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Il Sassuolo si aggiudica il Trofeo TIM 2013

Nella splendida cornice del Mapei Stadium, praticamente gremito in ogni ordine di posto, si è disputata la tredicesima edizione del Trofeo TIM. A spuntarla è stato il Sassuolo, al termine di tre partite da 45’ minuti che hanno divertito il numeroso pubblico presente.
Buona prestazione del Sassuolo nella sfida con la Juventus: i ragazzi di mister Di Francesco hanno tenuto testa ai bianconeri creando diverse occasioni da rete, fra cui il palo centrato da Kurtic in avvio. La partita è finita a reti inviolate, la Juventus ha prevalso ai calci di rigore.
Nella gara che vale l’assegnazione del Trofeo TIM 2013, è il Milan a passare subito in vantaggio con la rete al 3’ di Petagna. I neroverdi reagiscono trovando il pari al 12’ con Gaetano Masucci, che di destro supera il portiere rossonero. Nei minuti finali una bella manovra corale del Sassuolo libera Masucci in area che con un preciso piatto destro regala ai neroverdi la vittoria del Trofeo.


I TABELLINI

U.S. SASSUOLO – JUVENTUS F.C. 0-0 (d.c.r. 3-4)
Rigori: Quagliarella (parato), Zaza (gol), Buchel (gol), Kurtic (gol), Garcia (gol), Alexe (parato), Matri (alto), Missiroli (gol), Vidal (gol), Terranova (parato), Motta (gol), Berardi (parato).

U.S. SASSUOLO: Pomini; Gazzola, Antei, Terranova, Longhi; Kurtic, Magnanelli, Missiroli; Berardi, Zaza, Alexe.
A disp: Perilli; Bianco, Laverone, Marzorati, Rossini; Alhassan, Bianchi, Laribi; Gliozzi, Gomes, Falcinelli, Masucci, Pavoletti.
Allenatore: Eusebio Di Francesco.

JUVENTUS F.C.: Storari (25’ Rubinho), Lichtsteiner (25’ Penna), Ogbonna, Peluso (28’ Buchel), De Ceglie (18’ Garcia); Padoin (18’ Motta), Isla (36’ Vidal), Rossi, Asamoah; Matri, Vucinic (25’ Quagliarella).
A disp: Citti, Untersee, Magnusson.
Allenatore: Antonio Conte.

Arbitro: Sig. Peruzzo di Schio.
Assistenti: Sig. Manganelli di San Giovanni Valdarno – Sig. Marzaloni di Rimini
Quarto uomo: Sig. Galloni di Lodi


U.S. SASSUOLO – A.C. MILAN 2-1
Marcatori: 3’ Petagna (M), 12’ e 45’ Masucci (S)

U.S. SASSUOLO: Pomini; Marzorati, Rossini, Bianco (43’ Gliozzi), Longhi (10’ Laverone); Kurtic (10’ Gomes), Magnanelli (32’ Bianchi), Missiroli (10’ Laribi); Masucci, Pavoletti, Falcinelli (32’ Alhassan).
A disp: Perilli.
Allenatore: Eusebio Di Francesco.

A.C. MILAN: Vasconcelos, Constant, Mexes (28’ Strasser), Bonera, Zaccardo, Nocerino (Traorè), Cristante, Poli, Emanuelson, Robinho (19’ Niang; 36’ Boateng K.), Petagna (43’ Oduamadi).
A disp: Amelia, Piccinocchi.

Allenatore: Massimiliano Allegri.

Arbitro: Sig. Gervasoni di Mantova
Assistenti: Sig. Marzaloni di Rimini – Sig. Galloni di Lodi
fonte: http://www.sassuolocalcio.it/news_dett.php?id=888

Mike e Sulley, i mitici protagonisti di Monsters University, sono scesi in campo e hanno animato i momenti salienti del Trofeo TIM Cup


Reggio Emilia, 23 luglio 2013 - Mike e Sulley, i mitici protagonisti di Monsters University, sono scesi in campo e hanno animato i momenti salienti del Trofeo TIM Cup, tra l’aria divertita dei giocatori e l’entusiasmo del pubblico sugli spalti che di fronte ai due spaventatori si è scatenato in un tifo ‘da paura’.
L’attesissimo capolavoro d’animazione firmato Disney•Pixar e diretto da Dan Scanlon, negli Stati Uniti ha riscosso un formidabile box office (oltre 240 milioni di dollari), in Italia uscirà il 21 agosto in Disney Digital 3D™ e sarà disponibile in anteprima a pagamento il giorno 13 agosto nei migliori cinema del Paese. Il lancio del film sarà accompagnato da una campagna di affissioni e radio in co-branding con TIM che invaderà le città italiane e le più importanti località di vacanza.
Ricco di risate e divertimento, il nuovo capolavoro Disney•Pixar Monsters University è diretto da Dan Scanlon (Cars, Mater and the Ghostlight, Tracy), prodotto da Kori Rae (Up, Gli incredibili, Monsters & Co.) e vanta le musiche del compositore premio Oscar® Randy Newman (Monsters & Co., Toy Story 3), uno dei nomi che da quest’anno entrerà a far parte della Rock and Roll Hall of Fame
La matricola Mike Wazowski ha sognato di diventare uno spaventatore sin da quando era un piccolo mostro e sa meglio di chiunque altro che i migliori spaventatori vengono dalla Monsters University (MU). Ma durante il primo semestre proprio alla MU, i suoi piani vengono sconvolti dall’incontro con lo spocchioso James P. Sullivan, detto “Sulley”, uno spaventatore dal talento naturale. Il loro spirito competitivo fuori controllo li farà cacciare dall’esclusivo programma dell’Università e, come se ciò non bastasse, si renderanno conto che l’unico modo per rimettere le cose a posto sarà quello di lavorare insieme, facendo squadra con un gruppo di mostri scapestrati.
fonte: nota stampa  - © SEC Relazioni Pubbliche e Istituzionali

Antonelli come il Sic? No, una morte evitabile

Colpa della pioggia? Colpa dell’asfalto del circuito di Mosca che non era drenante? Colpa del destino che si accanisce ancora su un pilota di moto? Ai tanti interrogativi del giorno dopo il dramma una sola risposta certa: Andrea Antonelli, pilota umbro di Castiglion del Lago della Kawasaki che partecipava al campionato mondiale di Supersport non c’è più.
Andrea come Marco Simoncelli. Antonelli aveva pochi mesi d’età più del “Sic” - quando il 23 ottobre 2011 morì sulla pista di Sepang - , 25 anni. E come Simoncelli, una volta caduto in terra è rimasto fatalmente schiacciato dalle gomme della moto che sopraggiungeva, quella del connazionale e amico, Lorenzo Zanetti. Inghiottito dentro una nuvola d’acqua, impossibile da evitare da un’altra moto che schizzava a 250 km orari. I soccorsi per quanto tempestivi sono stati inutili: la pressione di 38mila chilogrammi, tanto sprigiona una moto da 160 chili di peso quando passa sopra a un corpo, non lascia scampo. Eppure per evitare l’ennesima tragedia del motociclismo, forse questa volta qualcosa si poteva fare.

Il più convinto, è un pilota di lungo corso come Marco Melandri che su quello stesso circuito moscovita aveva appena vinto la gara-1 del Mondiale Superbike: «La Supersport non doveva partire. In pista non si vedeva nulla, era impraticabile per la pioggia e quindi era giusto fermare la gara. Ma i piloti sono stupidi e non li metterai mai d’accordo... La colpa è di tutti, bisognerebbe sedersi e parlare, senza nascondersi niente, per migliorare il migliorabile. Ma pare che non ci sia mai la volontà di fermarsi».

Parole «pienamente condivise» dal presidente del Coni, Giovanni Malagò: «Non ci si deve approfittare dell’amore che hanno questi ragazzi verso questo sport, che spesso è una vera e propria fede». Una fede che conosce bene Alessia Polita, 27enne pilota marchigiana rimasta paralizzata dopo l’incidente dello scorso 15 giugno sulla pista di Misano. «Non posso crederci, nel giro di 36 giorni due incidenti del genere - scrive Alessia su Facebook - . Le moto le amerò sempre, ma qui c’è qualcosa che non sta funzionando più. Non fate ancora una volta finta di niente, non siamo carne da macello...». Un appello verso chi non rinuncia mai a fermare lo show-business motoristico, per via dei calendari inderogabili sulla base di contratti milionari siglati con sponsor e tv. Anche se la Superbike non ha fatto partire la seconda manche e da Laguna Seca Valentino Rossi appreso della morte di Antonelli ha twittato amaro: «È una notizia che fa venire voglia di tornare a casa...». Poi però la MotoGp è partita regolarmente e Valentino è anche salito sul podio.

Fino a ieri comunque tutti pensavano che come il Sic si muore solo in MotoGp, la classe regina in cui il consulente per la sicurezza è l’ex campione Loris Capirossi. «Incidenti in cui il pilota viene travolto da chi lo segue sono impossibili da risolvere, lì la sicurezza conta e non conta - la risposta di Capirossi a Melandri - . In 330 Gp corsi, mi è capitato in più di un’occasione di gareggiare in condizioni meteo difficili, con la visibilità al minimo. Ma se la visibilità non è buona o accettabile, le gare vanno fermate». Le gare si possono fermare, le vite no. E quella di Andrea, papà Arnaldo la racchiude in poche parole, quasi le stesse che Paolo Simoncelli disse del suo Sic: «Ad Andrea non potevi dirgli di non correre, perché lui era nato per quello, ed era convinto di poter arrivare in Superbike. Il mio rammarico rimarrà quello di non essere riuscito a portarcelo...».

Massimiliano Castellani - avvenire.it