Sport Land News

Dal Brasile, nuovo record del mondo di parapendio per l'azzurra Nicole Fedele

comunicato stampa 20 Novembre 2013 
 
Nicole Fedele, campionessa europea in carica e detentrice della coppa del mondo di volo in parapendio, ha stabilito il nuovo record mondiale femminile di distanza libera. L'impresa è avvenuta nel nord est del Brasile, precisamente con decollo da un pendio nei pressi di Quixadà, cittadina dello stato Cearà a circa 170 chilometri dalla capitale Fortaleza, ed ha impegnato la pilota friulana oltre nove ore. Al temine Nicole aveva coperto 381 chilometri ad una media di oltre 42 km/h, toccando 2787 metri di quota massima, in compagnia dei grossi corvi che popolano questa regione. Nicole Fedele, traduttrice di Gemona del Friuli (Udine), ha appena compiuto 29 anni e non è nuova a queste imprese. Lo scorso agosto insieme al suo concittadino ed amico Arduino Persello, che insieme a Marco Zonca l'hanno accompagnata in Brasile, stabilirono i record mondiali di andata e ritorno, femminile e maschile, rispettivamente di 280 e 312 chilometri. I voli avvennero tra Slovenia ed Italia con obbligo di ritorno al punto dal quale erano decollati ed, ovviamente, senza mai posare i piedi a terra. Come noto, il parapendio è un mezzo semplice e contemporaneamente esaltante. Si sostiene in cielo sfruttando le correnti d'aria ascensionali generate dal riscaldamento del suolo, che sono in pratica il suo motore e la sua benzina. Il pilota lo conduce seduto in una selletta appesa alcuni metri sotto l'ala ed a essa collegata tramite un fascio di cordini. Due di questi fungono da comandi e permettono la chiusura di una semiala o dell'altra. Grazie a queste operazioni il pilota dirige il mezzo, cercando di raggiungere una buona quota per poi sfruttare l'efficienza dell'ala per avanzare a caccia di nuove ascensioni e così via. Ora Nicole Fedele pensa ad un nuovo record, quello cosiddetto "triangolo FAI" dall'acronimo della Federazione Aeronautica Internazionale che convalida i record di tutte le discipline aviatorie. Questo prevede di decollare e raggiungere due punti sul territorio prima di tornale al punto di partenza, in modo che il tracciato disegni, appunto, un triangolo con i vertici il più possibile lontani tra loro. Se dovesse riuscire nell'impresa, la friulana sarebbe la prima pilota a detenere contemporaneamente i tre principali record di volo in parapendio, probabilmente meglio dei colleghi maschi. 

Gustavo Vitali
Ufficio Stampa FIVL - Federazione Italiana Volo Libero

Il sindaco di Licata vuole vendere 150 case abusive sulla spiaggia

Diffida di Legambiente: «E’ illegittimo ed è un regalo alle ecomafie»
Oggi il Consiglio del Comune siciliano di Licata (Ag) ha all’ordine del giorno l’approvazione di un provvedimento varato dalla giunta del sindaco Angelo Balsamo (liste civiche di centro-destra), che riguarda la vendita di 47 immobili abusivi. Ma è solo la prima tranche della vendita di più di 150 case costruite sulla spiaggia, acquisite al patrimonio comunale e sopravvissute agli abbattimenti avviati nel 2002, quando, anche grazie all’impegno dell’allora prefetto di Agrigento, Ciro Lo Mastro, vennero demolite 4 case. Ma poi le ruspe improvvisamente si fermarono davanti alla villetta di un consigliere comunale del Ccd e a quella del capo di Cosa nostra agrigentina Giuseppe Falsone, latitante arrestato a Marsiglia nel giugno del 2010. Il prefetto Lo Mastro venne trasferito e non mancarono scontri tra le forze dell’ordine e gli abusivi, che fino a oggi hanno potuto continuare ad abitare gratuitamente quelle case grazie alla “generosità” dell’amministrazione comunale. Anche l’estate 2013 a Licata è stata segnata da sequestri di immobili abusivi da parte delle forze dell’ordine.

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Il calcio italiano da sempre sopravvive tra scandali, zone d’ombra e troppo spesso è vittima dell’omertà

Ed è stata questa stessa omertà ad infittire il mistero del calciatore che venne ucciso verso sera: il 27enne Donato “Denis” Bergamini, centrocampista del Cosenza, trovato morto il 18 novembre 1989, al chilometro 401 della Statale Jonica, all’altezza di Roseto Capo Spulico. La prima indagine della procura di Castrovillari, che faceva acqua da tutte la parti, venne chiusa in fretta e furia e parlava di suicidio del calciatore. Una verità confutata un decennio più tardi da un libro-inchiesta scritto dall’ex bomber caduto nel fango del dio pallone, Carlo Petrini, che già nel titolo parlava di Bergamini Il calciatore suicidato (Kaos Edizioni). 

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AutorePetrini Carlo
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(Prezzo di copertina € 13,43 Risparmio € 2,01)
Dati2001, 148 p., ill.
EditoreKaos   



In quelle pagine, Petrini sosteneva convinto la tesi dell’«omicidio», seguendo piste scomode che rimandavano al giro del calcioscommesse e a quello del traffico di droga che sarebbe stata trasportata durante le trasferte del Cosenza e al quale Bergamini si sarebbe opposto. Piste forse distanti dalla presunta verità che sta affiorando in questi ultimi mesi. La riapertura dell’indagine, nel giugno del 2011, da parte della Procura di Castrovillari segue infatti la via dell’omicidio volontario, a seguito del memoriale depositato dall’avvocato Eugenio Gallerani, il nuovo legale scelto dalla famiglia Bergamini. Una famiglia che nella casa ferrarese di Boccaleone, da 24 anni attende di «conoscere chi e perché ha ucciso il nostro Denis». E non è un caso, o così ci piace pensare, che proprio domani, 18 novembre, il pm di Castrovillari Franco Giacomantonio e la sostituta Maria Grazia Anastasia, abbiano convocato i due indagati per la morte di Bergamini: l’ex fidanzata Isabella Internò, indagata per concorso in omicidio volontario e il camionista Raffaele Pisano, indagato per favoreggiamento e false informazioni al pm. Loro due erano presenti sul luogo in cui è stato ritrovato Denis già cadavere e dalle loro versioni, contraddittorie e assolutamente non credibili, la domanda che si pone la famiglia del calciatore: «Come è stato possibile che per oltre vent’anni sia stata accreditata la versione del suicidio?».

Chi ha conosciuto bene Bergamini, sa che era un ragazzo solare, innamorato della vita e del suo mestiere di calciatore. «Quando venne ucciso, era all’apice della carriera: aveva un contratto da 180-200 milioni di lire a stagione. E proprio in quei giorni si compiaceva con amici e famigliari di quanto fosse fortunato, per il fatto che lo pagavano così lautamente per quella che in fondo era stata la sua passione fin da bambino», spiega l’avvocato Gallerani. Il legale, assieme ai genitori di Denis è sceso a Cosenza, dove ieri sera dopo la partita della formazione locale contro il Chieti  - campionato di Seconda divisione - i tifosi (che hanno creato il sito www.denisbergamini.com), 400 ragazzi della scuola calcio e parte della città, hanno preso parte a una fiaccolata in memoria di Bergamini.

«Il giorno dei suoi funerali c’erano più di 20mila persone...», ricordano commossi papà Domizio e la sorella Donata. «Denis non soffriva di alcun tipo di depressione, quella mattina era uscita un’intervista su La Gazzetta del Sud in cui incitava i compagni a tornare alla vittoria contro il Messina - dice Donata - . Mio fratello sarebbe potuto rimanere comodamente a Cosenza anche la stagione successiva o magari accettare l’offerta di squadre di Serie A: lo avevano richiesto il Parma e la Fiorentina di Roberto Baggio che in quel periodo era allenata dal suo ex allenatore Bruno Giorgi che lo stimava tantissimo. «Ma qualcuno quaggiù mi vuole male», avrebbe confidato Denis, i giorni precedenti la sua morte, alla nuova fidanzata. Una 22enne romagnola, con la quale condivideva anche la passione per lo sport: giocava a calcio nella squadra femminile del Russi, e alla quale teneva molto. Ma chi, per l’opinione pubblica cosentina, voleva essere ancora accreditata come la fidanzata ufficiale di Bergamini, era Isabella. Ragazza conosciuta nell’85, quando non aveva ancora 16 anni e che dopo la rottura del fidanzamento alla moglie di un suo compagno di squadra si era lasciata sfuggire: «Piuttosto che sapere Denis con un’altra, preferirei vederlo morto...». Oggi Isabella è sposata con Luciano Conte, poliziotto: «Un amico di famiglia che mi conforta», dichiarò cinque giorni dopo la morte di Denis. Una morte avvolta in un alone nero, a partire dall’ultima telefonata che Bergamini ricevette alle 15.30 di quell’ultimo pomeriggio in ritiro con la squadra. «Con lui c’era il compagno di squadra e coinquilino Michele Padovano (poi arrestato nel 2006 per traffico internazionale di droga e condannato in primo grado) che dichiarò di aver visto Denis «molto preoccupato appena riattaccò il telefono». Telefonata che il pm di allora non si premurò neppure di controllare sul tabulato per risalire al numero e quindi non venne messa neppure agli atti. Agli atti non risultarono neppure le ipotetiche “tre persone” che avrebbero prelevato Bergamini al cinema dove si era recato, come quasi ogni vigilia di partita, con tutta la squadra. Denis alle 17.30 venne poi fermato a bordo della sua Maserati bianca a un posto di blocco dal brigadiere Francesco Barbuscio (deceduto), ma anche su questo controllo non sono state fatte le dovute verifiche. Due ore dopo, Bergamini, secondo i due unici testimoni e ora indagati, si sarebbe gettato sotto il tir guidato dal camionista Raffaele Pisano. «Nell’udienza dibattimentale del 1991 - spiega l’avvocato Gallerani - , Pisano disse di aver frenato all’ultimo momento e di aver visto Bergamini in piedi, mentre il corpo del calciatore, secondo la perizia medico legale effettuata dal prof. Francesco Maria Avato, era già disteso in terra».

Fu soltanto una messinscena quella del suicidio e la conferma più evidente è che Bergamini non aveva neppure un osso fratturato, quindi da escludere categoricamente la morte per schiacciamento. «Difficile rimanere illesi quando ti passa sopra un camion che trasportava 138 quintali di mandarini», ripeteva Carlo Petrini. «Dalla foto scattata dai carabinieri si intravede che il portafoglio di Denis era perfettamente integro e lo tiene ancora nella tasca posteriore - racconta papà Domizio -. Orologio, catenina, scarpe e vestiti in perfetto ordine. Anche se i vestiti non sappiamo perché, ma non vennero più ritrovati. Ci dissero che erano stati bruciati all’ospedale di Trebisacce». Uno dei tanti, troppi dettagli misteriosi di questo dramma (sul quale pochi hanno indagato a fondo come invece ha continuato a fare la trasmissione di Raitre “Chi l’ha visto”). Come misteriose sono state altre due tragiche fatalità, successive e forse legate al caso Bergamini: le morti dei due maganizzieri del Cosenza, Alfredino Rende e Domenico Corrente, che avevano confidato ai genitori del calciatore di sapere qualcosa riguardo alla morte del loro figlio. Un figlio per il quale tutti, a cominciare dal popolo degli stadi, ora chiedono di sapere la “verità”.

Massimiliano Castellani - avvenire.it

Tennis Wta: sale Schiavone

Rayban II
(ANSA) - ROMA, 18 NOV - Francesca Schiavone sale dal 40/o al 39/o posto e sorpassa Karin Knapp, che scende due gradini e si colloca al n. 41, nella nuova classifica del tennis mondiale, dominata dalla statunitense Serena Williams, davanti alla bielorussa Victoria Azarenka, e che non registra cambiamenti nella Top 30. Prima delle azzurre si conferma Sara Errani, stabile al numero 7. Invariate anche le posizioni di Vinci (14/a), Pennetta (31/a), Giorgi (96/a). Nel doppio, la coppia Errani/Vinci si conferma regina.


Moto: Sic, successo a gara beneficienza

''Questi ragazzi nessuno li obbligava, eppure son venuti qui a dare tutto quello che avevano in corpo''. Paolo Simoncelli, padre di Marco, ha commentato con gli occhi lucidi la partita del cuore che la squadra degli Amici del Sic ha vinto al Tardini di Parma contro la Nazionale cantanti (4-2). Oltre 11.000 gli spettatori paganti, con un incasso di 72.500 euro che andranno alla 'Fondazione Marco Simoncelli Onlus' per la realizzazione di un centro per disabili a Coriano (Rn), paese natio del Sic.
ansa

F1: Usa, vince Red Bull Vettel. Quinta la Ferrari di Alonso. Sul podio Lotus Grosjean e Webber

Sebastian Vettel su Red Bull ha vinto il Gran Premio degli Stati Uniti sul circuito di Austin in Texas. Il campione del mondo firma il suo ottavo centro consecutivo della stagione superando il primato di sette vittorie detenuto da Ascari e Schumacher. Sul podio la Lotus di Grosjean e l'altra Red Bull di Mark Webber. Quinta la Ferrari di Fernando Alonso dietro alla Mercedes di Lewis Hamilton. Solo tredicesima l'altra Rossa di Felipe Massa fuori dalla zona punti.
ansa

GRISSIN BON REGGIO EMILIA –GIORGIO TESI GROUP PISTOIA 67 – 56

GRISSIN BON REGGIO EMILIA – GIORGIO TESI GROUP PISTOIA  67 – 56
 
Grissin Bon : White 11, Filloy 10 , Karl 10 , Brunner 11 , Antonutti 5 , Bell , Frassineti , Mussini, Pini , Cervi , Silins 8 , Cinciarini 11 . Allenatore Menetti

GTG Pistoia : Daniel 2 , Meini , Galanda 1 , Wanamaker 11 , Washington 12, Cortese 14 , Evotti , Bozzetto , Gibson 8 , Johonson 8. Allenatore Moretti