Risorge dalle proprie ceneri, crolla poi rinasce, zittisce chi non
credeva più in lei e trascina Roma a gara 7. Un monumentale secondo
tempo dei reggiani costringe l’Acea alla resa dopo che per la prima
parte di gara la formazione di Calvani dava l’idea di dominare in lungo e
in largo il match.
Reggio è caricata a pallettoni, dall’ambiente, dalle residue speranze
di portare la serie a gara 7 e dalla volontà di non chiudere davanti al
proprio pubblico la stagione. Nei primi minuti Roma segna dall’arco,
trovando difficoltà a entrare nel pitturato, esattamente come succede a
Reggio, che si accontenta dei tiri dall’arco sul pick&roll di
Cinciarini. Il primo sorpasso biancorosso avviene al 7’ grazie a una
tripla di Taylor, dopo che l’Acea era riuscita a por tarsi sul +5 grazie
a una percentuale altissima dall’arco prima e per lo stesso motivo poi,
con Jones a quota 11 a fine primo quarto e la solita ottima marcatura
su Cinciarini.
Il secondo parziale di gioco inizia come era terminato il primo, cioè
con l’Acea che tira con percentuali altissimi anche per la difesa poco
intensa di Reggio. Un tecnico a Donell Taylor accende il PalaBigi, che
inveisce contro la terna arbitrale (in grigio per l’occasione) e lancia
Roma avanti di 12 lunghezze, nonostante Datome sbagli uno dei pochi tiri
liberi della stagione. Reggio è bloccata, non riesce più a trovare
fluidità in attacco e in difesa annaspa. Il canestro dall’arco di Goss
segna il massimo vantaggio esterno del primo tempo sul +15. Ma quel che è
più grave è la palese stanchezza dei biancorossi, che faticano
enormemente a tenere i tagli e a farsi valere atleticamente. Roma chiude
avanti 29-45 il primo tempo dando la netta sensazione di essere troppo
atletica, troppo lunga e molto meno stanca rispetto alla Trenkwalder.
La ripresa non inizia meglio per la formazione di Max Menetti, che
viene infilzata da un alley-oop di Lawal che porta Roma al +18. E’
davvero cotta la Trenkwalder, nonostante Brunner e Bell provino a
riportarla sotto le dieci lunghezze di disavanzo (senza riuscirci).
Datome e Goss la ricacciano indietro e la gara, stavolta, inizia ad
assomigliare a una storia con il finale già scritto. Ma questa squadra
non muore davvero mai, nemmeno quando sembra sul punto di collassare:
Donell Taylor con un libero e una tripla su buon rimbalzo offensivo di
Riccardo Cervi, riporta la Trenk al -9 e sembra ridare vita all’intero
palazzo, che aveva iniziato a non crederci più. La valanga reggiana è
spaventosa: 35 punti nel terzo quarto e gara riaperta grazie anche a un
Riccardo Cervi finalmente presente e reattivo. Il punteggio è da
stropicciarsi gli occhi al’intervallo e recita 64-67 per l’Acea,
bloccata da una zona che ne inceppa un meccanismo apparso perfetto fino a
quel momento.
Peccato che l’ultimo parziale di gioco, quando Reggio era tornata al
-1, sia apra con 5° fallo di Donell Taylor, che esce di scena e ridà
speranze a Roma. Poco male, perché da quel fallo Reggio tra tutta
l’energia che gli era mancata fino ad allora. E’ una tripla di
Cinciarini a dare il vantaggio a Reggio, che ora sembra indemoniata.
Roma però rimane attaccata al match e impatta con un paio di liberi di
Datome, fino ai canestri di Bell e ancora del play della nazionale, che
portano al +1 Reggio perché intervallati dal canestri dell’ala romana.
E’ una tripla di un fino a quel momento nullo Jeremic a far
letteralmente tremare il palazzo a 20” dal termine, che da il +4 ai
padroni di casa. Roma non segnerà più e Veccia, subentrato a Bell,
metterà i liberi della staffa. Reggio trascina Roma a gara 7
dimostrando attributi cubici.
Trenkwalder Reggio Emilia-Acea Roma 91-82
Parziali: 13-19; 16-26; 35-22; 27-15
Progressione: 13-19; 29-45; 65-67; 91-82
Il tabellino
Sala Stampa
Max Menetti
Gara incredibile che abbiamo vinto disputando un secondo tempo nel
quale non so dove i ragazzi abbiano tirato fuori le energie. Ora andiamo
a Roma per giocarci meritatamente una gara 7 che cercheremo di
approcciare al meglio, ben sapendo che giocheremo davvero al colosseo.
Alla fine ho chiesto ai ragazzi di rimanere in campo per accumulare
quell’energia che tutto il pala stava sprigionando. Spero che i nostri
tifosi possano seguirci anche nella capitale.
Luigi Calvani
Reggio ha fatto quel che sa fare meglio, ovvero rinascere dai propri
errori e non mollare mai. Noi abbiamo subito 35 e 27 punti nei due
quarti finali e questo sta a significare che c’è stato qualcosa di
sbagliato a livello difensivo. Dovremo ripartire da quanto abbiamo fatto
nella prima metà di gara e sappiamo che gara 7 sarà una battaglia. Il
momento decisivo? La tripla di Jeremic.
MVP – Riccardo Cervi: Se si leggessero solo i numeri
forse non si capirebbe nulla della gara che il giovane pivot reggiano
ha disputato. Dal suo ingresso la gara è cambiata: presenza, rimbalzi,
punti e testa ben in gara. Con un Brunner sfinito, la presenza di questo
Cervi potrebbe cambiare il destino di una serie.
WVP – Nessuno
Alessandro Caraffi
all-around.net