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Atletica: ecco gli azzurri per l'Europeo

Presentata la spedizione dei 79 che gareggeranno a Zurigo

  Un mix di giovani ed esperti, con ambizioni soprattutto in campo femminile: è la Nazionale azzurra che agli Europei di Zurigo (12-17 agosto) dovrà dimostrare che "l'atletica leggera italiana è viva e competitiva", come si è augurato il presidente della Fidal Alfio Giomi. Fra i 79 della spedizione annunciata a Milano: Federica Del Buono, Libania Grenot, Alessia Trost, Yadisleidy Pedroso, Valeria Straneo, Anna Incerti, Andrew Howe, Fabrizio Donato, Daniele Greco, Ruggero Pertile e Daniele Meucci.
   

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Europei pallanuoto: Settebello ai quarti

L'Italia pareggia 9-9 con la Grecia (2-4, 4-0, 2-3, 1-2) nella sua ultima gara nel girone A degli Europei di pallanuoto, a Budapest, e accede ai quarti di finale in quanto seconda in classifica. Per chiudere in testa e guadagnare l'accesso diretto alle semifinali, infatti, il Settebello avrebbe dovuto battere la Grecia con una goleada, poiché il Montenegro, che alla vigilia aveva gli stessi punti degli azzurri e una peggior differenza reti, ha portato tutto dalla sua battendo la Georgia 17-2.
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I grifoni europei presentati, in maniera assolutamente inedita ed innovativa, cioè ripresi dal deltaplano o dal parapendio


 Il primo trailer che annuncia il documentario "Sulla rotta dei grifoni - Follow the griffin".
Per la prima volta il volo libero umano diventerà la chiave interpretativa per scoprire il mondo aereo dei grifoni (ndr).


E' stata pubblicata in internet l'anteprima (trailer) di un documentario naturalistico e sportivo che presenta al pubblico la vita di una specie maestosa di rapaci, i grifoni europei, in maniera assolutamente inedita ed innovativa, cioè ripresi dal deltaplano o dal parapendio. Questi due mezzi di volo libero sono la chiave interpretativa per scoprire il mondo aereo di questi uccelli che raggiungono un'apertura alare di 2,8 metri. Il progetto si propone di salvaguardare la specie facendola conoscere ad un pubblico vasto e valorizzare un bene naturale dei nostri territori. I piloti di deltaplano e parapendio hanno il privilegio di condividere con gli uccelli il medesimo ambiente e lo stesso metodo di volo, decollando da un pendio montano, volteggiando sopra le creste, planando nell'aria o volando per centinaia di chilometri. Il tutto in modo ecologico, senza rumore di motori, guadagnando quota trasportati dalle masse d'aria ascensionali create dall'irraggiamento solare del suolo, le cosiddette termiche. Il pilota di volo libero è, quindi, in grado di avvicinare e farsi avvicinare dai volatili che lo riconoscono come loro simile. Entrambi sono inseriti in modo naturale nello stesso ambiente e sottostanno ad identiche leggi nell'affrontare il volo. Promotore dell'interessante iniziativa è il triestino Davide Finzi Carraro, quarant'anni, da ventidue pilota di deltaplano e parapendio, membro dell'associazione Ali Libere di Gemona del Friuli (Udine), nella vita progettista di droni. I grifoni sono di casa in un triangolo che va dalla riserva naturale del Cornino, dall'omonimo lago, dove già da anni è in corso un progetto di conservazione e reintroduzione della specie, passando da Tolmin in Slovenia, fino all'isola di Cherso in Croazia. In questo vasto territorio il deltaplano di Davide Carraro segue il volo dei grifoni allo stato selvaggio, percorre in formazione con i rapaci lunghi tratti delle loro rotte migratorie, ed il pilota li osserva da un punto di vista privilegiato, ala ad ala. Questo stretto contatto in volo, con l'ausilio dell'interpretazione del pilota, consente di seguire e riprendere gli uccelli veleggiatori in un modo che altrimenti non sarebbe possibile e può dare ai ricercatori informazioni e spunti per studiarne il comportamento e l'intelligenza. Il documentario ci dice che l'avventura è sopra le nostre teste, a portata di mano, basta alzare lo sguardo. Seguendo il volo dei grifoni, il filmato descrive il loro modo di vivere, di interpretare l'aria, di saper scegliere dove andare e perché. Oltre al seguito di questa straordinaria avventura, Davide Finzi Carraro pensa di organizzare degli "Air Safari", cioè portare con lui in volo studiosi e turisti che vogliono condividere l'esperienza insieme ai grifoni. 

Gustavo Vitali Ufficio Stampa FIVL (ASC - CONI)
 - il volo in deltaplano e parapendio http://www.fivl.it
- 335 5852431
- skype: gustavo.vitali

segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone
redazione.sport@simail.it

F1: Germania; vince Rosberg, 5/a Ferrari di Alonso

Nico Rosberg, su Mercedes, ha vinto il Gran premio di Germania, sul circuito di Hockenheim. Il tedesco ha preceduto la Williams di Valtteri Bottas e l'altra Mercedes di Lewis Hamilton. Quinta la Ferrari di Fernando Alonso.
Quarta posizione nel Gran premio di Germania per la Red Bull del campione del mondo in carica, Sebastian Vettel; sesta l'altra Red Bull di Daniel Ricciardo. Settima la Force India di Nico Huelkenberg, che ha preceduto le McLaren di Jenson Button e Kevin Magnussen. Chiude decima in zona punti la Force India di Sergio Perez.
Incidente Massa al via, pilota illeso - Incidente al via del Gp di Germania per Felipe Massa. La Williams del brasiliano si è cappottata dopo essersi toccato con la McLaren di Magnussen. Grande spavento per il pilota che è uscito illeso dalla monoposto. In pista è entrata la safety car.
Ordine d'arrivo del Gran premio di Germania di Formula 1, sul circuito di Hockenheim:
1. Nico Rosberg (Ger/Mercedes) 306,458 km percorsi in 1h33'42"914, alla media di 196,206 km/h.
2. Valtteri Bottas (Fin/Williams-Mercedes) a 20"789
3. Lewis Hamilton (Gbr/Mercedes) a 22"530
4. Sebastian Vettel (Ger/Red Bull-Renault) a 44"014
5. Fernando Alonso (Spa/Ferrari) a 52"467
6. Daniel Ricciardo (Aus/Red Bull-Renault) a 52"549
7. Nico Huelkenberg (Ger/Force India-Mercedes) a 1'04"178
8. Jenson Button (Gbr/McLaren-Mercedes) a 1'24"711
9. Kevin Magnussen (Dan/McLaren-Mercedes) a 1 giro
10. Sergio Pérez (Mex/Force India-Mercedes) a 1 giro
11. Kimi Raikkonen (Fin/Ferrari) a 1 giro
12. Pastor Maldonado (Ven/Lotus-Renault) a 1 giro
13. Jean-Eric Vergne (Fra/Toro Rosso-Renault) a 1 giro
14. Esteban Gutiérrez (Mex/Sauber-Ferrari) a 1 giro
15. Jules Bianchi (Fra/Marussia-Ferrari) a 1 giro
16. Kamui Kobayashi (Gia/Caterham-Renault) a 2 giri
17. Max Chilton (Gbr/Marussia-Ferrari) a 2 giri
18. Marcus Ericsson (Sve/Caterham-Renault) a 2 giri.
Classifica Mondiale piloti:
1. Nico Rosberg (Ger) 190 punti
2. Lewis Hamilton (Gbr) 176 "
3. Daniel Ricciardo (Aus) 106 "
4. Fernando Alonso (Spa) 97 "
5. Valtteri Bottas (Fin) 91 "
6. Sebastian Vettel (Ger) 82 "
7. Nico Hülkenberg (Ger) 69 "
8. Jenson Button (Gbr) 59 "
9. Kevin Magnussen (Dan) 37 "
10. Felipe Massa (Bra) 30 "
11. Sergio Pérez (Mex) 29 "
12. Kimi Raikkonen (Fin) 19 "
13. Jean-Eric Vergne (Fra) 9 "
14. Romain Grosjean (Fra) 8 "
15. Daniil Kvyat (Rus) 6 "
16. Jules Bianchi (Fra) 2 "
Classifica Mondiale costruttori:
1. Mercedes-Amg 366 punti
2. Red Bull 188 "
3. Williams 121 "
4. Ferrari 116 "
5. Force India 98 "
6. McLaren 96 "
7. Toro Rosso 15 "
8. Lotus 8 "
9. Marussia 2 "
 ansa

Scherma: Mondiali, oro alla Fiamingo

(ANSA) - ROMA, 20 LUG - La 23enne Rossella Fiamingo è campionessa del mondo nella spada dopo aver battuto 15-11, a Kazan (Russia), la tedesca Britta Heidemann. In precedenza, la Fiamingo aveva superato la brasiliana Moellhausen (15-6), la coreana Choi (15-5), la russa Kolobova (15-7), l'estone Embrich (15-13) e l'ucraina Shemyakina (13-12). Fra gli uomini, sempre nella spada, bronzo per Enrico Garozzo: l'azzurro è stato fermato solo in semifinale dal coreano Kyoung-Doo Park (15-10).
    Italia in testa al medagliere.
   
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Wta Istanbul: Vinci in finale

(ANSA) - ROMA, 19 LUG - Seconda finale nel giro di una settimana per Roberta Vinci che, dopo Bucarest, vi approda anche nel nuovo Wta International di Istanbul, torneo da 250.000 dollari di montepremi che si disputa su campi in cemento. La 31enne tarantina, n.2 del seeding, ha sconfitto per 6-4, 6-2 in un'ora e 6' di gioco, la qualificata croata Ana Konjuh, classe '97, che si era aggiudicata l'unico precedente. Domani la Vinci affronterà la danese Caroline Wozniacki (n.1), che ha battuto la francese Kristina Mladenovic.
   
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Pallavolo: World League, Italia battuta

(ANSA) - ROMA, 19 LUG - Niente da fare per gli azzurri dell'Italvolley: sara' Brasile-Stati Uniti la finale della World League di pallavolo in corso a Firenze. Nella semifinale giocata stasera gli azzurri sono stati sconfitti 3-0 dal Brasile (11-25, 23-25, 20-25 i parziali). Domani la sfida con l'Iran vale il terzo posto.
   
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Tour: Nibali aumenta il vantaggio

(ANSA) - ROMA, 19 LUG - Il polacco Rafal Majka (Tinkoff-Saxo) ha vinto per distacco la 14/a tappa del Tour de France, 177 km da Grenoble a Risoul, con arrivo in salita sulle Alpi. La maglia gialla Vincenzo Nibali (Astana), secondo al traguardo, aumenta di 1' il vantaggio sullo spagnolo Alejandro Valverde (Movistar), ora a 4'37". Sul traguardo, Majka ha preceduto Nibali di 24" e i francesi Romain Bardet (Ag2R-La Mondiale) di 4'50" e Thibaut Pinot (Fdj-BigMat) di 5'06". Domani 15/a frazione, da Tallard a Nimes (222 km).
   
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Fioretto: Mondiali, oro per la Errigo

(ANSA) - ROMA, 19 LUG - Arianna Errigo ha vinto la medaglia d'oro nel fioretto ai Mondiali di scherma a Kazan (Russia), bissando il successo dello scorso anno a Budapest. In finale ha battuto 15-7 l'altra azzurra Martina Batini, classe '89. Podio tutto italiano con Valentina Vezzali, sconfitta in semifinale dalla Errigo. Per lei è il 23/o podio iridato in carriera e il quarto bronzo in 18 Mondiali. Nel fioretto maschile, invece, gli azzurri si sono fermati nel tabellone dei 16: il migliore è stato Giorgio Avola, 11/o.
   
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Selena Gomez, voglio crescere nel cinema Assedio per la teen star a Ischia, sogno un corso di cucina

(ANSA) - ISCHIA, 19 LUG - "Sogno di vedermi felice, fare cose che amo, crescere nel cinema e imparare tante cose nuove, magari fare un corso di cucina". Selena Gomez, la teen star globale, assediata dai fan a Ischia, immagina per se stessa un futuro tutto sommato semplice. Con 21,4 mln di followers su twitter, 60 mln su Facebook, 11 mln su Instagram, riparte al cinema Rudderless di William H. Macy e dal suo Star Dance Tour da solista. Pensa mai di voler vivere una vita 'normale'? Risposta senza esitazioni: 'No'.
   
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Juventus: per Morata 20 milioni al Real

(ANSA) - ROMA, 19 LUG - È di 20 milioni di euro, pagabili in tre esercizi, l'investimento sostenuto dalla Juventus per l'acquisto di Alvaro Morata dal Real Madrid. L'accordo, informa il club bianconero, prevede anche un diritto di opzione per i merengue, esercitabili al termine della stagione 2015/'16 o alla fine di quella successiva, per il riacquisto dell'attaccante. Già fissato anche il valore dell'eventuale riacquisto, in funzione delle partite che avrà giocato in bianconero fino ad un massimo di 30 milioni.
   
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F1: Germania, pole position per Rosberg

(ANSA) - ROMA, 19 LUG - Nico Rosberg (Mercedes) ha ottenuto la pole position del Gp di Germania, ad Hockenheim. Per il tedesco leader del Mondiale è la 5/a pole stagionale. Al suo fianco partirà il finlandese Bottas (Williams). In seconda fila Massa con l'altra Williams e Magnussen (McLaren). Settima la Ferrari di Alonso, mentre il compagno di squadra Raikkonen è uscito in Q2 e partirà 12/o. In Q1 incidente per Hamilton: niente danni per il britannico della Mercedes, ma le sue qualifiche sono finite lì; partirà 15/o.
   
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Basket Serie A, mercato i colpi Ragland, Kaukenas e Jones

Milano ingaggia il playmaker ex Cantù ed è ad un passo da Kleiza. A Reggio Emilia resta il lituano, in arrivo anche Polonara. La Vitasnella prende l'ala ex Orlando Magic e ritrova Eric Williams
Basket Serie A, mercato i colpi Ragland, Kaukenas e Jones 
ROMA – La prima mossa di Milano potrebbe aver sbloccato il mercato di Serie A con una sorta di effetto domino. L'Emporio Armani ha annunciato l'arrivo di Joe Ragland, 25enne playmaker in arrivo da Cantù: l'americano di passaporto liberiano, quindi con lo status di Cotonou, prenderà il posto di Curtis Jerrells, decisivo nella finale-scudetto con il canestro allo scadere di gara6.
FRATELLI - Il prossimo colpo dell'Emporio Armani dovrebbe essere l'ala lituana Linas Kleiza, lo scorso anno al Fenerbahce, e in precedenza nella NBA a Toronto. Accanto al 29enne ex capocannoniere di Eurolega può arrivare Shawn James, centro in uscita dal Maccabi. Shawn è il fratello di Delroy James, ala che Brindisi confermerà nella stagione di debutto nelle Coppe europee.
KAUKENAS – In vista dell'Eurocup, Reggio Emilia conferma un tassello fondamentale per il trionfo in Eurochallenge come Rimas Kaukenas. Il 37enne lituano resterà per un altro anno. In arrivo Achille Polonara, che ha lasciato Varese. Per Achille Polonara c'è un contratto di tre anni. Al suo posto Varese ingaggia il 33enne naturalizzato Craig Callahan, ala-centro da Verona.
CANTU' – Doppio arrivo per la Vitasnella, anche se in un caso si tratta di un ritorno: Eric Williams, infatti, era stato a Cantù nel 2006-07, all'inizio della sua carriera europea. Accanto al centro di passaporto bulgaro arriva DeQuan Jones, 24enne ala con un passato NBA agli Orlando Magic, a quel punto alla squadra di Pino Sacripanti mancheranno soltanto play e guardia titolari, entrambi americani. Tra le altre squadre, Avellino confermerà Daniele Cavaliero, mentre Daniele Cinciarini è diretto a Pistoia.

Tour, numero di Tony Martin. Nibali cede la maglia gialla a Gallopin

Impresa d’altri tempi di Tony Martin nella nona tappa del Tour de France, Gerardmer-Mulhouse. Il 29enne tedesco dell’Omega Pharma-Quick Step ha vinto dopo una galoppata solitaria di 59 km, cominciata sulla penultima salita di giornata (Le Markstein), quando ha staccato il compagno di fuga, l’italiano De Marchi, col quale s’era lanciato all’attacco dopo soli 18 km di corsa. Un vero capolavoro quello del tre volte campione del mondo a cronometro, che ha tenuto benissimo in salita (erano previsti 6 gpm) e poi ha amministrato il vantaggio nei 43 km di picchiata verso l’arrivo, sfruttando le sue straordinarie doti di passista. Per Martin si tratta della 51esima vittoria da pro’ (la terza al Tour) e l’ottava stagionale dopo le due tappe al Giro dei Baschi, la crono e la classifica finale al Giro del Belgio, le due cronometro al Giro di Svizzera (dove è stato leader fino all’ultima tappa prima di chiudere al 4° posto) e naturalmente il campionato nazionale a cronometro. E l’Omega Pharma-Quick Step, rimasta subito orfana di Mark Cavendish nella prima tappa, è la seconda vittoria in questo Tour, a due giorni dal colpo di Matteo Trentin.
NUOVO LEADER — Ma la notizia del giorno è che Vincenzo Nibali, dopo una settimana da padrone della classifica, ha ceduto la maglia gialla. Alla vigilia del primo tappone di montagna che lo chiamerà al severo testa a testa con Contador, il siciliano ha saggiamente preferito non dannarsi l’anima e non sfiancare la squadra per difendere il primato, lasciando andare la fuga di giornata. Il francese Tony Gallopin, che alla partenza era 11° a 3’27” e ha chiuso a 2’45” da Martin, ma 5’01” prima di Nibali, è il nuovo leader. C’è tutto lo spazio per riprenderlo, magari già da subito.
ARRIVO: — 1. Tony Martin (Ger, Omega Pharma-Quick Step), 170 km in 4h09’34”, media 40,9; 2. Cancellara (Svi) a 2’45”; 3. Van Avermaet (Bel) a 2’45”; 4. T. Dumoulin (Ola); 5. Montaguti; 6. Rojas (Spa); 7. Kruijswijk (Ola); 8. Cherel (Fra); 9. Feillu (Fra); 10. Machado (Por).
CLASSIFICA — 1. Tony Gallopin (Fra, Lotto-Belisol); 2. Nibali a 1’34”; 3. Machado (Por) a 2’40”; 4. Fuglsang (Dan) a 3’18”; 5. Porte (Aus) a 3’32”; 6. Kwiatkowski (Pol) a 4’00”; 7. Valverde (Spa)a 4’01”; 8. Rolland (Fra) a 4’07”; 9. Contador (Spa) a 4’08”; 10. Bardet (Fra) a 4’13”.
 Gasport 

Orario Tour de France 2014 9a tappa partenza e arrivo Gérardmer-Mulhouse. Diretta Raisport 2 e Raitre, live streaming Raitv

Oggi nona tappa Tour de France 2014 arrivo a Mulhouse orario diretta - La nona tappa del Tour de France 2014, in programma oggi, è di montagna e presenta 6 gpm. Partenza da Gerardmer alle ore 11 circa di oggi, Domenica 13 Luglio ed arrivo a Mulhouse dopo le 17. Percorso di 170 chilometri, che sarà emozionante, viste le salite. Nona tappa che presenta anche un gran premio della montagna di prima categoria, ma andiamo a vedere tutte le asperità nel dettaglio. Al Km 11.5 il Col de la Schlucht (1 140 m), 8.6 chilometri al  4.5%,  categoria 2, al Km 41, il Col du Wettstein, 7.7 chilometri al 4.1%, categoria 3. Poi al Km 70 il Côte des Cinq Châteaux, 4.5 chilometri al 6.1%, categoria 3, al Km 86 il Côte de Gueberschwihr (559 m), 4.1 chilometri al 7.9%, categoria 2. Dopo la metà del percosro al Km 120 Le Markstein (1 183 m), 10.8 chilometri al 5.4%, categoria 1. Infine l’ultima salita al Km 127, Grand Ballon, 1.4 chilometri al 8.6%, categoria 3. Diretta nona tappa del Tour de France 2014 su Raisport 2 dalle 13, su Raitre dalle 15, live streaming Raitv.
centrometeoitaliano.it

Tour: al francese Kadri l'ottava tappa, Nibali: 'Nessun problema a controllare Contador'. Classifiche

Parla francese con Kadri l'ottava tappa del Tour, ma Nibali resiste agli attacchi di Contador e resta in giallo.
Il francese Blel Kadri (AG2R) ha vinto per distacco l'8/a tappa del Tour de France, la Tomblaine-Gerardmer La Mauselaine, di 161 km. E' la prima vittoria francese in questa edizione della Grande Boucle. Kadri ha preceduto di 2'17" lo spagnolo Alberto Contador e di 2'20" Vincenzo Nibali che conserva la maglia gialla. Il corridore dell'Astana ha un vantaggio di 1'44" sul danese Jakob Fuglsang, suo compagno di squadra, e di 1'58" sull'australiano Richie Porte (Sky),oggi 4/o. Contador 6/o a 2'34".
Alle spalle di Kadri sono classificati nell'ordine Alberto Contador (Tinkoff), staccato di 2'17'', e il leader della corsa Vincenzo Nibali (Astana), a tre secondi dallo spagnolo.
Quarto posto per Richie Porte e quinto per Thibaut Pinot. Kadri è riuscito a portare a termine una lunga fuga cominciata ad una ventina di chilometri dal traguardo da cinque corridori, resistendo al ritorno del gruppo trascinato dagli uomini della squadra di Contador. Nibali non si è fatto staccare ed è arrivato a ruota del suo avversario, sul quale mantiene un vantaggio di 2'34''.
Dopo una settimana di sprint, fughe, rovesci e cadute, il Tour de France di ciclismo e' salito di quota. Il finale dell'8/a tappa (Tomblaine-Gerardmer, di 161 km) ha visto negli ultimi 20 km tre asperità: il Col de La Croix-des-Manats, il Col de Grosse-Pierre e, dopo la discesa del Gerardmer, il traguardo di La Mauselaine, dopo una salita di 4 km, la cui parte finale riserva pendenze del 10%.
L'inutile attacco di Contador
Doveva e voleva provarci, Alberto Contador, ad attaccare Vincenzo Nibali nel primo assaggio di montagne al Tour de France. Lo ha fatto ma l'italiano maglia gialla ha risposto a dovere, tenendosi alla ruota dello spagnolo che aveva scatenato la sua squadra in salita nel tentativo di ridurre lo svantaggio e di intimidirlo. La dura lotta tra i due probabili protagonisti di questa 101/a edizione della Grande Boucle si è svolta alle spalle di Blel Kadri, portacolori della AG2R che ha conquistato la prima vittoria francese in questo Tour, oltre alla maglia a pois di leader degli scalatori, sotto la pioggia sulle dure salite del finale della ottava tappa, la Tomblaine-Gerardmer La Mauselaine, di 161 km. Nibali, alla fine terzo al traguardo a tre secondi da Contador, e quindi ancora in ampio vantaggio (2'34'') su di lui in classifica generale, non ha mostrato alcun cedimento di fronte al lavorio ai fianchi degli uomini della Tinkoff, che negli ultimi 25 chilometri hanno guidato il gruppo senza sosta all'inseguimento di un gruppetto di fuggitivi, via via ripresi, a parte Kadri, nonostante avessero accumulato fino a 11 minuti di vantaggio. L'obiettivo vero era però Nibali, ma lui ha resistito e a soccombere, perdendo preziosi secondi in classifica, sono stati altri possibili contendenti come il polacco Michal Kwiatkowski, che ha perso quasi un minuto e mezzo sul siciliano, e Alejandro Valverde, che a fatica è riuscito a cedere solo 15 secondi.

Nibali: 'Sto bene, nessun problema a controllare Contador'''Alberto (Contador, ndr) ha preso in mano la corsa nelle ultime due salite - ha spiegato Nibali al traguardo -, ma io stavo bene e ho cercato di controllare, senza grossi problemi. Nel finale, quasi sull'arrivo, ho sbagliato a inserire il rapporto e ho perso tre secondi, ma va bene così - ha aggiunto - dopo una tappa complicata e sotto la pioggia''. L'italiano è tranquillo e pare conscio della sua forza, ma ha davanti due settimane di fuoco, con tappe insidiose già domani e, soprattutto, lunedì anche se le Alpi e i Pirenei sono ancora lontani. Intanto, è lui che veste la maglia gialla nel duecentesimo giorno di leadership di un italiano al Tour. Il primo fu Vincenzo Borgarello, al comando per una tappa nel 1912, il più affezionato è Ottavio Bottecchia, leader per 34 giorni. Una curiosità: se Nibali arrivasse in giallo a Parigi, eguaglierebbe Felice Gimondi, che nel '65 fu in testa per 19 giorni. Domani è in programma una frazione di 170 km tra Gerardmer e Mulhouse, con sei gpm, di cui uno di prima categoria, ma un arrivo in pianura che dovrebbe consentire di riassorbire eventuali vantaggi conquistati in salita.
Questo l'ordine d'arrivo della ottava tappa del Tour de France, Tomblaine-Gerardmer La Mauselaine, di 161 km.
  • 1. Blel Kadri (FRA/ALM) in 3h49:28 (media 42,1 km/h)
  • 2. Alberto Contador (ESP/TIN) a 2:17
  • 3. Vincenzo Nibali (ITA/AST) 2:20
  • 4. Richie Porte (AUS/SKY) 2:24
  • 5. Thibaut Pinot (FRA/FDJ) 2:28
  • 6. Jean-Christophe Péraud (FRA/ALM) 2:28
  • 7. Alejandro Valverde (ESP/MOV) 2:36
  • 8. Tejay Van Garderen (USA/BMC) 2:40
  • 9. Romain Bardet (FRA/ALM) 2:48
  • 10. Sylvain Chavanel (FRA/IAM) 2:54
  • 11. Bauke Mollema (NED/BKN) 2:55
  • 12. Rui Costa (POR/LAM) 3:01
Questa la classifica generale dopo l'ottava tappa
  • Vincenzo Nibali (ITA/AST) 33h48:52
  • 2. Jakob Fuglsang (DEN/AST) 1:44
  • 3. Richie Porte (AUS/SKY) 1:58
  • 4. Michal Kwiatkowski (POL/OPQ) 2:26
  • 5. Alejandro Valverde (ESP/MOV) 2:27
  • 6. Alberto Contador (ESP/TIN) 2:34
  • 7. Romain Bardet (FRA/ALM) 2:39
  • 8. Rui Costa (POR/LAM) 2:52
  • 9. Bauke Mollema (NED/BKN) 3:02
  • 10. Jürgen Van den Broeck (BEL/LTB) 3:02.
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#Mondiali: #Shakira, #Piquè era triste, l'ho consolato io

"E' logico che Piquè fosse triste, ma ho trovato il modo di consolarlo...". E' anche spiritosa Shakira, e ha risposto così a una domanda su come il suo compagno avesse preso l'eliminazione al primo turno della Spagna. La cantante colombiana ha preso parte a una conferenza stampa a Rio, assieme al grande Carlos Santana e agli artisti brasiliani Carlinhos Brown (quello dei 'Tribalistas' dell'hit di qualche anno fa "Eu sei namorar") e Ivete Sangalo, quest'ultima regina musicale di Bahia.
I quattro saranno i protagonisti principali dello spettacolo della cerimonia di chiusura al Maracanà che precederà la finale di domenica. "E' chiaro che è stato un brutto colpo - ha detto ancora Shakira sulla situazione in famiglia e le sfortune della Spagna calcistica -, ma bisogna essere preparati alle sconfitte, così come si celebrano le vittorie. Fa parte della storia, comunque la Spagna non ha avuto fortuna".
E la Colombia? Meritava di essere eliminata dal Brasile? "Ci sono tanti modi per far bene in un Mondiale - ha risposto la cantante - e per me la Colombia è come se avesse vinto, per le meravigliose prestazioni che ha fatto qui. I miei connazionali ed io abbiamo sentito l'orgoglio di essere colombiani, grazie a tanti calciatori meravigliosi, come James, Teo Gutierrez, Ospina e Cuadrado, che ci hanno fatto sognare". Ma Shakira, al suo terzo Mondiale, ('chiuse' anche Germania 2006 e Sudafrica 2010, di cui cantò anche l'hit ufficiale, il celebre 'Waka Waka') ha tenuto a dire un'altra cosa.
"Il calcio ha cambiato la mia vita, in modo molto positivo - ha sottolineato l'artista colombiana -. E' la mia terza finale, è un grande onore, ma non dimenticherò mai il 2010, quando grazie al Mondiale ho incontrato l'amore della mia vita. Se non fosse stato per quella Coppa, ora mio figlio Milan non esisterebbe. Essere qui per me ha un significato enorme, per le mie ragioni personali e per tutto ciò che il calcio rappresenta, per le speranze che regala alla gente e perchè fa crescere il patriottismo in ognuno di noi. Grazie al calcio sorgono in noi molti dei migliori sentimenti. Il Brasile? Lo sento molto vicino a me, è un Paese che amo profondamente, perché cominciai qui la mia carriera e per questo mi sentirò sempre un po' brasiliana: il portoghese è la mia seconda lingua".
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MotoGp: Marquez il più veloce nel warm up

ANSA) - CHEMNITZ (GERMANIA), 13 LUG - Marc Marquez (Honda) è stato il più veloce nel turno di prove pre gara del Gp di Germania con il tempo 1.22.057. Il tempo del campione del mondo è però insidiato da vicino da Jorge Lorenzo (Yamaha) e Stefan Bradl (Honda). Quarto tempo per Valentino Rossi (Yamaha), poi Dani Pedrosa (Honda) e i fratelli Espargarò, Aleix (Forward Yamaha) e Pol (Yamaha).
   
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Moto: sidecar al Sachsenring, un morto

(ANSA) - CHEMNITZ, (GERMANIA), 13 LUG - Un grave incidente è costato ieri nel tardo pomeriggio la vita al copilota tedesco Enrico Becker, impegnato nelle qualifiche per il campionato mondiale di Sidecar, sul circuito del Sachsenring, in Germania, dove oggi si corrono le gare della MotoGP. Gravi le condizioni del pilota, Kurt Hock, attualmente ricoverato in prognosi riservata all'ospedale di Chemnitz.
   
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Scherma: Mondiali 2014, 2 giorni al via

(ANSA) - ROMA, 13 LUG - Mancano due giorni al via dei Campionati del Mondo di scherma Kazan2014 e un primo gruppo della delegazione azzurra è già giunta nella capitale del Tartastan per le qualifiche che prenderanno il via marted'. Da venerdi poi, il via ai tabelloni principali e l'assegnazione delle prime medaglie. Si inizierà con le prove di sciabola, quindi, sabato con quelle di fioretto e domenica con le gare di spada.
   
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Mondiali: Germania-Argentina, ecco le formazioni

Queste le probabili formazioni di Germania-Argentina, finale dei Mondiali di Brasile 2014 in programma al Maracanà di Rio con inizio alle 16 ora locale (le 21 in Italia).
Germania (4-2-3-1): Neuer, Lahm, Boateng, Hummels, Howedes, Khedira, Schweinsteiger, Muller, Kroos, Ozil, Klose. (12 Zieler, 22 Weidenfeller, 2 Grosskreutz, 3 Ginter, 9 Schuerrle, 10 Podolski, 14 Draxler, 15 Durm, 17 Mertesacker, 19 Goetze, 23 Kramer). All.: Loew.
Argentina (4-3-1-2): Romero, Zabaleta, Garay, Demichelis, Rojo, Perez, Mascherano, Biglia, Messi, Higuain, Lavezzi. (21 Andujar, 12 Orion, 3 Campagnaro, 5 Gago, 7 Di Maria, 11 Maxi Rodriguez, 13 A. Fernandez, 17 F. Fernandez, 18 Palacio, 19 Alvarez, 20 Aguero, 23 Basanta). All: Sabella.
Arbitro: Rizzoli (Italia).
Quote Snai: 2,25, 3,30, 3,45.
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Mondiali: Germania-Argentina

E' la finale che il Brasile mai avrebbe voluto vedere, senza la Selecao di casa, ma Germania-Argentina al Maracanà è comunque un Gala del calcio. E' passato quasi un quarto di secolo, 24 anni da Italia '90, e l'immagine delle lacrime di Maradona nella notte magica di Roma rimane nella storia dei Mondiali, così come il suo "figli di..." per l'inno fischiato prima della partita. C'era stato anche allora un Sergio in porta, Goychochea come adesso Romero, a parare i rigori e a spingere gli argentini in finale: ma non gli riuscì di bloccare quello più importante, molto dubbio ma concesso dall'arbitro Codesal e trasformato da Brehme. Così ad alzare la Coppa all'Olimpico fu Lothar Matthaeus, e Diego parlò della "mano nera" della Fifa paragonando Havelange alla mafia.
Il sogno di milioni di argentini è che quel pianto del loro idolo si tramuti nella gioia irrefrenabile del fuoriclasse del nuovo millennio, quel Lionel Messi che dell'ex Pibe de Oro è un degno erede e con un trionfo al Maracanà entrerebbe nella leggenda, onorando anche la memoria di Alfredo Di Stefano, altro mito del pallone, scomparso nei giorni scorsi. Da Roma a Rio è stato un lungo viaggio, ma l'avversario è di nuovo la Germania, che come quella volta in Italia giocherà con la prima maglia, quella bianca, costringendo gli argentini a vestire la seconda divisa, azzurro scuro, che ai tanti fan dell'Albiceleste che hanno invaso Rio ricorda la sconfitta di Roma ma anche il gol più bello della storia, con lo slalom di Messico '86 di Maradona contro l'Inghilterra. Fu anche il giorno della 'mano di Dio', la stessa che servirebbe adesso per battere i panzer che hanno annichilito il Brasile: hai visto mai che ci pensa quel tifoso eccellente, Papa Francesco, il cui volto campeggia insieme a quelli di Messi e Maradona in molti degli striscioni portati in Brasile dall' 'hinchada' biancoceleste. Di sicuro, ancora una volta, la Germania non sarà un'avversaria facile, visto come ha travolto selezioni in teoria di valore come Portogallo e Brasile.
Dopo un lavoro durato anni, dalla delusione del Mondiale in casa del 2006 ad oggi, e ispirandosi al Bayern di Guardiola, il ct Joachim Loew ha creato una macchina che sembra perfetta, e gioca un sorta di 'tiqui-taka' più veloce e potente dell'originale, per larghi tratti il più bel calcio di questo Mondiale, da cui gli ex maestri brasiliani vorrebbero prendere esempio per tornare al 'futebol arte'. Il bilancio fra le due contendenti nella sfida che sarà diretta da Rizzoli è pari, una finale vinta a testa (l'Argentina si impose in Messico contro Voeller e Rummenigge in verde), quindi ci sarà il 'Tetra' della Germania o il 'Tri' dell'Argentina, eventualità quest'ultima che nella notte del post-partita a Rio fa temere per l'ordine pubblico, anche se, a sorvegliare la situazione, saranno impegnati, prima, durante e dopo la partita, ben 26mila agenti.
I brasiliani tifano compatti per la Germania, nemmeno l'1-7 di Belo Horizonte ha fatto guadagnare qualche preferenza agli argentini e, nel caso ci fossero dubbi, per strada a Rio si vedono tanti carioca vestiti con la casacca della 'Brasilemanha', a strisce orizzontali rosse e nere e simile, non a caso, a quella del Flamengo. L'ultimo precedente, con Loew sulla panchina tedesca e Maradona in giacca e cravatta su quella dei sudamericani, fu il 4-0 con cui, a Città del Capo nel 2010, il 'Mannschaft' mandò a casa Messi e soci. Dieci calciatori della Germania che cominciarono quella partita sono ancora presenti nella rosa': Neuer, Lahm, Boateng, Mertesacker, Khedira, Schweinsteiger, Ozil, Podolski, Mueller (che sogna un gol in finale, magari quello decisivo, come il suo omonimo Gerd nel 1974) e Klose. Di loro solo Podolski e Mertesacker non sono più titolari, ma il secondo potrebbe giocare se Boateng non recupera dal problema all'inguine accusato in allenamento.
Dubbi anche per Sabella, con Di Maria e Aguero ancora non al meglio, al punto che nella formazione iniziale dovrebbero trovare posto Perez e Lavezzi. Un altro dato fa riflettere e fare scongiuri ai supporter venuti da Buenos Aires: come 24 anni fa, una delle due finaliste ha segnato più del doppio dei gol dell'altra. Il saldo anche stavolta è di +9 per la Germania: 17-8 nel 2014 e 14-5 nel 1990. Ma i numeri non sempre fanno la storia del calcio, meno che mai per chi è convinto che al Maracanà non possa trionfare una rappresentante dell'Europa. Quindi, fanno capire gli argentini, popolo da sempre convinto di essere il migliore ("siamo fatti così, ci nasciamo", ha chiosato il ct Sabella), alla fine sarà festa grande biancoceleste.
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Atp Bastad: esordio positivo per Lorenzi

(ANSA) - ROMA, 8 LUG - Esordio positivo per Paolo Lorenzi, n. 80 del mondo, a Bastad (Svezia). Il 32enne azzurro, romano di nascita ma senese di adozione, ha battuto ieri 6-2, 6-1 lo svedese Markus Eriksson, n. 389. Nel secondo turno dello SkiStar Swedish Open - torneo Atp World Tour 250, con montepremi di oltre 400mila euro, che si disputa sulla terra rossa nella località di villeggiatura svedese - Lorenzi affronterà il vincente tra lo spagnolo Pablo Carreno Busta e il tedesco di origine giamaicana Dustin Brown.
   
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Pechino, Oslo o Almaty per Giochi 2022

(ANSA) - LOSANNA, 7 LUG - Pechino, Oslo e Almaty (in Kazakistan) sono le tre città scelte dal Cio candidate a ospitare le Olimpiadi invernali del 2022.
    La scelta definitiva verrà ufficializzata il 31 luglio 2015 all'assemblea del Comitato olimpico internazionale a Kuala Lumpur. Le città escluse sono Stoccolma, Cracovia e Leopoli (Ucraina). Le Olimpiadi 2018 invernali si terranno a Pyongyang in Corea del Sud.
   

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Basket: Siena-Milano 72-74, ora la bella

Finale scudetto infinita quella tra Milano e Siena. In gara-6 della serie, l'EA7 Emporio Armani Milano ha espugnato la fortezza dei toscani imponendosi 74-72 e annullando il match point a favore della Montepaschi, giunta ad un soffio dall'ottavo scudetto consecutivo. Sul punteggio di 3-3 nella serie, il titolo 2013/2014 si deciderà quindi venerdì a Milano. La partita di stasera, tirata fin dal primo secondo, si è decisa a fil di sirena, quando Jerrells ha centrato la retina gelando le tribune del PalaEstra. Sin dall'avvio si lotta su ogni pallone. Hunter è il faro di Siena, scrivendo il +4 in avvio (6-2) e firmando i primi 10 punti della sua squadra. Milano si fa portare avanti da Langford e Gentile: l'americano firma il primo vantaggio al 4' (6-7) e poi quello successivo al 7' (13-15) confezionando un gioco da tre punti. Samuels ha problemi di falli (due nel primo periodo) ma il suo sostituto Lawal sigla il +4 (17-21) a 31 secondi dalla prima sirena.
Carter accorcia le distanze, il solito Hunter controsorpassa, Viggiano aggiunge cinque punti personali per il massimo vantaggio casalingo sul 32-27 al 15'. Moss entra in partita e segna 4 punti, Wallace prende il posto di Lawal, anche lui con problemi di falli, e segna i canestri che riportano avanti Milano all'intervallo. Gli ospiti tentano la fuga nel terzo periodo: la tripla di Langford vale il +8 (38-46), una grande schiacciata di Gentile (che alla fine sarà il miglior marcatore della serata con 23 punti) vale il +9 (41-50) con Siena che fatica a trovare le contromisure adeguate. Un ottimo Lawal schiaccia il +11 al 29' (50-61). Kangur firma il +10 al 31' (55-65), poi Siena trascinata da Haynes piazza un parziale di 11-0 che fa esplodere il palazzo. Milano replica con una tripla di Melli, quindi con Gentile per il 70-69 esterno a 3' dalla sirena. Dopo un libero di Haynes, Jerrells va a segno per il 72-70 a 2'05", poi ancora Haynes pareggia a 1'09". Samuels commette fallo in attacco, Janning ha il canestro dello scudetto a 13 secondi dal termine ma non fa centro; Jerrells sulla sirena trova la retina e porta tutto a gara7.
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SuperMario c'è, l'Italia pure 2-1 all'Inghilterra

Good morning Italia! A Manaus Italia-Inghilterra è finita poco prima delle 2 del mattino e gli azzurri di Cesare Prandelli salutano il loro approdo ufficiale a Brasile 2014 (la Torcida tifa per loro) con doppio ciak e un "buona la prima".

Sciolto il primo dubbio al debutto: Mario Balotelli c’è, e il gruppo pure. La Nazionale batte l’Inghilterra (2-1) con un gol del suo maggiore talento, il più amato e il più fischiato – dagli inglesi sugli spalti -, SuperMario. Un Balotelli concentrato al punto da cantare per intero anche l’inno di Mameli.

Una vittoria di misura, perché la “giovine Inghilterra” non sarà il massimo del panorama Fifa, ma è comunque una squadra che gioca molto di più al calcio rispetto alla sua classica tradizione fatta di corsa e di lotta, prima della birra tonificante al pub di Manaus. Ma la legge impietosa del campo però la punisce, o meglio a punirla è una Nazionale che pensa bene con i piedi e lo fa con i veterani (Pirlo, De Rossi e Barzagli) e con i muscoli e la corsa dei "saranno famosi" – si spera -, Verratti e Candreva. Quest’ultimo, il laziale, sulla destra ha dominato, ricordando la furia di fascia di un certo Zambrotta, anno mondiale di Germania 2006.

“Quite”, direbbe mister Hodgson. Giusto, calma e gesso, teniamo i piedi per terra, siamo solo all’inizio di questa nuova campagna di Cesare. Un avvio in cui potremmo parlare quasi di un “good match” a tutto tondo, se non ci fossero ancora delle sbavature difensive (maluccio l'oriundo Paletta) da ripulire. Ma non si può avere tutto e subito, anzi si è visto qualcosa di più e di meglio del previsto.

Il richiamo della foresta amazzonica in avvio induce alla cautela le due misteriose creature in campo. Un inizio, quello azzurro, alla “stiamo attenti sono inglesi” e dall’altra parte la nazionale di sua maestà la Regina, portando ancora i segni dell’ultima ferita subita contro di noi ai quarti di Euro2012 (sconfitta ai rigori con tanto di “cucchiaio” di sir Pirlo) , gioca di rimessa e i suoi contropiedisti sono rapidi e soprattutto giovani come detto. Se il nostro Cesare ha fatto scendere l’anagrafe dell’Italia sotto i 28 anni, Hodgson in Brasile ha portato in rosa ben sette under 23.

Il monumento della nostra Nazionale, Gigi Buffon salta la prima per distorsione alla caviglia e via twitter fa sapere che la vita è comunque una cosa meravigliosa anche se dovesse fare da spettatore a questo Mondiale. Speriamo di no, però a onor del vero il suo vice Sirigu (che da due anni è un punto di forza del Paris Saint Germain) ha fatto un ottimo esordio, attentissimo e reattivo quanto un Gigi mondiale. Incolpevole il portiere sardo sul gol del pari di Sturridge, uno dei quattro del Liverpool campione d’Inghilterra con capitan Gerrard, Johnson e Sterling, che disegnano una fisionomia un po’ più vivace e imprevedibile della squadra inglese, ma tutto ciò non basta a fermare la banda Prandelli.

L’Italia davanti a Sirigu ha schierato Darmian Barzagli, Paletta, Chiellini; De Rossi; Pirlo, Marchisio, Candreva, Verratti; Balotelli. A chi piace la scienza modulistica si tratta di un 4-1-4-1 (molto variabile davanti e dietro) con De Rossi basso e due playmaker, Verratti e Pirlo a dettare i tempi per gli sganciamenti esterni di Candreva e Darmian sulla destra, dove il primo ha sfondato a suo piacimento. La sinistra soffre di più, con un Chiellini che ormai dà il meglio (anche nella Juve) nella fase difensiva e meno in quella di proposizione. E questo è un dato su cui il ct rifletterà. Dopo un inizio da tiki-taka all’italiana, la scossa l’ha data la botta da fuori area di un Marchisio molto in palla, 1-0 (al 35'). Passano però tre minuti e sulla progressione dell’attesissimo Rooney (convince sempre a metà il parrucchino del Manchester United) Sturridge infila, segna, ringrazia e ci danza pure su.

L’Italia non sembra desta, ma Balotelli e Candreva (palo clamoroso per lui e tanta roba) comincia un tiro a bersaglio contro la porta di Hart che finisce al fischio di chiusura dei primi 45’ e riparte subito in avvio di ripresa: su un cross baciato di Candreva Balotelli insacca di testa. E’ il gol del 2-1. Gli inglesini accusano il colpo, l’Italia tampona e riparte di slancio. La tanto temuta staffetta Balotelli-Immobile, in caso di complicazioni in corso d’opera, diventa una standing ovation per un Mario brasilero. La punizione alla Zico, anzi alla Pirlo che si stampa sulla traversa è un momento di liberazione per l'Italia che allontana l'ultimo forcing inglese e qualche spettro che aleggiava ala vigilia e del quale chi scrive confessa di essere stato anche un po’ vittima. A proposito di vittime: ognuno ha la sua “Corea” e da ieri per l’Uruguay – grande favorito del nostro “girone della morte” - si chiama Costa Rica. La piccola nazionale costaricana a sorpresa scatta al primo posto rifilando un 3-1 a Cavani e compagni. E adesso, mentre Inghilterra e Uruguay tremano, venerdì 20 giugno a Recife Italia-Costarica sarà big-match per il primato del gruppo D.
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Il secondo gol italiano, autore Balotelli (Lapresse)

Ian Rush colpisce ancora: «Inglesi cotti, vincerete voi»

Un solo campionato in Italia, ormai 25 anni fa. E il calcio britannico nella testa e nel cuore. Forse il pronostico di Ian Rush, da gallese orgoglioso, è condizionato proprio da questo. Ma lui è uno dei pochi ad assicurare che tra Inghilterra e Italia, siano gli azzurri i veri favoriti.


«L’Italia è avvantaggiata perché farà molto caldo - spiega l’ex attaccante che ha giocato con la Juventus nella stagione ’87-’88, ed è ancora in cima alle classifiche dei marcatori del Liverpool -. Poi, la vostra squadra ha giocatori fortissimi. Anche l’Inghilterra ha ottimi nomi come Rooney e Gerrard e abili giovani come Sterling, ma se vuole avere una possibilità di vincere deve attaccare di più. Gli inglesi giocano troppo in difesa perché sono deboli su quel lato, ma hanno bisogno di fare più gol se vogliono progredire».

Secondo Rush, che commenterà i Mondiali per le reti di Sky e per alcune televisioni cinesi, i calciatori inglesi giocano bene nelle squadre di club alle quali appartengono, ma non sembrano in grado di fare gioco di squadra quando si tratta della Coppa del Mondo. «Sono bravi individualmente ma non insieme», dice Rush, «e il clima caldissimo di Manaus non li aiuterà di certo. Il problema è che il campionato inglese è il più impegnativo del mondo. È troppo, sia dal punto di vista fisico che mentale, chiedere ai giocatori di dare il meglio di loro stessi ai Mondiali dopo che si sono stancati tanto nel campionato nazionale».

Rush pensa addirittura che l’Italia sia una squadra quasi invincibile. «O almeno - dice -è un avversario pericoloso per gli inglesi che faranno fatica a battervi. Ha una difesa nella quale è difficile penetrare. Mario Balotelli ama giocare al caldo e rappresenterà il punto di forza della vostra squadra, facendo la differenza con l’Inghilterra. È vero che ha un carattere imprevedibile ma, quando si tratta di partite chiave, come questa del Mondiale, Mario diventa bravissimo e la squadra può contare senz’altro su di lui per vincere la partita».

Del nostro paese, dove è rimasto per una stagione, quando aveva ventisei anni, Rush ha un ricordo bellissimo: «Ho imparato moltissimo, sul vino e sul calcio. L’unica cosa che non mi piaceva era il tipo di gioco perché da voi si stava molto in difesa mentre al Liverpool, dal quale venivo, eravamo sempre in attacco. Alla Juventus, dove ho giocato, si accontentavano di fare 1-0. Raggiunto il vantaggio, lo si difendeva e basta. Al Liverpool invece segnavamo 2, 3 e anche 4 gol. Sono rimasto per 15 mesi alla Juve e ho fatto 14 reti, più degli altri giocatori, ma non ero contento. E se non sei contento, non giochi bene».

Rush ricorda che Giovanni Paolo II aveva una sua foto nell’ufficio in Vaticano. «Mi ha fatto moltissimo piacere quando l’ho saputo perchè sono cattolico e credente», continua. Cresciuto a Flint, una cittadina del Galles, sull’estuario del fiume Dee, da genitori «cattolici e grandi lavoratori», Rush ha rischiato di morire di meningite a sei anni. La malattia l’ha lasciato con un fisico asciuttissimo che non accumula peso. Oggi fa l’ambasciatore per il Liverpool, oltre che il direttore del “Welsh Football Trust”, l’associazione che promuove il calcio in Galles.
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SE I GOL NON BASTANO. NON SI FERMANO LE PROTESTE CONTRO LA “DITTATURA DELLA FIFA”

37688. SÃO PAULO-ADISTA. I primi gol del Brasile non cancellano il disincanto della popolazione nei confronti della Coppa del Mondo (stando a un recente sondaggio dell’Istituto Datafolha, è addirittura il 55% della popolazione a ritenere che i mondiali produrranno più costi che benefici; v. Adista Notizie n. 17/14). Non è, in realtà, disamore per il calcio, sempre e comunque “la passione nazionale”: è la “dittatura della Fifa” – con tutto ciò che comporta, complice il governo di Dilma Rousseff, in termini di costi (astronomici), di sprechi, di imposizioni (neppure l’acqua, se di marca diversa dalla Crystal, l’acqua minerale della Coca Cola Brasile, è ammessa negli stadi), di militarizzazione (180mila gli agenti impiegati, un record nella storia dei Mondiali) – il bersaglio delle denunce e delle proteste. Quelle proteste esplose in maniera tanto inattesa quanto clamorosa nel giugno del 2013 (v. Adista Notizie n. 25/13) e poi susseguitesi lungo il corso dell’ultimo anno (pur senza mai toccare lo stesso livello di partecipazione), fino alla partita di inizio Brasile-Croazia (e oltre: molte le attività previste durante l’intera durata della Coppa). 
Ma non tutte le contestazioni hanno lo stesso segno, come sottolinea il sociologo Marcelo Kunrath Silva in un un’intervista concessa a IHU on line (n. 422). Per prima cosa, spiega, vi è la parte della popolazione – la cui espressione più organizzata è la rete dei Comitati popolari della Coppa – direttamente colpita dalla realizzazione delle opere legate ai Mondiali e dagli altri interventi previsti, a cominciare dall’allontanamento dei venditori ambulanti per finire alle espulsioni, in molti casi estremamente violente, di famiglie e comunità povere: sarebbero al momento oltre 16mila – secondo il dossier diffuso dal Comitato Popolare della Coppa e delle Olimpiadi di Rio de Janeiro, dal titolo “Megaeventi e violazioni dei diritti umani” – le persone espulse in seguito alla costruzione di infrastrutture o per esigenze di “pulizia urbana” in aree di interesse turistico. 
In secondo luogo, prosegue Kunrath Silva, si assiste alla protesta contro lo spreco di denaro pubblico, a scapito di settori come salute, educazione e trasporto pubblico (checché ne pensi Ronaldo, secondo cui «la Coppa non si fa con gli ospedali»): solo per gli stadi, la spesa è stata triplicata, toccando, se non superando, i 2.500 milioni di euro (contro i mille spesi per i mondiali in Sudafrica). 
In terzo luogo, hanno recuperato il loro protagonismo – anche un po’ in controtendenza rispetto al carattere spontaneo della mobilitazione del giugno del 2013, legata essenzialmente ai social network – le organizzazioni dei lavoratori, le quali hanno individuato nello svolgimento della Coppa del mondo un’occasione preziosa per far valere le proprie rivendicazioni. È stato questo, per esempio, il caso dello sciopero dei lavoratori della metropolitana a São Paulo, come prima, durante il Carnevale di Rio, quello dei lavoratori della nettezza urbana, conclusosi, di fronte al rischio che i rifiuti ricoprissero la città in un periodo di grande afflusso turistico, con la conquista di aumenti salariali e migliori condizioni di lavoro. Ed è il caso, anche, del MTST, il Movimento dei Lavoratori Senza Tetto, che, alla vigilia della Coppa, ha riunito più volte migliaia di manifestanti per le strade e occupato un’area vicino allo stadio di Itaquerão, a São Paulo, costringendo il governo a cedere alle sue richieste: l’esproprio del terreno con la costruzione di 2mila case popolari, la creazione di una commissione interministeriale sulla questione degli sgomberi e la revisione del programma federale “Minha Casa, Minha Vida”.
E se è prematuro, come sostiene Marcelo Badaró Mattos (Rubra, 10/5), docente di Storia del Brasile all’Università Federale Fluminense, parlare di «un nuovo ciclo di crescita delle lotte organizzate della classe lavoratrice in Brasile» – dipendendo questo tanto dalla capacità di coinvolgere i settori più precari e meno organizzati dei lavoratori quanto dall’affermazione di una nuova e assai più combattiva leadership sindacale –  è comunque significativo l’aumento del numero di scioperi registrato negli ultimi tempi, in risposta «ai bassi salari, alla perdita di diritti e alle pessime condizioni di lavoro», soprattutto in settori come quello dell’edilizia, salito alla ribalta con le grandi opere del Pac (il Programma di Accelerazione della Crescita promosso dal governo prima di Lula e poi di Dilma) e dei grandi eventi (Mondiali di calcio e Olimpiadi: nove gli operai morti nei cantieri degli stadi). 
Quel che è certo, come sottolinea al riguardo il sociologo Paulo Baía, dell’Università Federale di Rio de Janeiro, è che «i movimenti sociali vivono di occasioni politiche e la Coppa rappresenta un grande momento di visibilità per tutti» (Bbc Brasil, 10/6). Un momento perfetto «per la grande politica» – evidenzia Elaine Tavares su Brasil de Fato (28/5), a proposito della manifestazione di protesta promossa anche dai popoli indigeni, a Brasilia il 27 maggio, contro i ritardi nella demarcazione dei loro territori – per la politica, cioè, «che ragiona in maniera complessiva sui problemi strutturali del Paese, come è il caso della concentrazione della terra, sia nei campi che nelle città. Se non ora, quand’è che i movimenti potrebbero ottenere visibilità?». Del resto, sottolinea ancora Tavares, «il governo sta facendo politica con la Coppa esattamente come i lavoratori, i senzatetto, gli indios. Tutti stanno facendo politica». Impossibile, quindi, ricoprire l’evento di un velo protettivo, come se si trattasse appena di «una festa popolare bella e allegra che alcuni “malfattori” vogliono rovinare. Perché non lo è». E se, tra le forze che protestano contro i Mondiali ci sono anche – lo rivela pure Kunrath Silva – quelle di destra che approfittano della situazione per remare contro il governo di Dilma Rousseff, questo, conclude Tavares, «non può certo essere un problema imputabile ai lavoratori e ai militanti sociali», i quali sanno «qual è il gioco politico che si nasconde nella Coppa del Mondo e, giustamente, fanno il loro».

Cartellino rosso
Neppure la Chiesa rinuncia a far sentire la propria voce in occasione dei Mondiali. Se, già lo scorso marzo (v. ancora Adista n. 17/14), la Conferenza episcopale aveva definito inammissibile che la Coppa finisse «per aggravare le disuguaglianze urbane e la devastazione ambientale» e per giustificare «l’adozione progressiva di uno stato di eccezione», alla vigilia dei Mondiali l’episcopato ha alzato ancora il livello della denuncia, diffondendo nelle 12 città interessate dall’evento un volantino in tre lingue (portoghese, inglese e spagnolo) che non risparmia critiche al governo: è un «cartellino rosso», infatti, quello che i vescovi mostrano all’amministrazione Dilma per l’esclusione dei cittadini dalle decisioni relative alle grandi opere realizzate per la Coppa, per l’espulsione di famiglie e comunità povere, per l’appropriazione dell’evento sportivo da parte delle imprese private, per le violazioni della legislazione sull’ambiente e sul lavoro, per «l’inversione delle priorità» nell’uso del denaro pubblico, che, denunciano i vescovi, avrebbe dovuto, al contrario, privilegiare i settori della salute, dell’educazione, del trasporto, della sicurezza. Il Brasile, spiegano, deve diventare «un immenso campo di calcio» in cui tutti sono «chiamati a formare un’unica squadra», tutti «titolari del gioco della vita che non ammette spettatori». E proprio nell’ambito dell’iniziativa “Jogue a favor da vida”, l’11 giugno, a Brasilia, vescovi, religiose e religiosi, preti, rappresentanti delle diverse pastorali hanno promosso una marcia in memoria delle vittime della tratta di esseri umani e della schiavitù, per richiamare l’attenzione sul problema del traffico di persone, destinato a crescere in occasione dei grandi eventi. E lo stesso giorno, sempre a Brasilia (e il giorno a prima a Rio de Janeiro), la Chiesa cattolica tedesca, in collaborazione con la Conferenza episcopale brasiliana e la Conferenza dei religiosi e delle religiose del Brasile, ha presentato la campagna Steilpass (“assist”), con l’intenzione di consegnare al governo Dilma «Dieci regole per un gioco pulito e giustizia per tutti», come la garanzia di un lavoro dignitoso; l’accesso a un’istruzione pubblica completa; il controllo democratico della giustizia e dei mass media; un’equa riforma agraria; il rispetto per la pluralità culturale dei popoli; la lotta alla corruzione; l’assistenza sanitaria per tutti. (claudia fanti)

Mondiali, azzurri lasciano Mangaratiba

(ANSA) - MANGARATIBA (BRASILE), 13 GIU - Il pullman con a bordo la Nazionale ha lasciato il ritiro del Portobello resort, a pochi chilometri da Mangaratiba, e si è diretto verso l'aeroporto militare di Santa Cruz. Gli azzurri si imbarcheranno poi sul charter che li porterà a Manaus, dove domani affronteranno l'Inghilterra. E' partito con la squadra anche Mattia de Sciglio, che ieri ha avuto un infortunio muscolare.
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Brasile 3 Croazia 1. Show del duo comico Neymar-Nishimura. Cerimonia d'apertura banale e scontro con i black bloc

Dall'1 a 1 che tutti pensavano come risultato finale, al trionfo immeritato della Seleção

di Massimo Melani

Brasile 3 Croazia 1. Show del duo comico Neymar-Nishimura. Cerimonia d'apertura banale e scontro con i black bloc
I carioca esultano dopo il rigore inesistente trasformato da Neymar
Colori: giallo e blu; ritmo: un miscuglio di canzoni e balli incomprensibili eseguiti dal pubblico in pieno tema Carnevale di Rio; e, finalmente il calcio, la partita: da ufficio inchiesta!
Queste sono state le componenti della cerimonia d’apertura dei Mondiali di Calcio brasiliani, all’Arena Corinthias, precedentemente al primo incontro del torneo fra Brasile e Croazia.
Lo show, alquanto modesto, si è tenuto davanti al presidente Dialma Roussef e ad altre personalità mondiali.
Più di 660 comparse, hanno rappresentato la storia, la cultura e le bellezze del Brasile, il tutto al ritmo scontato di capoeira.
Poi si è dischiuso un enorme pallone da calcio ove all’interno è posizionato il palco per il finale col botto, rappresentato dall’esibizione del rapper americano Pittbull, che congiuntamente alla procacissima Jennifer Lopez e alla cantante pop brasiliana Claudia Leitte, ha cantato l’inno ufficiale dei Mondiali, intitolato «We are One».
Il tutto in 25minuti, quasi mezz’ora di celebrazione al  Déjà vu, al visto e rivisto, allo scontato più scontato che possa esistere, 25minuti di festa solo carioca, senza niente di originale da far strabuzzare gli occhi.
Intanto, fuori dall’impianto sportivo, si svolgono varie manifestazioni di protesta organizzate da diverse associazioni che costituiscono la policroma galassia del movimento “No Copa”, che raduna, nella disapprovazione contro le spese per l’organizzazione dei Mondiali, studenti, insegnanti, operai, sindacalisti, disoccupati, abitanti delle favelas e poveri senza un tetto. 
La manifestazione è, poi, degenerata in violenti scontri a San Paolo quando alcune decine di black bloc si sono, come sempre, infiltrati in un corteo pacifico e hanno cominciato a lanciare sassi e bottiglie contro la polizia locale.
Due giornaliste della Cnn, un fotografo argentino dell’Associated press ed il cameraman di una tv locale sono rimasti feriti, mentre una dozzina di contestatori sono stati arrestati.
L’accorato appello di Papa Francesco, che ha inviato un messaggio d’auguri in portoghese auspicando «una festa di solidarietà tra i popoli in tutta serenità e tranquillità’», è caduto quasi totalmente nel vuoto, nel più grande Paese cattolico del mondo. 
Alla fine la partita Brasile Croazia, che ha messo in mostra due macchiette niente male: il funambolico Neymar e l’arbitro giapponese Nishimura.
Due caricature, rispettivamente di giocatore e di direttore di gara, che alla fine hanno deciso il destino del match.
Parte molto bene la Croazia che per ben due volte va vicino al goal, al terzo tentativo però ci pensa uno sconsiderato tocco di Marcelo che batte imparabilmente Julio Cesar. Uno a zero più che meritato per la Croazia.
Come ci aspettavamo parte l’assalto, ma non devastante, del Brasile che alla fine pareggia con un golletto di Neymar aiutato da un tuffo fantozziano del portiere della Croazia Pletikosa.
Il gioiello carioca, nel frattempo, si è già messo in mostra per alcune simulazioni e, a metà gara, per una manata a un giocatore croato, viene punito con un’ammonizione.
Piano, piano il numero 10 del Brasile presenta il suo vero volto, quello di un giullare che se solo gli rifiati a un metro dal collo stramazza mezzo morto a terra...
Dopo un primo tempo vibrante arriva una ripresa al Tavor.
La Seleçao mostra enormi difficoltà a creare occasioni, infiammata ogni tanto da qualche accelerazione di Cesar e Neymar.
Ormai gli scommettitori che avevano puntato sul pareggio si stanno sfregando le mani, quando il burattino numero due, l’arbitro giapponese, s’inventa un rigore per un fallo inesistente di Lovren su Fred.
Neymar si accomoda la palla sul dischetto e, dopo, finte e controfinte, interruzioni di corsa, balletti da Bolshoi e sculettanti mosse alla Lola Falana, tira in bocca al portiere, che essendo una chiavica si lascia sfuggire il pallone, che mestamente va in rete.
Nel finale il terzo goal di Oscar toglie molte preoccupazioni e pressioni al Brasile.
Recrimina legittimamente la Croazia, che si è vista estirpare un giusto pareggio dalla nuova accoppiata comica Jerry Lewis e Dean Martin, mentre i dirigenti della Seleção, vista la scarsità della squadra che dovrebbe vincere i mondiali, sono già in pellegrinaggio al Santuario di Nostra Signora di Aparecida a Rio, con la speme che la divin mulher posso donare al Brasile un altro arbitro come Nishimura. Così sì che vince le parite!
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Verso i mondiali... Il Vangelo del football


​Garrincha conosceva un movimento solo ma lo ripeteva così bene, che sembrava sempre nuovo. Finta, controfinta, poi scatto sulla destra a saltare l’uomo. Inesorabilmente. Eusebio da ragazzo faceva il lustrascarpe e lo chiamavano "ninguem" cioè "nessuno". Con i piedi però disegnava capolavori, un artista del pallone, forse il più grande che il Portogallo abbia avuto. Perché il campo di calcio non inganna, è uno dei pochi posti al mondo dove non conta chi sei o da dove vieni, tantomeno chi ti raccomanda.

Se non hai tecnica, e coraggio, e fame agonistica, la concorrenza ti divora. E invece la storia del prato verde è piena di poverissimi ricchi di talento, di ultimi che diventano primi, di pietre scartate che vengono usate, per così dire, come testata d’angolo. Il riferimento alle Scritture non è casuale, richiama il rapporto con l’Assoluto e, insieme, le radici stesse del "football" dove – sottolinea Gianni Mura – «non è sufficiente sembrare, occorre essere».

Il tema è al centro di un breve ma arguto saggio edito dalla Claudiana. In Bibbia e calcio (pagine 96; euro 9.50), Marco e Tobia Dal Corso, padre e figlio, rispettivamente teologo e studente liceale, approfondiscono affinità e differenze tra la Parola e il mondo del pallone, mettono a confronto l’idea biblica di libertà con il bisogno di giocare, il sogno profetico con l’immaginazione sportiva, il tema dell’ospitalità con la presenza sempre più massiccia di stranieri e oriundi nelle nostre squadre. Il punto di partenza non può che essere la dimensione per così dire liturgica della partita, un rito laico che spesso sconfina nella superstizione, e qualche volta straripa nel cattivo gusto, se non proprio nella blasfemia. Esemplare in questo senso la "canonizzazione" di Diego Armando Maradona, ribattezzato san Gennarmando e portato in processione dai tifosi del Napoli per lo scudetto vinto nel 1987. O forse più semplicemente, quella goliardata non era che la certificazione di come il calcio resti in fondo un gioco, dove le sconfitte, come le vittorie, vengono dimenticate così in fretta che bisogna inventarsi l’inimmaginabile per scolpirle nella memoria. Hai voglia a contare gli scudetti, a illuderti di scrivere la storia con un’azione fenomenale o un gol da cineteca.

Nel mondo del pallone si consuma tutto in un’ora e mezza e ogni partita rappresenta un nuovo inizio, fa storia a sé, è un’altra pagina bianca da scrivere. Detto in altro modo, lo sport, il calcio, educano all’inutilità, che non significa spendersi per cose che non servono, ma recuperare il gusto della bellezza, stare con le persone, non per il vantaggio che ne possiamo trarre, ma in modo libero e creativo. Del resto – scrivono Marco e Tobia Dal Corso – un’immagine religiosa per eccellenza come il Paradiso «è totalmente inutile se messa alla prova dello spirito pratico e tecnologico moderno». Eppure la felicità non la incontri nelle cose che hai, ma nella fatica di conquistarle, nello spirito con cui le usi, nella virata che sai dare alla tua vita quotidiana.

Puoi leggere mille manuali ma poi nel cuore ti resterà la frase di un romanzo, nella memoria l’eco di una poesia, negli occhi un colore, una magia. Quelle, sotto forma di dribbling e serpentine, che hanno reso famoso Gigi Meroni. In lui, nella "farfalla granata" morta a 23 anni appena, è racchiusa l’essenza stessa del calciatore, che per dirla con De Gregori, lo «vedi dal coraggio, dall’altruismo, dalla fantasia». E di nuovo il pensiero torna alla Scrittura. Perché nella Bibbia si è uomini nella misura in cui si è capaci di dialogo con Dio, di gratuità e disinteresse verso l’altro. E coraggio significa lasciarsi guidare dal desiderio ben oltre il bisogno, inseguire la libertà ben oltre la paura, essere consapevoli che le partite, come la vita, si "vincono" solo insieme.

Come in un’orchestra, c’è bisogno di un direttore e di un primo violino, dei fiati come degli ottoni. E allora sarà possibile la sinfonia del calcio totale, quella immaginifica e armoniosa, dell’Olanda disegnata da Rinus Michels negli anni 70, l’Olanda dei Krol e dei Neeskens, guidata in campo da Johan Cruijff perfetto mix di tecnica sopraffina e furore agonistico. La stessa nazionale orange che di lì a poco avrebbe accolto i primi oriundi nati nel Suriname piuttosto che nelle Molucche.

Una specie di avamposto dei nuovi cittadini europei che in Italia sono stati incoronati campioni del mondo con Camoranesi e oggi propongono il bresciano d’importazione Balotelli alla guida dell’attacco. La presenza degli stranieri di casa nostra è la fotografia di una nuova realtà geopolitica e insieme un richiamo ai valori biblici dell’accoglienza e dell’ospitalità, nel segno della ricerca del più indispensabile dei valori inutili. Quello che farà dire alla teologa tedesca Dorothee Solle: «Se dovessi spiegare a un bambino la felicità?. Non gliela spiegherei, gli darei un pallone per farlo giocare».

Riccardo Maccioni - avvenire.it

Per i prossimi 7 ed 8 giugno il Volo Libero Val Comino ha organizzato il terzo raduno di deltaplani e parapendio


Per i prossimi 7 ed 8 giugno il Volo Libero Val Comino ha organizzato il terzo raduno di deltaplani e parapendio che per tradizione passa sotto il nome di "Ciao Caro". Teatro della manifestazione la splendida cornice dei monti della Val Comino, sul versante laziale del Parco Nazionale d'Abruzzo. Per entrambe le giornate centro dell'organizzazione sarà l'atterraggio in località Campo Guerrano nel comune di San Donato V.C. (Frosinone), dove i piloti si ritroveranno verso le ore 9, mentre in piazza Coletti avverranno le procedure di registrazione mezz'ora dopo. Il decollo di questi mezzi privi di motore, che volano sfruttando le correnti ascensionali provocate dall'irraggiamento solare del suolo, avverrà dalla località Tre Ponti a quota 1150 a partire da mezzogiorno. Da qui i piloti, condizioni meteo permettendo, potranno sorvolare la catena delle Mainarde ed il monte Meta, alto 2240 metri e distante circa venti chilometri dal decollo. Alla sera nella piazza centrale del paese è prevista una cena offerta dagli abitanti di San Donato e l'esibizione di un gruppo folcloristico musicale, il sabato, sostituito la domenica sera dalla consegna dei riconoscimenti ai partecipanti. Lo spirito delle due giornate, dedicate alla memoria del pilota Angelo Antonio D'Aguanno, sarà quello dell'amicizia e del volo libero inteso, non solo come volo senza motore, ma anche libero da vincoli competitivi, non potendo classificare come tali le prove d'abilità previste in atterraggio. Lo scorso anno si contarono settanta intervenuti, numero che gli organizzatori si apprestano ad eguagliare, se non battere. Per il trentesimo anno ad Alpe di Siusi in Val Gardena, nella parte occidentale delle Dolomiti, il Deltaclub Schlern di Terlano (Bolzano) organizza per il 21 e 22 giugno la festa della giornata più lunga dell'anno che, condizioni meteo permettendo, si spera sarà favorevole alla pratica del volo libero in deltaplano e parapendio. La manifestazione è pensata come raduno di piloti con contorno di musica live e d.j. Chi vuole può atterrare presso il rifugio Spitz Bühl a quota 1980 metri, oppure raggiungerlo in seggiovia. Qui gran parte dei piloti trascorreranno la notte tra sabato e domenica in attesa dell'alba ed ammirare il fantastico panorama dello Scillar, di Punta Santnere, godere dell'ampia veduta sulla conca di Bolzano, prima di riprendere il volo. Diversamente sarà possibile partecipare alla festa in atterraggio, soggiornare negli alberghi vicini e partecipare a nuovi voli la domenica. 

 Gustavo Vitali Ufficio Stampa FIVL (ASC - CONI) 
http://www.gustavovitali.it/

Montepaschi batte Reggio e va a gara 5

La Montepaschi batte Reggio Emilia 81-85 e porta la serie a gara 5.
Subito 5-0 per la Montepaschi con i canestri di Ortner e Haynes. Kaukenas dalla lunetta segna per i suoi, ma dall’altra parte arrivano i canestri di Carter ed il libero dell’austriaco (1/2): 2-11 a 7’36″. Green allunga il break senese, poi Cervi lo chiude con due punti da sotto. Haynes realizza tre liberi sui tre assegnati; per Reggio va a segno White. Hunter trova il tap in del 6-18 a 4’40″, ma Bell dalla lunetta non sbaglia (3/3). Carter allunga dalla linea della carità, poi White trova un gioco da tre punti. Janning appoggia per il nuovo +10, ma l’ex Sassari e Pesaro accorcia ai liberi. Hunter inchioda altri due punti, ma Bell risponde seguito da Cervi (18-24 a 2′). Carter segna e realizza anche l’aggiuntivo, ma White risponde. Hunter piazza la bimane, seguito da Haynes che trova tre punti dall’arco. Cinciarini segna per i suoi ma arriva un’altra bomba dell’ex Milano. Il 20 reggiano replica dalla lunetta ed il primo quarto si chiude 23-35.
Reggio Emilia torna in campo con un break di 12-0 e pareggia i conti (35-35 a 6’40″). Green chiude il parziale casalingo con due punti ma non realizza l’aggiuntivo. Bell ha la risposta pronta. Nelson riporta avanti i suoi, ma i tre liberi di Filloy vanno a bersaglio e Reggio balza in vantaggio (40-39 a 4’40″). Haynes dalla lunetta segna per il nuovo +1 senese, ma Bell mette un piazzato. L’ex Milano appoggia per il 42-43 e poi va a piazzare la tripla. Filloy replica dall’arco, ma Haynes ha la risposta pronta (45-49 a 2′). White e Kaukenas pareggiano dalla lunetta, poi Bell sul fil di sirena realizza per il 52-49 all’intervallo.
La Grissin Bon trova un break di 7-0 in apertura della terza frazione e vola sul +10 (59-49 dopo 4′). Haynes chiude il parziale reggiano con quattro punti consecutivi, ma Silins trova la tripla del 62-53. La Montepaschi segna dalla lunetta e torna a -3 (62-59 a 3′). Bell trova altri due punti per Reggio, ma è ancora Green a rispondere. Cinciarini segna per i suoi. Carter fa 2/2 , poi Viggiano da tre impatta sul 66-66 a 1′. Il numero 4 senese manda a bersaglio entrambi i liberi assegnati e riporta Siena in vantaggio. La terza frazione si chiude 66-68.
Nelson da sotto apre la quarta frazione di gioco. Cinciarini trova un canestro in acrobazia  e con l’aggiuntivo riporta Reggio sotto di un lunghezza (69-70 a 8’20″). L’azero biancoverde allunga per Siena, ma Cervi risponde dalla lunetta. Kaukenas riporta davanti la Grissin Bon, poi Carter segna per il 73-75 dopo 4′. L’ex senese impatta, poi Cervi piazza la bimane del + 2. Carter segna il 77-78 a 4′ e Nelson allunga da sotto seguito da Haynes che piazza il canestro del 77-83 a 2’11″. Bell con quattro punti riporta Reggio a -2 a pochi secondi al termine. Nelson segna per l’81-85 a 15″ e 82 decimi. E la partita si chiude. Siena espugna il PalaBigi e porta la serie a gara 5.M
fonte: http://www.menssanabasket.it/

Grissin Bon Reggio Emilia - Montepaschi Siena 81-85

Grissin Bon Reggio Emilia - Montepaschi Siena 81-85

Basket, playoff: Pistoia non molla, concede il bis e porta Milano alla 'bella'

PISTOIA – Getta il cuore oltre l’ostacolo Pistoia e può continuare a sognare. La matricola Giorgio Tesi Group porta alla ‘bella’ la corazzata EA7 Emporio Armani Milano nella serie dei quarti di finale di play-off scudetto: i toscani si impongono in gara-4 per 84-82, battono per la seconda volta di seguito l’Olimpia al PalaCarrara e si guadagnano l’accesso a gara-5 di martedi’ al Forum di Assago, che decretera’ la sfidante, in semifinale, del Banco di Sardegna Sassari. Sotto di 16 all’intervallo, i padroni di casa si godono i 50 punti complessivi della coppia Wanamaker-Gibson, mentre l’Olimpia puo’ solo consolarsi per i 28 di Langford.

CUORE E CARATTERE, LA MATRICOLA PISTOIA GUADAGNA LA ‘BELLA’
– La ‘piccola’ Pistoia, che dodici mesi fa di questi tempi festeggiava la promozione, regge il confronto con la corazzata Milano, giocandosela a viso aperto (19-18 il primo tempino per i locali). E non si perde d’animo neppure dopo un secondo quarto da incubo, con appena 7 punti all’attivo e un pesante -16 sul groppone all’intervallo lungo. Al rientro dagli spogliatoi sono trasformati gli uomini di Moretti e, con il pubblico del PalaCarrara autentico sesto uomo in campo, cambiano l’inerzia dell’incontro chiudendo avanti di 3 al 30′ (62-59). Il finale di partita è da cardiopalma, con il canestro di Johnson e l’errore da tre di Samardo Samuels per Milano, errore che consegna la gara in mano alla squadra di Moretti.

BANCHI: “AVEVAMO IN PUGNO LA PARTITA, TROPPI LIBERI CONCESSI NEL 2° TEMPO” -
Mastica amaro al termine Luca Banchi. “Una partita che avevamo in mano, poi ancora l’inizio del terzo periodo e’ stato strano, complice un bonus bruciato in 70 secondi. Occorre dare meriti alla prova balistica degli esterni, il nostro secondo tempo è stato da troppi liberi concessi. Gli episodi hanno avuto un impatto decisivo sull’esito della gara”

PISTOIA-MILANO 84-82

(19-18, 26-42, 62-59)
PISTOIA: Daniel 7, Meini 1, Galanda, Wanamaker 28, Washington 11, Cortese, Evotti ne, Bozzetto ne, Gibson 22, Johnson 15. All. Moretti.
MILANO: Gentile 14, Cerella ne, Melli, Hackett 3, Kangur 3, Langford 28, Samuels 15, Toure’ ne, Wallace 3, Lawal 5, Moss 5, Jerrells 6. All. Banchi.
ARBITRI: Sahin, Baldini, Terreni.
NOTE - Tiri liberi: Pistoia 28/35, Milano 14/25. Tiri da tre: Pistoia 10/22, Milano 12/32. Fallo tecnico a Melli (Milano) al 21’58″, alla panchina di Milano al 25’57″, alla panchina di Pistoia, al 33’03″. Espulsione a Washington (Pistoia) al 32’20″, a Gentile (Milano) al 32’20″. Usciti per falli: Melli (Milano) al 37’00″. Rimbalzi: Pistoia 33, Milano 32. Spettatori: 4.100

repubblica.it

Giro: Aru vince 15/a tappa

ROMA, 25 MAG - Fabio Aru ha vinto per distacco la 15/a tappa del Giro d'Italia da Valdengo a Plan di Montecampione di 225 km. Aru, andato in fuga negli ultimi km, ha preceduto i colombiani Duarte e Quintana poi il francese Rolland. Il colombiano Rigoberto Uran Uran, oggi quinto a 42", mantiene la maglia rosa e ora ha un vantaggio di 1'03" sull'australiano Evans, 1'50" sul polacco Majha e 2'24" proprio su Aru. Domani seconda giornata di riposo
Brescia Oggi

A Monaco vince Rosberg, poi Hamilton e Ricciardo

Nico Rosberg su Mercedes ha vinto il gp di Monaco, sesta prova del mondiale di F1, bissando il successo del 2013. Secondo il suo compagno di scuderia Lewis Hamilton, terza la Red Bull di Daniel Ricciardo. Ai piedi del podio la Ferrari di Fernando Alonso. Per Rosberg, che con il successo sul circuito cittadino di Montecarlo torna leader del mondiale piloti, è la quinta vittoria in carriera in Formula 1. Hamilton ha conservato la seconda posizione, resistendo al ritorno prepotente di Ricciardo. Sfortunato Raikkonen. Il ferrarista è stato rallentato da un contatto con Magnussen a pochi giri dal traguardo, quando era ottavo, ed ha chiuso al dodicesimo posto.
"Il risultato fa schifo, ma non per colpa mia". Kimi Raikkonen non usa giri di parole per descrivere il suo gp di Monaco, costellato di episodi sfortunati. Partito sesto, il ferrarista era riuscito a risalire al terzo posto quando, in regime di safety car, "mi ha tamponato la Marussia di Max Chilton, distruggendomi una gomma posteriore". Scivolato al tredicesimo posto, il finlandese è risalito ancora fino all'ottavo. Ma a pochi giri dal termine una contatto con la McLaren di Magnussen lo ha rallentato, costringendolo a tagliare il traguardo solo 12/o.
ansa

BASKET, PLAYOFF SERIE A: REGGIO EMILIA-SIENA 82-74, GRISSIN BON SUL 2-1

Grissin Bon Reggio Emilia - Montepaschi Siena 82-74. I padroni di casa vanno avanti 2-1 in gara 3 nella serie playoff al meglio delle cinque partite. GRISSIN BON: White 20, Filloy 10,Brunner, Antonutti 2, Bell 12, Kaukenas 9,Cervi 11, Silins, Cinciarini 18. N.e.: Gigli, Frassineti e Pini. All.: Menetti MONTEPASCHI SIENA: Viggiano, Cournooh 2, Haynes 19, Carter 20, Janning 13, Ress 2, Ortner 1, Nelson 4, Green 13 . N.e.:Udom, Hunter e Batori All.: Crespi Arbitri: Taurino, Filippini, Lo Guzzo Parziali: 15-13, 29-30, 49-49 Note: spettatori 3500 circa; Tiri da 3: Reggio 3/11, Siena 9/26; tiri liberi: Grissin Bon 25/31, Montepaschi 9/14.
sport.repubblica.it

Montepaschi Siena – Grissin Bon Reggio Emilia 82-85

Montepaschi Siena – Grissin Bon Reggio Emilia 82-85
Termina con una sensazione di amaro in bocca quella che potrebbe essere l’ultima serie playoff, se non della storia, quanto meno da qui a lungo tempo per la Mens Sana Siena. Dopo aver subito per trentatre minuti i perfetti giochi, difensivi ed offensivi, di Reggio Emilia i biancoverdi si svegliano e rimontano fino al -5 con un imperioso Haynes. Nel finale gli emiliani fanno confusione, ma portano a casa la vittoria che da loro il vantaggio campo e mette con le spalle al muro i Campioni d’Italia in carica. Non convincono a pieno tuttavia alcuni fischi arbitrali.
La gara della Grissin Bon entra nel vivo sul 9-6, quando un immenso James White (8/11 da 2pt, 1/2 da 3pt) ha guidato l’attacco ospite ad un lunghissimo 4-22 che ha spento l’entusiasmo degli uomini di Crespi, tramortendoli fino ad inizio quarto periodo quando, sul -19 firmato dalla schiacciata di Riccardo Cervi (5/7 da 2pt, 6 rimbalzi), Siena si è destata all’improvviso con quattro triple in due minuti che hanno riaperto la gara.
Marques Haynes (2/6 da 2pt, 4/7 da 3pt, 8 falli subiti) ha guidato i suoi fino al 69-76, prima di forzare un paio di palle perse che hanno un po’ rallentato la rimonta, ma i colpi di coda di Bell, Cinciarini e White hanno permesso alla truppa di coach Menetti di non permettere a Siena di ricucire la rimonta che ha toccato l’82-84 con Hunter nel penultimo possesso della gara. Poi una carezza di Janning su Filloy, ad un sospiro dalla sirena dei ventiquattro secondi, permette all’oriundo di infilare il libero che fissa il risultato finale, con Haynes che non vede accogliere dagli dei della pallacanestro la propria preghiera sulla sirena.
Marquez Haynes (foto Alessia Bruchi 2014)
Benissimo per Reggio Emilia, oltre ai già citati White e Cervi, Silins ed Antonutti cruciali a metà gara con ottime percentuali dalla media e lunga distanza, male Kaukenas che ha sofferto, finendo con un inusuale 1/10 dal campo la gara, il secondo ritorno a Siena. Sul fronte senese si salvano solo Haynes, Hunter ed il malconcio Janning che con il rientrante Green hanno chiuso in doppia cifra; il non pervenuto Nelson (0/4 dal campo e -16 di plus/minus) e Carter i peggiori.
Montepaschi Siena – Grissin Bon Reggio Emilia 82-85 (13-28, 27-22, 15-22, 27-13)
MPS: M.Haynes 22, E.Green 15, O.Hunter 13. Rim(27): O.Hunter 8. As(14): M.Haynes, M.Janning e J.Carter 4.
RE: J.White 22, O.Silins 14, R.Cervi e A.Cinciarini 12.Rim(32): J.White 8. As(16): R.Kaukenas 5.
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