Atletica, Yeman Crippa verso la maratona: “Posso valere più che su pista”
Nell’ultima giornata degli Europei di atletica l’Italia ha festeggiato la straordinaria medaglia d’oro nei 10000 metri di Yeman Crippa. Una rassegna continentale da incorniciare per l’azzurro, che ha aggiunto anche il bronzo nei 5000 metri. Crippa ha raccontato i momenti della finale dei 10000 in un’intervista alla Gazzetta dello Sport, ripercorrendo quell’incredibile ultimo giro: “Fossi partito prima all’inseguimento del norvegese Mezgni avrei forse evitato un po’ di suspance, ma così è stato ancora più bello. Del bronzo nei 5000 avevo goduto a metà, questo oro mi riempie di gioia“.
Yeman non si vuole assolutamente fermare al titolo europeo, ma ha già messo nel mirino traguardi ancora più prestigiosi: “Non sarà appagato sino a quando non raggiungerò gli obiettivi degli altri. Voglio emulare Marcell, Gimbo e i loro trionfi olimpici. Qui siamo a livello europeo e non posso dire di essere il migliore”.
Nel futuro dell’azzurro, però, non c’è solo la pista, ma si fa sempre più calda l’ipotesi di uno spostamento anche in strada per correre la maratona. Lo stesso Yeman si è detto convinto di intraprendere questo nuovo percorso: “In primavera in accordo con il mio allenatore Massimo Pegoretti vorrei debuttare nella maratona. Ci devo pensare bene, ma il progetto mi affascina. Voglio capire quanto posso valere, credo più che in pista”.
L’azzurro ha trattato diversi temi e tra questi anche il miglioramento dei materiali dell’atleta e anche l’utilizzo di certe tecnologie, ma con una presa di posizione molto chiara. “Le nuove scarpe hanno fatto fare dei progressi assurdi, lo vedo tra i miei amici quasi amatori. Ben venga la tecnologia, come le lucine sul cordolo che dettano il ritmo. L’importante è che ci siano dei limiti e regole uguali per tutti”.
I prossimi appuntamenti per un 2022 che non è ancora finito e al quale Crippa richiede ancora un ultimo obiettivo: “Sabato sarò sugli 8 km del Giro delle Mura di Feltre e martedì 30 al meeting di Rovereto. Vorrei scendere sotto i 13 minuti nei 5000”.
oasport.it
Segnalazione a cura di Giuseppe Serrone
Yeman Crippa conquista l'oro nei diecimila metri agli europei di Atletica
Il venticinquenne trentin di origini etiopi è il nuovo 'Re d'Europa', il quarto a riuscire nell'impresa realizzata nel 1982 da Alberto Cova, nell'86 a Stefano Mei e nel 1990 a Salvatore Antibo
AGI - È da quattro anni che ci lavorava, l'ha voluto e l'ha conquistato. È l'oro dei 10.000 metri, la distanza più lunga dell'atletica leggera su pista. Yeman Crippa ha infiammato prima sé stesso e poi un interno stadio, l'Olympiastadion di Monaco di Baviera che con un'emozionante, quanto fenomenale volata, ha centrato quell'obiettivo che si era prefissato dopo il bronzo di Berlino 2018.
Yeman, 25 anni, figlio dell'Etiopia ma trapiantato in Trentino, adottato quando aveva cinque anni assieme ai suoi cinque fratelli da una coppia di Milano che si erano recati in un orfanatrofio di Addis Abeba, nella notte bavarese ha coronato la sua stagione ed il suo quadriennio con il titolo europeo nei 10.000 dopo aver rinunciato, tra le lacrime, al recente Mondiale di Eugene.
Con l'oro di Crippa - ci sono stati anche quelli di Marcell Jacobs nei 100 metri e di Gianmarco Tamberi nel salto in alto - l'Italia ha concluso l'Europeo in Baviera con undici medaglie.
Crippa, bronzo nei giorni scorsi nei 5000 metri, è entrato in pista decisamente 'affamato', voleva un metallo più pesante. Nelle battute iniziali della corsa lunga 25 giri il francese Jimmy Gressier si porta al comando.
L'italiano resta coperto, naviga tra la quinta e la settima posizione. Yeman è attento, prova ad allungare in progressione ma il turco di origini keniane Aras Kaya neutralizza la possibilità di fuga.
Quando mancano 2000 metri il mezzofondista delle Fiamme Oro allenato da Massimo Pegoretti (ex mezzofondista di buon livello) ritorna al comando del plotone tallonato da Gressier.
A poco più di mille metri dall'arrivo il norvegese Zerei Kbrom Mezngi scappa via e all'inizio dell'ultimo giro gode di un vantaggio di circa una trentina di metri sugli avversari.
Crippa vede che il distacco è ampio ma non vuole lasciare nulla di intentato e a 300 metri sferra l'attacco: Mezngi se ne accorge e prova ad allungare.
Niente da fare perché all'imbocco del rettilineo finale Yeman arriva come un treno, lo sorpassa tra il frastuono dello stadio e vola verso un oro che l'atletica italiana ricordera' per tanti anni.
Al traguardo Crippa ferma i crono in 27'46"13 davanti al norvegese (27'46"94) e al francese Yann Schrub (27'47"13) mentre Gressier è solo quarto. Un plauso a Pietro Riva, quinto con il primato personale di 27'50"51.
"Sono contentissimo, è un oro che vale tanti successi messi assieme a livello giovanile, adesso posso dire che faccio parte del club delle medaglie d'oro". Lo ha detto Yeman Crippa, neo campione europeo dei 10.000 metri nella mixed zone dell'Olympiastadion di Monaco di Baviera dove questa sera è calato il sipario sui Campionati europei di atletica leggera.
L'Italia ha concluso con undici medaglie. L'Italia nella classifica che tiene conto i piazzamenti fino all'ottavo è terza con 142,50 punti alle spalle di Gran Bretagna con 220 e Germania con 197.
Ricordando l'ultimo emozionante giro, il mezzofondista azzurro tesserato per le Fiamme Oro, ha affermato, "ho guardato troppo il francese e rischiavo di perdere di vista il norvegese che si era allungato, le gambe c'erano per recuperare il norvegese ed il tifo mi ha gasato".
L'ultimo oro dell'Italia nei 10.000 metri risale al primo settembre del 1990, quello di Salvatore 'Toto' Antibo a Spalato. L'edizione nella città dell'ex Jugoslavia resta la più proficua di sempre per l'atletica azzurra, ben 12 medaglie (5 di esse d'oro).
Prima di Antibo a laurearsi campioni d'Europa dei 10.000 anche Alberto Cova nel 1982 ad Atene e Stefano Mei a Stoccarda nel 1986 a guidare l'indimenticabile tripletta su Cova e Antibo.
Azzurri a medaglia su questa distanza anche con Giuseppe Bevilacqua, argento a Parigi nel 1938, Giuseppe Cindolo, bronzo a Roma nel 1974, Venanzio Ortis, argento a Praga nel 1978, Mei, bronzo a Spalato '90, e Daniele Meucci rispettivamente bronzo a Barcellona 2010 e argento a Helsinki 2012.
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EUROPEI DI ATLETICA
La lunga marcia di Schwazer verso il sogno
DI CESARE MONETTI
Per dirla calcisticamente è un’Italia a tre punte quella che oggi all’alba apre i Campionati Europei. Giorgio Rubino, Ivano Brugnetti ed il bomber Alex Schwazer. Il gol vincente sarà la medaglia d’oro nella 20 km di marcia. Semplice la tattica di gioco: tecnica sopraffina tacco-punta e “palla” ad Alex Schwazer che, se marcerà come solo lui sa fare, può solo vincere e continuare a sognare un record inedito: conquistare due medaglie d’oro (20 e 50 km) nella marcia agli Europei.
L’impresa in passato è riuscita solo al polacco Korzeniowski, ma si parla delle Olimpiadi di Sydney 2000 e c’erano ben sei giorni di recupero tra una prova e l’altra, qui sono solo tre. Alex è un cavallo di razza e non ha rivali come dice il tecnico Sandro Damilano: «Ha un solo avversario: se stesso. Per questo è arrivato solo domenica. Era rimasto a Merano a curarsi per prevenire i problemi di stomaco che sono il suo tallone d’Achille».
Alex, il suo nome è legato alla 50 km: bronzo ai Mondiali del 2005 e 2007, olimpionico a Pechino 2008. Perché ha scelto di fare anche la 20 km a Barcellona?
«Qui voglio vincere due medaglie anche per prendermi la rivincita dopo quella persa l’anno scorso a Berlino quando mi sono ritirato per problemi di stomaco. So che è difficile, ma il mio obiettivo è serio: nessuno ha mai vinto due ori nella marcia agli Europei».
Cosa ha variato nella preparazione rispetto al passato?
«Dopo sei anni di raduni nel centro federale di Saluzzo ho preferito stare di più in altura tra la Val Senales, Livigno e Tenerife. Ho anche gareggiato molto di più vincendo otto gare e mostrando una condizione eccellente sulla 20 km. Sulla 50 ho avuto sfortuna: a Signa in marzo il mio tentativo di record del mondo è stato vanificato dalle violentissime raffiche di vento, nella caldissima Chihuahua nella Coppa del Mondo a maggio non ho gareggiato per un’insolazione».
Nella 20 km lei è il leader mondiale con il tempo di 1h18’24'. Punta diretto all’oro?
«Certo, ancora di più ora che ho saputo del forfait del russo Borchin bloccato da un infortunio al piede. Campione olimpico e mondiale, per me era lui il favorito. Rimangono però tre russi di altissimo livello, l’eterno spagnolo Garcia e lo slovacco Toth, vincitore in Coppa del Mondo».
Per la 50 km che aspettative ha?
«Qui il favorito sarò io, anche se quest’anno le cose migliori le ho fatte sulla 20. Con soli tre giorni di pausa in mezzo tra le due gare sarà una lotta aperta per l’oro. I rivali più ostici saranno il russo Kirdyapkin campione del mondo e lo spagnolo, alla sua ultima apparizione. Senza dimenticare il campione uscente, il francese Yohan Diniz». Sul podio oggi potremmo gioire anche per Rubino e Brugnetti. Sandro Damilano, tecnico della specialità da trent’anni presenta così i suoi alfieri: «Rubino aveva fatto un inverno di lavoro eccezionale, poi da febbraio è stato colpito da una serie di sfortune: una microfrattura al piede sinistro e poi la pubalgia. Nonostante tre mesi di stop è riuscito a vincere l’importante gara di Podebrady. Ha dovuto rincorrere la condizione: non è andato in altura perché in altura ci si va quando si è in forma e non quando si deve mettere “fieno in cascina” come invece ha fatto la Nazionale di calcio. La sua incognita è la tenuta». Damilano è più fiducioso su Ivano Brugnetti: «Ha iniziato tardi la stagione perché doveva ancora decidersi su come programmarsi, però si è preparato bene in quota a Livigno. Può essere il solito Brugnetti: può vincere come può bucare la gara. Se arriva bene al 15° km sarà un rivale difficile da battere per tutti». Si giocano la medaglia anche l’esuberante Chiara Rosa nel getto del peso e Christian Obrist nei 1500. Qualifiche la mattina ed eventuale finale in serata. Daniele Meucci e Andrea Lalli, invece, sperano in un buon piazzamento nella finale dei 10.000 metri. Impegnati anche Libania Grenot nei 400 metri, Elisa Cusma e Likas Riffeser negli 800, Nicola Vizzoni nel martello ed i velocisti Collio, Di Gregorio e Cerutti per centrare la finale dei 100 metri di domani.
Questa mattina a Barcellona l’altoatesino insegue l’oro nella 20 km e cercherà poi il bis nella 50 km: «Sto bene ma nessuno c’è mai riuscito nello spazio di tre giorni»
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