A Cali, in Colombia, si sono appena conclusi gli “altri” Giochi, che
riuniscono le discipline non olimpiche e sono ormai giunti alla nona
edizione. Gli azzurri hanno surclassato tutti con 18 ori e ora sono in
testa anche nel medagliere all-time
di Stefano Rizzato
Stati Uniti, Cina, Russia?
Robetta. La vera potenza dei Giochi, la nazione dominatrice, quella che
ha chiuso in testa al medagliere è l’Italia. Peccato che l’anno sia
dispari e che i Giochi – a soli 12 mesi da Londra
– non possano chiaramente essere quelli olimpici. Per una volta che si
vince, anzi stravince, non sarà il caso di fare tanto gli schizzinosi.
Le medaglie di cui gli azzurri hanno fatto incetta sono quelle
dei World Games, manifestazione che riunisce decine di sport non
olimpici. La nona edizione, appena conclusa a Cali, Colombia, ha
attirato 2.870 atleti di 98 nazioni. Tra frisbee, bowling e pallapugno,
le discipline eccentriche non mancano, eppure i World Games si disputano
sotto l’egida del Cio e servono anche come test per le discipline che
aspirano ad avere dignità olimpica.
In Colombia il nostro inno è suonato per 18 volte. Con 13 argenti e 18 bronzi, il conto totale dice 49 medaglie per l’Italia, Russia al secondo posto con 17 ori e poi Francia, Germania e Cina. Il nostro Paese guida anche il medagliere
I
campioni azzurri si chiamano Giuseppe Seimandi, Francesco Bonanni,
Debora Sbei, Erika Zanetti e così via. Proprio la Zanetti è stata la
regina azzurra della rassegna, visto che con i suoi pattini a rotelle ha
conquistato due ori. Il secondo, decisivo, è arrivato nell’ultima
giornata di gare e ha consentito ai nostri di superare in extremis la
Russia.
La specialità della casa sembra essere il “Lifesaving”,
un salvataggio da piscina che fa un po’ “Giochi senza frontiere” e ci
ha visto racimolare ben cinque medaglie d’oro. L’acqua in generale fa
bene ai nostri, con Thomas Degasperi primo nello slalom in versione sci
nautico e Cesare Fumarola che ha conquistato l’oro nella gara regina per
nuoto pinnato, i 100 metri superficie di cui in passato deteneva anche
il record del mondo.
Sei ori sono venuti in totale nel
pattinaggio su rotelle, tra velocità e artistico, altra specialità
tricolore. Ma gli azzurri non potevano che andar forte anche in uno dei
veri classici all’italiana, le bocce, che hanno portato tre medaglie
d’oro tutte grazie a ragazzi under-30. Adesso, chi avrà più coraggio di
chiamarlo sport da vecchietti?
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Nuoto: Pellegrini critica la nazionale
31 convocati e 2 medaglie, lascio
giudicare voi...'. Federica Pellegrini risponde così a chi le
chiede un bilancio dell'Italnuoto ai Mondiali di Barcellona. E
sul futuro che riparte proprio da questa rassegna iridata la
vincitrice dell'argento nei 200 sl si è mostrata fiduciosa.
'Molte persone si sono informate dei metodi di Philippe (Lucas, il suo allenatore ndr) - ha detto - e dei metodi a Verona. A me piacerebbe avere dei compagni di allenamento adesso che si riprende con carichi maggiori'.
ansa
'Molte persone si sono informate dei metodi di Philippe (Lucas, il suo allenatore ndr) - ha detto - e dei metodi a Verona. A me piacerebbe avere dei compagni di allenamento adesso che si riprende con carichi maggiori'.
ansa
La legge anti-gay in Russia, un duro colpo allo sport
Alle Olimpiadi di Sochi 2014 verranno puniti coloro che faranno "propaganda di relazioni sessuali non tradizionali": sconcerto e prime minacce di boicottaggio
S e esistesse un dizionario "avanzato" in cui
cercare la definizione delle parole oltre il significato immediato, alla
voce sport troveremmo: libertà, socializzazione, confronto. Ogni sfida
fisica è infatti anche un confronto di idee, modi di vivere, interessi. E
visto che l’Olimpiade è il momento più alto dello sport, quello che più
esalta i Diritti Umani, è difficile non cogliere la contraddizione di
quello che la Russia sta per mettere sul piatto della prossima Olimpiade
invernale di Sochi 2014, con la prima prova generale già fra una
settimana ai Mondiali di atletica di Mosca.
Stiamo parlando della nuova legge anti-gay istituita in
giugno dal governo di Putin che, già intollerabile come principio,
rischia di minacciare a tal punto le prossime competizioni in Russia da
sollevare già qualche minaccia di boicottaggio. Questa recrudescenza di
intolleranza proposta dal regime di Putin ha fatto fatica a trovare
posto sulla stampa internazionale, ma il Comitato Olimpico
Internazionale l’ha portata alla luce denunciando la scorsa settimana la
minaccia che incombe sull’essenza stessa dei Giochi.
In un primo momento tutti avevano creduto alle
assicurazioni del governo russo su una specie di "tregua sportiva". Ma
ad accendere la miccia ci ha pensato il ministro dello sport russo,
Vitaly Mutko, che giovedì si è affrettato a spiegare che la nuova legge
non nasce per perseguitare i gay ma verrà attuata durante i Giochi per
punire solo coloro che faranno "propaganda di relazioni sessuali non
tradizionali" di fronte a minori. E fa già pensare il fatto che nessun
funzionario russo si azzardi a usare la parola gay, sostituita
dall’odiosa dicitura "sessualità non tradizionale".
In ogni caso la legge impedisce di esprimere orientamenti
gay sia online sia sulla stampa (del tutto vietati i Gay Pride) e per i
cittadini stranieri che verranno scoperti a fare propaganda gay, la
legge prevede pene che vanno fino a 2250 euro di multa, reclusione di 15
giorni, deportazione e divieto a fare rientro in Russia. Venerdì il Cio
ha chiarito che userà tutti i mezzi perché la nuova legge non venga
applicata agli atleti olimpici ma il candidato portoricano alla
presidenza, Richard Carrion, è andato oltre, proponendo che le future
candidate olimpiche non abbiano leggi statati discriminatorie in
contrasto con la carta olimpica.
Inutile sottolineare che fra i partecipanti olimpici i gay
so no presenti nella stessa percentuale della popolazione mondiale. Ma,
oltre a loro, a Sochi ci saranno dirigenti, tecnici, accompagnatori,
familiari, tifosi. Come può la Russia, proprio nello sport, pensare di
segregare un diffuso modo di vivere. Giustamente i siti gay sono da
giorni in fermento sull’argomento e il comitato olimpico australiano ha
espresso la propria preoccupazione su una legge che permetterà di
sospettare praticamente chiunque. Anche se fra gli atleti degli sport
invernali non ci sono gay dichiarati come l’oro 2008 australiano della
piattaforma Matthew Mitcham, erede in tutto e per tutto di Greg
Louganis, proviamo ad immaginare gli scenari possibili per i gay nei
prossimi avvenimenti in Russia.
E’ reato se dopo la gara va a baciare il suo fidanzato o,
peggio, gli dedica la medaglia? E’ reato se dichiara il suo orientamento
"non tradizionale?". E come dovranno comportarsi gli spettatori in
tribuna e gli operatori della stampa nel diffondere le notizie? Sembra
di essere tornati indietro di cento anni.
Fausto Narducci - gazzetta.it
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