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Ecco il calendario di Serie A TIM 2018/19: le parole di Mister De Zerbi


 La nuova stagione dei neroverdi di Mister De Zerbi inizierà il 19 agosto a Reggio Emilia con la grande sfida con l’Inter che vedrà il ritorno di Matteo Politano al Mapei Stadium. Sette giorni dopo la prima trasferta sul campo del Cagliari poi di nuovo al Mapei Stadium con il Genoa. Dopo la prima sosta di campionato il Sassuolo farà visita allaJuventus di Cristiano Ronaldo. Seguono Empoli in casa e il primo derby emiliano, quello con laSpal in trasferta quindi un doppio big match: il 30/9 in casa con il Milan, sette giorni dopo la trasferta al San Paolo di Napoli che precede la seconda sosta. Si riprende il 21/10 con la trasferta di Marassi, in casa della Sampdoria, quindi il derby con il Bologna a Reggio Emilia.
Novembre si apre con la trasferta al Bentegodi per affrontare il Chievo Verona, una settimana dopo, l’11/11, arriverà al Mapei Stadium la Lazio di Francesco Acerbi che porterà i neroverdi alla terza sosta. Il 25/11 il terzo derby emiliano, quello con il Parma al Tardini.
Dicembre inizierà con un doppio match al Mapei Stadium: il 2 arriva l’Udinese, il 9 laFiorentina. Quindi lo sprint finale del 2018 con 4 partite in 14 giorni: trasferta a Frosinone il 16, gara in casa con il Torino il 22, il 26, giorno di Santo Stefano, si va in scena all’Olimpico contro la Roma quindi l’ultima di andata, il 29 dicembre, a Reggio Emilia contro l’Atalanta. Il girone di ritorno scatterà il 20 gennaio 2019.
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Il commento sul calendario del tecnico neroverde Roberto De Zerbi:
Un avvio difficile ma siamo contenti perchè sarà un grande stimolo per tutti affrontare subito nel nostro stadio una delle candidate alla vittoria dello scudetto in quanto l'Inter si è rinforzata notevolmente rispetto alla scorsa stagione. Ci sarà sicuramente un gran pubblico inoltre sarà un piacere incontrare Spalletti che reputo uno tra i migliori allenatori italiani. Comunque penso sia un calendario equilibrato anche se nelle prime 8 giornate incontreremo 4 big ma questo dovrà darci la motivazione giusta per prepararci e lavorare al meglio da qui all'esordio. Un picco di difficoltà nel girone d'andata potrebbe essere il trittico ravvicinato Milan-Napoli-Sampdoria, con due delle tre fuori casa, ma resta il fatto che il calendario è sì importante ma non decisivo, sarà invece basilare avere il giusto approccio ad ogni singola partita. Il fatto che le partite siano suddivise in più giorni e diversi orari, se da un lato fa perdere un po' di "romanticismo" nel calcio, dall'altro permette di creare maggiore attenzione mediatica e interesse su ogni singola partita. 

Il Sassuolo ingaggia Enrico Brignola. Ceduti in prestito Bandinelli e Ricci

L’Unione Sportiva Sassuolo Calcio comunica di aver completato le seguenti operazioni di calciomercato:
  • BRIGNOLA Enrico ('99, attaccante): acquisito a titolo definitivo dal Benevento Calcio
  • BANDINELLI Filippo ('95, centrocampista): ceduto a titolo di prestito al Benevento Calcio
  • RICCI Federico ('94, attaccante): ceduto a titolo di prestito al Benevento Calcio
La presentazione di Enrico Brignola si terrà nei  prossimi giorni.
sassuolocalcio.it

Juve: Ronaldo atteso a Torino Super-blindata la nuova residenza del campione portoghese

 © ANSA

 Cresce l'attesa, tra conferme e smentite, per Cristiano Ronaldo, invocato a Torino con il suo jet privato nelle prossime ore nell'aeroporto di Caselle.
    L'attaccante portoghese sarà domani alla Continassa per il primo allenamento in bianconero. Con lui in campo anche Paulo Dybala e gli altri giocatori juventini reduci dal Mondiale in Russia.
    Blindatissima la sua nuova residenza torinese, ai piedi della collina.
   
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Times, Qatar pagò per Mondiali 2022 'Assoldò ex agenti Cia per propaganda contro Usa e Australia'

 © ANSA

(ANSA) - ROMA, 29 LUG - Il Qatar "ha assoldato ex agenti Cia ed esperti di comunicazione" per "lanciare una propaganda 'sporca' contro i rivali per l'assegnazione dei Mondiali di calcio del 2022. Lo scrive l'edizione domenicale del britannico Times. Le rivelazioni arrivano da alcuni documenti inviati da un whistleblower al quotidiano. L'operazione "segreta" del Qatar ha incluso "il reclutamento di personalità influenti per screditare la proposta di ospitare i Mondiali direttamente all'interno dei Paesi rivali", Stati Uniti e Australia, e per "dimostrare la mancanza di sostegno dell'opinione pubblica".

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Intervista. Josè Altafini, 40 anni per gamba

Josè Altafini con la maglia della Juventus

da Avvenire
Caro Josè, antico leone, sono ottant’anni. «Scrivi, per favore, quaranta per gamba: suona meglio!». E giù una risata. Come sempre. Perché il calcio e la vita per lui, José Altafini, mondiale con il Brasile nel 1958, campione nel Palmeiras, nel Milan, nel Napoli e nella Juventus, anche nel Chiasso in Svizzera, sono un’allegria, soprattutto nei momenti più difficili, più duri. C’è sempre una nuova alba, un giorno che ricomincia, un lampo di sole, un sorriso improvviso. Ottant’anni, ma il cuore è quello di un ragazzino. Ci conosciamo da una vita, ha lavorato come me in televisione per tanti anni, un fuoriclasse pure con il microfono in mano, con il suo “golaço”, con il suo immaginario “manuale del calcio” dove potevi trovare a “una certa pagina” quella rete così strepitosa, quell’assist così sublime, quella punizione così dritta all’incrocio. Non solo: è stato il mio primo idolo. Da bambino, mio padre, a San Paolo, mi portava a vedere il Palmeiras, che un tempo si chiamava “Palestra Italia” e l’asso di quella squadra, maglia verde con una P bianca, era lui José, soprannominato “Mazzola” perché assomigliava, straordinariamente, a capitan Valentino, uno degli Eroi di Superga. Spesso, quando facciamo qualche presentazione insieme, in ogni anfratto d’Italia, esce fuori con questa storia: «Io mi ricordo di te Darwin e del tuo papà, quando uscivo dal campo vi salutavo sempre. Ma voi, niente: eravate, ogni volta, distratti. E io ci restavo così male, che non puoi nemmeno immaginare...». E ancora una risata. Come fai a non volergli bene? Lui che quando arrivò a Torino, una Torino che era la Fabbrica, la Fiat, dove si andava a dormire presto perché bisognava alzarsi presto, e i ristoranti chiudevano al massimo alle ventidue, esclamò: «Qui per divertirmi devo raccontarmi le barzellette da solo!». Ma Torino, fino a un anno fa, è stata la sua culla, mentre Piracicaba, dove è nato, rappresenta Itaca; ora vive ad Alessandria, con la sua Annamaria, si occupa di campi sintetici, segue il calcio senza le emozioni di un tempo. Quasi distrattamente. Nel pallone ha avuto un maestro: «Zizinho. Un centrocampista dal talento lucente. Partecipò allo sfortunato mondiale del ’50 in Brasile, ma era un fenomeno in tutto e per tutto. Il mio beniamino. E anche quello di Pelé. Si è messo in evidenza nel Bangù, per poi passare a San Paolo. Quando è a fine carriera, e io un diciottenne pieno di speranze e di sogni, lo affronto in un Palmeiras- San Paolo. Immagina il mio stupore, la mia meraviglia... avevo davanti l’immenso Zizinho! Sto per andare a rete e lui mi ferma con un fallo. Mi prende per la mano, mi aiuta a sollevar- mi da terra e mi sussurra: “Scusami garoto, ragazzo, ma non potevo fare altrimenti. Scusami davvero”. Per me, quello, fu un insegnamento di vita. Una lezione che non avrei mai scordato. Quando giocavo per divertimento allo Sporting, il Circolo della Stampa di Torino, la sede estiva, appena sbagliavo un passaggio chiedevo sempre scusa. I ragazzi si stupivano: Altafini, ci chiede scusa? Io mi fermavo e raccontavo loro di Zizinho... Ecco: bisogna sempre essere umili».
Gli chiediamo di Cristiano Ronaldo alla Juventus. E qui José si scatena. «Ascoltami bene, prendi appunti. Nel football esistono due categorie di giocatori: i Forzuti e i Tecnici. Ronaldo fa parte della prima, come ad esempio Lukaku, Batistuta ed Eusebio. Gente che fa la differenza con la forza, e in questo Cristiano è il più bravo di tutti. Campioni come Messi, che io stimo all’infinito, Maradona, Pelé, Roberto Baggio e Rivera risolvono una partita, una situazione, escono da un momento di difficoltà con la tecnica, con la fantasia, con l’invenzione pura. Io prediligo questi giocatori. Ronaldo farà bene: bisogna vedere, però, quanto tempo impiegherà ad adattarsi alla nuova realtà e via dicendo... La Juve resta favorita per lo scudetto, ma occhio all’Inter. Potrebbe fare la grande sorpresa». José, tu eri un Forzuto o un Tecnico? «Più Tecnico che Forzuto!». Importante è non parlargli di Neymar... «Per carità! Una delusione enorme. Pensava più ai capelli che a giocare. E poi tutte quelle sceneggiate. Dovrebbe andare a lezione da Messi. Forse è troppo tardi, non pensi?». Altafini, leggiamo nella Enciclopedia da Seleçao, curata da Ivan Soter per la Opera Nostra Editora, esordì con la camiseta della Seleçao il 16 giugno 1957, contro il Portogallo, allo stadio Pacaembu di San Paolo, sostituendo Del Vecchio del Santos e realizzando subito un gol, su un passaggio impeccabile di Mané Garrincha, l’angelo dalle gambe storte, l’ala destra che portò il poeta Carlos Drummond de Andrade a scrivere: «Fu un povero e semplice mortale che aiutò un Paese intero a sublimare le sue tristezze. La cosa peggiore è che le tristezze ritornano e non c’è un altro Garrincha disponibile. Ne occorre un altro che continui ad alimentarci il sogno». Insomma, “Mazzola” fu un predestinato, uno, fin dalla prima volta, chiamato a fare del gol la propria liberazione, il proprio canto libero, la propria felicità. Vestì anche la maglia azzurra, come oriundo, ai mondiali in Cile del 1962, vinti dal Brasile, e con l’Italia uscita subito di scena dopo la rissa con i padroni di casa. È sempre stato libero, sincero, privo di rancori, senza maschere. Un amico, per me, fraterno. Parabéns, garoto! Auguri, ragazzo!