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Gli ultrà iniziano a “digerire” la tessera

La prima sfida, Varese-Atalanta, da “bollino nero” per la conte­stazione della tessera del tifoso da parte degli ultrà è andata. Nes­sun incidente e la tifoseria atalanti­na stangata prima della trasferta per il derby lombardo: contro i 44 ultrà denunciati dalla questura di Berga­mo per aver partecipato alla conte­stazione di mercoledì sera ad Alza­no Lombardo nei confronti del mi­nistro dell’Interno Roberto Maroni verrà adottata la misura del Daspo che vieterà il loro ingresso negli sta­di. Qualche coro e striscione «no al­la tessera» tra i campi di Serie B si sono sentiti e visti, ma la prima di Serie A allo stadio Friuli si è svolta in piena serenità. I circa mille tifosi ge­noani arrivati a Udine e i 1900 friu­lani che erano privi di documento sono comunque riusciti ad acqui­stare il biglietto e accedere allo sta­dio in tempo per l’inizio della parti­ta. L’Udinese e la Questura di Udine si erano del resto già preparate: dal­le 9 della mattina con un gazebo ap­positamente attrezzato per soppe­rire a questa emergenza. Oggi si te­mono manifestazioni da parte di al­tri gruppi ultrà a Firenze da parte dei napoletani e pertanto nei pressi del­lo stadio Franchi è stato potenziato il servizio di sicurezza con circa 300 agenti delle forze dell’ordine. Ieri in­tanto il Napoli calcio ha reso noto che su oltre 15mila tessere “Club Az­zurro Card”, vagliate dalla divisione anticrime della Questura del capo­luogo partenopeo meno di dieci so­no state respinte perchè i richiedenti non erano idonei. Dopo i malumo­ri degli ultimi giorni il numero delle nuove tessere del tifoso è in pro­gressivo aumento: secondo le ulti­me rilevazioni sarebbero a quota 589.479 e quelle emesse a 397.949. I ritardi e i disguidi sono previsti per queste prime giornate, ma poi la macchina dovrebbe funzionare a pieno régime. Intanto però la tesse­ra oltre a non essere gradita dagli ul­trà riceve critiche anche dall’Asso­ciazione ’Giuseppe Dossetti che la boccia in quanto «schedatura di massa». L’Associazione Dossetti fa sapere che dopo avere ricevuto de­cine e decine di telefonate di tifosi, chiede un incontro chiarificatore con il ministro dell’Interno, Rober­to Maroni, e scende in campo per tutelare i diritti del «tifoso vero che ha sempre creduto nello sport e che oggi non vuole essere identificato con il violento che va allo stadio per delinquere».
avvenire

«Il nostro calcio? Alla fine resta sempre lo stesso»

* di Nicola Sellitti
OTTAVIO BIANCHI
«Il nostro calcio? Alla fine resta sempre lo stesso»
Il new deal del pallone in Italia? Solo parole mentre i vertici federali restano attaccati alla poltrona dopo il fallimento sudafricano. Ottavio Bianchi è la nemesi del calcio scontato. Secondo l'ex tecnico di Atalanta, Napoli, Inter e Roma in Europa vince solo chi spende, Mourinho ha idee fisse ma vincenti, Benitez è pronto per la serie A e l'Inter imbattibile per un triennio, mentre Prandelli va sostenuto dalla federazione. Infine la fortuna di Zeman: il calcio negli ultimi vent'anni è sempre lo stesso.

È l'estate degli allenatori, tra la fine del ciclo Lippi in azzurro e l'inizio di Prandelli, Mourinho al Real e Milan, Juve e Inter che hanno cambiato guida tecnica. Cosa pensa di Benitez che ha già in bacheca il suo primo trofeo con l'Inter?
Lo spagnolo è arrivato preparato in Italia. D'altronde ora si conosce tutto di tutti, dai metodi di preparazione sino alla tattica. La differenza sta solo nella potenza economica delle società in grado di assicurarsi i calciatori migliori. L'unica difficoltà di Benitez è stata valutare l'organico che ha a disposizione.

I rapporti di forza nel nostro campionato saranno quelli emersi dalla Supercoppa italiana, con l'Inter due spanne oltre le avversarie?
I nerazzurri sono superiori a Roma, Juve e Milan. Se non si rovineranno da soli domineranno per i prossimi tre anni in A. Nella passata stagione la Roma ha lottato per il titolo solo per un calo fisiologico interista, i cui calciatori sono potenti e tecnici, in grado di vincere 1-0 anche senza giocar bene. Invece i giallorossi spesso continuano a specchiarsi nelle loro giocate. Non c'è più spazio per sorprese come il Verona del 1983 o il mio Napoli del 1987. In Europa vincono sempre le più forti: Chelsea, Manchester Utd in Inghilterra, Real Madrid o Barcellona in Spagna.

Due settimane fa ha avuto inizio l'avventura azzurra di Cesare Prandelli. Si può parlare - alla luce anche del ruolo assunto in federazione da Baggio, Sacchi e Rivera - di un nuovo corso del calcio in Italia in grado di ripartire dai giovani?
Discorso molto complesso. Il nuovo corso italiano non esiste e il calcio non è cambiato affatto. Dopo il mondiale peggiore della storia, i vertici federali sono ancora lì attaccati alla poltrona. Non ci sono segnali di cambiamento, in una disfatta del genere si perde tutti, non solo Lippi e i ventitré calciatori. Prandelli è un ottimo allenatore, il suo curriculum, tra esperienze nel settore giovanile e in una piazza difficile come Firenze, è ottimo. Va però aiutato. Il problema è che siamo un Paese importatore di talenti, a differenza della Germania. Il nostro sistema si è impoverito da molti anni, le avvisaglie c'erano tutte. Si dovrebbe ripartire dalla ristrutturazione dei vivai, dei campionati. Ridare spazio alla tecnica, rivedere i sistemi di allenamento. Il modello è il Barcellona, che insegna calcio e non ha paura di mettere in campo giovani di 18-19 anni. Da noi invece un talento come Pirlo è cresciuto in provincia prima di esplodere nel Milan a 24 anni. I giovani italiani, una volta tornati in una grande squadra, sono poco pronti per i match internazionali.

A proposito di giovani, l'Inter si è privata di Balotelli..
Non conosco i motivi della sua cessione ma apprezzo la gestione societaria di Massimo Moratti degli ultimi anni: niente spese pazze, club più importante di allenatori e calciatori, vendere chi vuol cambiar aria. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.

L'altro esule interista Mourinho vincerà anche a Madrid?
È un tecnico dalle idee vincenti ma fisse. Ha bisogno di atleti che sposino in pieno la sua filosofia calcistica. Vincerà anche con il Real, però apprezzo maggiormente gli allenatori che vincono alla guida di piccole squadre.

Come vede il Milan di Allegri, alla luce anche del possibile arrivo di Ibrahimovic?
Conosco poco Allegri ma a Cagliari ha prodotto risultati facendo giocare bene la sua squadra, dettaglio non da poco. Certo, guidare un top team è diverso. Lo svedese resta un grandissimo calciatore che ha bisogno di un contesto tecnico adatto alle sue giocate. Da solo non può ribaltare le gerarchie in A.

Foggia, oltre vent'anni dopo, rivive la favola Zemanlandia.
La fortuna di Zeman è che il calcio non è cambiato! Spero davvero non si tratti di un amarcord, auguro a lui ogni fortuna.

ilmanifesto.it

Serie A: Bari-Juventus 1-0

Il Bari ha battuto la Juventus 1-0 in un incontro della prima giornata di serie A. Rete decisiva di Donati al 43' del primo tempo. Prima parte di gara vivace con numerosi capovolgimenti di fronte: occasionissima per il Bari al 22' con Ghezzal, la Juve replica al 33' con Melo. Al 43' biancorossi in vantaggio: sinistro dal limite dell'area di Donati che batte Storari. Nella ripresa il Bari sfiora il raddoppio in varie occasioni. Per la Juve lampi di Quagliarella e Chiellini allo scadere. (ansa)