Montpellier, 21 luglio 2025 – Uno showdown totale a quota 1910 metri sul livello del mare. Il Tour de France riparte domani, martedì 22 luglio, con la tappa 16. Dopo il giorno di riposo arriva quindi una delle frazioni più attese.
Si corre infatti la Montpellier-Mont Ventoux, che presenta solo una salita, quella dell’arrivo, sul mitico ‘Monte Ventoso’ di petrarchiana memoria, al termine di 15 chilometri durissimi. Si entra nella fase calda della Grand Boucle, quella decisiva, anche se Tadej Pogacar sembra aver consolidato il suo margine di vantaggio sul suo avversario più pericoloso, ovvero quel Jonas Vingegaard che in passato lo ha battuto più volte ma che qui appare un gradino sotto lo sloveno. Oltre 4 minuti il vantaggio di Pogacar che da qui a Parigi può anche imbastire una semplice tattica difensiva. Il danese, invece, se vorrà provare a ribaltare la corsa, dovrà escogitare qualcosa di diverso e fuori dallo spartito ordinario di una Visma non sempre perfetta dal punto di vista tattico. La terza stella di questo Tour, Remco Evenepoel, ha dovuto arrendersi a una condizione non ottimale, che già si era palesata nelle prime tappe di montagna, scegliendo la via del ritiro concordato con la squadra. Così, la via del podio si apre a tutti gli altri contententi.
La situazione in classifica
Il Tour 2025, a meno di clamorosi colpi di scena, appare nelle mani di Tadej Pogacar. Il campione in carica ha accumulato un vantaggio di 4’13” su Jonas Vingegaard, l’unico ancora in lotta per la vittoria, e di 7’53” sull’ottimo tedesco Florian Lipowitz, ora terzo con buon margine su Oscar Onley (quarto a 9’18”) e sul francese Kevin Vauquelin (quinto a 10’21”). Un Tour poco brillante per Primoz Roglic, solo sesto e staccato di 10’34”, mentre a completare la top ten Felix Gall a 12’00”, Tobias Johannesen a 12’33”, Carlos Rodriguez a 18’26” e Ben Healy a 18’41”.
Le dichiarazioni
Remco Evenepoel fuori dal Tour de France. Il campione olimpico non arriverà a Parigi e ha detto basta sul finire della seconda settimana. Nessun malanno o infortunio, semplicemente una condizione non sufficiente per competere con i migliori a causa di un ritiro in altura non andato secondo i piani. A spiegare la situazione è stato il grande capo di Soudal Quick Step Patrick Lefevere: “Remco ha avuto ragione a ritirarsi perché non ha passato un inverno semplice – le sue parole – Il suo ritiro in quota dopo il Delfinato è stato pessimo e ci sarebbe voluto un miracolo. Ha fatto bene a fermarsi”. Nessuna sorpresa dunque in seno alla squadra, la situazione era chiara: “Avevo visto le sue difficoltà a Hautacam e Peyragudes – ancora Lefevere – Fisicamente era a pezzi ma ha combattuto coraggiosamente. Nella tappa di Hautacam tutti pensavano che avrebbe perso trenta minuti invece ha lottato fino alla fine”. Problemi per Remco dopo il Delfinato, evidentemente il ritiro in quota non ha dato le risposte che servivano per competere contro i migliori delle corse a tappe. Solo una sessione completa di allenamento per il belga: “Il Delfinato era andato bene, ma il ritiro in altura non è stato buono e così il suo Tour è stato altalenante. E’ stato molto bravo nella prima metà e ha vinto la cronometro, peccato solo non sia riuscito a indossare la maglia gialla”. Chi invece è molto soddisfatto, chiaramente, è Tadej Pogacar. Lo sloveno comanda nettamente la classifica e solo una crisi potrebbe metterlo in difficoltà dato il margine importante su Jonas Vingegaard: “Non posso riposarmi troppo perché arriva subito il Mont Ventoux e voglio tenere la maglia gialla fino a Parigi, questo è abbastanza chiaro, ma credo sarà ancora difficile e dura. Sono pronto a lottare”, il commento dello sloveno che poi ha lanciato una piccola stoccatina alla Visma sulla tattica di gara delle ultime tappe, “Se fossi Jonas non sarei il più contento, è secondo in classifica e può ancora vincere il Tour e nell’ultima tappa di montagna aveva una grande forma. Capisco che la Visma voglia vincere tappe ma può ancora vincere il Tour e non sarei contento al suo posto…”.
Percorso
Tappa di 171 chilometri la sedicesima da Montpellier fino al Mont Ventoux, ma con un finale infuocato. Nulla da segnalare per circa 140 chilometri passando dalle regioni dell’Herault, del Gard e della Vaucluse, poi in località Aubignan la strada inizia a salire leggermente ma solo al chilometro 155, a Saint Esteve a quota 536 metri, parte ufficialmente il Mont Ventoux. Sono 15.7 chilometri di salita al 8.8% con massime del 10% a metà salita e nell’ultimo chilometro con traguardo situato a 1910 metri sul livello del mare. Caratteristici gli ultimi chilometri di salita praticamente in assenza di vegetazione, l’ascesa viene ricordata anche per il duello tra Lance Armstrong e Marco Pantani nell’edizione del 2000. A tagliare per primo il traguardo fu il Pirata per pochi centimetri sult texano.
Favoriti
Un arrivo in cima al Mont Ventoux merita un nome di prestigio, motivo per il quale Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard dovrebbero entrare a duello non solo per la classifica generale ma anche per la vittoria di tappa. In salita sono i più forti e la morfologia della tappa, tutta pianura a parte la salita finale, non dovrebbe dare modo agli scalatori puri di tentare un attacco da lontano. Le squadre dei due big dovrebbero essere in grado di tenere chiusa la corsa fino all’imbocco del Mont Ventoux.
Percorso
Tappa di 171 chilometri la sedicesima da Montpellier fino al Mont Ventoux, ma con un finale infuocato. Nulla da segnalare per circa 140 chilometri passando dalle regioni dell’Herault, del Gard e della Vaucluse, poi in località Aubignan la strada inizia a salire leggermente ma solo al chilometro 155, a Saint Esteve a quota 536 metri, parte ufficialmente il Mont Ventoux. Sono 15.7 chilometri di salita al 8.8% con massime del 10% a metà salita e nell’ultimo chilometro con traguardo situato a 1910 metri sul livello del mare. Caratteristici gli ultimi chilometri di salita praticamente in assenza di vegetazione, l’ascesa viene ricordata anche per il duello tra Lance Armstrong e Marco Pantani nell’edizione del 2000. A tagliare per primo il traguardo fu il Pirata per pochi centimetri sult texano.
Favoriti
Un arrivo in cima al Mont Ventoux merita un nome di prestigio, motivo per il quale Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard dovrebbero entrare a duello non solo per la classifica generale ma anche per la vittoria di tappa. In salita sono i più forti e la morfologia della tappa, tutta pianura a parte la salita finale, non dovrebbe dare modo agli scalatori puri di tentare un attacco da lontano. Le squadre dei due big dovrebbero essere in grado di tenere chiusa la corsa fino all’imbocco del Mont Ventoux.
QNSport
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