Sport Land News: Nibali
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Nibali si prende le Alpi, Bernal il Tour Squalo scatenato, sua 20/a tappa. Colombiano verso il trionfo a Parigi

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Vincenzo Nibali ha vinto per distacco la 20/a e penultima tappa del 106/o Tour de France di ciclismo, da Albertville a Val Thorens, lunga solo 59,5 chilometri dopo la riduzione del percorso a causa del maltempo. Il colombiano Egan Bernal ha ipotecato il successo della corsa francese, confermandosi in maglia gialla prima dell'ultima tappa in programma domani da Rambouillet a Parigi, di 128 chilometri.
ansa

Ciclismo: Pozzovivo correrà con Nibali

(ANSA) - ROMA, 23 AGO - Domenico Pozzovivo, nelle prossime due stagioni, sarà gregario di Vincenzo Nibali, nelle file della Bahrain-Merida. E' stato il dg del team, Brent Copeland, a confermare la notizia. Lo scalatore di origine lucana concluderà l'attuale stagione con la maglia della francese Ag2R La mondiale, dall'anno prossimo indosserà quella rossonera della squadra dell'emirato. "Sono molto contento di avere raggiunto l'accordo con questo team - le parole di Pozzovivo - che, al primo anno di World tour, sta ottenendo grandi risultati. Vivere in Svizzera mi ha portato a una vicinanza naturale con Nibali e Gasparotto, questo mi ha dato l'opportunità di conoscere meglio la squadra. Sono stato ancora più entusiasta e convinto della mia decisione, Brent Copeland mi ha spiegato i progetti del team e il ruolo che mi aspetta. Ringrazio la mia attuale squadra". (ANSA).
   
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Vuelta: Nibali vince in volata la 3/a tappa Froome prende la maglia rossa di leader, Aru sesto

Vincenzo Nibali ha vinto in volata la terza tappa della Vuelta da Prades Conflent Canigò ad Andorra la Vella. Il siciliano è scattato a 400 metri dal traguardo, sorprendendo tutti e precedendo Froome, che diventa leader della corsa, e De La Cruz. Sesto Fabio Aru.
"Ho sofferto un po' per il ritmo molto alto imposto da quelli del Team Sky. Non so alla fine come ho fatto a recuperare le posizioni per poi fare lo sprint. Ma per fortuna ci sono riuscito, e ho vinto. Non credevo di riuscirci già al terzo giorno". Così Vincenzo Nibali dopo aver vinto la terza tappa della Vuleta, ricca di montagne, e che ha visto il crollo di Alberto Contador e la conquista della maglia rossa di leader della classifica da parte di Chris Froome. "E' stata una giornata difficile per via del caldo - ha aggiunto lo Squalo -, e ho visto in gruppo gente soffrire molto per questo. Froome (dal quale ora ha un distacco di 10'' n.d.r.) è un grande avversario, e sarà una Vuelta molto dura. Dedico la vittoria di oggi al mio compagno di squadra Javier Moreno, che è stato costretto a ritirarsi".
ansa 22 Agosto 2017 ore 12:22

Ciclismo, Vuelta: impresa di Nibali ad Andorra. Froome conquista la maglia rossa


Nelle grandi tappe Vincenzo Nibali c’è sempre. Al Giro d’Italia si era esaltato nel giorno dello Stelvio, alla Vuelta naviga con sicurezza nell’insidiosissimo e prematuro (siamo solo al terzo giorno) spartiacque proposto dall’arrivo ad Andorra. Lo Squalo non brilla in salita, patendo il ritmo forsennato del Team Sky di Froome, iniziato sul Coll de la Rabassa e proseguito sull’Alto de Comella. Mezza scelta tattica o reale sofferenza non è dato saperlo. Quel che è certa, è la riaffermazione della genialità del siciliano: in discesa recupera, rientra all’ultimo km, poi sceglie il momento per piazzare il più classico dei contropiede. Aru, anche lui nel gruppo dei migliori e primo ad accendere la miccia della ristrettissima volata, è nella posizione di poter ricucire. Il sardo però non si muove, e Nibali va…

Dunque Italia sugli scudi, anche se l’uomo da battere resta Chris Froome. Il britannico conquista la maglia rossa di leader della generale, primato non arrivato per caso: a parte la frullatona, brutale come non si era nemmeno vista all’ultimo Tour, data nella salita finale, da registrare la caparbietà con la quale va a prendersi un paio di secondi di abbuono in uno sprint intermedio. Guarda caso, sono quelli che gli permettono di lasciare dietro De La Cruz, Roche e van Garderen. Ma anche nella generale Nibali è messo bene: dopo la sconfitta nella crono a squadre, già nella seconda tappa aveva rosicchiato 8’’ sfruttando le dinamiche nel vento. In pratica, ne ha solo dieci di ritardo dal leader della generale.

Tappa subito ad alta tensione, che screma il lotto dei pretendenti al successo finale. Il nome illustre che non ne fa più parte è Alberto Contador, che nella corsa del suo addio alle gare esce subito di classifica, magari ritagliandosi uno spazio per una autocelebrativa impresa isolata. Ma anche gente come Barguil, Jungels, Mentjies, la prima maglia rossa Dennis, Majka, Zakarin, paga dazio.

Radio corsa informa di una fuga interessante. Drappello di otto uomini, quelli che sopravvivono più a lungo sono il nostro Villella (che conquista la maglia di leader della montagna) e il francese Geniez. La fuga ad un certo punto lascia anche sperare nella riuscita, ma il ritmo del Team Sky abbatte le resistenze. L’Alto de Comella dà ulteriori responsi. Froome frulla, gli resiste solo il Colibrì Chaves, tornato a farsi notare dopo un periodo buio. Aru e Bardet ristabiliscono la santa alleanza del Tour ed in discesa riescono a riportarsi sui battistrada, rischiando sicuramente di più rispetto ad un prudente Froome.

Ma anche il drappello Nibali, che comprende anche un ottimo Pozzovivo, rientra. Preludio all’epilogo, con il gioco di ombre dello Squalo, che sul traguardo mima la pinna. "Sapevo che era molto difficile oggi –analizza il siciliano-. C'erano corridori veloci con me alla fine. Io sono partito lungo ed è andata bene. Sull'ultima salita ho sofferto un po’, anche per il grande caldo. Poi in discesa ho recuperato e allo sprint ho attaccato da dietro. Froome leader? E' un grandissimo avversario: rispetto lui e anche tutti gli altri big in gara. Sarà una Vuelta lunga e difficile".        

ORDINE D'ARRIVO
1. Vincenzo Nibali     (Ita, Bahrain-Merida)       in 4h01'22"
2. David De La Cruz    (Esp, Quick Step)                  s.t.
3. Christopher Froome  (Usa, Team Sky)                    s.t.
4. Romain Bardet       (Fra)                                 s.t.
5. Esteban Chaves Rubio(Col)                              s.t.
6. Fabio Aru           (ITA)                              s.t.
7. Nicholas Roche      (Ola)                              s.t.
8. Tejay Van Gerderen  (Usa)                              s.t.
9. Domenico Pozzovivo  (ITA)                              s.t.
10. Michael Woods       (Can)                            a  25"
18. Warren Barguil      (Fra)                           a 1'14"
37. Alberto Contador    (Por)                           a 2'33"
CLASSIFICA GENERALE
1. Chris Froome              (Gbr, Sky)            in 8h53'44"
2. David De La Cruz          (Esp, Quick Step)       a      2"
3. Nicolas Roche              (Irl, Bmc)                 s.t.
4. Tejay Van Garderen         (Usa)                      s.t.
5. Vincenzo Nibali            (Ita)                   a    10"
6. Esteban Chaves             (Col)                   a    11"
7. Fabio Aru                  (Ita)                   a    38"
8. Adam Yates                 (Gbr)                   a    39"
9. Domenico Pozzovivo         (Ita)                   a    43"
10. Romain Bardet              (Fra)                   a    48"
11. Simon Yates                (Gbr)                   a    48"
15. Warren Barguil            


(Fra)                   a  1'22"
30. Alberto Contador           (Esp)                   a  3'10"

repubblica.it

Giro d'Italia 2016, Nibali vince la corsa rosa e bissa il successo del 2013

Vincenzo Nibali (Astana) è il vincitore della 99/a edizione del Giro d'Italia di ciclismo. Al termine della corsa partita da Apeldoorn (Olanda) il 6 maggio, e conclusasi oggi con la passerella di Torino, ha preceduto il colombiano Chaves di 52" e lo spagnolo Valverde di 1'17". E' il secondo Giro vinto da Nibali, già trionfatore nel 2013. Vincenzo Nibali ha tagliato il traguardo di Torino alzando il braccio del compagno Michele Scarponi. Un omaggio al suo gregario che lo ha sostenuto durante tutto il Giro. Prima i due si erano scambiati una pacca sulla spalla in segno di festa. "E' stata un'emozione bellissima per tutto il percorso, poi entrare qui nel circuito, con tutta quella folla, che dire...eccezionale, non ci sono parole...": così Vincenzo Nibali, fresco vincitore del Giro d'Italia, ai microfoni della Rai, dopo aver tagliato il traguardo finale a Torino. "Sono grandi emozioni", aggiunge il siciliano che è stato oggi raggiunto nel capoluogo piemontese dalla famiglia: "Sono partiti tutti ieri sera e oggi sono arrivati qui,. Avrò la possibilità di abbracciarli tutti".
SUB IUDICE L'ULTIMA VOLATA - La giuria del Giro d'Italia ha assegnato al tedesco Nikias Arndt (Team Giant) la vittoria dell'ultima tappa del Giro d'Italia, da Cuneo a Torino. Giacomo Nizzolo, primo al traguardo, è stato declassato perché la sua azione allo sprint è stata ritenuta irregolare. Sul podio con Arndt (Giant) salgono Matteo Trentin (Etixx), secondo, e Sacha Modolo (Lampre), terzo. E' la settima vittoria tedesca al Giro 2016. "Non posso fare altro che accettare il verdetto della giuria, ma è una decisione ingiusta perché so di aver fatto i movimenti giusti". Giacomo Nizzolo, vincitore di tappa declassato dalla giuria in favore del secondo arrivato, il tedesco Nikias Arndt, non nasconde la sua delusione. "Se hanno visto questo accetto la decisione - spiega - andrò a casa non felice, ma sapendo che una tappa al Giro la valgo". La giuria ha declassato Nizzolo per aver ostacolato la volata di Modolo stringendolo all'esterno. Il Giro si conclude senza vittorie azzurre in volata
PIOGGIA E CADUTE - Nuova caduta in gruppo lungo il circuito cittadino di Torino, arrivo dell'ultima tappa del Giro d'Italia: ne hanno fatto le spese, tra gli altri, i colombiani Uran Uran e Chaves. I due colombiani si sono rialzati. La strada è resa viscida dalla pioggia caduta in mattinata. Eventuali ritardi accumulati all'arrivo non determineranno comunque effetti sulla classifica in virtù della decisione della giuria di neutralizzare i tempi al primo passaggio degli otto previsti nel circuito cittadino.
A 6 chilometri dal traguardo rovinosa caduta di Sonny Colbrelli. Il corridore della Bardiani, che stava tentando un allungo, è rimasto a terra dopo un pauroso capitombolo causato dal contatto tra il suo braccio sinistro e uno spettatore ai lati della strada.
Scivolone senza gravi conseguenze per Esteban Chaves, nel corso della 21/a e ultima tappa del Giro d'Italia, da Cuneo a Torino. Il colombiano, secondo nella classifica generale del Giro, complici una distrazione dettata dal clima di festa che si respira in gruppo e la strada resa viscida dalla pioggia, ha perso il controllo della bici. Con lui sono caduti anche altri corridori dell'Orica, tutti prontamente rientrati in gruppo. Nella stessa caduta è rimasto coinvolto il danese della Lotto Soudal Lars Bak che invece è stato costretto al ritiro.
Nibali: "libero da pressioni, ed è stata svolta" - Il guizzo del fuoriclasse, la giocata che risolve una gara dopo una prestazione opaca. E' stato cosi' il Giro di Vincenzo Nibali, apatico per diciotto tappe, tra una condizione che tardava ad arrivare, strategie sbagliate e un campione in crisi d'identità che non si riconosceva più. "Non sono più io", la frase pronunciata non più tardi di martedì scorso, sembrava l'epitaffio in calce a una resa firmata dopo l'ennesima sberla rimediata sul Fai della Paganella, mica lo Zoncolan. Ma il campione non abdica mai a se stesso. Due tappe di quelle toste, con montagne vere da scalare, e riecco il Nibali vincitore di Tour, Giro e Vuelta a dettare legge sulle Alpi. All'inferno e ritorno in due giorni e sorpasso in vetta. Roba da campioni, appunto. "Il clic - spiega - è scattato quando mi sono detto che vincevo o perdevo alla fine era importante si', ma era la stessa cosa. E' stato allora che mi sono liberato di tutte le pressioni e di tutti i pensieri. Non è stato facile questo Giro, vissuto da favorito, con tutti i fari addosso. Mi è stata vicino la squadra, ma anche i colleghi di altri team che mi dicevano che poteva succedere ancora di tutto nell'ultima settimana. E poi il pubblico, un affetto straordinario sulle strade".
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Giro Ciclismo Nibali cede ancora, è ora quarto a 4'43"

Vincenzo Nibali, giunto al traguardo di Andalo con un ritardo di 1'46" dal vincitore Valverde e dalla maglia rosa Kruijswijk, scivola di una posizione in classifica e ora è quarto a 4'43" dal primo in classifica. Nibali ha perso contatto con i tre fuggitivi che si sono giocati la vittoria di tappa sulla salita del Fai della Paganella, a circa 16 chilometri dall'arrivo.
Medico Astana, sottoporremo Nibali a esami clinici  - Vincenzo Nibali, oggi in crisi negli ultimi chilometri della 16/a tappa del Giro, sarà sottoposto nelle prossime ore a una serie di esami clinici per capire "se ci sono elementi di salute che giustifichino il rendimento attuale inferiore alle aspettative". Lo ha detto - intervistato dalla Rai - il medico dell'Astana Emilio Magni. "Mi sono già attivato - ha spiegato - domani non sarà possibile, penso dopodomani". Nibali, finita la gara, ha raggiunto direttamente l'albergo per sottoporsi a una seduta di massaggi.
ansa

Giro d'Italia 2016: 14/a tappa, sulle Dolomiti trionfa il colombiano Chaves. Ecco la nuova classifica

Il colombiano Esteban Chaves (Orica) ha vinto in uno sprint a quattro la 14/a tappa del Giro d'Italia, da Alpago a Corvara in Badia, di 210 km.

Chaves ha battuto allo sprint nell'ordine la nuova maglia rosa, l'olandese Steven Kruijswijk (Team Lotto-Nl), e l'austriaco Georg Preidler (Team Giant), giunti con lo stesso tempo. Staccato di 6" é arrivato il colombiano Darwin Atapuma (Bmc). Quinto Vincenzo Nibali (Astana) staccato di 37". Di 3' il ritardo dello spagnolo Alejandro Valverde (Movistar). A 3' 51" l'ex maglia rosa, il costaricano Andrey Amador, staccatosi in salita.
La nuova classifica generale del Giro d'Italia dopo la 14/a tappa, da Alpago a Corvara di 210 km, vinta dal colombiano Esteban Chaves:
1. Steven Kruijswijk (Lotto Nl Jumbo) in 60H 12'43"
2. Vincenzo Nibali a 41"
3. Esteban Chaves a 1'32"
4. Alejandro Valverde a 3'06"
5. Rafal Majka a 3'29"
6. Ilner Zakarin a 3'53"
8. Rigoberto Uran Uran a 5'01"
9. Kostantsin Siutsou a 5'38"
10. Jakob Fuglsang st
11. Domenico Pozzovivo a 6'00"
12. Bob Jungels a 6'10"
13. Stefano Pirazzi a 13'30"
14. Darwin Atapuma a 14'03"
16. Giovanni Visconti a 15'10"
19. Matteo Montaguti a 22'00"
21. Georg Preidler a 28'07"
22. Michele Scarponi a 28'18"
28. Enrico Battaglin a 45'20"
29. Mikel Nieve a 47'21"
ansa

Il Giro arriva in salita: Valverde sfida Nibali a Roccaraso

Oggi la sesta tappa, lo spagnolo è in forma e potrebbe puntare alla maglia rosa. Attenzione al giovane colombiano Chaves
Oggi il Giro, nella sesta tappa da Ponte a Roccaraso, potrebbe emettere già alcuni verdetti, non tanto su chi lo vincerà ma probabilmente su chi invece non potrà più conquistarlo. E’ in programma infatti il primo finale in salita, dopo una tappa breve (”soltanto” 157 km) ma tutta di montagna. Dopo appena 20 km si salirà infatti per quasi 40 km verso Bocca di Selva, lungo pendenze non difficili ma costanti. La parte intermedia della tappa sarà caratterizzata da continui saliscendi che introdurranno, dopo Castel di Sangro, alla salita finale, quasi 18 km con pendenza media del 4,8% e punte al 12%.  

E’ il giorno di Valverde?  
La salita di Roccaraso si addice molto al fuoriclasse spagnolo Alejandro Valverde, che ieri ha rosicchiato 4” agli altri uomini di classifica e confermato l’ottima condizione di questa prima parte della stagione. Nella quale, va ricordato, il fuoriclasse murciano ha conquistato la Vuelta a Andalucia, la Vuelta a Castilla y Leon e la sua quarta Freccia Vallone. Finora in questo Giro lo spagnolo ha disputato un’ottima cronometro, è stato quarto nella tappa di Praia a Mare e si è dimostrato molto sveglio e astuto anche ieri. E’ pronto per fare il colpaccio a Roccaraso e arrivare così con un certo vantaggio sulle Dolomiti e sulle Alpi Piemontesi, dove invece dovrà difendersi perché sono scalate un po’ troppo severe per lui.  

Come sta Chaves?  
Nessuno ne parla, eppure il giovane colombiano Esteban Chaves potrebbe rappresentare la variabile impazzita e incontrollabile di questo Giro. I pronostici per la Maglia Rosa finale gli antepongono Nibali, Valverde e Landa, motivo per cui il corridorino della Orica Greenedge godrà sicuramente di una certa libertà d’azione. Se Chaves oggi scatterà chi gli andrà dietro? Dovrebbe essere Nibali, il favorito, che però diventerebbe vulnerabile per eventuali contrattacchi di Valverde o Landa. Attenzione, dunque, perché Chaves a Praia a Mare aveva concluso nono con i big, apparentemente senza nemmeno faticare troppo. In classifica il colombiano è undicesino a poco più di mezzo minuto dal leader. Il balzo verso il trono rosa è tutt’altro che impossibile. 

Spazio alle fughe?  
Un’altra ipotesi per oggi è che possa avere successo una fuga a lunga gittata, magari sfruttando il marcamento reciproco da parte degli uomini di classifica. E allora avrebbero buon gioco corridori come Pirazzi della Bardiani, Niemec della Lampre, Atapuma della Bmc o Zilioli della Nippo Fantini (sempre che abbia smaltito i postumi della brutta caduta di ieri). In ogni Giro, intorno alla sesta-settima tappa, gli aspiranti alla maglia rosa spesso allentano un po’ la tensione e si limitano a una corsa nella corsa, lasciando spazio agli eroi di giornata. Oggi potrebbe essere la loro occasione, almeno per la vittoria di tappa. 
lastampa.it

Spagna: Nibali espulso dalla Vuelta 2015, "aiutato da macchina"


Vincenzo Nibali e' stato espulso dalla Vuelta a Espana 2015. Il campione italiano dell'Astana e' stato sorpreso, cosi' come documentato in un video, nel mentre si aiuta con un'ammiraglia nel recuperare il suo gap dal gruppo dopo la caduta, avvenuta a circa 28 chilometri dalla fine della seconda tappa, la AlhaurAn de la Torre-Caminito del Rey di 158,7 chilometri, vinta dallo scalatore colombiano Johan Chaves. Lo 'Squalo', costretto a mettere i piedi a terra, e' ripartito senza problemi fisici ma assai contrariato per il ritardo con cui ha ricevuto la bicicletta di ricambio. Da qui e' iniziata la rimonta, peraltro riuscita, anche se il messinese e' poi giunto al traguardo con un ritardo di 1'28" dal vincitore. L'azione scorretta di Nibali, trionfatore alla Vuelta nel 2010, non e' passata inosservata alle immagini televisive e la commissione di corsa non ha potuto esimersi dal cartellino rosso per il siciliano, considerato alla vigilia un possibile vincitore della 70esima edizione della corsa iberica.
  "Il filmato - spiega in una nota Bruno Valcic, presidente dei commissari di gara - mostra chiaramente che Nibali si e' aggrappato alla macchina per 200 metri. La decisione del panel dei commissari e' quella di squalificarlo dalla gara". Valcic ha anche aggiunto che e' stato escluso dalla Vuelta anche l'autista della vettura, Alexandre Shefer. "E' stata una decisione difficile ma, vedendo le immagini, era chiaro che non potevamo infliggere altre sanzioni al corridore se non questa", ha concluso Valcic. Nibali non e' certo il primo ad essere escluso da una corsa per essersi aiutato con una vettura: capito', ad esempio, nel 2014 a Jose' Joaquin Rojas, costretto ad abbandoare il Tour de France per il medesimo motivo. Ovvio che, con Nibali rispedito a casa, la Vuelta perde uno dei protagonisti piu' attesi, tra i pochi, almeno sulla carta, in grado di mettere i bastoni tra le ruote a Christopher Froome, giunto in Spagna a caccia di una storica doppietta dopo aver messo in bacheca la Grande Boucle. E anche oggi, l'anglo-keniano del Team Sky aveva retto bene all'attacco di Chavas, capace di conquistare il primo traguardo in quota e la maglia rossa, finalmente con un 'vero' padrone dopo la cronosquadre-passerella di ieri. Nibali, invece, aveva faticato anche dopo il suo rientro nel plotone, classificato come 'illecito' da immagini che lasciano poco spazio ad una difesa, seppur d'ufficio.
agi

Tour: Nibali aumenta il vantaggio

(ANSA) - ROMA, 19 LUG - Il polacco Rafal Majka (Tinkoff-Saxo) ha vinto per distacco la 14/a tappa del Tour de France, 177 km da Grenoble a Risoul, con arrivo in salita sulle Alpi. La maglia gialla Vincenzo Nibali (Astana), secondo al traguardo, aumenta di 1' il vantaggio sullo spagnolo Alejandro Valverde (Movistar), ora a 4'37". Sul traguardo, Majka ha preceduto Nibali di 24" e i francesi Romain Bardet (Ag2R-La Mondiale) di 4'50" e Thibaut Pinot (Fdj-BigMat) di 5'06". Domani 15/a frazione, da Tallard a Nimes (222 km).
   
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Il ciclismo ritrova la sua epica... Nibali un campione per ripartire​

Il ciclismo ritrova la sua epica Nibali un campione per ripartire Il ciclismo sta cambiando. Anzi, è già cambiato. E per rinnovarsi è tornato all’antico, ha riscoperto la sua epica, quelle gesta eroiche che lo hanno consegnato all’affetto popolare. I corridori sono figli della tecnica, della tecnologia che occupa ogni loro spazio, eppure sono così simili ai loro colleghi dell’inizio del secolo scorso, quelli che hanno scritto la storia e la leggenda di questo sport. I “Forzati della Strada” come li aveva chiamati Albert Londres, il celebre giornalista francese inviato al seguito del Tour de France del 1924, subito dopo aver effettuato un reportage nelle colonie penali della Cayenna. Al giornalista il parallelo corridori-forzati era sembrato scontato, e lo riproporrebbe se fosse al seguito di questo Giro d’Italia.

L’arrivo sulle Tre Cime di Lavaredo, in mezzo a una tormenta di neve, è anacronistico, inconcepibile per il lezioso sport moderno e per i suoi interpreti. Non lo è per i ciclisti, abituati a convivere con la fatica - quella vera - e con le bizze del tempo. L’annullamento di una corsa, come la diciannovesima tappa, è un fatto eccezionale, un caso rarissimo, e ci si arriva solo quando viene messa in serio pericolo l’incolumità degli atleti e del personale in servizio in gara. I ciclisti corrono e si allenano sempre e comunque. E senza reclamare: è il loro lavoro, quello che hanno scelto di fare.

Al Giro d’Italia i ciclisti hanno sofferto il freddo invernale e trovato la neve, negli stessi giorni si è corso il Giro del Colorado con temperature equatoriali, qualcuno si è perfino ustionato.

Talvolta, i cambiamenti climatici sono repentini: sulle Tre Cime c’è un filo di sole quando Nibali scatta a poco più di 2 chilometri dalla meta, pochi minuti dopo arriva in mezzo a una bufera di neve. Al traguardo la fatica della scalata si accumula al freddo, i corridori non riescono a muovere le mani e la mascella, ma non si sottraggono alle telecamere e alle interviste anche se effettuate balbettando. È una forma di rispetto verso giornalisti e cameraman che dividono con loro le fatiche della corsa, e un gesto di riguardo verso i tanti appassionati che sono davanti alla televisione.

Il ciclismo cambia per restare fedele al suo spirito. Nuova mentalità, nuovi protagonisti e nuova geografia. Fra i primi otto al traguardo ci sono tanti giovani. Ci sono anche due siciliani, un sardo e un Lucano. Uomini del Sud nel gelo delle Dolomiti. C’è la nuova frontiera di questo sport che non conosce crisi di vocazioni, uno sport capace di ampliare il suo tradizionale bacino di reclutamento. Ancora in grado di calamitare l’attenzione di qualche milione di spettatori, davanti alla tv e ai bordi delle strade. Ma incapace di recuperare la fiducia degli investitori, di attirare sponsor. Forse è proprio in questa direzione che i dirigenti del ciclismo nazionale dovrebbero focalizzare l’attenzione per poter guardare più serenamente al futuro.

E di argomenti convincenti da mettere sul piatto della bilancia questo ciclismo ne ha davvero tanti. Lo spettacolo dell’arrivo alle Tre Cime di Lavaredo vale oro, come un personaggio della statura di Vincenzo Nibali, un campione capace di riaccendere la grande passione popolare, come ai tempi di Marco Pantani.

Nibali è un corridore genuino, cresciuto lentamente senza fiammate sospette. Ha imparato il mestiere alla vecchia maniera, andando a bottega a fare apprendistato da campioni già affermati. Ha avuto pazienza, nessuna fretta di arrivare. Sbagliando e imparando dagli sbagli. Ora ha raggiunto la maturità, la piena consapevolezza dei suoi mezzi. E il Giro è stato il suo saggio di laurea. È stato generoso in corsa, lasciando spazio ai cacciatori di giornata, ma è diventato implacabile quando ha capito che per diventare davvero grande doveva lasciare la sua impronta. Così, non si è accontentato di dimostrare la sua superiorità nella cronoscalata, ha voluto conquistare un traguardo che resterà per sempre nel ricordo degli appassionati. Perché non basta indossare la maglia rosa per entrare nella storia del ciclismo.

Prima di consegnare agli archivi questo Giro d’Italia resta l’epilogo di oltre 200 chilometri, da Riese Pio X a Brescia. Dovrebbe essere una tranquilla passerella fino agli ultimi chilometri, quando la temperatura salirà parallelamente alla velocità in vista dello sprint. Ma il condizionale è d’obbligo in questo nuovo ciclismo in cui i corridori sono tornati a correre senza risparmiarsi. Sempre a tutta, dalla partenza all’arrivo. Come i “Forzati della Strada”. 

L'ordine di arrivo
1 Vincenzo Nibali
2 Fabio Andres Duarte (17")
3 Rigoberto Uran (19")
4 Carlos Alberto Betancur Gomez (21")
5 Fabio Aru (44")
6 Franco Pellizotti (48")
7 Domenico Pozzovivo (54") 8 Damiano Caruso (58")
9 Darwin Atapuma (1'00")
10 Rafal Majka (1'04")
11 Yury Trofimov


La classifica
1 Vincenzo Nibali
2 Rigoberto Uran (4'43")
3 Cadel Evans (5'52")
4 Michele Scarponi (6'48")
5 Carlos Alberto Betancur (7'28")
6 Przemyslaw Niemiec (7'43")
7 Rafal Majka (8'09")
8 Beñat Intxausti (10'26")
9 Mauro Santambrogio (10'32")
10 Domenico Pozzovivo (10'59") ​​​​
Giuliano Traini
avvenire.it