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Lucchetta 50 special: «Lo sport è missione»

Sarà perché i piccoli eroi esemplari dello sport sembrano sempre tutti giovani e belli, ma chi lo direbbe che quell’eterno ragazzone dell’Andrea Lucchetta, è arrivato a schiacciare sul nastro del mezzo secolo? Compie 50 anni domani il “Crazy Lucky” di Treviso, come lo chiamavano - già prima che diventasse un cartoon - i suoi compagni di Nazionale, (gli altri piccoli eroi esemplari Zorzi, Cantagalli, Toffoli, Giani, ecc…): membri onorari e onorati dell’ultima generazione di fenomeni della pallavolo azzurra anni ’90. Una vita sempre al centro la sua, a cominciare dal campo: ruolo centrale. Segni particolari: in testa un’onda anomala e trasversale «come la mia filosofia di vita e come il saluto del capitano», scatta la mano dalla fronte, lassù in cima ai 200 centimetri di fosforo e fantasia vulcanica.

Ma soprattutto un gigante di generosa creatività, al servizio degli altri. Una palla alzata per gli ultimi. Dai bisognosi, ai malati («ho persino inciso il rap Schiacciamo l’Aids»), ai più piccoli, cresciuti con il suo inno Go Lucky go, per quella che definisce la «mia missione», partendo dall’universo del volley. «Una missione iniziata grazie a papà Ettore e mamma Maria e ai loro insegnamenti preziosi che mi porto dentro. In fondo sono rimasto quel ragazzino che ha cominciato a giocare a pallavolo nella squadra dei salesiani: l’Astori di Mogliano Veneto – attacca a rullo –. Il mio primo coach fu don Ermes Birri. Mitico don – sorride divertito –: in un anno con i suoi allenamenti sono cresciuto di 11 centimetri e la scarpa è lievitata oltre il 44, poi mi sono fermato al 46 e mezzo.

Ma con quello sviluppo precoce sono iniziati anche i primi problemi, il senso di disagio che si prova a quell’età nel sentirsi “giganti”, quindi diversi. Gli altri ragazzini che mi sfottevano con i soliti epiteti: pennellone, perticone… Bullismo alla pane e salame, oggi le cose sono peggiorate e la violenza tra ragazzi viaggia veloce e prepotente su Internet e sui telefonini. Come difendersi? Come facevo io: grandi dosi di autoironia e comicità. Di solito funziona, a volte purtroppo non basta, ed è la causa di tanti piccoli e grandi drammi giovanili». Abbassa il tono e il ritmo post-sfida, ma Crazy Lucky non si abbatte mai. Nelle difficoltà si appella alla magia concreta delle sue «S»: sfida, squadra, sorriso e sport. «Queste “S” coincidono con quella grande di “Spiritualità” che ho trovato anche su un campo di pallavolo. Su in alto, all’ultimo gradino della tribuna di un palazzetto ero convinto ci fosse sempre un bambino con gli occhi azzurri che mi fissava e che vedeva in me il suo modello da seguire.

Perciò avvertivo la responsabilità di non deluderlo mai con i miei comportamenti. Se ogni campione di oggi pensasse che quel bambino con gli occhi azzurri li sta fissando, forse anche nello sport le cose andrebbero meglio». Appena smesso di giocare per tutti i bambini, con o senza gli occhi azzurri, a Modena ha fondato la ludoteca “Oplà”. «Oltre 600 compleanni l’anno, 18mila bambini passati di lì con i quali ho continuato ad allenarmi nel ruolo di comunicatore. Per quello di educatore sono ancora un po’ indietro, ci devo lavorare su». Ma sulla comunicazione è rimasto il numero 1, come quando nell’estate del ’90 a Rio de Janeiro alzò al cielo la coppa del Mondo e venne eletto miglior giocatore del torneo iridato. «Quell’attimo fuggente è volato via in fretta, ma ho imparato a costruire altri attimi come quelli, ricominciando sempre da zero con determinazione, mostrando gli “occhi della tigre”, come voleva il nostro ct Julio Velasco…

Quegli occhi oggi si fa fatica a ritrovarli nei ragazzi, perché vivono in un mondo che noi adulti abbiamo svuotato dei valori fondamentali, come il rispetto per le regole, comprese quelle del gioco. Il segreto per farsi seguire dalle nuove generazioni credo stia nel cercare di insegnargli l’imprescindibilità delle regole, evitando di annoiare, senza autorità, ma con autorevolezza. Con i miei due figli Lorenzo (18 anni) e Riccardo (15) ho fatto così, a cominciare dalla scelta dello sport: hanno deciso liberamente per il basket. Fin da piccoli gli ho trasmesso la gioia del gioco che non ha nessuna relazione con il successo, la fama, il denaro. A casa mia non c’è nessun trofeo esposto. Le medaglie sono tutte in un cassetto, perché il valore materiale di un oro è nullo rispetto alle emozioni dell’attimo in cui, con il sacrificio e l’umiltà che sono le stimate dei veri campioni, si arriva a conseguire un risultato».

Da come parla converrete che di uomini così, specie nello sport odierno, non se ne vedono. E forse è per questo che, a un certo punto, Lucchetta ha deciso di diventare un eroe dei cartoon, il carismatico coach delle ragazze dello Spike Team, Crazy Lucky. «Lo Spike Team è nato per trasmettere una serie di messaggi ai ragazzi. Tipo: cercate il più possibile di sviluppare la vostra fantasia. Prendete sempre il meglio da tutti, ma poi costruitevi un vostro percorso, tenendo a mente che non siamo soli in questo mondo e che si vince sempre e soltanto con la squadra.

La regola fondamentale, in campo e fuori, deve essere la condivisione e quella per chi fa sport inizia nello spogliatoio». Condividere, abbattendo tutte le barriere possibili che ostacolano il cammino dello Spike Team. «Un ostacolo può essere anche la non accettazione della sconfitta che infatti ho inserito nella seconda serie del cartone animato. Il saper perdere è il primo segno di riconoscimento di un vincente nello sport e nella vita di tutti i giorni. Ma la vittoria più grande è saper condividere con quelli che sono meno fortunati di noi, come Brant».

È il nome del protagonista di un cortometraggio Il sogno di Brant, realizzato da Lucchetta con la regia di Alessandro Belli e che la Rai trasmetterà alla vigilia di Natale. «Ho passato sei mesi a visionare i blog di ragazzi che avevano perso un arto, ma che erano riusciti a rimettersi in gioco. Brant è uno di loro, ha avuto un grave incidente con la moto, ma non ha mollato e con il basket in carrozzina affronta con coraggio la sua seconda vita. Brant ci dice che la squadra più forte è quella in grado di far giocare sullo stesso campo disabili e normodotati.

Le Paralimpiadi di Londra 2012, che ho vissuto da commentatore per la Rai, hanno confermato che si può normalizzare e unificare lo sport». Siamo arrivati fin qui senza aver accennato al volley giocato e a quello italiano che negli ultimi anni si regge sui risultati del movimento femminile, «meno veloce e più tecnico», mentre quello maschile appare piuttosto in crisi. «L’ossessione dello spettacolo che passa attraverso lo strapotere della potenza fisica ha oscurato la qualità e la tecnica. La sincope da Internet ha reso le persone piene di informazioni brevi e superficiali, privandole della profondità e tutto questo si riflette anche in campo. Serve un ritorno a una dimensione vitale, anche nella pallavolo: quella della semplicità».

Una dimensione che nelle sue tante trasferte da globetrotter del volley ha avvertito forte «tra gli ultimi della terra. In Sudamerica, ma anche tra le popolazioni africane, laggiù spesso non hanno niente, ma possiedono ancora la trasparenza e la purezza del mio bambino con gli occhi azzurri... Sono arrivato a cinquant’anni consapevole che ho vinto ogni volta che a quel bambino ho strappato un sorriso e l’ho visto felice di partecipare al gioco». Buon compleanno Crazy Lucky.

Massimiliano Castellani - avvenire.it

Le partite, i canali e i telecronisti della 14a quattordicesima giornata di Serie A 2012-2013 su Sky Sport

Torna in campo la Serie A con i match della 14a quattordicesima giornata del Campionato 2012-2013, tutti live e in alta definizione. Il weekend calcistico inizia sabato 24 novembre, alle ore 20.45, con il derby di Sicilia Palermo-Catania, su Sky Sport 1 HD/canale 201, Sky Calcio 1 HD/canale 251 e Sky SuperCalcio HD/canale 205. Pre partita dalle 19.45 (e post fino alle 23.30) su Sky Sport 1 HD/canale 201 e Sky Calcio 1 HD/canale 251, con Marco Cattaneo, Christian Panucci, Zvonimir Boban e Andrea Zorzi. A seguire, alle 23.30, sugli stessi canali, un nuovo appuntamento con I Signori del calcio: questa settimana, puntata dedicata al centrocampista del Chelsea Frank Lampard.
Domenica 25 novembre, alle 13,su Sky Sport 1 HD/canale 201, Sky SuperCalcio HD/canale 205 e sui canali delle partite, appuntamento con Benedetta domenica, il magazine di approfondimento con le ultimissime sulle gare delle 15 condotto da Sara Benci, con Stefano De Grandis e Alessandro Costacurta. 
Alle 15, live tutte le partite del pomeriggio in contemporanea, con un match aperto al pacchetto Sport: Pescara-Roma (Sky Sport 1 HD/canale 201 e Sky Calcio 1 HD/canale 251), Torino-Fiorentina (Sky Calcio 2 HD/canale 252), Atalanta-Genoa (Sky Calcio 3 HD/canale 253), Sampdoria-Bologna (Sky Calcio 4 HD/canale 254), Chievo-Siena (Sky Calcio 5 HD/canale 255) e Diretta Gol (Sky SuperCalcio HD/canale 205).
Inoltre, su Sky Sport24 HD, durante le partite del pomeriggio, tra le 15 e le 17, in studio Christian Panucci e Zvonimir Boban per approfondire i temi della giornata calcistica. 
Alle 17, su Sky Sport 1 HD/canale 201 e Sky Calcio 1 HD/canale 251, torna Ilaria D'Amico con il suo Sky Calcio Show, per il punto sulle partite della quattordicesima giornata di campionato appena concluse e le interviste ai protagonisti. In studio Giorgio Porrà, Gianluca Di Marzio, Massimo Mauro e Luca Marchegiani. A seguire, alle 19 sugli stessi canali, un nuovo appuntamento con Terzo tempo, in onda con noi, con Mario Sconcerti e Roberta Noè.
Alle 19.30, nuovamente in studio con Ilaria D'Amico e i suoi ospiti, a cui si aggiunge Gianluca Vialli, per il pre partita di Milan-Juventus, su Sky Sport 1 HD/canale 201, Sky SuperCalcio HD e Sky Calcio 1 HD/canale 251.
Alle 20.45,sugli stessi canali, il fischio d'inizio del big match, che verrà trasmesso anche in tre  dimensioni solo su Sky 3D/canali 150 e 209.
Milan-Juventus godrà su Sky di una copertura eccezionale. Saranno 14 le telecamere di Sky impiegate solo per la produzione in HD: più la ultra slow motion, che consente di riprodurre le azioni di gioco a una velocità più lenta del reale, una posta all'esterno dello stadio e altre tre di integrazione. In tutto ben 19 telecamere, per non perdere nulla del super match della 14^ giornata.
Per la produzione in 3D, saranno 7 le telecamere di Sky impiegate, con un pre partita dedicato live da San Siro a partire dalle 20.15 con l'inviato Luca Tommasini, mentre la telecronaca in tre dimensioni avrà la voce di Federico Zancan e Giancarlo Marocchi.
Il match verrà trasmesso anche in Alta Definizione su Sky Sport 1 HD/canale 201, Sky Calcio 1 HD/canale 251 e Sky SuperCalcio HD/canale 205, con la telecronaca di Fabio Caressa e Beppe Bergomi. Quattro gli inviati a bordo campo: Giovanni Guardalà, Marco Nosotti, Alessandro Alciato e Francesco Cosatti.
Al termine dei 90', alle 22.45, su Sky Sport 1 HD/canale 201 e Sky Calcio 1 HD/canale 251, spazio alle voci dei protagonisti fino a mezzanotte. A seguire, sugli stessi canali, un'altra ora in compagnia di Mario Sconcerti e Roberta Noè con Terzo tempo, in onda con noi.
Lunedì 26 novembre, alle 19, in campo Cagliari-Napoli, su Sky Calcio 2 HD/canale 252 e Sky SuperCalcio HD/canale 205. Pre partita dalle 18.30 (e post gara fino alle 21.30 su Sky Calcio 2 HD/canale 252).
A seguire, alle 21, sarà la volta di Parma-Inter, su Sky Calcio 1 HD/canale 251 e Sky SuperCalcio HD/canale 205. Pre partita dalle 20.30 su Sky Calcio 1 HD/canale 251 e, al termine del match, interviste e commenti all'interno di (E' sempre) calciomercato. In studio Alessandro Bonan e Gianluca Di Marzio.
La quattordicesima giornata si chiude martedì 27 novembre, alle 20.45, con Lazio-Udinese, su Sky Calcio 1 HD/canale 251 e Sky SuperCalcio HD/canale 205. Pre partita sugli stessi canali dalle 20 e post gara fino a mezzanotte su Sky Sport 1 HD/canale 201, Sky Calcio 1 HD/canale 251 e Sky SuperCalcio HD/canale 205 con Alessandro Bonan e Gianluca Di Marzio in (E' sempre) Calciomercato.
     
Sky continua a mettere in primo piano la tecnologia al servizio del telespettatore: anche per la Serie A, torna sia il mosaico di Diretta Gol (disponibile su Sky SuperCalcio HD/canale 205 premendo il tasto verde), per scegliere tra le  schermate contenenti le partite disputate in contemporanea, che quello di Gol Parade, il cosiddetto 90esimo minuto fai da te, per scegliere, cliccando il tasto verde sul telecomando già poco dopo la fine delle partite di campionato, gli highlights del match preferito.
E ancora, all'interno del mosaico di Diretta Gol, il servizio Gol Alert, che avvisa se è stato segnato un gol su un altro campo mentre si segue la partita preferita durante il proprio zapping personalizzato.
Sabato 24 Novembre 2012
ore 19.45
Pre partita Sky Sport 1 HD e Sky Calcio 1 HD
ore 20.45
Palermo-Catania su Sky Sport 1 HD, Sky Calcio 1 HD e Sky SuperCalcio HD
Telecronaca: Riccardo Gentile. Commento: Antonio Di Gennaro – bordo campo Veronica Baldaccini e Peppe Di Stefano
ore 22.45
Post partita Sky Sport 1 HD e Sky Calcio 1 HD
ore 23.30
I Signori del calcio-Lampard su Sky Sport 1 HD e Sky Calcio 1 HD
Domenica 25 Novembre 2012
ore 13
Benedetta domenica su Sky Sport 1 HD, Sky SuperCalcio HD e canali Calcio delle partite
ore 15
Diretta Gol Sky SuperCalcio HD
Pescara-Roma su Sky Sport 1 HD e Sky Calcio 1 HD
Telecronaca: Riccardo Trevisani. Commento: Daniele Adani – bordo campo Angelo Mangiante e Paolo Assogna - Diretta Gol: Marco Cattaneo
Torino-Fiorentina su Sky Calcio 2 HD
Telecronaca: Paolo Ciarravano. Commento: Claudio Onofri - bordo campo Paolo Aghemo - Diretta Gol: Maurizio Compagnoni
Atalanta-Genoa su Sky Calcio 3 HD
Telecronaca: ronaca Daniele Barone. Commento: Carlo Muraro – bordo campo Vanessa Leonardi - Diretta Gol: Lucio Rizzica
Sampdoria-Bologna su Sky Calcio 4 HD
Telecronaca: Antonio Nucera. Commento: Stefano Nava - bordo campo Manuele Baiocchini - Diretta Gol: Geri De Rosa
Chievo-Siena su Sky Calcio 5 HD
Telecronaca: Andrea Marinozzi. Commento: Roberto Sosa - bordo campo Giorgia Bortolossi - Diretta Gol: Dario Massara
ore 17
Sky Calcio Show su Sky Sport 1 HD e Sky Calcio 1 HD
ore 18.30
Sky Calcio Show Countdown su Sky Sport 1 HD e Sky Calcio 1 HD
ore 19
Terzo Tempo, in onda con noi su Sky Sport 1 HD e Sky Calcio 1 HD
ore 19.30
Sky Calcio su Show Sky Sport 1 HD, Sky Calcio 1 HD e Sky SuperCalcio HD
ore 20.15
Pre partita in 3D Sky 3D
ore 20.45
Milan-Juventus su Sky Sport 1 HD, Sky Calcio 1 HD, Sky SuperCalcio HD e Sky 3D
Telecronaca: Fabio Caressa - commento Beppe Bergomi - bordo campo Giovanni Guardalà, Marco Nosotti, Alessandro Alciato e Francesco Cosatti
Telecronaca 3D: 3D Federico Zancan – commento Giancarlo Marocchi - bordo campo Luca Tommasini
ore 22.45
Post partita Sky Sport 1 HD e Sky Calcio 1 HD
ore 24
Terzo Tempo, in onda con noi su Sky Sport 1 HD e Sky Calcio 1 HD
Lunedì 26 Novembre 2012
ore 18.30
Pre partita su Sky Calcio 2 HD e Sky SuperCalcio HD
ore 19
Cagliari-Napoli su Sky Calcio 2 HD e Sky SuperCalcio HD
Telecronaca: Massimo Tecca - commento Roberto Sosa - bordo campo Massimo Ugolini e Veronica Baldaccini
ore 21
Post partita su Sky Calcio 2 HD
ore 20.30
Pre partita su Sky Calcio 1 HD
ore 20.45
Parma-Inter su Sky Calcio 1 HD e Sky SuperCalcio HD
Telecronaca: Maurizio Compagnoni - commento Antonio Di Gennaro - bordo campo Andrea Paventi e Matteo Barzaghi
ore 23
(E' sempre) calciomercato su Sky Sport 1 HD, Sky Calcio 1 HD e Sky SuperCalcio HD
Martedì 27 Novembre 2012
ore 20
Pre partita su Sky Calcio 1 HD e Sky SuperCalcio HD
ore 20.45
Lazio-Udinese su Sky Calcio 1 HD e Sky SuperCalcio HD
Telecronaca: Geri De Rosa - commento Luca Marchegiani - bordo campo Matteo Petrucci e Paolo Assogna
ore 23
(E' sempre) calciomercato su Sky Sport 1 HD, Sky Calcio 1 HD e Sky SuperCalcio HD

Piero Ferrari: «La Rossa una grande storia di vita»


​Domenica in Brasile si conclude il Mondiale: parla il vicepresidente  del Cavallino Rampante.
«Sono stato al fianco di papà Enzo, in azienda, per un terzo di secolo, sino alla sua morte. Con lui si lavorava di giorno e pure la sera, a casa, il sabato e la domenica. L’unico giorno in cui riposava davvero era Ferragosto, data che non amava. Un segno del destino: il suo funerale, nel 1988, fu proprio il 15 agosto...».

Anche per l’ingegner Piero Ferrari, 67 anni, figlio del “Drake” e vicepresidente del marchio, è la vigilia dell’ultimo e decisivo GP della stagione. Ma più che il futuro, è tanto il passato da raccontare. Ad iniziare dal maggio di 24 anni fa, quando Papa Giovanni Paolo II visitò gli stabilimenti di Maranello.

«Negli anni ’60 - racconta Ferrari - la Chiesa prese posizione contro le corse e i costruttori che esponevano i piloti a rischi eccessivi, con drammi ricorrenti. La frattura si era già ricomposta da alcuni anni, la visita chiudeva il cerchio. La malattia era iniziata, perciò quel giorno mio padre non era presente, tuttavia fu toccante perché Wojtyla aveva un carisma avvertibile anche quando restava in silenzio. Ebbi la fortuna di guidare una Ferrari con lui accanto, il ricordo è indelebile: feci da autista al Santo Padre».

Che dall’ufficio telefonò al “Drake”, a casa...
«Restammo tutti a distanza, non conosco il contenuto di quel dialogo».

Enzo Ferrari si definiva agnostico...
«Non andava a Messa, però aveva amici sacerdoti e un confessore, il generale dei Benedettini, che celebrò il mio matrimonio. Ad alcune persone riconosceva qualcosa di diverso e speciale».

E mamma Lina Lardi, scomparsa nel 2006, a 95 anni?
«Era molto riservata, rilasciò un’unica intervista, rivelando la gestazione della prima auto. Papà le chiese: “Come chiameresti la macchina che sto fabbricando?”, “Ferrari e basta - le rispose -. Ettore Bugatti ha fatto lo stesso, dando il proprio nome alle sue vetture”. Non so quanto abbia inciso quel suggerimento, il nostro marchio però è riconosciuto, ha successo in tutto il mondo».

Lei è nonno di due nipoti, Enzo e Piero. Oltre a loro, cosa segue?
«Poco la parte sportiva, mi occupo più del versante industriale. Ho la passione di mio padre per i nuovi prodotti. La macchina migliore sarà la prossima, ripeteva spesso».

Lavorare per la Ferrari entusiasma?
«L’impegno profuso da tutti va oltre la retribuzione, dà motivazioni perchè si contribuisce a un prodotto popolare nel mondo. La passione aiuta. Le corse sono molto stressanti, però siamo fortunati a fare questo mestiere. Spero proprio che lavoro e successo proseguano, al vertice si arriva ma restarci è ancora più complicato».

A Maranello intanto inanellate bilanci positivi, nonostante la crisi.
«Ogni anno continuiamo a svilupparci e a produrre nuovi esemplari. Nel 2012 batteremo il record di vetture assemblate e del venduto negli Stati Uniti».

Domenica finisce il campionato di Formula Uno, a Interlagos...
«C’è ancora una possibilità e in Brasile si sono già verificati due finali imprevisti a nostro sfavore, stavolta speriamo di rovesciare l’esito».

Sei anni fa vinse Alonso, ma su McLaren...
«Era l’ultima gara in Ferrari di Schumacher, in partenza gli si afflosciò uno pneumatico, in un contatto, e lo spagnolo si aggiudicò il titolo».

Alonso ha vinto due Mondiali, nel 2010 fu secondo, 5 anni fa terzo: è davvero il miglior pilota in attività?«È la certezza della squadra, ha sempre dato il meglio in ogni gara, le sue rimonte non sono casuali. In corsa ha grande lucidità, da campione vero. Il miglior ferrarista di sempre, come sostiene Montezemolo? Beh, c’è anche Niki Lauda, ma non sono raffrontabili perché le epoche sono troppo lontane».

Massa è già stato confermato per il 2013, nel futuro ci può essere un nuovo pilota? Magari proprio Sebastian Vettel, vicino al tris iridato?
«Grandi cambiamenti ci saranno nel 2014, con nuovi motori e macchine, magari anche guide diverse. Per l’anno prossimo la squadra è questa, Vettel può rappresentare un’opzione per il campionato successivo. Abbiamo preso già due campioni del mondo, Schumacher e Alonso, magari arriverà pure il terzo».

Il Mondiale dovrebbe finire con la Ferrari seconda sul podio dei costruttori e dei piloti. Vi potete accontentare?
«Corriamo sempre per il primato. La seconda posizione è un buon piazzamento, la macchina è risultata molto affidabile, purtroppo in due gare non abbiamo preso punti, altrimenti... Ma lunedì spero ancora di svegliarmi campione del mondo».
Vanni Zagnoli 
avvenire.it
 

Basket: Eurolega, Milano piega Zagabria


Milano batte Zagabria per 75 a 60 e ritrova al Forum una vittoria interna che le mancava ormai da un mese esatto (4/a giornata di campionato contro l'Acea Roma).

L'Armani conquista cosi' due punti preziosi non solo perche' a secco in Eurolega da quattro incontri, ma anche perche' li strappa alla piu' diretta concorrente del girone per un posto nelle top 16. Milano tornera' in campo il 25 a Montegranaro contro la Sutor e giovedi' prossimo in Eurolega contro il Caja Laboral Vitoria.
ansa

2-1 all'Aik, Napoli qualificato Anche Lazio avanti, Udinese fuori. Inter ko

C'é un'Italia che si ritrova in Europa. Ma c'é anche l'altra faccia della medaglia, quella della violenza e dei cori antisemiti. Con possibili strascichi disciplinari dell'Uefa. E' la settimana in cui Juve e Milan hanno ritrovato la via in Champions: i rossoneri qualificandosi agli ottavi grazie al 3-1 in casa Anderlecht, la squadra di Conte con una partita perfetta contro il Chelsea che la lancia verso gli ottavi. Gol, vittorie e gesti tecnici come la splendida rovesciata di Mexes a Bruxelles in stile Ibrahimovic: poi il seguito di risultati dell'Europa League di giovedì, con Lazio e il Napoli che si aggiungono all'Inter già qualificata ai sedicesimi e l'Udinese costretta a capitolare a Mosca di fronte all'Anhzi abbandonando le speranze di un recupero miracoloso. A conti fatti, il bilancio tecnico è comunque positivo, specie se si confronta agli inizi stentati di un po' tutte le italiane di Coppa. Nondimeno, se i ranking internazionali sorridono, l'immagine del calcio italiano rischia di perdere punti pesanti in Europa. Prima il raid di una cinquantina di teppisti in un pub a Roma, con una decina di tifosi inglesi feriti, i primi arresti, i sospetti di alleanze trasversali tra ultrà di Roma e Lazio e il movente antisemita. Poi i cori dell'Olimpico. 'Juden Tottenham, Juden Tottenham', urla per pochi minuti la curva Nord dell'Olimpico, a conferma che il club londinese è preso di mira per la sua identificazione con la comunità ebraica della capitale inglese. 'Free Palestina', recita un altro striscione esposto dai tifosi della Lazio. E se a indagare su autori, moventi e dinamiche della notte di Campo dé Fiori sarà solo la polizia, per i cori dell'Olimpico è scontato che intervenga l'Uefa. Lo ha sollecitato il tecnico degli Spurs Villas Boas, ricordando i cori razzisti del pubblico laziale a Londra, all'andata, che costò una multa al club romano. Sul razzismo la confederazione europea segue la linea dura: proprio oggi la disciplinare Uefa ha rinviato l'esame dei fatti di Serbia-Inghilterra U.21: pubblico e giocatori serbi sono accusati di razzismo verso giocatori di colore avversari, a conferma che il fenomeno non ha latitudini.
 ansa

Juve, la partita perfetta

Serviva una partita così per sentirsi grandi anche in Champions. La Juve liquida il Chelsea campione d’Europa e prepara con fiducia la valigia per Donetsk: basterà un pari con lo Shaktar già qualificato per decollare verso gli ottavi. Il 3-0 è bello e prepotente, perché annienta gli inglesi (a un passo dall’eliminazione) e regala ai bianconeri le certezze che finora erano mancate nel torneo continentale.

Finalmente la Juve riesce a esprimersi sui livelli del campionato, cancellando gli imbarazzi palesati nelle precedenti uscite. La vittoria infatti arriva come logica conseguenza di una prestazione di qualità e sostanza, che regala al popolo juventino una notte magica, come non si vedeva da tempo. Spinta dal fragore dello Juventus Stadium, la squadra di Conte alla lunga sovrasta gli uomini di Di Matteo: i trottolini Hazard, Mata e Oscar creano inizialmente un po’ di scompiglio, ma poi Bonucci e soci trovano il modo di disinnescarli. In copertina ci vanno Quagliarella e Vidal: l’attaccante non sarà il sospirato top player, però ci assomiglia molto, anche perché segna con continuità. Il mediano cileno è il solito martello: sradica palloni, imposta e quando entra in area lascia sempre il segno. Giova anche il rientro di Vucinic, che offre la solita prova da gattone svogliato, capace però di zampate che graffiano la difesa altrui.

Conte, ancora (per poco) confinato in tribuna, ci mette poco a capire che può essere la serata giusta. La sua Juve ringhia subito e dopo tre minuti spaventa il Chelsea. Lichtsteiner sbuca in area e stampa contro il palo l’assist di Vucinic. Ma poi tocca a Oscar mettere i brividi ai bianconeri con un contropiede concluso da Mata: Buffon si fa trovare pronto nella deviazione d’istinto. La Juve però non si impressiona e inizia a comprimere gli inglesi. Marchisio trova il bersaglio ma Cech ci mette il guantone. Il Chelsea si difende, scricchiola su un paio di guizzi di Quagliarella ma tiene botta. I bianconeri ogni tanto si complicano la vita sbagliando l’impostazione. Per poco non ne approfitta Oscar, in agguato nell’erba come un serpente. Scampato il pericolo, tocca però alla Juve piazzare il morso. Tiro di Pirlo, deviazione di Quagliarella: bianconeri in vantaggio al 38’. Poi succede di tutto: deviazione di Lichsteiner intercettata sulla linea, sull’altro fronte Buffon alza lo scudo e ferma l’incursione di Mata.

Nella ripresa il Chelsea rompe gli indugi, ma la Juve non si fa spingere in trincea. Quagliarella si trova davanti a Cech, ma perde l’attimo fuggente. Al 61’ ci pensa però Vidal a incidere il 2-0 con tocco preciso. La ciliegina sulla torta la mette Giovinco, segnando il 3-0 in contropiede allo scadere. Per Conte è una Juve da gustare.

SITUAZIONE DEL GRUPPO E
L’altra sfida
Nordsjaelland-Shakhtar 2-5
La classifica
Shakhtar 10 punti; JUVENTUS 9; Chelsea 7; Nordsjaelland 1.
Prossimo turno: 5 dicembre
Shakhtar-JUVENTUS
Chelsea-Nordsjaelland

Marco Birolini - avvenire.it

Storie di cuoio: «Papà, raccontami il gol»

Se tutti i violenti degli stadi si fermassero per un attimo a leggere questa storia, forse capirebbero quante domeniche hanno gettato via, senza alcun senso. È la storia di un padre, Claudio, che tutte le domeniche accompagna suo figlio, Matteo, allo stadio di San Siro: perché il suo ragazzo è un non vedente dalla nascita. «Ecco Matteo, ora capitan Zanetti avanza sulla fascia destra si accentra e serve Milito che carica il tiro, e gol… Noooo… Fuori di poco».

È la “telecronaca” tenera e accalorata di Claudio Mussi, il papà di Matteo, 16 anni, capelli lunghi tenuti su da un cerchietto sopra gli occhialini dalle lenti spesse, a immaginare il mondo. Da sei stagioni papà e figlio, dall’anello blu di San Siro, non perdono una gara casalinga della loro «pazza e amata Inter». Arrivano in auto da Alessandria: duecento chilometri tra andata e ritorno. Claudio di mestiere fa l’operaio per Trenitalia e sua moglie Silvia dopo mesi di disoccupazione ha ripreso da poco a lavorare, subagente in un’assicurazione. «Un sacrificio anche economico certo, ma Matteo è il nostro sole...», dicono. Gianfelice Facchetti ha voluto Claudio e Matteo alla premiazione del “Premio Giacinto Facchetti”, consegnato a capitan Javier Zanetti. Un nome che ricorre nelle loro “telecronache”.

Matteo con la sua inesauribile fantasia se li immagina uno per uno i suoi beniamini in campo, ma se gli chiedono chi è l’idolo, ammette cauto: «Mi piacciono tutti alla stessa maniera, quello che conta alla fine è che facciano vincere la squadra». Una risposta alla Stramaccioni, che ha appena abbracciato alla Pinetina, dove quando può fa capolino con l’inseparabile papà. «Però le sensazioni che proviamo nei 90 minuti a San Siro io e “Matte”, come lo chiamiamo a casa, faccio fatica a spiegarle a parole. Mentre gli descrivo le azioni è una sensazione meravigliosa sentire la sua mano stringere la mia, per tutta la partita. Quella mano che trema a seconda del crescere e il calare dell’intensità del tifo sugli spalti... Queste emozioni condivise rappresentano la mia vera vittoria».

Claudio ha i lucciconi agli occhi, Matteo sorride. Ma in casa Mussi non si vive di solo calcio. Matteo a sei anni aveva già gli sci ai piedi e con le immersioni da sub è sceso fino a 10 metri di profondità. E poi dopo la mattina al Liceo, c’è la musica. «Frequento una scuola di canto e di batteria e con degli amici ho messo su una band rock. Come ci chiamiamo? I “Name Less”, i senza nome...», sorride divertito. E il primo fan della boy band non poteva essere che Claudio. «Un paio di anni fa gli ho creato una web-radio (www.radiosalaprove.it) e un piccolo studio di registrazione. Ha funzionato. Alla sera Matteo si diverte a fare il dj e trasmette le sue canzoni preferite. È una finestra in più aperta sul mondo, perché la difficoltà maggiore per ragazzi non vedenti è proprio la socializzazione. Viviamo in una società individualista e spesso falsamente attenta alle disabilità». Cattivi pensieri che purtroppo sfiorano anche Silvia: «Fa rabbia l’indifferenza, specie quella a scuola della maggior parte dei professori. Sono preoccupati solo del profitto dei ragazzi. E non capiscono che è lo stare insieme agli altri che li aiuterà a crescere e ad integrarsi».

Problemi che non si risolvono, come una partita dell’Inter, con un gol di Milito . Ma l’amore dei suoi genitori, la musica, gli amici della band e le domeniche a San Siro, riempiono gli spazi purtroppo sempre bui della vita di Matteo. E con la sua storia, il calcio torna ad essere poesia. Una poesia d’amore, come i versi che da piccolo gli ha dedicato sua madre: «Quando al mattino sorridi nel sonno, il mio pensiero vola lontano e penso che tu ci veda come tutti gli altri bambini... Le tue manine così avide di conoscenza diventano ogni giorno più abili. Le tue manine preziose, i tuoi occhi».

Massimiliano Castellani 
avvenire.it