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Tuffi: Cagnotto-Dallapè sincro d'oro, sempre regine Europa

Ottavo titolo di fila, ancora un oro europeo a ripetere quella magia che sul trampolino le rende una cosa sola. Tania Cagnotto e Francesca Dallapè anche a Londra, in quella stessa piscina che quattro anni fa ai Giochi lasciò loro più lacrime che sorrisi per quel bronzo perso per soli due punti, si confermano regine del sincro nel Continente: da quando esordirono a Torino nel 2009 le due campionesse, atlete e amiche, non sono mai scese dal gradino più alto del podio.
    Allontanate le ansie e le paure si sono aggiudicate l'oro con 327.81 punti, davanti alle britanniche Alicia Blagg e Rebecca Gallantree (319.32) e alle russe Nadezhda Bazhina e Kristina Ilinykh (304.20). Una marcia regale per una coppia che in Europa non ha rivali e che regala la centesima medaglia d'oro della storia della Federnuoto ai campionati europei.
    Per la Cagnotto il regalo più bello, il tris dopo gli ori da uno e tre metri, nel giorno del suo trentunesimo compleanno.
    L'azzurra centra il ventesimo titolo totale (dodici individuali) di una carriera interminabile che la vede in testa nel ranking europeo con ventinove podi. "E' stato un europeo molto gratificante - racconta Tania - è il mio compleanno e ci siamo fatte un bel regalo. Sia nei tre metri che nel sincro abbiamo fatto importanti test in vista delle olimpiadi. Non era scontato che vincessimo questa medaglia. Abbiamo simulato la gara olimpica e, se andasse così, potremo essere contente a Rio. Sono felice perché ho salutato la mia carriera europea con un suggello importante. Era fondamentale fare questo punteggio perché ora avremo due mesi senza poterci confrontare con le altre coppie che incontreremo ai Giochi. Dovremo esser brave a gestire l'attesa per finalizzare il nostro obiettivo principale.
    Pensavo di aver raggiunto il mio massimo a 27, 28 anni nel precedente ciclo olimpico. Invece mi sento meglio ed ho meno dolori fisici. Mi sto allenando bene ed ho margini di crescita".
    Sfoga con il pianto tutta la sua felicità e la tensione la Dallapè: "Tutti si aspettavano che vincessimo e avevamo grande pressione ed abbiamo lavorato tanto per non deludere le attese.
    Sono stati degli anni bellissimi, io e Tania abbiamo lavorato sempre in armonia. Dovremmo finire il nostro lavoro a Rio ma l'importante sarà non pensarci. Era l'ultimo test veramente importante prima di Rio e tremavo come una foglia. Sono scoppiata in lacrime perchè era una settimana che mi volevo sfogare e fortunatamente sono pianti di gioia. Ci siamo abbracciate con Tania e mi sono passate in mente tante soddisfazioni e qualche delusione, poche fortunatamente".
    Nella piattaforma 10 metri show in casa di Tom Daley, l'ex enfant prodige dei tuffi ora star anche in tv: l'inglese, secondo nel sincro con il compagno Daniel Goodfellow, ha chiuso con 570.50 punti con due dieci su due tuffi diversi. 
ansa

Palermo salvo, Carpi retrocede in serie B

Il Palermo batte il Verona per 3-2 e si salva mantenendo un punto di vantaggio sul Carpi che vince a Udine per 2-1 ma retrocede in serie B. Nell'altra partita della serata Lazio-Fiorentina 2-4. Commozione a Roma e Udine per il saluto ai tifosi di Klose e Di Natale.
Salvezza sofferta fino all'ultimo minuto per il Palermo che si deve sudare la vittoria contro il Verona, già retrocesso. Il 3-2 finale è quasi il riassunto di una stagione difficilissima ma a lieto fine. Quasi un miracolo quello realizzato dai rosanero e dall'ultimo dei numerosi tecnici che quest'anno si sono avvicendati sulla panchina rosanero: Davide Ballardini. E' proprio l'allenatore, ritornato nel finale della stagione, il maggiore artefice di questa salvezza conquistata all'ultima giornata quando, poco più di un mese fa, tutto sembrava perso. Le reti di Vazquez, Maresca e Gilardino celebrano i tre grandi protagonisti della stagione rosanero, nel bene e nel male.
Non bastano i due gol di Verdi e la vittoria raccolta a Udine al Carpi, per conquistare la salvezza. Il successo casalingo del Palermo con il Verona già retrocesso lo condanna a ritornare nella serie cadetta, seppure a testa alta, dopo aver onorato il campionato fino all'ultimo minuto. L'Udinese chiude la stagione con una sconfitta e si congeda dalle sue tre bandiere: Di Natale, Domizzi e Pasquale. Un addio che Totò suggella con l'ultima rete in bianconero.
"Mi sono complimentato con i ragazzi che sono stati splendidi, da gennaio in poi abbiamo fatto 28 punti, una cosa straordinaria. Retrocedere a 38 punti lascia l'amaro in bocca, abbiamo fatto il massimo ma purtroppo non è bastato. Usciamo a testa alta da questo campionato". Fabrizio Castori rende onore al campionato del Carpi, che torna in B all'ultima giornata di campionato. "Possiamo guardarci allo specchio. So quello che abbiamo passato e che abbiamo vissuto, avevamo in squadra tanti ragazzi che erano all'esordio in Serie A - ha detto il tecnico al programma 'Serie A Live' (Mediaset Premium) - e fare un girone di ritorno così è un qualcosa di straordinario. Siamo un gruppo pulito e genuino. Non abbiamo pagato l'inesperienza, abbiamo pagato questa rivoluzione sbagliata della squadra. Io in estate sostenevo che questa squadra poteva salvarsi e infatti quando poi abbiamo riutilizzato la squadra della promozione le cose sono andate meglio, ma ormai era troppo tardi. Questa politica è stata sbagliata e retrocedere per un solo punto fa molto male. Il mio futuro sarà ancora al Carpi? Non lo so, devo ancora parlarne con la società, in questi giorni pensavo solo a questa partita e a chiudere al meglio la stagione".
"Il gol che porto nel cuore? Il primo, quello nel derby è stata un'emozione per me e per la squadra, è stato fantastico. Ho visto la gente piangere". Dai microfoni di Mediaset Premium, Miro Klose fa il bilancio dei suoi 5 anni con la maglia della Lazio, club a cui oggi ha dato l'addio con una rete, quella segnata su rigore contro la Fiorentina. "Ora non so cosa farò - aggiunge Klose -. Ho detto al mio manager che volevo finire bene la stagione e adesso vediamo cosa c'è sul tavolo e poi decidiamo. La partita che porterò nel cuore? La finale di Coppa Italia contro la Roma". Poi una battuta sul rigore di oggi: "mi hanno messo un po' di pressione perché non tiro mai i rigori, ma alla fine va bene così".
"Il primo tempo è stato il più brutto della mia gestione. La Fiorentina, squadra assai fastidiosa, ha dominato. Ma nella ripresa potevamo anche pareggiare. Dispiace chiudere con una sconfitta, ma ho vista una buona Lazio, soprattutto per la reazione del secondo tempo". Simone Inzaghi a 'Serie A Live' commentata così il ko 4-2 casalingo, con cui la Lazio si è congedata dal proprio pubblico. "Penso di aver fatto il massimo per questo gruppo, il pubblico ci ha salutato nel migliore dei modi nonostante la sconfitta e ci ha applaudito. L'incontro della società con Sampaoli? Penso che sia normale che una società si guardi intorno e poi decida. In queste 7 partite ho fatto il massimo, la squadra mi ha seguito. Poi la società sceglierà con calma. Loro adesso hanno visto quello che posso fare. Un aggettivo per Klose? Insostituibile".
ansa

Formula 1, Gp Spagna: trionfa il 18enne Verstappen davanti a Raikkonen e Vettel

Il 15 maggio 2016 è un giorno che verrà ricordato a lungo nella storia della Formula 1. Max Verstappenal debutto sulla Red Bull dopo la promozione dalla Toro Rosso, trionfa nel Gran Premio di Spagna e a 18 anni diventa il più giovane vincitore di sempre di un Gp, polverizzando il record (21 anni) che apparteneva a Sebastian Vettel. Proprio il tedesco è terzo, alle spalle dell’altraFerrari di Kimi Raikkonen. Entrambi delusi per non aver approfittato dell’incredibile suicidio delle due Mercedes, che si auto eliminano alla terza curva. Ma la gara – finalmente appassionante, tesa fino all’ultimo metro, caratterizzato da pochi sorpassi e dal dominio della strategia – incorona il predestinato, figlio d’arte che ha già ampiamente superato il padre Jos: la Red Bull non vinceva dal 2014 e torna davanti a tutti grazie a un ragazzino appena maggiorenne. E la sensazione è che quello di oggi sia solo il primo successo di una grande carriera.
Prima di oggi un po’ tutti pensavano che la Mercedes si potesse battere soltanto da sola. E il Gp di Barcellona lo conferma. La partenza ravvicinata, e l’ennesimo sorpasso allo start, accendono la miccia che fa esplodere la rivalità traNico e Lewis, compagni sempre più rivali. Dopo la qualifica Rosberg aveva stuzzicatoHamilton, ricordandogli come nonostante le tre pole non fosse mai riuscito a passare in testa la prima curva. Succede anche inSpagna: il tedesco leader del mondiale lo brucia, ma scatena la reazione di Hamilton che prova subito il controsorpasso. E qui succede il pasticcio: Rosberg gli chiude la porta cambiando traiettoria e lo butta fuori, ma sull’erba l’inglese perde il controllo della sua monoposto e travolge il compagno. Risultato: tutte e due le Mercedes fuori al primo giro. E gara apertissima per tutti gli altri.
Ad approfittarne, però, non sarà la Ferrari, che resta seconda anche quando i primi escono di scena. La partenza di entrambe le rosse è rivedibile (Raikkonen perde subito quattro piazze, Vettel dopo aver provato ad essere aggressivo si fa passare da Verstappen eSainz). Quando si rimettono in carreggiata, inizia una lunga gara di posizione e strategia, all’inizio all’inseguimento di Ricciardo che sembra lanciato verso il successo. Ma i pit-stop rimescolano le carte in pista: alla seconda sosta, l’australiano è il primo a fermarsi, seguito subito da Vettel ma non da Verstappen. Nel gioco delle coppie, anche Raikkonen assume la stessa strategia dell’olandese. La corsa diventa una partita a scacchi: la Ferrari di Vettel prova ad anticipare all’estremo il terzo stop (si riferma dopo appena 11 giri), Ricciardo fa l’opposto. Ma la strategia giusta è quella a due soste. Così con un long run di oltre trenta giri, che non era mai stato provato, la vittoria se la giocano a sorpresa Verstappen e Raikkonen. Max e Kimi, il giovane e il vecchio: tra loro ci sono 18 anni di differenza e pochi centesimi in pista. Il finale in questa lotta a due coppie è emozionante. Per il podio Ricciardo esagera in staccata, ma Vettel lo ricaccia indietro e poi l’australiano fora a un giro dalla fine, riuscendo comunque a salvare il quarto posto. Raikkonen invece non riesce mai neanche a tentare la zampata vincente, nonostante la sua Ferrari sembri averne un po’ di più. Ma la Red Bull dà il meglio nel terzo settore, l’unico punto favorevole ai sorpassi di un tracciato difficile. L’olandesino volante va fino in fondo, senza tremare mai, senza una sbavatura. E riscrive la storia dellaFormula 1.
Forse era quasi destino che le Mercedes dovessero lasciare strada al predestinato. Ma la loro uscita fa molto rumore. Tutta la squadra si ritrova in una riunione concitata dopo l’incidente. “Una manovra stupida, inaccettabile”, attacca il presidente Niki Lauda. Che prende le parti di Rosberg: “È più colpa di Lewis, è lui che ha attaccato”. Come dire che le gerarchie, in pista dopo la prima curva e forse anche in casa Mercedes, erano fatte. Ma il campione in carica non poteva accettarlo. Più diplomatico il team principal Wolfe, che parla di “incidente di gara normale, che però non può capitare fra due macchine della stessa scuderia”. Difficile ricucire. Dopo Barcellona nulla sarà più come prima. Rosberg e Hamilton da compagni diventano nemici. Dovranno guardarsi da Verstappen e dalla Red Bull, rivali forse più credibili della Ferrari, ma soprattutto da se stessi. Il mondiale è riaperto. E anche molto più bello.
fonte: Il Fatto Quotidiano