Giovanni Malagò ha toccato un tasto non solo delicato ma estremamente
importante: chi deve occuparsi dello sport nella scuola? In quanto ad
"alfabetizzazione motoria" siamo fre le Nazioni più arretrate d'Europa.
Se ne parla da una vita. Non si risolto mai (quasi) nulla. Non solo
mancano impianti, non solo certe scuole sono fatiscenti, ma manca
cultura, organizzazione, volontà. Il precedente "governo" del Coni,
Petrucci e Pagnozzi, qualcosa aveva fatto, stanziando una piccola cifra.
Un segno di buona volontà. Ma ora Malagò si chiede se quei soldi (7,5
milioni) siano spesi bene, se sia il caso di continuare così. "non è
stata-ha detto-un'esperienza positiva". Credo che tocchi allo Stato
occuparsene, cosa che lo Stato sinora non ha mai fatto. Il Coni dovrebbe
avere un ruolo di supporto, di aiuto. Magari fornendo maestri dello
sport, tecnologie. Magari mandando i suoi campioni nelle scuole, a
parlare coi ragazzi. Cosa che purtroppo fa raramente. Ma il compito
primario spetterebbe (spetta) al Ministero dell'Istruzione. Che non ha
soldi. E allora? L'attuale governo ha forte attenzione per il mondo
dello sport (e della scuola): Enrico Letta è in ottimi rapporti con
Giovanni Malagò e in novembre sarà anche ospite del Consiglio nazionale
del Coni. Speriamo che il premier possa invertire la rotta scuola-sport.
Con l'aiuto di Malagò.
Montella, gli arbitri e Balotelli: e adesso?
Chissà se Vincenzo Montella si è pentito? La sua uscita contro
gli arbitri è stata eccessiva e fuori luogo. Va bene che gli
allenatori devono giustificare lo stipendio davanti ai loro presidenti
ma l'ex attaccante stavolta ha davvero esagerato. Assurda poi la difesa
di Pizarro che si è comportato male, sarebbe stato espulso anche dieci
anni fa, quando giocava Montella. Balotelli si è comportato peggio: il
Milan non l'ha difeso. Niente ricorso: e ha fatto bene. Al Milan non è
piaciuto l'arbitraggio del livornese Banti, piuttosto timido nello
stroncare il gioco duro (anche contro Balotelli) e nel dare rigori che
c'erano. Ma Montella aveva tirato in ballo anche Balotelli, sostenendo
che esistono due pesi e due misure, e che il (pessimo) comportanento del
giocatore rossonero è tollerato dagli arbitri: ma ora l'attaccante del
Milan è stato espulso e squalificato per tre giornate. Allora? Se
imparerà a comportarsi meglio (speriamo in Galliani), allora gli arbitri
lo tuteleranno di più. Per ora, appena tornato in Italia dal City, ha
dato vita ad una serie di incandescenze, di proteste, di insulti,
addirittura di ridicole minacce ("ti ammazzo" ha detto a Banti). Non si
rende conto che così si rovina da solo.
Mondiali Qatar 2022, tre date. Ma solo d'inverno...
Una
cosa è certa: i Mondiali 2022 in Qatar non si potranno disputare
d'estate con una temperatura media di 45-50 gradi. Tolto chi organizza,
ormai se ne sono convinti tutti. Michel Platini propone gennaio-febbraio
come data possibile, Blatter è orientato su novembre mentre i club,
guidati da Barcellona e Bayern Monaco, suggeriscono aprile come opzione
(in questo caso le finali di Champions slitterebbero a giugno). L'Eca,
European Club Association, vuole fare sentire la sue voce ed è in ottimi
rapporti con l'Uefa (meno con la Fifa): ne fanno parte anche due
dirigenti italiani, Umberto Gandini che è il primo vicepresidente di
Kalle Rummenigge e Andrea Agnelli che ha importanti incarichi nel board,
fra cui quello di tenere i contatti con la Ue. I club vogliono
certezze: che faranno nel periodo di sosta per i Mondiali? E i
calciatori non impiegati nel Mondiale? C'è tempo per decidere, ma è
meglio cominciare adesso. Tutto ruota intorno a Blatter, facile a
cambiare idea. Tra l'altro, c'è un'ipotesi di cancellare la
Confederations Cup: non serve a nulla e alle Federazioni rende poco o
niente.
repubblica.it
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Milan Napoli 1-2 Il diavolo battuto in casa dopo 27 anni
Il Napoli di Rafa Benitez e Higuain
è inarrestabile e riesce a guadagnare ancora più credito dopo la
vittora a San Siro contro il Milan ( 1-2) , e rimane in cima alla
classifica di serie A accanto alla Roma , mentre i rossoneri affondano
nella quarta giornata del campionato italiano, la chiusura della
giornata è stata dipinta dall’azzurro del Napoli.
Una squadra che Benitez è riuscita a conciliare con
la sua identità e il suo modo di concepire il calcio per favorire sia il
collettivo che i singoli come uno di questi è l’argentino Gonzalo
Higuain , che ha segnato il suo terzo gol in campionato con la maglia
del Napoli. .
Fin dal fischio d’inizio, il Napoli ha assediando i rossoneri
passando dopo 6 minuti riuscendo a sfrottare un calcio di punizione con
sponda di testa di Albiol per l’uruguagio Miguel Britos, facendo
passare.Gli azzurri poi hanno amministrato la partita, non sempre con la
padronanza vista nelle prime partite, ma comunque è da considerare che
si giocava a San Siro.
Nel secondo tempo Higuain segna un bellissimo gol con tiro teso da
fuori area, piegando le mani ad Abbiati, mentre al minuto 60 Albiol
abbatte Balotelli in aerea e viene concesso il rigone che Pepe Reina
riesce a parare allo stesso Balotelli che si rifarà a pochi minuti dal
novantesimo con un bel tiro ad effetto, che fissa il risultato Milan Napoli 1-2.
fonte: napolibella.it Missione compiuta: in volo fino all'Olimpo! Il deltaplano tra gli sport olimpici?
Dopo 40 giorni, i due piloti udinesi partiti dal Friuli hanno raggiunto la Grecia. Il loro scopo era l'introduzione della disciplina ai Giochi.
E con profumi della Grecia, dopo 40 giorni, hanno concluso la loro avventura. Chiamarla avventura è riduttivo. È un' impresa epica. Avevano deciso di partire con il deltaplano dal Friuli Venezia Giulia, dal monte Zoncolan per l’esattezza, e percorrere 9 stati in volo, fino a raggiungere il monte Olimpo. Due piloti udinesi, Suan Selenati (classe '84 di Sutrio) e Manuel Vezzi (classe '81 di Verzegnis), il 10 agosto sono decollati e ieri, 21 settembre, dopo aver superato ostacoli di ogni tipo (temporali, raffiche di vento, i lunghi spostamenti a piedi e le soste interminabili) sono arrivati a destinazione. Una sfida eccezionale, che nasce con lo scopo di ottenere il riconoscimento di questa disciplina come sport olimpico. Ecco perché la scelta del Monte Olimpo quale meta finale.
Suan Selenati fotografato in volo |
obiettivo —
Alla vigilia della partenza, Suan, pilota della nazionale italiana
campione del mondo in carica, è stato chiaro: “La nostra volontà non è
tanto quella di compiere un’impresa strettamente agonistica, quanto
quella di ottenere un riconoscimento, e di dar risalto a uno sport
ancora all’angolo”. Grazie a una straordinaria determinazione sono
riusciti a portare a termine un incredibile viaggio, ora ci chiediamo:
vedremo il deltaplano ai Giochi di Tokyo 2020? Difficile. Ma un'impresa
del genere, non può e non deve passare inosservata. In questo mese e
mezzo, o poco più, la coppia di deltaplanisti e la squadra che li ha
seguiti “via terra” è riuscita ad attraversare Slovenia, Croazia,
Bosnia, Montenegro, Albania, Macedonia (Serbia e la Bulgaria previste
all'inizio sono state escluse per ragioni di tempo e meteorologiche).
- La squadra che ha preso parte all'impresa
un'avventura emozionante —
Un percorso davvero lungo e tortuoso, condito da imprevisti, di
incontri, ma anche di paesaggi spettacolari e di storie da raccontare,
che senza il prezioso supporto dei comuni di Sauris, Gemona e di tutta
l’organizzazione non sarebbe mai stato possibile. Ieri alle 17.00, dopo
aver sorvolato per bene due volte il Monte degli dei, sono atterrati a
Litochoro, piccolo comune greco oggi compreso in quello vicino di
Dion-Olympos.
- Suan Selenati e Manuel Vezzi dopo 40 giorni hanno raggiunto il Monte Olimpo.
Le parole di Suan Selenati trasmettono gioia, emozione,
adrenalina: "Quando si raggiunge un obiettivo la prima sensazione è di
incredulità e disorientamento. Proprio come superare l’esame della vita,
o forse (ma io non lo so) andare all’altare. Oggi il nostro sentimento è
molto simile a questo, ma bisogna aggiungere il brivido delle aquile
che ci seguono sotto alle nuvole, la forza espressa in metri al secondo
che ti spingono verso l’alto e ti portano sull’Olimpo, il freddo e la
sete che non contano niente rispetto a quello che si sta vedendo, la
meta non è il risultato ma l’effetto di un procedimento di guerra e pace
con noi stessi e con il cielo, sempre troppo alto e troppo bello.
Abbiamo portato a termine il nostro viaggio, anche se il sogno non ha
mai termine. Abbiamo visto più di quello che ci aspettavamo, abbiamo
spinto più del previsto. Abbiamo sognato il giusto, e guadagnato il
nostro. Grazie a tutti voi che siete stati parte di questa avventura,
Grazie all’amicizia, che resiste anche ai momenti di rabbia e di sudore.
Grazie alla gente che abbiamo incontrato, non retoricamente buona.
Grazie alla proporzionalità inversa tra velocità e pressione, che rende
la nostra vita… volabile e onirica!".
Margherita Terasso - gazzetta.it
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