentini non va oltre il pari.
La Lazio del poliglotta Petkovic, dopo il breriano “risultato perfetto” di Londra, 0-0 con il Tottenham in Europa League, era attesa al grande salto con il Genoa, ma dopo 80 minuti di dominio, ha subìto la beffa del redivivo Borriello che segna ed esulta sotto la curva Sud romanista che lo aveva salutato senza troppi rimpianti. Mancano ancora all’appello le due “grandi sorelle” dell’ex torneo più bello del mondo, Milan e Inter.
Dopo la tregua pilotata con Pippo Inzaghi, Max Allegri non riesce a spronare a dovere il suo Milan che cade al Friuli e rianima l’Udinese del serafico Guidolin. Momenti di gloria anche per il Siena di Cosmi, fanalino di coda – partito con l'handicap del meno 6 – ospite indigesto di un’Inter che fortissimamente voleva prendere i primi 3 punti casalinghi e invece incassa il 2° preoccupante ko di fila. Se non è crisi, sono tempi duri per Allegri e il giovane allenatore dell’Inter "Stramourinho", alias Andrea Stramaccioni.
La Roma di Zeman dopo lo scivolone con il Bologna cercava il pronto riscatto a Cagliari, ma ha trovato lo “stadiolo” Is Arenas chiuso al pubblico e anche alle squadre, e adesso reclama lo 0-3 a tavolino per responsabilità oggettiva del club dell’eccentrico presidente Cellino. Al presidente “mangiallenatori” per antonomasia, Zamparini, non è bastato esonerare in settimana Sannino e chiamare Gasperini - 41° tecnico della saga zampariniana -: il suo Palermo cede ancora nel confronto con l'Atalanta. Terza sconfitta per i rosanero in 4 giornate, questa è crisi vera. Ma domani si torna in campo con l’anticipo della quinta giornata: la Juve capolista fa visita alla Fiorentina dei giovani di Montella. E ne siamo certi, tutta l’Italia non bianconera spera nel primo tonfo dei campioni, dopo 42 partite senza sconfitte in campionato.

Massimiliano Castellani - avvenire.it

Juve e Napoli ok, Roma ko alla Zeman

I bianconeri e gli azzurri sempre primi grazie alle vittorie contro Genoa e Parma, i giallorossi crollano in casa contro il Bologna.

Calcio, il Chievo frena la Juve: a Torino finisce 1-1

In Gol De Ceglie e Dramè. Bianconeri a -3 dal Milan

      TMNEWS
Milano, (TMNews) - Ibrahimovic chiama, la Juventus non risponde. I bianconeri non vanno oltre l'1-1 interno contro il Chievo e restano a -3 dal Milan capolista, vittorioso 4-0 a Palermo. In vantaggio al 19' grazie al primo gol in Serie A di De Ceglie, i padroni di casa subiscono il pari al 76' da Dram

Milan-Juve sfida senza fine


Ibra, ancora Ibra. Fa notizia anche quando non c'é e caratterizza comunque questo Milan-Juventus di domani sera, decisivo (o quasi) per lo scudetto. Conte assicura: "Il Milan è fortissimo anche senza di lui, come ha dimostrato anche a Udine, ma per noi non sarebbe cambiato nulla, anche se fosse stato in campo: vogliamo vincere comunque questa partita e ci proveremo". E poi rivela: "L'avevo preparata come se il Milan avesse schierato la coppia Ibra-Pato. Con lo svedese in campo, ci sarebbero stati più punti di riferimento per il Milan, ma anche per noi. Però siamo pronti a tutte le possibilità, come deve fare una squadra che vuole lottare per il vertice". "Certo che Ibrahimovic sposta gli equilibri - ammette - e lo ha fatto in tutte le squadre in cui ha giocato e vinto. Ma i numeri dicono che il Milan ha ottenuto successi importanti anche senza di lui. Perché è una squadra fortissima: basta guardare chi schiererà in campo nonostante le numerose e importanti assenze". Sulla sentenza della Corte di giustizia federale, Conte non vuole ritornare e si limita a commentare: "E' giusto che ognuno guardi a casa propria e che faccia le considerazioni che ritiene opportune". Per il momento, Antonio Conte si gode quella che definisce "la prima vittoria già ottenuta: l'essere qui a vivere "anche per i tifosi, vigilie come questa". Per il tecnico bianconero, il Milan è "la squadra più forte del campionato e lo dimostra il fatto che detiene lo scudetto e che è in testa; noi siamo tornati a raggiungere la competitività con risultati straordinari, ma adesso dobbiamo dimostrare di reggerla e non possiamo permetterci cali di tensione". A chi gli fa notare che la Juventus, quest'anno, ha già battuto i rossoneri due volte, ricorda, più serio che ironico: "Ma abbiamo perso il Trofeo Berlusconi". La sua "idea iniziale" di schieramento, l'ha accarezzata a inizio settimana, quando si è convinto a insistere sul 3-5-2, più che altro perché - spiega - "il 4-3-3 si può fare se gli esterni sono in gran forma, perché le alternative mancano". E Pepe-Vucinic non lo sono: tuttavia il montenegrino giocherà in coppia con la punta centrale perché è ritenuto il più adatto per creare superiorità numerica con le difese avversarie. Resta solo da stabilire se sarà Matri oppure Quagliarella il centravanti e se Caceres verrà preferito a Lichtsteiner, oppure si posizionerà come esterno sinistro di centrocampo. Preoccupazioni per il tecnico bianconero? "Che la mia squadra smarrisca la strada", sottinteso del gioco. Ma c'é grande fiducia. Lo dimostra anche la risposta a chi gli cita un parere di Marcello Lippi, cioé che il Milan abbia qualcosa in più in difesa: "Nesta e Thiago Silva sono grandi campioni, ma la difesa è un reparto. E io mi tengo tutta la vita i miei calciatori. Pirlo? Grandissimo campione, ma non è una novità: ciò che mi ha sorpreso di lui, Buffon e Del Piero è lo spessore umano". E lancia un ultimo sguardo al campionato, oltre la grande sfida di domani: "Sarei contento se fosse stato scavato un solco tra noi e la terza, ma non è così. Dietro ci sono signore squadre, come l'Udinese che lo ha confermato in Grecia".
ALLEGRI CARICO, CAMPIONATO AD UNA SVOLTA - E' finito il tempo delle parole: ora conta solo fare la voce grossa in campo. Perché Milan-Juventus domani può essere decisiva, o quanto meno "spostare l'equilibrio in campionato" per dirla con Massimiliano Allegri, che vede ormai lo scudetto come un affare limitato alle prime due in classifica. L'allenatore rossonero non potrà piazzare sul suo piatto della bilancia i cento chili di classe e muscoli di Zlatan Ibrahimovic, però a questo punto é inutile recriminare. In base al risultato, per molti sarà un merito o un alibi, ma già da giorni a Milanello la sfida è stata preparata considerando indisponibile lo svedese. Così, dopo il duro comunicato del Milan contro la corte di giustizia della Federcalcio che ha confermato la squalifica di tre giornate a Ibrahimovic, i toni decisamente più soft di Allegri. "Non c'é la Cassazione, sono realista è pragmatico quindi ho accettato questa decisione serenamente", ha spiegato, sicuro che "i giudici abbiano deciso in totale serenità". Non c'é spazio per dietrologie e supposizioni nei pensieri pubblici di Allegri, che è più preoccupato di controllare Pirlo e affrontare la partita nel modo giusto, "senza farsi prendere dall'ansia" e ribaltare le due sconfitte rimediate con i bianconeri fra campionato e coppa Italia. Vigilia nella quale si stemperano i toni e si allenta la tensione. "Il clima non è avvelenato, sono battute e schermaglie, un Milan-Juve così importante da valere lo scudetto non si vedeva da tempo. Forse - ha aggiunto Allegri con un sorriso - si era persa l'abitudine...". Era il 2005 quando per l'ultima volta un Milan-Juventus ha deciso un campionato. Come il Milan domani, la Juventus era orfana dello squalificato Ibrahimovic ma vinse grazie a chi lo sostituiva, ossia Trezeguet e prese il margine di vantaggio decisivo per conquistare il campionato. Sette anni dopo Trezeguet, proverà Alexandre Pato a non far rimpiangere lo svedese e rilanciare una stagione ferma a quattro gol e tre infortuni. "Ale farà una grande partita - è la previsione di Allegri - può tornare a giocare da titolare una partita importantissima e come tutti noi deve essere ultramotivato". Come se non bastassero gli stimoli personali, c'é la promessa fatta a Vito, Francesco e Jean Pierre, tre giovani tifosi a cui l'attaccante ha dato un passaggio in auto accompagnandoli negli ultimi due chilometri fino a Milanello. E poi questa è un'occasione per confermare che Silvio Berlusconi ha fatto bene a stoppare il suo trasferimento al Paris Saint Germain. Domani il patron potrebbe essere in tribuna, però i piani potrebbero cambiare dopo la sentenza del processo Mills attesa nel pomeriggio in Tribunale. Nel frattempo Berlusconi si è detto "fiducioso" per la sfida con la Juventus al telefono con Allegri, che lo ha aggiornato sullo stato della squadra. A parte Ibrahimovic, mancheranno anche Boateng e Maxi Lopez, mentre Mexes e Nesta sono recuperati. "Sono stato aiutato dalla buona sorte a fare formazione perché - ha scherzato l'allenatore - non ho grandi scelte...".
ansa

Lo stadio della civiltà che si liberò del barbaro. La Juventus nell'impianto che ha sfrattato il nome di Schwarzenegger

di Lorenzo Longhi
GRAZ

Lo spirito di Arnold Schwarzenegger non dimora più qui. Qui, a Graz, dove la Juventus giocherà questa sera contro lo Sturm la gara di andata dello spareggio preliminare per accedere alla fase a gironi dell'Europa League, in uno stadio che per alcuni anni ha portato il nome dell'attuale governatore repubblicano della California. Ma, ormai dal 2006, l'impianto si chiama Upc Arena e, secondo lo zeitgeist della nuova finanza applicata al calcio, è stato ribattezzato con il logo di un'azienda di telecomunicazioni (appunto la Upc Telekabel) che si è aggiudicata i naming rights per ribattezzare lo stadio per 10 anni, sino al 2016, per una cifra complessiva di 1 milione e 500 mila euro. Eppure non è stata una questione economica a sfrattare il nome di Schwarzenegger dallo stadio di Graz. Perché di venale, in tutta la vicenda, non c'è proprio niente: si è trattato, anzi, di una scelta di civiltà, tanto pregevole quanto poco nota al grande pubblico.
Vale dunque la pena fare qualche passo indietro per raccontare la storia dall'inizio. Spingiamo il tasto rewind e rieccoci al 1997, quando la ditta che dal 1995 si era impegnata a costruire il nuovo stadio della città consegnò l'opera, situata quattro chilometri a sud rispetto al centro storico di Graz: 27 settori per 15.400 posti, tutti a sedere e tutti al coperto, impianto di proprietà della Stadion Liebenau Betriebs GmbH, affittuari lo Sturm Graz e il Grazer Ak. Fatto lo stadio, c'era però da dargli un nome e, anche per una questione di autopromozione, a qualcuno venne un'idea: dedicarlo a Schwarzenegger, forse l'austriaco più conosciuto nel mondo, essendo nato a Thal - nel distretto di Graz Umgebung - nel 1947 ed avendo ivi vissuto i suoi primi vent'anni, per poi trasferirsi prima in Germania quindi negli Stati uniti. «Arnold Schwarzenegger stadium», ecco il nome altisonante con cui venne chiamato l'impianto di Graz, da subito dedicato al culturista che diventò una star di Hollywood, l'uomo che ottenne la cittadinanza americana nel 1983 ma mantenne anche quella austriaca. Al suo attivo, allora, c'erano decine di film che lo avevano proiettato nell'Olimpo del cinema d'azione, Conan e Terminator su tutti. E una passione politica che, negli anni '90, lo aveva visto diventare (nominato da George Bush senior) prima presidente del Consiglio in materia di sport e fitness, organizzazione facente parte del Dipartimento per la salute pubblica del Governo americano, quindi ambasciatore della Croce Rossa. Insomma, quanto basta per meritarsi uno stadio. Ma le mire politiche di Schwarzenegger erano altre e quando, il 17 novembre 2003, divenne Governatore della California, anche la città di Graz festeggiò l'elezione del suo figlio più illustre.
Del resto, da un paio di anni la stessa cittadina della Stiria, sotto l'aspetto politico e dell'immagine proiettata nel mondo, aveva ottenuto un riconoscimento altamente significativo: nel 2000, infatti, il Ministro degli Esteri austriaco, la signora Benita Ferrero-Waldner, aveva annunciato alla 55esima Assemblea generale delle Nazioni Unite l'intenzione di fare diventare Graz «prima città dei diritti umani in Europa», impegno sottoscritto dalla municipalità della città che nel febbraio del 2001 ha votato all'unanimità una mozione per dichiarare Graz, appunto, «Città dei diritti umani». Uno slogan ufficialmente e legalmente riconosciuto dall'Onu, anche perché Graz si è spesa per la causa, modificando la legislazione cittadina in modo da prendere in considerazione qualsiasi istanza in materia.
Il problema nasce qui. Graz «città dei diritti umani», Arnold Schwarzenegger - dedicatario del nome dello stadio - governatore di quella California la cui legislazione ancora prevede la pena di morte. C'è qualcosa che non va. E, per quanto narcotizzata per un paio di anni, la contraddizione è esplosa fragorosamente nel dicembre 2005. Nel braccio della morte del carcere californiano di San Quintino c'era Stanley Williams, detto «Tookie», fondatore dei Crips, una delle più note e violente gang della Los Angeles anni '70 e '80. Arrestato e processato, nel 1981 Williams venne condannato alla pena capitale, ritenuto responsabile di quattro omicidi, pur avendo sempre proclamato la propria innocenza. Tookie, durante il periodo di carcerazione, fu artefice di uno straordinario percorso di redenzione e di attivismo sociale, riconosciuto anche da George W. Bush (che lo lodò in una lettera divenuta pubblica), da una candidatura al Nobel per la pace del 2001 e da un film - Redemption - dedicato alla sua storia. Dopo 24 anni nel braccio della morte, l'esecuzione di Williams era programmata per il 13 dicembre 2005. E quando, nel novembre di quell'anno, la Corte suprema della California decise di non riaprire il caso, l'unica persona a poter cambiare il corso degli eventi, concedendogli la grazia, era il governatore dello Stato, Schwarzenegger. Che, l'11 dicembre, a Sacramento, diede udienza a chi chiedeva un provvedimento di clemenza per Williams. «Quando si tratta di decidere della vita o della morte di una persona, è il momento più difficile per un governatore», dichiarò alla stampa.
La città di Graz si schierò con il movimento per i diritti umani, ovviamente. Ma Schwarzenegger non concesse la grazia: fu eseguita l'iniezione letale, Williams morì. E a Graz cominciò il dibattito: possibile che la «città dei diritti umani» mantenesse il proprio impianto sportivo principale con il nome di chi non aveva bloccato una esecuzione capitale? No, naturalmente, e si prepararono le delibere per ribattezzare lo stadio: la decisione era già stata presa, si trattava solo di procedere agli atti formali. La notizia arrivò in California, dove Schwarzenegger non la prese bene. Arnold prese carta e penna e, in tedesco, mandò al sindaco di Graz una risentita lettera di diffida: «Ho negato la richiesta di grazia a un quadruplice omicida, legalmente detenuto, dopo un attento e scrupoloso esame, secondo le leggi del nostro Stato. Per evitare imbarazzi ai politici della città di Graz, ritiro con effetto immediato il diritto di utilizzare il mio nome per lo stadio. In materia riceverete presto una lettera dai miei avvocati», scrisse. E, nel giro di pochi giorni, Schwarzenegger rispedì al mittente a mezzo posta anche l'anello di cittadino onorario di Graz («Ormai per me non ha nessun valore») consegnatogli in una cerimonia pubblica nel 1999.
Così, il 26 dicembre 2005, gli operai rimossero le gigantesche lettere con il nome dell'ex Conan il barbaro dall'entrata dello stadio e dovunque ve ne fosse traccia: rimase solo la dicitura «Stadion Graz-Liebenau», sino all'accordo del 2006 con la Upc Telekabel. La Upc Arena ora mette d'accordo tutti. E pazienza se «The Governator» - un gioco di parole fra «Governor» e «Terminator» - non vi metterà mai più piede.
ilmanifesto.it

Ufficiale: Milos Krasic è della Juventus




Milos Krasic è un giocatore della Juventus. A darne l’annuncio, dopo una intera giornata di notizie date e ritirate, è stato personalmente il club russo del CSKA Mosca, proprietario del centrocampista.

Con Edin Dzeko lontano la società torinese ha così deciso di puntare sul laterale di centrocampo. L’annuncio da parte del club russo è stato dato e il procuratore del giocatore Vlado Borozan conferma: “E’ fatta, Juventus e Cska Mosca hanno raggiunto l’accordo. Milos sarà domani in Italia per le visite mediche e poi speriamo che possa esserci l’annuncio. Quindici milioni di euro? Le cifre usciranno a cose fatte, tutto ciò che posso dire è che il ragazzo ha fatto dei sacrifici importanti per coronare il suo sogno“.

Milos Krasic sarà così l’acquisto di rilievo della Juventus. Per il giocatore sarà preparato un contratto quadriennale. Il serbo sarà bianconero per una cifra intorno ai 15 milioni di euro.

calcioline.com


Magath, non prenderemo Diego. Per il brasiliano della Juve resta in corsa il Wolfsburg

L'allenatore dello Schalke 04 Felix Magath ha detto di non aver bisogno di rinforzi sottolineando di non essere interessato a Diego. 'Non prenderemo Diego - ha detto Magath - anche se stiamo seguendo altri giocatori di talento, e qualcuno potrebbe arrivare'. Il campionato tedesco comincera' venerdi' 20 agosto. A Diego resta invece interessato il Wolfsburg che avrebbe offerto alla Juve 17 milioni. (ansa)



Calcio: la Juve su Jenas

Alla Juve piace il centrocampista del Tottenham Jermaine Jenas, mentre Valon Behrami del West Ham manda segnali alla Roma.La Juve ha proposto agli Spurs un prestito annuale con la prospettiva tra 12 mesi di tradurlo in acquisto definitivo per una valutazione gia' stabilita di 12 milioni stando al Daily Mirror. Harry Redknapp nicchia, prima vuol conoscere il destino in Champions dei suoi. Infine Behrami vorrebbe lasciare il West Ham per la Roma.



Delneri soddisfatto di Juve e Diego

La Juventus 'sa reagire e stare in campo, questo e' l'importante, la mentalita''. Lo ha detto il tecnico Luigi Delneri dopo il Trofeo Tim. Diego ha giocato bene: 'in questo momento da' la qualita' che alla Juve manca.Vedremo se fino a fine agosto la situazione si evolvera'. L'importante e'che dimostri ampliamente di meritare di rimanere. Con l'Inter - ha aggiunto il tecnico bianconero - ho fatto giocare chi aveva meno minuti nelle gambe con il Milan avevamo in campo chi aveva giocato di piu''. ansa 14 agosto 2010



Calcio: Trofeo Tim, la coppa all'Inter

Nell'ultima mini-partita del 'Trofeo Tim' l'Inter ha sconfitto il Milan 3-2 ai calci di rigore: i nerazzurri si sono aggiudicati il trofeo. Nella prima mini-partita l'Inter aveva sconfitto per 1-0 la Juventus mentre nella seconda mini-partita la Juventus e' stata sconfitta per 5-3 ai calci di rigore dal Milan. Il triangolare con partite di 45' ha confermato i valori espressi dall'ultimo campionato, con l'Inter piu' forte delle concorrenti, alla ricerca di una identita' tattica.

ansa 14 agosto 2010