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Lotta ad Al Qaida. Mosse navi da guerra


Gli Stati Uniti "restano vigili": "dobbiamo assicurarci di continuare a esercitare pressione su Al Qaida e gli affiliati in altre parti del mondo, come il Nord Africa e il Medio Oriente. Questa è una cosa che sono determinato a fare". Lo afferma il presidente Barack Obama in'intervista alla Cbs che andrà in onda domenica.

PENTAGONO SPOSTA 2 NAVI GUERRA VERSO COSTE - Il Pentagono sta muovendo due navi da guerra verso le coste libiche. Lo riporta la stampa americana citando alcune fonti dell'amministrazione.

Le due navi da guerra non hanno una missione specifica, afferma la stampa americana, ma devono essere pronte a qualsiasi missione ordinata dal presidente. Le unità, armate con missili Tomahawk, sono la USS Laboon e la USS McFaul.

PROTESTE DAVANTI AMBASCIATA, FERITI ED ARRESTI - Una folla di manifestanti è tornata ad 'assediare' l'ambasciata statunitense al Cairo, protestando contro il controverso film anti-Islam prodotto negli Usa. Film che ha scatenato la rabbia dell'intero mondo arabo, sconfinata nell'attacco di ieri alla sede diplomatica Usa di Bengasi, in cui sono morti 4 americani. Le immagini in diretta della Cnn mostrano decine di persone che urlano la loro rabbia e chiedono che dagli Stati Uniti arrivino scuse ufficiali per le offese al Profeta.

Alcuni siti parlano di scontri, con la polizia che ha dovuto lanciare gas lacrimogeni per disperdere alcuni gruppi che lanciavano pietre contro l'edificio dell'ambasciata. Secondo l'agenzia di stampa egiziana Mena - rifericono sempre alcuni siti americani - ci sarebbero anche dei feriti.

Secondo quanto riportato su alcuni siti americani, alcune auto sarebbero state rovesciate e date alle fiamme. La tensione è salita quando alcuni manifestanti hanno nuovamente tentato di violare il perimetro dell'ambasciata Usa cercando di aprire una breccia nel recinto di filo spinato che protegge l'edificio. La polizia sarebbe comunque riuscita a respingere i manifestanti più scalmanati verso la vicina piazza Tahrir.

UCCISO AMBASCIATORE USA IN LIBIA, L'OMBRA DI AL QAIDA

di Claudio Accogli

L'ombra di Al Qaida si allunga sulla morte dell'ambasciatore Usa in Libia Chris Stevens, ucciso ieri notte nell'assalto alla sede di rappresentanza statunitense a Bengasi. Con lui hanno perso la vita altri tre americani, un funzionario e due marines. Nell'attacco sono rimasti feriti altri cinque civili statunitensi e sono morti una decina di agenti di sicurezza libici.

La reazione di Washington e' durissima: si parla di atto ''oltraggioso'', e soprattutto, di almeno 200 marines che sono in viaggio per la Libia, come altre unita' di elite, chiamate ad assicurare la sicurezza a Tripoli e Bengasi, come in Afghanistan ed Egitto. Scioccato, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, che appena ieri aveva ricordato le vittime delle Torri Gemelle, ha promesso che ''sara' fatta giustizia'' ma che i legami fra gli Stati Uniti e la Libia ''non si romperanno''. Gli Usa tuttavia non si sbilanciano per ora sulla matrice dell'attacco: fonti della Casa Bianca si sono limitate a parlare di "un attacco chiaramente complesso", senza citare al Qaida.

Annunciato intanto il ritiro dalla Libia di tutto il personale americano, mentre per le indagini scendono in campo Cia e Fbi, in stretto coordinamento con le autorita' libiche. Tutto e' iniziato con la protesta per un film anti-Maometto che gia' ieri aveva scatenato le proteste al Cairo, con dimostrazioni violente sfociate nell'assalto all'ambasciata nella capitale egiziana, condito con scritte come ''Osama bin Laden riposi in pace''. Ma la concomitanza con l'anniversario dell'11 settembre non puo' rimanere una semplice coincidenza, ne' tantomeno l'annuncio 'ufficiale' della morte di Abu al-Libi, il numero due di al Qaida ucciso in giugno che proprio ieri Ayman al Zawahiri, il successore di bin Laden, ha deciso di confermare.

La dinamica degli eventi di Bengasi e' ancora difficile da chiarire: secondo numerose testimonianze, una dimostrazione 'pacifica' contro il film su Maometto e' stata l'occasione per dar vita a un vero e proprio assalto, a colpi di armi automatiche, Rpg e mitragliatrici pesanti. I miliziani di Ansar al-Sharia, i 'partigiani della legge islamica', protagonisti negli ultimi mesi di numerosi episodi di intimidazione e violenza ''hanno bloccato tutte le strade di accesso alla sede Usa, e dicevano di voler uccidere tutti quelli che si trovavano dentro'', ha raccontato un testimone, appartenente a una brigata dei ribelli incaricata di mantenere l'ordine a Bengasi.

Il console italiano, Guido De Sanctis, che si trovava a poca distanza - e che stamani avrebbe dovuto incontrare proprio Stevens per ''fare il punto sulla situazione'' in vista dell'elezioni da parte del neonato Parlamento libico del nuovo premier - ha riferito di ''un gran botto, il caos'' e di una sparatoria intensa. Un confronto ''feroce'', andato avanti per ore e che, secondo le autorita' libiche, ha lasciato sul campo almeno 10 ribelli incaricati della sicurezza.

Ansar al-Sharia ha negato un coinvolgimento ''ufficiale'' nell'attacco, ma si e' congratulata con coloro che hanno portato a compimento l'attacco ''per difendere il profeta Maometto''.

Funzionari dell'amministrazione Usa, citate dalla Cnn, hanno parlato di un ''attacco pianificato da al Qaida'', nel quale la vicenda del film 'blasfemo' ha svolto solo un ruolo ''diversivo''.

Gli esperti anti-terrorismo collegano l'episodio all'uccisione di al-Libi, e a una vendetta di al Qaida: ''Gli estremisti sapevano che l'ambasciatore era nell'edificio'', spiegano alcune fonti.

Altri due americani, del corpo dei Marines, sarebbero stati uccisi invece in una ''casa'' dove alcuni impiegati della sede diplomatica erano stati ''messi al sicuro'' dopo il primo assalto al consolato.

Stevens e' il primo ambasciatore americano assassinato dal 1979, l'ultimo aveva perso la vita in Afghanistan. E Washington non esclude neppure l'uso dei droni per dare la caccia ai responsabili. I medici hanno provato a rianimarlo per oltre un'ora e mezza senza successo. E' morto per asfissia e i video e le foto che circolano sui suoi ultimi momenti sono atroci.

La condanna dell'assalto a Bengasi e' unanime: si sollevano i musulmani, la comunita' internazionale, a partire dalla stessa Tripoli. Il capo dello Stato Giorgio Napolitano parla di ''vile atto terroristico'', il premier Mario Monti, come l'Onu, sottolinea la ''ferma condanna''. ''Orrore e sdegno per un gesto infame'', sono invece le parole di Giulio Terzi.

Ma il film su Maometto e l'arrivo dei Marines in Libia rischiano di creare nuove tensioni e violenze con i ribelli libici, anche quelli non legati all'Islam, che gia' parlano di ''invasione Usa''.





TRIPOLI - A poche ore dall'attentato di Bengasi la Libia ha il suo nuovo premier: Mustafa Abu Shagur, tecnocrate vicino agli islamici, che ha 'bruciato' per soli due voti il leader dell'alleanza dei liberali, Mahmoud Jibril, A quasi un anno dalla caduta di Muammar Gheddafi - era l'ottobre del 2011 - Abu Shagur che succede al capo del governo di transizione, al-Kib Abdelrahim, avra' il compito di guidare la Libia verso la stabilizzazione. Con una legittimita' e un margine di manovra ben piu' ampio rispetto all'esecutivo che lo ha preceduto, incaricato solo di sbrigare gli affari correnti. E una priorita', quella di ripristinare la sicurezza nel Paese.

Abu Shagur, 61 anni, gia' vice primo ministro del governo di transizione, ha vinto grazie al sostegno dei voti dei membri di Giustizia e Costruzione (PJC) dei Fratelli Musulmani, dopo la sconfitta del loro candidato al primo turno.

Entrato nel governo libico come vice premier a novembre 2011, il neo primo ministro libico che ha studiato negli Usa dove ha conseguito un dottorato in ingegneria elettronica, fu esiliato nel 1980 dopo essersi opposto al regime del Colonnello. Entrato poi nel Fronte nazionale dell'opposizione libica all'estero, in America ha insegnato presso l'Università di Rochester di New York e alla University of Alabama, partecipando anche al programma spaziale della NASA e lavorando con il Pentagono.

In corsa per la premiership libica, oltre lui, vi erano altri sette candidati che si sono succeduti, ieri e l'altro ieri, di fronte ai 200 membri del Congresso Nazionale Esecutivo, massima autorita' nel Paese all'indomani delle elezioni del 7 luglio scorso. La sicurezza e l'integrazione di ex ribelli che hanno combattuto il regime di Gheddafi, la costruzione di un esercito e una forza di polizia professionale, così come la sorveglianza delle frontiere, sono state le pietre angolari dei programmi presentati dai candidati in lizza per la guida del governo.

Perche' il nodo della sicurezza resta tra le principali priorita' del Paese, come dimostrato oggi anche dall'attacco a Bengasi in cui sono stati uccisi l'ambasciatore Usa e altri tre americani. Un attacco condannato dalle autorita' libiche e quelle internazionali. Ma a fronte del quale il Cgn ha ritenuto opportuno non sospendere la procedura di elezione del premier.
ansa

“Non è mio nemico, Abete è nemico del calcio”, Zeman e l’isola che non c’è…

di Paolo Paoletti

Vialli ha appena ‘avvisato’ “Zeman è un paraculo, attacca chi vuole lui”. Gianluca non ha mai dimenticato le insinuazioni sui suoi muscoli ma Zeman non ha mai avuto peli sulla lingua. Magari con un occhio particolare per i potenti, i più in vista, i campioni acquisiti dal potere. L’ultima del Peter Pan del calcio è su Abete, presidente federale: “non è nemico mio, è nemico del calcio!” Meglio di così, un paraculo non può fare. Anche perchè Zeman chiarisce che con Abete a cena di andrebbe.

Zdenek è tornato nell’elite del calcio italiano e ora tutti si abbeverano alla fonte delle sue verità: anche Sette, il magazine del Corriere della Sera, che pubblica il boemo nel suo migliore repertorio, la sua idea di calcio che, dice, dovrebbe puntare su “serietà e impegno“.

Zeman ha sempre tenuto nel mirino più l’ambiente del calcio che quello giocato. Dopo gli ultimi scandali aggiunge: “c’è qualche miglioramento. Ma temo che sia più paura di essere scoperti che un cambio per convinzione. Servono più esempi positivi”. Il calcio di Zeman “dovrebbe essere semplicità” e riferendosi agli intrighi di Palazzo invita tutti a “vincere dimostrandosi superiori sul campo e non fuori dal campo”.

Confermato recentemente che Massimo Moratti lo ha cercato ma lui s’era già impegnato col Pescara, puntualizza: “Molte parole. Poi bisogna vedere se ci sono le condizioni per lavorare bene. E non parlo di giocatori da acquistare”. Milan, Inter, Juventus, difficile che Zeman alleni mai una dell’asse Torino-Milano, dove s’è sempre deciso tutto del calcio e non solo: scudetti, mercato, diritti televisivi, dirigenti e presidenti federali. E ovviamente arbitri. Oggi un po’ meno solo perchè la Lega è cavallo impazzito, difficile da domare per tutti.

Nella sua ultima esternazione Zeman affronta anche il vecchio problema dei Club Spa, quindi possibili da quotare in Borsa, proprio come la sua Roma: “Non dovrebbero essere quotate in Borsa è un condizionamento forte. I risultati mi danno ragione, il calcio deve stare fuori dalla finanza e dalla politica“. Già la politica, proprio le attenzioni della politica di cui la Roma ha sempre beneficiato. Da quando Andreotti e Andreotti, fino alla attuale Cancellieri. Comunque alla domanda con che ‘nemico‘ andrebbe a cena, Zdenek risponde lapidario: “Abete, perché no? Abete non è nemico mio, è nemico del calcio“.

Quarta stella a destra, questo è il cammino: caro Zeman l’isola che non c’è non l’hanno ancora scoperta, anche se io vorrei abitarci. E andare a cena con te!
oggi24.it

Moto: Simoncelli, due eventi benefici

In occasione della gara di MotoGp di Misano, in programma nel weekend, la Fondazione Marco Simoncelli mette all'asta su Ebay un esemplare unico al mondo di Honda Cbr1000rr, dedicato al pilota morto a Sepang e in precedenza donato alla onlus. Altra iniziativa e' quella di Donelli Vini, che ha prodotto un'edizione limitata di spumante: il Magnum Scaglietti Lambrusco di Sorbara brut. Solo 58 bottiglie, lo stesso numero che il Sic portava in pista, e la cui vendita andra' a sostenere la Fondazione.
ansa

Auto: domani via al Rally di S. Martino

Scatta domani sera il 32/o Rally di San Martino di Castrozza e Primiero, gara valida per il Trofeo Rally Asfalto, che vedra' la presenza del polacco Robert Kubica, ex pilota di F1 appena tornato al volante dopo l'incidente del febbraio 2011 e subito vincitore, domenica scorsa, del rally di Biella. Per il Campionato italiano rally, la corsa e' tra Paolo Andreucci (Peugeot) e Umberto Scandola (Skoda), con il primo favorito dall'attuale vantaggio in classifica generale: 108 punti contro 87.
ansa

Su Cielo primi gol in chiaro serie A

Arriva l'ennesimo scossone nelle abitudini domenicali del telespettatore affamato di calcio.
'Novantesimo minuto' sta per dire addio alle anteprime dei gol ed alle immagini delle azioni salienti delle partite di serie A, nella fascia dalle 18,00 alle 18,15. Dopo oltre quarant'anni la Rai non sara' piu' la prima a mostrare il meglio del campionato.
La Lega professionistica di serie A ha annunciato di aver ceduto a 'Cielo', canale 'free' di Sky (visibile sul digitale terrestre e sul bouquet satellitare della pay tv), i diritti del pacchetto 6A, che contiene - tra l'altro - i collegamenti in diretta prima e durante le partite e le interviste in diretta nel post-gara. L'accordo tra Lega e Sky riguarda le stagioni sportive dal 2012 al 2015. Si trattava degli ultimi diritti televisivi sul calcio ancora da assegnare. Dopo Formula 1 e Motomondiale, Sky cala un altro asso.
A forte rischio anche 'Quelli che il calcio e...', programma sportivo della domenica condotto su Rai2 da Vittoria Cabello, che perdera' molti degli ingredienti con cui era confezionato, reggendosi sui collegamenti dagli stadi a gare in corso, pur senza immagini dai campi, ma con le immagini piu' divertenti dagli spalti, striscioni, tifoserie. E Simona Ventura, che sulla Rai ha condotto per 10 anni la trasmissione ed e' attualmente a Sky (dove e' giudice a XFactor), e' in pole position per condurre il nuovo programma (ci vorra' qualche settimana per allestirlo).
Dopo i primi due turni del massimo campionato giocati alle 20,45, nel prossimo fine settimana la serie A torna al pomeriggio e ora gli appassionati si chiedono dove andare a cercare l'anteprima dei gol. Fino ad ora, chi non aveva la pay-tv (e sono milioni di famiglie) faceva affidamento soprattutto sulla Rai e sul suo 'Novantesimo minuto', che da decenni trasmette gli highlights delle partite.
''Considerando i tempi di crisi che stiamo attraversando, sono comunque contento che la Rai si sia assicurata il pacchetto 6B, quello che ci consente di partire con Novantesimo minuto alle 18,15. La nostra programmazione, sostanzialmente, resta invariata. Abbiamo salvato le nostre trasmissioni storiche come Novantesimo, appunto, e la Domenica Sportiva''. Eugenio De Paoli, direttore di RaiSport, reagisce con fair play alla notizia. ''Certo, dispiace un po' che siano altri a mostrare i gol con qualche minuto di anticipo - aggiunge - ma, considerando la 'coda' di 'Stadio Sprint', il nostro ritardo sara' minimo.
Ripeto, visto il momento penso che la Rai abbia fatto il suo.
Come servizio pubblico, non possiamo sperperare denaro. Credo che i nostri utenti saranno comunque tutelati e soddisfatti del servizio che offriremo''.
SKY PIGLIATUTTO, I GOL IN CHIARO SU CIELO - Arriva l'ennesimo scossone nelle abitudini domenicali del telespettatore affamato di calcio. 'Novantesimo minuto' sta per dire addio alle anteprime dei gol ed alle immagini delle azioni salienti delle partite di serie A, nella fascia dalle 18,00 alle 18,15. Dopo oltre quarant'anni la Rai non sarà più la prima a mostrare il meglio del campionato. La Lega professionistica di serie A ha annunciato di aver ceduto a 'Cielo', canale 'free' di Sky (visibile sul digitale terrestre e sul bouquet satellitare della pay tv), i diritti del pacchetto 6A, che contiene - tra l'altro - i collegamenti in diretta prima e durante le partite e le interviste in diretta nel post-gara. L'accordo tra Lega e Sky riguarda le stagioni sportive dal 2012 al 2015. Si trattava degli ultimi diritti televisivi sul calcio ancora da assegnare.
Dopo Formula 1 e Motomondiale, Sky cala un altro asso. A forte rischio anche 'Quelli che il calcio e...', programma sportivo della domenica condotto su Rai2 da Vittoria Cabello, che perderà molti degli ingredienti con cui era confezionato, reggendosi sui collegamenti dagli stadi a gare in corso, pur senza immagini dai campi, ma con le immagini più divertenti dagli spalti, striscioni, tifoserie. E Simona Ventura, che sulla Rai ha condotto per 10 anni la trasmissione ed è attualmente a Sky (dove è giudice a XFactor), è in pole position per condurre il nuovo programma (ci vorrà qualche settimana per allestirlo).
Dopo i primi due turni del massimo campionato giocati alle 20,45, nel prossimo fine settimana la serie A torna al pomeriggio e ora gli appassionati si chiedono dove andare a cercare l'anteprima dei gol. Fino ad ora, chi non aveva la pay-tv (e sono milioni di famiglie) faceva affidamento soprattutto sulla Rai e sul suo 'Novantesimo minuto', che da decenni trasmette gli highlights delle partite. "Considerando i tempi di crisi che stiamo attraversando, sono comunque contento che la Rai si sia assicurata il pacchetto 6B, quello che ci consente di partire con Novantesimo minuto alle 18,15.
La nostra programmazione, sostanzialmente, resta invariata. Abbiamo salvato le nostre trasmissioni storiche come Novantesimo, appunto, e la Domenica Sportiva". Eugenio De Paoli, direttore di RaiSport, reagisce con fair play alla notizia. "Certo, dispiace un po' che siano altri a mostrare i gol con qualche minuto di anticipo - aggiunge - ma, considerando la 'coda' di 'Stadio Sprint', il nostro ritardo sarà minimo. Ripeto, visto il momento penso che la Rai abbia fatto il suo. Come servizio pubblico, non possiamo sperperare denaro. Credo che i nostri utenti saranno comunque tutelati e soddisfatti del servizio che offriremo".
ansa

Del Piero: 'Chi bara tradisce sport'

di Paolo Levi
PARIGI - Dal Cepu alla Sorbona. Alessandro Del Piero ha rinviato la sua partenza per l'Australia - dove è stato ingaggiato per due anni con il Sydney Fc - per pronunciare un importante discorso nella celebre università parigina, una delle più antiche e prestigiose d'Europa, tutto consacrato all'importanza di uno sport pulito e senza trucchi, lontano dal calcioscommesse.
"Chi bara tradisce lo sport", ha avvertito l'ex fantasista juventino, rivolgendosi a una folta platea di alti esponenti del mondo dello sport, della cultura e della politica, in occasione del Simposio sull'Integrità nello Sport, organizzata dall'Icss (un'organizzazione indipendente per la sicurezza nello Sport) e dal comitato olimpico del Qatar, in collaborazione con l'Unesco, l'organismo Onu per Educazione, Scienza e Cultura. "Sporcare lo sport significa compromettere il suo futuro", ha insistito l'ex capitano della Juve, che nella capitale francese si è soprattutto fatto promotore dell'iniziativa 'Save the Dream', un progetto pensato come programma mondiale di comunicazione per proteggere l'integrità dello sport e sensibilizzare ragazzi e giovani atleti sui rischi della manipolazione dei risultati sportivi.
"Un fenomeno diventato molto grave", ha detto ancora Del Piero, aggiungendo: "Pensare che il calcio possa essere associato a fatti di criminalità è per me molto triste. Con 'Save the Dream lavoreremo per vincere, giocheremo per vincere, cosi' come ho sempre fatto durante tutto il corso della mia carriera". Non è un caso se poco prima di salire in cattedra, Alex si é schierato dalla parte di parte di Simone Farina, che denunciò le 'combine' nel calcio italiano. Giungendo nei grandi saloni della Sorbona, l'ex juventino viene bloccato dai cronisti, che gli chiedono quale sia la sua opinione rispetto all'ex difensore del Gubbio, che in Italia non ha trovato nessuna squadra pronta ad ingaggiarlo ed è dovuto emigrare in Inghilterra.
"E' una vicenda che non conosco abbastanza in profondità per poter giudicare, ma sicuramente Farina ha avuto coraggio. Entrare in una squadra può richiedere più o meno tempo. Mi auguro per lui che, se vuole continuare a giocare, possa continuare a farlo". Alla conferenza, sono anche intervenuti alti esponenti dell'Unesco, della Commissione europea, ma anche il vicedirettore Antimafia Pier Luigi Dell'Osso e lo sceicco Saoud Bin Abdulrahman Al-Thani, presidente del comitato olimpico del Qatar. All'iniziativa 'Save The Dream', aderiscono - oltre all'ex capitano della Juve, che 'dirige' i lavori - altri undici atleti tra cui l'ex campionessa di tennis Monica Seles. A chi chiedeva se non fosse emozionato di essere intervenuto da un pulpito così prestigioso come quello della Sorbone, il 'professore' - in completo grigio gessato - ha risposto emozionato: "Effettivamente è stata una sorpresa...".
E a sorprendere l'ex bianconero sono stati anche una trentina di fan, tra cui moltissimi italiani e qualche francese, che lo hanno atteso per oltre un'ora all'uscita dell'università, nel cuore di Parigi. Del Piero si è mostrato molto disponibile e si è prestato ad una lunga sequenza di foto ed autografi. "Per me rappresenti il calcio pulito, grazie Alex", gli ha detto Maurizio, un ragazzo di 18 anni venuto dalla Sicilia a Parigi per una vacanza studio di tre settimane. "Torna presto, che in Italia già ci manchi", gli ha fatto eco un altro gruppo di ragazzi, improvvisando cori in mezzo alla strada ("un capitano, c'é solo un capitano!), con tanto di maglie e felpe della Juve, davanti allo sguardo attonito dei passanti parigini. Poi il fantasista ha salutato tutti e si è infilato nella sua berlina. "Ciao Alex. Salutaci i canguri!", ha gridato infine, un ragazzo, mentre l'auto lasciava il parcheggio, portando l'ex azzurro verso la nuova avventura australiana.
ansa

Golf: Italian Open con Manassero e Molinari


Un field ricco di campioni, quattro giorni di puro spettacolo. E' la magia del Bmw Italian Open di golf che da dopodomani, giovedì 13, a domenica 16, vedrà protagonisti alcuni dei migliori golfisti del panorama mondiale. A cominciare dai tre alfieri azzurri Matteo Manassero, Edoardo e Francesco Molinari, alla caccia di una vittoria che manca nella gara di casa dal 2006, quando proprio Francesco Molinari trionfò sul green di Tolcinasco.
Ci riproveranno al circolo torinese del Royal Park I Roveri, per il quarto anno consecutivo sede della principale manifestazione golfistica del nostro paese. Per i tre azzurri la concorrenza è di altissimo livello. Tra i 156 partecipanti annunciati, spiccano infatti il tedesco Martin Kaymer, il belga Nicolas Colsaerts, l'inglese Robert Rock, vincitore dell'edizione 2011, e la nutrita compagine spagnola, guidata da José Maria Olozabal, capitano della formazione europea di Ryder Cup. Al suo fianco Miguel Angel Jimenez, Gonzalo Fernandez Castano, Alvaro Quiros, Pablo Larrazabal e Rafael Cabrera Bello.
Tutti nomi di livello assoluto cui si aggiungono, tra gli altri, lo scozzese Colin Montgomerie, l'irlandese Pul Mc Ginley e gli svedesi Robert Karlsson e Fredrik Andersson Hed. Completeranno la pattuglia azzurra poi i sempreverdi Costantino Rocca ed Emanuele Canonica e i giovani emergenti Lorenzo Gagli, Andrea Pavan e Federico Colombo. Lo spettacolo è dunque assicurato.
Anche perché l'Open d'Italia sarà l'antipasto della Ryder Cup, in programma a fine mese a Chicago, gara che vedrà impegnato, con la squadra europea, Francesco Molinari. "Sarebbe bello vincere di nuovo - ammette Chicco -, penso che mi non stancherei mai di vincere l'Open...".
Le chance sono in effetti più per lui e Matteo Manassero, che per suo fratello Edoardo, al rientro in gara dopo l'operazione al polso sinistro. "La mano è ok, darò tutto, anche se non ci si aspetti molto da me" assicura Dodo. Il torneo, che sarà trasmesso in diretta da Sky Sport, si svolgerà sulla distanza delle 72 buche, 18 al giorno.
Dopo i primi due giri (36 buche in tutto), ci sarà il taglio che lascerà in gara i primi 65 classificati e i pari merito al 65esimo posto che si contenderanno poi il successo finale.
ansa