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Basket Reggio Emilia batte Avellino. La Grissin Bon vince il primo round di semifinale scudetto


La Grissin Bon vince il primo round della semifinale scudetto con la Sidigas Avellino al termine di un match concreto e ben giocato sul parquet amico del PalaBigi. Mattatori biancorossi un eccezionale Silins in fase difensiva, e un Lavrinovic d'alta scuola, ben coadiuvato da Polonara, sull'altro lato del campo. In campo campano solo Ragland ha provato qualcosa, ma lasciato troppo solo dai compagni. Menetti parte schierando a sorpresa Silins in quintetto per fronteggiare il fromboliere irpino Nunnally; il giovane lettone lo ripaga con un inizio di sostanza ma l'equilibrio regna sovrano, e il basket mostrato dalle due squadre, benchè si sia in una semifinale scudetto, è pregevole pure dal punto di vista tecnico. Al 6' il tabellone recita: 12-12. Nel finale di frazione gli irpini, sospinti da Buva e da Green riescono ad operare il primo break del confronto, chiudendola a +5. Margine subito vanificato dal 7-0 con cui la Grissin Bon apre il secondo quarto, sull'asse Gentile-Polonara, andando a guidare 25-23. Il periodo non presenta particolari sussulti fino all'ultimo giro di lancette quando sono i biancorossi, stavolta, a piazzare l'allungo, portandosi fino al +7 (41-34) e andando all'intervallo lungo sul 41-36. Al ritorno dal quale una "bomba" di Achille Polonara spedisce i padroni di casa, al 4', al massimo vantaggio: 48-39. Margine che la truppa di Menetti, volitiva in retroguardia e col giusto timing in fase offensiva, incrementa fino al +14 grazie, soprattutto, a due minuti di basket regale offerto da Darjus Lavrinovic. Gli ultimi dieci minuti partono dal 63-49 pro Reggio; gli uomini di Sacripanti, trascinati da cinque punti di fila dell'ex Giovanni Pini, siglano un break di 7-2 cercando di ricucire, ma la Grissin Bon è attenta e anche meno in affanno fisico, così il distacco torna a margini rassicuranti per Aradori e compagni: 72-58 al 5'. Lo scorrere del cronometro è impietoso per i "Lupi" irpini e quando ancora Polonara dalla linea dei 6,75 spedisce Green e soci al -17, la partita è chiusa. 
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Juventus vuole anche Coppa Italia, non molliamo nulla

Finire la stagione come era iniziata, alzando un trofeo. La Juventus, a tre giorni dalla finale di Coppa Italia contro il Milan, vuole un altro record: nessuno è mai riuscita nell'impresa di centrare la doppietta Scudetto-Coppa Italia per due anni consecutivi e la squadra di Allegri, nella storia per il quinto scudetto consecutivo, vuole ora rendere la stagione davvero indimenticabile. "Abbiamo iniziato l'anno vincendo la Supercoppa a Shanghai: sarebbe bello finirla vincendo la Coppa Italia - sottolinea Paulo Dybala, capocannoniere bianconero - sarebbe il giusto coronamento per tutto quello che abbiamo fatto in questa stagione". Sulla carta i bianconeri, reduci da una stagione trionfale, non dovrebbero faticare per avere la meglio su un Milan in grave crisi, non solo di risultati; ma anche l'attaccante non si fida. "É una finale, una partita secca - dice - non dobbiamo sottovalutare la partita, non dobbiamo lasciare nulla all'avversaria: per 90 minuti non dobbiamo mollare, dimostrare di essere superiori a loro".
Ultima spiaggia Milan, trofeo per salvare anno  - Dopo oltre due mesi, domani Silvio Berlusconi è atteso a Milanello per dare la carica al suo Milan, a due giorni dalla finale di coppa Italia che può mettere una pezza a una stagione fin qui disastrosa. Sarebbe la prima visita per il presidente rossonero da quando ha affidato la squadra a Cristian Brocchi col mandato di restituirle un gioco all'altezza. Sabato all'Olimpico, però, contro la Juventus la priorità sarà il risultato, perché vincere è l'unico modo per andare in Europa League dopo due stagioni senza coppe, e una sconfitta rischierebbe di diventare il prologo dell'arrivo del quinto cambio in panchina in poco più di due anni. All'insegna del pragmatismo, Brocchi ha messo da parte il 4-3-1-2 provando in allenamento il 4-3-3, pur consapevole che "senza lo spirito combattivo possiamo parlare di tattica e sistemi di gioco e nulla conta". La sua sfuriata in spogliatoio ha alzato il livello di concentrazione, ma non ci si può illudere con gli allenamenti. "Anche settimana scorsa - ha ammesso il tecnico - ho visto una squadra col giusto atteggiamento e poi ha fatto una prestazione indecorosa con la Roma". Brocchi ha tirato le somme e per questo ultimo impegno stagionale hanno il posto sicuro solo tre dei nove rinforzi acquistati in estate con una campagna da 90 milioni di euro: Bacca, Kucka e Romagnoli. Il colombiano, 30 anni a settembre, in campionato ha segnato 18 reti ma nessuna nei due scontri diretti con la Juventus. Proverà a essere decisivo come l'anno scorso di questi tempi col Siviglia nella finale di Europa League, poi ragionerà col Milan sul futuro. Al suo fianco sarà titolare senza troppi dubbi Bonaventura, un altro dei rossoneri ambiti sul mercato, e il tridente dovrebbe essere completato da Honda. Ha pochissime chance Balotelli, che dopo una stagione in prestito non si è meritato la conferma al Milan ed è indesiderato a Liverpool.
ansa

Lo sport contro 13 tumori, abbatte il rischio oltre il 20%

L'attività fisica protegge da ben 13 tipi di tumori e si conferma potente alleato nella prevenzione. In particolare, correre, camminare o nuotare regolarmente diminuisce di oltre il 20% il rischio di ammalarsi di alcuni tumori come quello a fegato e rene e di oltre il 40% di tumore all'esofago. A confermare l'importanza dell'allenamento aerobico come scudo protettivo è un ampio studio pubblicato sulla rivista JAMA Internal Medicine.

Ogni anno in Italia si registrano circa 363.000 nuove diagnosi di tumore e 177.000 sono le morti. Così come l'importanza dell'alimentazione e di coretti stili di vita, anche l'associazioni tra esercizio fisico e cancro è già stata dimostrata da precedenti studi. Tuttavia la nuova ricerca, condotta da ricercatori del National Cancer Institute statunitense guidati da Steven Moore, si distingue per aver esaminato i dati di ben 1,44 milioni di persone, dai 19 ai 98 anni, residenti negli Stati Uniti e in Europa. I partecipanti sono stati seguiti per una media di 11 anni ed è stato chiesto di riportare il tipo e la quantità di attività effettuata nel tempo libero, come camminare, correre o nuotare. In media coloro che effettuavano attività fisica lo facevano per circa 150 minuti a settimana, ovvero un allenamento di 50 minuti per tre volte a settimana, che corrisponde a quanto previsto dalle linee guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per l'Attività Fisica 2016-2020 di recente emanate.

Durante il periodo di studio, circa 187.000 di loro si sono ammalati di tumore, ma coloro che avevano riportato di fare attività fisica avevano avuto un rischio complessivamente più basso del 7% rispetto a coloro che ne avevano fatta meno.

Andando nel dettaglio, lo studio ha confermato un minor rischio di tumori della mammella (10%), al colon (16%) e all'endometrio (21%), già evidenziati da precedenti ricerche. Maggiori riduzioni di rischio erano evidenti per adenocarcinoma esofageo (42%), cancro al fegato (27%), cardias, ovvero la valvola che collega esofago e stomaco (22%), rene (23%) e leucemia mieloide (20%). Hanno mostrato riduzioni meno significative il mieloma (17%), il tumore della testa e del collo (15%), del retto (13%) e della vescica (13%), mentre per la prostata si è registrato un aumento del 5%. Quanto al cancro al polmone il rischio era ridotto solo qualora i pazienti fossero fumatori attuali ed ex.

La maggior parte delle associazioni, sottolineano i ricercatori, sono rimaste a prescindere dalla massa grassa, il che suggerisce che l'esercizio fisico agisce attraverso meccanismi diversi oltre al semplice abbassamento del peso corporeo, come produzione di ormoni e effetto antinfiammatorio. (ANSA).