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Formula 1, Gara GP Spagna - Barcellona 2013 in Diretta Streaming

Domenica, 12 maggio 2013 – Quinta prova stagionale del Mondiale di Formula 1, che fa tappa in Spagna per la quarantatreesima edizione della corsa iberica; alta tensione sul Circuito di Catalogna di Montmelò, nei pressi di Barcellona, dove i piloti si sfidano per la conquista di punti pesanti in ottica mondiale. Semaforo verde della prova iridata alle 14:00 ora italiana.
Ecco come poter vedere la gara del GP di Spagna in diretta streaming  e in tv:
La gara del GP di Spagna verrà trasmessa in diretta dalla Rai (Rai Uno) e sul satellite da Sky (Sky Sport F1). E’ possibile seguire la corsa in diretta streaming live tramite il servizio Sky Go. Gara dal risultato tutt’altro che scontato quella che attende piloti e team, al primo appuntamento europeo della stagione. Riflettori puntati sulla Mercedes, capace di monopolizzare la prima fila della griglia di partenza, con Rosberg ed Hamilton che partiranno rispettivamente dal primo e dal secondo posto. Grande attenzione soprattutto per il poleman, alla seconda soddisfazione personale consecutiva dopo quella ottenuta in Baharain; una Mercedes sotto esame, chiamata a ripetere durante la corsa quanto di buono fatto finora in qualifica, visto che finora è mancata la grande prestazione in gara per la vettura tedesca. Un gran premio che si annuncia incerto anche per i distacchi ridotti tra i primi e che vedrà ancora una volta il campione del mondo Vettel tra i favoriti; il tedesco, vincitore fin qui di due gare su quattro, dovrà fare attenzione soprattutto al finlandese Raikkonen, che lo insegue in classifica generale, e alle Ferrari. Le Rosse hanno deluso le aspettative in qualifiche, ma hanno dimostrato un ottimo passo gara che potrebbe favorirle visto anche il buon feeling col tracciato del circuito catalano. L’anno scorso trionfò a sorpresa il venezuelano Maldonado su Williams, che oggi partirà diciottesimo, bravo nel precedere Alonso e Raikkonen. Satellite (abbonati Sky, in diretta): Sky Sport F1 (canale 206). Inoltre tutti gli abbonati Sky possono vedere le qualifiche collegandosi a internet col pc, smartphone o tablet grazie al servizio Sky Go. In chiaro (Rai: Rai Uno (canale 1)
Michele Pannozzo - stadiosport.it

Scuola e sport, la scommessa della Idem

Tre ore alla settimana, 108 in un anno. Una conoscenza progressiva e obbligatoria dello sport, tutto lo sport: da sperimentare, praticare e veder praticato da altri, quelli bravi. Discipline da provare, tutti e tutte: sport di base, nuoto e atletica, obbligatori e naturalmente gratuiti; sport di "adattamento all'ambiente", come orienteering, arrampicata, ciclismo, pattinaggio su ghiaccio o a rotelle; sport intrecciati col territorio e la cultura locale: sci per chi è in montagna, vela per chi è al mare, canoa o kayak per gli altri; sport di "cooperazione e opposizione individuale": discipline di combattimento (lotta o pugilato), di racchette (tennis o tennistavolo o badminton) di squadra (calcio, pallavolo, basket e pallamano); sport "artistici ed estetici": danza e ginnastica. Si fa tutto a scuola, durante le 108 ore e in quelle facoltative al pomeriggio, perché ogni scuola deve (non: può. Deve) essere dotata di un'associazione sportiva scolastica che dia accesso alle attività, gratuite o pagando un modesto contibuto. Se a qualcuno l'elenco appena descritto sembra il programma del paese dei balocchi, sappia invece che è il programma dell'educazione sportiva nelle scuole elementari pubbliche in Francia, il nostro grande paese cugino. Scuole elementari, primarie, chiamatele come volete, insomma, i primi anni di vita sociale organizzata dei bambini. Si chiama EPS, un acronimo per Education Physique et Sportive, roba semplice da capire, molto più difficile da fare. Eppure loro la fanno, i francesi che poi si incazzavano quando Bartali li batteva. Ora ci battono loro a noi, e non si parla solo di medaglie olimpiche, ma di un bel pezzo di investimento sul futuro. Per i francesi, investire sul futuro significa anche far capire ai loro bambini (e poi ragazzi, perché l'EPS continua alle medie e nei licei, quando i ragazzi cominciano - solo allora - la specializzazione in uno sport preferito) che lo sport è una fetta importante e seria della vita, e dunque va coltivata e studiata come il francese o la matematica. Perché fa stare meglio, fa stare con gli altri, insegna le regole, il rispetto e tante altre belle cose che servono parecchio da grandi. Non è una novità, che la Francia investa così tanto nell'educazione sportiva. Lo è invece, almeno nelle intenzioni, che anche in Italia qualcuno si stia ponendo davvero il problema di come e cosa fare dello sport, dopo decenni di abbandono. Un abbandono, si badi bene, non finanziario, ma politico, culturale, strategico. Dal dopoguerra in poi, per l'Italia lo sport è stato il Coni, prima autofinanziato con le schedine, ora sovvenzionato ogni anno (oltre 400 milioni di euro nel 2012). Ma il Coni si occupa, da sempre, principalmente di due cose: vincere le medaglie olimpiche e mantenere se stesso, una macchina di burocrazia e di potere che inghiotte il 40% dei soldi disponibili. Allo sport per tutti, alle scuole, ai bambini, dovrebbe pensarci lo stato. Che non lo fa, non l'ha mai fatto seriamente, a meno di non considerare serio il programma di "alfabetizzazione motoria" varato in pompa magna tre anni fa da Coni e Ministero della pubblica istruzione: basta vedere sul sito del Miur il programma (e le risorse investite) e confrontarlo con l'Eps francese per capire perché di alfabetizzazione (e non motoria) avrebbe bisogno chi pensa di risolvere così il deficit pazzesco scavato negli anni con il resto d'Europa. Chi quel gap lo conosce bene è Josefa Idem, che adesso fa il ministro dello sport, dopo aver fatto l'atleta olimpica per tutta la vita. Lo sa, e ha voglia di provarci. Non a copiare i francesi, ma a entrare davvero dentro le scuole con concetti semplici e preziosi: la multidisciplinarietà, le società sportive d'appoggio, la revisione dei programmi, un approccio culturale allo sport non più da dopoguerra, ma da terzo millennio. Roba elementare, appunto, che qualcuno, nelle periferie più illuminate dello sport italiano (il Trentino, per esempio, che ha programmi di avanguardia) ha già capito. Vedremo se basterà l'impegno, e la sintonia con il presidente del Coni, Malagò. Vedremo se un ministro senza portafoglio ma con parecchia energia riuscirà almeno ad accendere un luce: finora, dietro i riflettori puntati sui medaglieri olimpici, l'Italia ha sempre nascosto il buio. Ma è ora che la notte finisca, almeno quella delle idee.
 (10 maggio 2013) © Riproduzione riservata - repubblica.it

F1: Spagna, Massa retrocesso di 3 posti

(ANSA) - ROMA, 11 MAG - La Ferrari di Felipe Massa e' stata retrocessa di tre posizioni sulla griglia di partenza del Gran Premio di Spagna per aver ostacolato durante le qualifiche la Red Bull di Mark Webber. Il brasiliano scattera' quindi dalla 9/a posizione. ''Non ho fatto nulla apposta'', aveva detto Massa prima della penalita'. Oltre al ferrarista, la Fia ha retrocesso di tre posizioni anche Esteban Gutierrez (Sauber) per aver ostacolato la Lotus di Kimi Raikkonen. Il messicano partira' dalla 19/a posizione.