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Vergogna in Turchia-Grecia. Fischi nel minuto di silenzio

Il momento di raccoglimento per le vittime di Parigi rovinato dai tifosi locali, che avrebbero anche intonato il coro "Allah è grande"

Fischi assordanti e cori durante il minuto di silenzio in memoria delle vittime degli attentati terroristici di Parigi. È successo allo stadio di Istanbul, prima dell’amichevole tra la Turchia e Grecia (poi finita 0-0), seguita in tribuna anche dal primo ministro turco Ahmet Davutoglu e da quello greco Alexis Tsipras. Come negli altri incontri internazionali, è stato osservato un momento di raccoglimento, ma i tifosi di casa lo hanno rovinato, come era già successo in ottobre in occasione dell'incontro tra Turchia e Islanda. Allora si commemoravano le vittime dell'attentato di Ankara. Secondo molti media, i tifosi turchi avrebbero anche intonato il coro "Allah u akbar", cioè "Allah è grande", la stessa frase che secondo diversi testimoni era stata pronunciata dagli attentatori durante la terribile mattanza al Bataclan.
 Gasport

 

Italia e Romania pareggiano per 2-2

Italia e Romania hanno pareggiato 2-2, nell'amichevole disputata sul terreno dello stadio Renato Dall'Ara, a Bologna. Gli azzurri hanno chiuso sotto di un gol (Stancu) il primo tempo, poi hanno rimontato con Eder su rigore e Gabbiadini, ma nel finale sono stati raggiunti da una rocambolesca segnatura di Andone.

Gol e morte, Francia-Germania la partita del panico

Quanto è finita Francia-Germania? Se c'è una partita che nella storia del calcio vedrà cancellato il risultato dai ricordi dei suoi ottantamila spettatori, è l'amichevole dello Stade de France. La partita dei gol, ma soprattutto della morte e del panico. A 292 giorni dall'Europeo 2016, quel boato al minuto 16' della sfida tra i campioni del mondo e gli ospiti del prossimo torneo continentale era "sembrato in primo momento solo un petardo, uno dei tanti che sentiamo nei nostri stadi", come ha raccontato Oscar Damiani, ex giocatore e ora procuratore presente a Parigi per seguire l'amichevole. Ma nello Stade de France non succede, un petardo. Se succede, è strage terroristica, non gioco d'ultrà. Così lo stadio più grande di Francia, l'impianto pulifunzionale da calcio e da rugby ma anche da concerti, lì dove Zidane diede alla Francia il mondiale '98 e Euro 2016 vuole celebrare la sua finale, si è trasformato ancora una volta: non più teatro dei sogni ma palcoscenico del panico, con la foto ricordo delle migliaia di spettatori che a partita finita sono entrati in campo, devastati dal terrore e dall'incapacità di sapere cosa fare. Le esplosioni, raccontano i testimoni, sono state due. Il gioco non si è fermato, l'attenzione del pubblico in parte sì: anche se fuori da quel mondo a parte, per le vie della Ville Lumiere, stava scoppiando una vera e propria guerra, una sparatoria dietro l'altra, i morti, gli ostaggi, le strade devastate dal sangue. E piano piano le prime notizie sono arrivate via radio anche a chi da dentro lo splendido impianto parigino stava seguendo l'incontro. "La partita si è giocata, al momento non ci si era resi conto pienamente della situazione", racconta Damiani, senza poter spiegare la scelta dell'arbitro spagnolo Lahoz di far proseguire. Di fatto le autorità - tra l'incertezza e il timore di scatenare il panico tra le migliaia di spettatori - avevano scelto di non diffondere notizie e di lasciar giocare. Ma il presidente Hollande, presente allo stadio - e ritratto sorridente dai fotografi, prima del fischio d'inizio - veniva nel frattempo evacuato dalle forze di sicurezza, mentre le uscite dello Stade erano sigillate per impedire attacchi dell'esterno. Il gol di Giroud nel minuto di recupero del primo tempo, il raddoppio di Gignac a 4' dal termine, il ritorno in campo dopo 14 mesi di Mario Gomez, in campo diversi 'italiani', da Khedira a Pogba, da Rudiger a Evra: dettagli di di cronaca, seguiti da quel finale che rimarrà il vero risultato di Francia-Germania. I giocatori hanno esultato ai gol: non sapevano nulla della strage di fuori. Solo alla fine il presidente della federazione francese li ha informati del match surreale di cui erano stati protagonisti involontari. "Ci avevano detto che le porte erano chiuse, ma ne ho trovata una aperta e sono scappato via - racconta ancora Damiani - non so come, ma ho avuto la fortuna di trovare un taxi e scappare in albergo, mentre tutta Parigi era in preda alla pazzia". Comprese le decine di migliaia di tifosi scesi in campo allo Stade de France, in preda al panico di una partita che sarà per sempre ferma nella memoria.
ansa