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Italia: la gioventù c’è, manca la classe

H o scritto che c’è del Mourinho in certe scelte tattiche di Lippi, vedi quella pretesa duttilità di attaccanti pronti a farsi difensori, come Eto’o e Milito, del che Iaquinta s’è assai lamentato; e solo domani, quando l’Italia affronterà il Paraguay del signor Gerardo Martino, sapremo se ho inteso bene o no le mosse del nostro ct. Di certo, c’è molto Mourinho nella pretattica dialettica organizzata a Casa Azzurri per tenere a bada i giornalisti ed evitare di prenderli a pesci in faccia come successe nel 2006.
Lippi ha organizzato la Sindrome d’Accerchiamento, ha realizzato Cime Tempestose, ha seminato zizzaniella per avere un certo clima di battaglia invero smarrito negli ultimi giorni. Ha dunque incaricato ­nell’ordine - Buffon, Zambrotta, Cannavaro e Gattuso, vale a dire i migliori suonatori del Berliner Ensemble, di rilasciare interviste polemizzanti con chissacchì (l’unico noto è Calderoli, il quale ci gode) onde agitare la vigilia. Buffon è stato saggio, responsabile, boia chi molla come sempre; Zambrotta gridava d’esser sveglio perchè l’avevano colto in piena pennica; Cannavaro diceva e diceva per la Patria ma nei suoi occhi - come in quelli di Paperon de’ Paperoni - brillava il simbolo del petrodollaro dubaiano; Gattuso, ahimè, sembrava interpretare, ieri, l’ultimo spot della campagna pubblicitaria “venite in Calabria”, con un cuore così e una lingua ormai inspessita da volgarità che secondo qualcuno 'fanno fino'. Ci è mancato - ma non si sa mai - l’intervento di un noto prestipedatore che attendiamo con ansia e che per ora ha fatto solo sapere di non esser pronto a scendere in campo con quattro ormai famose parole: «Non sono un Pirlo».
Parlano, i cari vecchi tromboni, e speriamo che siano pronti a metterci anche le caviglie, i muscoli, i polmoni; hablano hablano per distogliere l’attenzione dalle scelte di Lippi che potrebbero - dico potrebbero - essere rivoluzionarie per opporre adeguata resistenza all’assalto dei compagni di Edgar Barreto, eppoi alla Nuova Zelanda e infine alla Slovacchia del temibile (dico davvero) Marekiaro Hamsik. Gattuso ­scatenando i titolisti di tutti i blog - ha poi dato una notizia esclusiva ai cronisti attoniti: «È il mio ultimo Mondiale». Incredibile. Io vi do un’altra notizia: lo seguiranno una decina di colleghi. Ai quali oggi chiediamo, fuor d’ogni ironia, di mettercela tutta perchè il loro addio sia sempre più lungo e duri magari fino all’11 luglio. Nel frattempo, sollecitiamo gli ultimi arrivati a meritarsi la successione, la vittoria, magari il quarto titolo. Ce n’è, di gioventù, temo che manchi la classe, come ha precisato onestamente Cannavaro. E allora per l’ultima volta, mentre la Nazionale da tutti amata s’appresta a giocare la sua prima partita, dedico un pensiero a Lippi e al suo portavoce Gattuso: mi manca tanto Balotelli.