Giro d'Italia, oggi 20esima tappa: orario, come vederla in tv
Giro d'Italia, oggi sedicesima tappa: orario, dove vederla in tv
Il copione, dopo 33 km con tanta discesa, prevede la salita fino al Giogo di Santa Maria, Cima Coppi della corsa. Dal km 50,2 inizia una lunghissima discesa progressiva, compreso un passaggio in svizzera, con un percorso che diventa pianura fino a Bolzano, al km 161,4. Quindi, si parte per gli ultimi 45 km destinati a fornire l'assist per iniziative individuali e a plasmare ulteriormente la classifica. A 12 km dall'arrivo, il Passo Pinei (Gran Premio Montagna di prima categoria), con pendenze fino 15%. Infine, l'ultimo tratto di 7,6 km fino al traguardo: l'asfalto con pendenze fino al 15% può diventare il trampolino per l'ennesimo show di Pogacar.
La tappa in tv e streaming
La sedicesima tappa del Giro d'Italia sarà trasmessa in diretta in tv in chiaro e in streaming. La Rai racconterà la giornata della seconda tappa in chiaro ogni giorno di gara. La giornata televisiva comincerà con un'ora di 'Giro Mattina' su Rai Sport HD, che proporrà poi 'Prima diretta' per seguire il momento della partenza della tappa, in programma oggi alle 11.30. L'arrivo è atteso tra le 17 e le 17.30.
Per la parte clou della programmazione il palinsesto della Corsa Rosa si trasferisce su Rai 2, con 'Giro in Diretta' e 'Giro all’Arrivo'. Subito a ruota, le tradizionali analisi del dopo gara del Processo alla Tappa. Il Giro può essere visto anche su Eurosport 1 HD e in streaming su Rai Play, discovery+, Sky Go, NOW e DAZN.
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L’indagine, ha comunicato il gruppo di via Rizzoli, è scattata in seguito ad alcune “verifiche amministrative poste in essere recentemente dalla direzione amministrazione, finanza, controllo di gestione e legale della capogruppo”.
Il ciclismo ritrova la sua epica... Nibali un campione per ripartire
L’arrivo sulle Tre Cime di Lavaredo, in mezzo a una tormenta di neve, è anacronistico, inconcepibile per il lezioso sport moderno e per i suoi interpreti. Non lo è per i ciclisti, abituati a convivere con la fatica - quella vera - e con le bizze del tempo. L’annullamento di una corsa, come la diciannovesima tappa, è un fatto eccezionale, un caso rarissimo, e ci si arriva solo quando viene messa in serio pericolo l’incolumità degli atleti e del personale in servizio in gara. I ciclisti corrono e si allenano sempre e comunque. E senza reclamare: è il loro lavoro, quello che hanno scelto di fare.
Al Giro d’Italia i ciclisti hanno sofferto il freddo invernale e trovato la neve, negli stessi giorni si è corso il Giro del Colorado con temperature equatoriali, qualcuno si è perfino ustionato.
Talvolta, i cambiamenti climatici sono repentini: sulle Tre Cime c’è un filo di sole quando Nibali scatta a poco più di 2 chilometri dalla meta, pochi minuti dopo arriva in mezzo a una bufera di neve. Al traguardo la fatica della scalata si accumula al freddo, i corridori non riescono a muovere le mani e la mascella, ma non si sottraggono alle telecamere e alle interviste anche se effettuate balbettando. È una forma di rispetto verso giornalisti e cameraman che dividono con loro le fatiche della corsa, e un gesto di riguardo verso i tanti appassionati che sono davanti alla televisione.
Il ciclismo cambia per restare fedele al suo spirito. Nuova mentalità, nuovi protagonisti e nuova geografia. Fra i primi otto al traguardo ci sono tanti giovani. Ci sono anche due siciliani, un sardo e un Lucano. Uomini del Sud nel gelo delle Dolomiti. C’è la nuova frontiera di questo sport che non conosce crisi di vocazioni, uno sport capace di ampliare il suo tradizionale bacino di reclutamento. Ancora in grado di calamitare l’attenzione di qualche milione di spettatori, davanti alla tv e ai bordi delle strade. Ma incapace di recuperare la fiducia degli investitori, di attirare sponsor. Forse è proprio in questa direzione che i dirigenti del ciclismo nazionale dovrebbero focalizzare l’attenzione per poter guardare più serenamente al futuro.
E di argomenti convincenti da mettere sul piatto della bilancia questo ciclismo ne ha davvero tanti. Lo spettacolo dell’arrivo alle Tre Cime di Lavaredo vale oro, come un personaggio della statura di Vincenzo Nibali, un campione capace di riaccendere la grande passione popolare, come ai tempi di Marco Pantani.
Nibali è un corridore genuino, cresciuto lentamente senza fiammate sospette. Ha imparato il mestiere alla vecchia maniera, andando a bottega a fare apprendistato da campioni già affermati. Ha avuto pazienza, nessuna fretta di arrivare. Sbagliando e imparando dagli sbagli. Ora ha raggiunto la maturità, la piena consapevolezza dei suoi mezzi. E il Giro è stato il suo saggio di laurea. È stato generoso in corsa, lasciando spazio ai cacciatori di giornata, ma è diventato implacabile quando ha capito che per diventare davvero grande doveva lasciare la sua impronta. Così, non si è accontentato di dimostrare la sua superiorità nella cronoscalata, ha voluto conquistare un traguardo che resterà per sempre nel ricordo degli appassionati. Perché non basta indossare la maglia rosa per entrare nella storia del ciclismo.
Prima di consegnare agli archivi questo Giro d’Italia resta l’epilogo di oltre 200 chilometri, da Riese Pio X a Brescia. Dovrebbe essere una tranquilla passerella fino agli ultimi chilometri, quando la temperatura salirà parallelamente alla velocità in vista dello sprint. Ma il condizionale è d’obbligo in questo nuovo ciclismo in cui i corridori sono tornati a correre senza risparmiarsi. Sempre a tutta, dalla partenza all’arrivo. Come i “Forzati della Strada”.
L'ordine di arrivo
1 Vincenzo Nibali
2 Fabio Andres Duarte (17")
3 Rigoberto Uran (19")
4 Carlos Alberto Betancur Gomez (21")
5 Fabio Aru (44")
6 Franco Pellizotti (48")
7 Domenico Pozzovivo (54") 8 Damiano Caruso (58")
9 Darwin Atapuma (1'00")
10 Rafal Majka (1'04")
11 Yury Trofimov
La classifica
1 Vincenzo Nibali
2 Rigoberto Uran (4'43")
3 Cadel Evans (5'52")
4 Michele Scarponi (6'48")
5 Carlos Alberto Betancur (7'28")
6 Przemyslaw Niemiec (7'43")
7 Rafal Majka (8'09")
8 Beñat Intxausti (10'26")
9 Mauro Santambrogio (10'32")
10 Domenico Pozzovivo (10'59")