Segnatevi il nome di queste due donne: Cécile e Josefa. Posso fare molto
per lo sport. La prima, Cècile Kyenge è il nuovo ministro
dell'Integrazione. E ha le idee chiare: "La società civile in questo
momento chiede a gran voce una nuova legge sulla cittadinanza. Quella
dello ius soli è una delle mie prime priorità. Probabilmente troverò
delle resistenze (la Lega si è già fatta sentire, ndr), dovremo lavorare
molto per realizzarlo. Ma un bambino, figlio d'immigrati, che qui è
nato o che qui si forma deve essere un cittadino italiano''. La prima
donna di origine africana a divetare ministro, nella sua
autopresentazione on line, ha fatto sapere che sta elaborando un dossier
sul razzismo istituzionale in Italia, ma intanto sul fronte
dell'immigrazione quel che si dovrebbe fare le è ben chiaro: superamento
dei Cie per ricondurre l'istituto del trattenimento al limitato e
temporaneo scopo dell'identificazione dello straniero; legge delega che
sostituisca la Bossi Fini e abroghi il reato d'immigrazione clandestina,
ripensi le modalità di ingresso per lavoro per rendere più stabili e
meno ricattabili i cittadini stranieri; revisione dei requisiti per i
ricongiungimenti familiari per dare certezza al diritto all'unità
familiare; diritti politici agli stranieri residenti stabilmente.
Arriveranno nuovi Balotelli: ne avrà un vantaggio tutto lo sport ma
soprattutto l'atletica che rispetto ad altre Nazioni (Francia,
Australia, Gran Bretagna, eccetera) sinora ha potuto utilizzare ben
pochi "nuovi italiani".
Molto importante, come detto, sarà
anche il lavoro del neoministro dello sport, delle pari opportunità e
delle politiche giovanili. Josefa Idem sarà un "martello", come lo è
sempre stata quando vinceva le medaglie. "La canoa? Dimenticata. No, non
mi manca. Da quando ho smesso, dopo Londra, non ho più ripreso in mano
la pagaia. Chiuso. E' stato bellissimo, ma ho finito. E poi andare in
canoa senza essere allenati fa schifo... Non senti più la sinfonia della
barca, dell'acqua". Josefa Idem: 49 anni, nata in Germania, in Italia
dal 1990. La (ex) Regina della canoa. Ha vinto tutto quello che si
poteva vincere: un oro olimpico, più due argenti e due bronzi (uno con
la Germania), 5 ori mondiali, 9 europei, eccetera, eccetera. Ha
stabilito un record: 8 partecipazioni olimpiche, come Piero e Raimondo
D'Inzeo. Ha chiuso a Londra (quinta nei 500 metri K1). Sposata con
Guglielmo Guerrini, ha due figli, Janek e Jonas, che giocano a tennis.
Ora Josefa ha cambiato mestiere: seconda nelle primarie in Emilia
Romagna, senatrice Pd, neoministro. Punterà sullo sport nella scuola,
lei che ha fatto la campagna elettrale alzandosi alle cinque del mattino
e finendo a mezzanotte. "Ho macinato migliaia di chilometri. E' molto
bello. Sono andata dove ho potuto: nei circoli sportivi, fra i ragazzi,
nei mercati. Sapessi quanta rabbia c'è verso i partiti. Mi piace molto
stare in mezzo alla gente. La gente che è delusa da una certa politica.
Ma quella del territorio è bellissima: sono stata sei anni assessore
allo sport a Ravenna. La politica nazionale, non lo so com'è. Non la
conosco. Non posso giudicare. Ma c'è questo rigetto: dobbiamo
riavvicinare la gente".
Sa benissimo che fra politici e sport non c'è
mai stato grosso feeling, se non per i biglietti omaggio... "Vero, i
politici non hanno lo sport nel loro Dna. Credo che si possa fare molto.
Lo sport nella scuola, lo sport per risparmiare sulle spese sanitarie.
Sono stata in Australia, impressionante: già all'alba, alle cinque del
mattino, vedi migliaia di persone che si muovono, che corrono, che fanno
sport prima di andare al lavoro o a scuola...". Si tiene in forma,
anche senza canoa. "Certo. Tutti i giorni. Dalle cinque alle sei del
mattino: cyclette. E mentre pedalo leggo, guardo la tv, mando sms. Poi
la doccia e mi metto in movimento. Sino sa tarda sera". Ora è pronta a
lottare: legge sugli impianti e difesa dei marchi delle società fra le
priorità. Ha carattere e grinta. E' pronta, se serve, a discutere anche
con Claudio Lotito. Decisiva sarà anche la piena sintonia fra Josefa e
Giovanni Malagò, n.1 del Coni.
Malagò: "Chi gioca a bridge è di sicuro intelligente"Festa
della Federazione Bridge a Salsomaggiore. Il presidente del Coni,
Giovanni Malagò, da ex-bridgista, ha messo a confronto gli "sport del
sudore e gli sport della mente" sottolineando come entrambe le
'categorie' siano, alla pari, "scuola di vita. Chi è bridgista è di
sicuro una persona intelligente, perché per giocare il cervello deve ben
funzionare, essere attento e analizzare. Nessuno sport in Italia ha un
palmares come il bridge". Uno sport che conta ben 25mila tesserati e
4000 agonisti di cui ben 1400 presenti alla kermesse dei campionati
italiani. Un torneo definito da Roberto Fabbricini, segretario generale
del Coni, "accattivante e dove l'entusiasmo che si respira nelle
splendide sale del Palazzo Congressi ne fa uno sport". Una disciplina
che per Franco Chimenti, anche lui ex bridgista. "Meriterebbe di
diventare federazione sportiva a tutti gli effetti". Tanti i progetti
futuri della Federazione Italiana Gioco Bridge, tra cui un progetto
pilota che partirà nel prossimo anno accademico. Un movimento in
crescita, una Federazione che si sta rinnovando.
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