Gjetia, Scotti, Romani e Sibilio hanno vinto la 4x400 ai Mondiali under 20 di atletica a Tampere (Giancarlo Colombo)
I numeri e le medaglie parlano chiaro e levano i dubbi: la baby Italia dell’atletica corre forte ed è vincente. Multietnica con la foto delle quattro ragazze tutte di colore che ha fatto scalpore, e talentuosa, questa è l’Italia del futuro capace di vincere una medaglia d’oro, come quella della staffetta 4x400 metri che ha trionfato davanti a Stati Uniti e Gran Bretagna nell’ultima giornata dei mondiali under 20 che si sono tenuti a Tampere. Gjetia, Romani, Sibilio e Scotti il magico quartetto che ha piazzato pure il record italiano, forse il record europeo (c’è un giallo in atto con la federazione mondiale) e pure il primato mondiale stagionale. 36 finalisti tra Europei under 18 di due settimane fa in Ungheria e la rassegna iridata per i minori di 20 anni, un record storico di 12 piazzamenti tra i primi 8, ben 18 primati personali battuti e per la prima volta 4 staffette su 4 tutte in finale. Italia in cima al mondo, così come accadde in quella calda domenica di fine agosto del 2004 quando Stefano Baldini vinse l’oro olimpico in maratona ad Atene. Baldini dal 2010 è il responsabile del settore giovanile della Federazione di atletica, il ct dei giovanissimi, a lui il compito di preparare gli azzurri del domani, impegno non facile a giudicare dalla crisi nera in cui l’Italia dei grandi è precipitata in questi anni. Più di una volta tra mondiali e Olimpiadi siamo tornati a casa con “zero tituli”, ma ora il futuro sembra roseo: «Mi aspettavo tutto questo, mi aspettavo il record italiano della 4x400, forse non l’oro, ma una grande prestazione sicuramente sì. Mi aspettavo i primati personali dei ragazzi, il loro entusiasmo e la loro voglia di fare». Baldini parla appena rientrato dalla Finlandia: «È accaduto che sia gli under 20 che gli under 18 abbiano espresso prestazioni superiori alla media. Ma non è un caso, questo è il frutto di esperienza internazionale che hanno già potuto vivere due anni fa quando da Allievi hanno fatto gli Europei a Tbilisi e l’anno scorso a Grosseto gli Europei juniores. Tanti di loro hanno anche gareggiato a fine giugno ai Giochi del Mediterraneo under 23. Insomma seppur neanche ventenni hanno già maturato ampia esperienza internazionale». Campioni da giovani se n’è visti tanti nella storia di qualsiasi disciplina sportiva, ma questo non significa continuare a vincere da adulti, anche in questo caso il ct non ha dubbi: «Questi ragazzi non li perdiamo, hanno già la mentalità da professionisti. Andrea Dellavalle, il capitano, seppur infor- tunato era presente comunque a Tampere, gli altri, pochi, infortunati li stiamo recuperando ». Sia chiaro, quest’oro mondiale conquistato domenica è solo la ciliegina sulla torta, la ricetta Baldini sta producendo talenti ed entusiasmo da diversi anni, considerando anche l’effetto Tortu, il velocista gioiellino che a soli vent’anni compiuti ha battuto lo storico record di Mennea: «Nel 2010 ho ereditato un sistema che già funzionava e stava in equilibrio, ho solo perfezionato l’organizzazione e dato più chiarezza. Ora è un sistema atletica che in primis produce motivazione, che ha un calendario gare ideale nella stagione lasciando crescere i ragazzi, si è formato un gruppo di lavoro insieme ai tecnici dei club che seguono ogni giorno questi atleti dove tutti si va nella stessa direzione. Ho inserito linee guida chiare, poche cose ma fisse. Gli allenamenti collegiali li comunichiamo con tanto anticipo così che oggi vantiamo quasi un 90% di presenze, c’è un’attività di sviluppo importante con oltre 60 raduni. Tutto deve essere chiaro e le cose importanti vanno valorizzate. I risultati di oggi li considero comunque un punto di partenza».
Sentirsi arrivati a vent’anni potrebbe rivelarsi un errore: «Devono solo continuare a crederci e ripetere quando saranno seniores ciò che fanno oggi, ovvero compiere il gesto tecnico perfetto e di alto livello nel momento che conta, nella gara clou, dimostrando alta concentrazione e gestione dello stress. Già lo sanno fare, questa è la vera vittoria». Qualcuno parla di fortuna, di annate fortunate, Baldini non ci sta: «Di sicuro sono dei gran talenti questi ragazzi, ma è dal 2010 almeno che vedo continuità di risultati. Ogni anno produciamo diversi nuovi ragazzi che possono fare Atletica con la A maiuscola. Siamo costanti nei risultati, ad esempio il record italiano della 4x400 femminile under 20 è stato abbassato per cinque volte negli ultimi cinque anni. Non è un caso che stiamo facendo bene con le staffette che si dice da sempre siano lo specchio di un movimento. Abbiamo la panchina lunga e i risultati arrivano». Sembra tutto bello e perfetto, ma Stefano Baldini è da sempre un perfezionista: «Per migliorare ancora abbiamo bisogno di professionalità. Servono tecnici preparati, professionisti a tempo pieno. Un’altra delle chiavi del successo è avere la soluzione corretta ad ogni problemi e in tempo breve. La base dei giovanissimi è larga, purtroppo però solo al Centronord ci sono impianti per fare atletica. Da emiliano posso dire che nella mia zona si sono inaugurate piste nuove a Parma, Modena, Ferrara, Forlì, Ravenna e sistemati diversi altri impianti come quello di Rubiera vicino a casa mia. Sono cambiati i costi e le tecniche per il rifacimento delle piste a beneficio delle amministrazioni pubbliche. Piste migliori significa anche meno infortuni per tanti atleti. Rimane scoperto il Sud Italia e mancano totalmente gli impianti indoor per l’inverno. Una vera falla che non vi sia nulla a Milano e Roma». Tra qualche settimana a Berlino gli Europei assoluti: «Farò parte della spedizione, non so se un giorno sarò il ct della nazionale assoluta, vivo il presente che con oltre 300 atleti da gestire mi assorbe molto. Per vincere tra i seniores tra qualche anno serve che in Italia venga organizzato un grande evento tipo Europei o Mondiali capaci di dare una spinta forte al movimento. Nel 2020 avremo gli Europei Allievi a Rieti, abbiamo avuto a Chia gli Eurocross e Grosseto 2017. Serve qualcosa di storico per galvanizzare definitivamente questa generazione pronta ad esplodere ». Stefano Baldini
da Avvenire