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Ciclismo: presentato il Giro 2013 Si parte da Napoli

Da Napoli a Brescia dopo 21 tappe e 3.405,3 km.

Il Giro d'Italia 2013 è stato svelato ieri a Milano: la corsa rosa scatterà il 4 maggio e si conclu- derà il 26. Nel programma spiccano 7 frazioni per velocisti, 2 crono indivi- duali, 1 crono a squadre, 5 tappe di media montagna, altrettante di alta montagna. Solo una frazione supererà i confini nazionali: la 15ª porterà il gruppo sul Col du Galibier, in Francia, in un omaggio alla montagna amata da Marco Pantani.

iltempo.it

Domenica sui canali Rai Sport: il palinsesto delle gare in onda il 30 Settembre

Come ogni fine settimana anche oggi, Domenica 30 Settembre 2012, è arrivato su Digital-Sat (www.digital-sat.it) il momento della presentazione a cura di Simone Rossi dell'offerta sportiva targata Rai del weekend sulle reti generaliste e su Rai Sport 1 e 2, i due canali tematici a carattere sportivo. Quest'ultimi sono in onda gratuitamente sul digitale terrestre (LCN 57 e 58) e su satellite (per gli abbonati Sky canali 227 e 228).
LO SPORT SULLE RETI RAI GENERALISTE (RAI 1, RAI 2, RAI 3)

a cura di Simone Rossi - Digital-Sat.it
ore 14.30 - RAITRE:
Ciclismo - Campionati del Mondo Road Race, Elite Uomini (diretta)
da Valkenburg [Olanda]
Telecronaca: Francesco Pancani, Davide Cassani e Alessandra De Stefano
ore 17.11 - RAIDUE:
Rubrica - Stadio Sprint (diretta)
Conduce: Enrico Varriale
In studio: Don Alessio Albertini
Postazione internet: Cristiano Piccinelli
ore 18.10: - RAIDUE:
Rubrica - 90° Minuto Serie A (diretta)
Conduce: Franco Lauro
In studio: Zibì Boniek e Adriano Bacconi
ore 20.35 - RAIUNO:
Notiziario - 5 minuti di Recupero (diretta)
Conduce: Carlo Paris
ore 22.35 - RAIDUE:
Rubrica - La Domenica Sportiva (diretta)
Conduce: Paola Ferrari
In studio: Gene Gnocchi, Emiliano Mondonico, Ivan Zazzaroni, Fulvio Collovati, Adriano Bacconi, Marco Civoli
OGGI SU RAISPORT 1 e 2 (SATELLITE, DIGITALE TERRESTRE, TIVUSAT)
Palinsesto di Rai Sport 1 di Domenica 30 Settembre 2012
  • ore 08:00 Rubrica: Tg Sport  + Rassegna Stampa (diretta)
  • ore 09:00 Teca: Memoria Rai Sport (archivio)
  • ore 09:30 Canottaggio: Campionati Italiani Senior e Juniores (diretta)
    dall'Idroscalo di Milano
    Telecronaca:
    Marco Lollobrigida
  • ore 14:30 Teca: Memoria Rai Sport (archivio)
  • ore 14:55 Rugby: Camp. Italiano Eccellenza 2a giornata: Reggio Emilia - Cavalieri Prato (diretta)
    da Reggio Emilia
    Telecronaca:
    Riccardo Pescante e Andrea Gritti
  • ore 17:00 Ippica: 73^ Gran Premio Merano (diretta)
    da Merano [Bolzano]
    Telecronaca:
    Claudio Icardi
  • ore 17:30 Pallavolo Maschile: SuperCoppa Italiana Macerata - Trento (diretta)
    dal Pala Sport G.Panini- PalaCasaModena di Modena
    Telecronaca: Maurizio Colantoni e Andrea Lucchetta
  • ore 19:30 Teca: Memoria Rai Sport (archivio)
  • ore 20:25 Basket: Campionato Italiano Maschile Serie A Trenkwalder Reggio Emilia - Montepaschi Siena (diretta)
    dal "PalaBigi" di Reggio Emilia
    Telecronaca:
    Edi Dembinski e Stefano Michelini
  • ore 22:30 Teca: Memoria Rai Sport (archivio)
Palinsesto di Rai Sport 2 di Domenica 30 Settembre 2012
  • ore 09:05 Teca: Perle di Sport (archivio)
  • ore 09:55 Teca: Perle di Sport (archivio)
  • ore 10:00 Teca: Perle di Sport (archivio)
  • ore 10:30 Memoria Raisport - La Domenica Sportiva del 10/2/80 (archivio)
  • ore 11:30 Automobilismo: Formula Abarth - Gara 3 (diretta)
    dall'Autodromo Nazionale di Monza
    Telecronaca: Domenico Cangemi
  • ore 12:25 Teca: Perle di Sport (archivio)
  • ore 12:40 Teca: Perle di Sport (archivio)
  • ore 12:55 Motociclismo: Motocross delle Nazioni - gara 1 (diretta)
    da Lommel [Belgio]
    Telecronaca: Maurizio Fanelli
  • ore 14:00 Motociclismo: Racing 2 -Speciale Cairoli
  • ore 14:25 Motociclismo: Motocross delle Nazioni - gara 2 (diretta)
    da Lommel [Belgio]
    Telecronaca: Maurizio Fanelli
  • ore 15:30 Motociclismo: Racing 2 Speciale Superbike
  • ore 15:55 Motociclismo: Motocross delle Nazioni - gara 3 (diretta)
    da Lommel [Belgio]
    Telecronaca: Maurizio Fanelli
  • ore 17:15 Teca: Perle di Sport (archivio)
  • ore 18:00 Automobilismo: GT Open - gara 2 (differita gara delle 13.35)
    dall'Autodromo Nazionale di Monza
    Telecronaca: Domenico Cangemi
  • ore 19:00 Memoria Rai Sport - Pantani (archivio)
  • ore 19:40 Teca: Perle di Sport (archivio)
  • ore 20:00 Memoria Raisport - Millemiglia di Beppe Viola (archivio)
  • ore 21:00 Ciclismo: Giro di Lombardia (replica del 29/9)
    da Lecco
    Telecronaca: Francesco Pancani, Davide Cassani, Andrea De Luca
  • ore 22:30 Pugilato: Campionati Italiani Femminili (differita)
    da Roseto degli Abruzzi [Teramo]
    Telecronaca: Marco Lollobrigida
  • ore 00:30 Memoria Rai Sport - 90' minuto del 27/11/77 (archivio)
* = Evento disponibile solamente sul digitale terrestre e via satellite per utenti con smartcard Tivùsat
*** Si potrebbero verificare delle variazioni al palinsesto
in relazione alla diversa durata degli eventi in onda sui canali ***
LE GARE IN DIRETTA SUL SITO WEB DI RAISPORT
24 ore su 24 - Rai Sport 1 e 2 (www.raisport.rai.it)
Tutta la programmazione in onda sul canale digitale Rai Sport 1 e 2
LO SPORT DELLA RAI ALLA RADIO
Domenica Sport del 30 Settembre  sarà presentata da Paolo Zauli. Protagonisti della giornata saranno il sesto turno della serie A, il motomondiale, la prima giornata del campionato di basket e la Supercoppa di pallavolo. Si comincia alle 12.25 con la presentazione della giornata sportiva.

In apertura, linea a Udine per la cronaca dell’anticipo delle 12,30 di Serie A, Udinese-Genoa. Inviati Giovanni Scaramuzzino e Massimo Zennaro. A partire dalle 14.00 scatterà anche la MotoGp. Linea all’inviato Nico Forletta per il Gran Premio d’Aragona.

Alle 14.50 Filippo Corsini conduce “Tutto il calcio minuto per minuto”. Seguiremo gli incontri del 6° turno di Serie A: Sampdoria-Napoli (Riccardo Cucchi), Lazio-Siena (Giuseppe Bisantis), Atalanta-Torino (Emanuele Dotto), Bologna-Catania (Ugo Russo), Palermo-Chievo (Roberto Gueli), Cagliari-Pescara (Daniele Fortuna). Al termine delle partite, la moviola di Filippo Grassia e le interviste dagli spogliatoi.

Alle 18.10 “Microfono alla Lega Pro” di Luca Purificato, con risultati e classifiche delle serie minori, ospite Roberto Stellone, allenatore del Frosinone. A seguire i commenti e le interviste a seguito del Gran Premio d’Aragona, nello “Speciale Motomondiale” a cura di Nico Forletta.

Dalle 18.30 Alberto Pancrazi conduce Tuttobasket. Seguiremo gli incontri della prima giornata di serie A: EA7 Emporio Armani Milano- Juve Caserta (Massimo Barchiesi), Enel Brindisi-Cimberio Varese (Massimo Favale), V.L. Pesaro-Virtus Roma (Pierpaolo Rivalta), Sidigas Avellino-Sutor Montegranaro (Ettore De Lorenzo); aggiornamenti da studio dei risultati dagli altri campi di A.

All'interno di Tuttobasket avremo anche gli aggiornamenti dal PalaPanini di Modena per l'incontro Lube Banca Marche Macerata-Itas Diatec Trentino, finale della Supercoppa Italiana di pallavolo; radiocronaca di Simonetta Martellini.

Alle 20.20 presentazione del posticipo di serie A, Inter-Fiorentina: collegamento con gli inviati Giulio Delfino e Tarcisio Mazzeo e intervista a due doppi ex. Dalle 20.45 alle 22.30 cronaca di Inter-Fiorentina. Al termine della partita, la moviola di Filippo Grassia e le interviste dagli spogliatoi. Quindi, Filippo Grassia e Antonio Cabrini risponderanno alle telefonate degli ascoltatori. Chiusura alle 23.30.
LO SPORT PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO SU RAITALIA
Rai Italia trasmette in tutto il mondo (escluso in Europa) una selezione dei programmi della Rai Radiotelevisione Italiana, insieme a programmi originali prodotti per gli italiani che vivono all'estero e per tutti coloro che hanno con il nostro paese un legame d'origine o anche solo di curiosità. Ogni weekend in diretta esclusiva su Rai Italia le principali partite del campionato italiano di Serie A e Serie B disputate al sabato e alla domenica. Ad accompagnare ogni turno di campionato Rai Sport presenta ''La Giostra dei Gol" con l’aggiornamento in diretta dei gol da tutti i campi, commenti ed approfondimenti con ospiti in studio. Gli orari indicati di seguito fanno riferimento al fuso orario italiano.
ore 12.30 Calcio Serie A: Udinese vs Genoa (diretta)
ore 14.15 Rubrica: La Grande Giostra dei Gol Serie A (diretta)
  • all'interno alle ore 15.00: Calcio Serie A: Sampdoria vs Napoli (diretta)
    Telecronaca: Gianni Cerqueti
ore 17.10 Rubrica - Stadio Sprint (diretta)
Conduce: Enrico Varriale
In studio: Don Alessio Albertini
ore 20.45 Calcio Serie A: Inter vs Fiorentina (diretta)
Articolo a cura di
Simone Rossi
per "Digital-Sat.it"

Comanda la Juventus

È il conto complessivo dei tre Juventus-Roma giocati nello «Stadium» torinese in un anno e mezzo. Non serve altro per quantificare il distacco tra le due squadre, molto più ampio degli otto punti di differenza in classifica con appena sei giornate disputate. La terza verifica è impietosa: una partita finita dopo diciotto minuti, gli «olè» che partono nel primo tempo, un remake del film horror già vissuto dai romanisti nello scorso campionato. Il tabellone dice 4-1 ma poteva andare molto peggio. Non basta Zeman, fischiato e insultato da tutto lo stadio, per provare a ridurre il gap. Forti, affamati, esperti e ben messi in campo i bianconeri. Timidi, disorientati e senza identità i giallorossi. Il risultato è solo la logica conseguenza di un confronto impari. E alla Roma non lascia possibilità d'appello. Le decisioni di Rizzoli sono sacrosante e gli errori semmai li fanno Stekelenburg (ancora lui) e una difesa totalmente esposta alla furia bianconera. Imbarazzante lo spazio lasciato a Pirlo in mezzo al campo, umiliante la resa di De Rossi nel duello con Marchisio, impresentabile Tachtsidis in cabina di regia. Se poi ci aggiungi la serata storta di un Totti schiacciato da Chiellini & Co., la condizione pessima di Osvaldo e la mancata cattiveria di Lamela sotto porta, per Zeman diventa difficile trovare risorse da oppore all'armata invincibile di Conte. Una ce l'aveva in panchina, Destro, ma entra a giochi fatti e prova a salvare il salvabile. Il tecnico juventino squalificato guida Carrera dalla tribuna, azzecca le mosse (Caceres e De Ceglie dominano sulle fasce, Matri segna) e riesce pure a risparmiare forze in vista dell'impegno di Champions con lo Shakhtar. E pensare che la Roma era partita audace. Partenza coraggiosa della Roma, il primo tiro è suo con Lamela che colpisce malissimo. Poi inizia il disastro. Marchisio che fallisce da due passi ma in posizione defilata su invito di Caceres. Poi Taddei lo deve stendere al limite dell'area e se la cava col giallo. Ma il gol arriva lo stesso con Pirlo, niente «maledetta» stavolta ma un rasoterra che sorprende la barriera e Stekelenburg sul suo palo. Altro buco della difesa romanista, altro gol: Stekelenburg salva il salvabile in uscita, Castan respinge due volte, la seconda di mano. Rigore e 2-0 firmato Vidal. Al 18' il tris di Matri che buca una difesa totalmente scoperta. La Roma risponde solo con i nervi (tutta la difesa ammonita), la traversa la salva due volte. Balzaretti, che non stava bene, lascia il posto a Marquinhos con Taddei che passa a sinistra. Un'altra bocciatura per Piris. Nella ripresa la Juve dà la sensazione di frenarsi eppure è ancora pericolosa, le sostituzioni - Destro e Perrotta per Totti e Tachtsidis - danno una svegliata alla Roma. Proprio il centravanti neo-entrato si procura il rigore trasformato da Osvaldo. La scossa però arriva solo ai bianconeri che potrebbero allungare con Vucinic e Marchisio e si vedono annullare un gol per fuorigioco. Ce l'ha poi Osvaldo, su assist di Destro, la palla per riaprire la partita ma Buffon decide che non è serata. L'italo-argentino fallisce un'altra occasione e Giovinco subentrato dalla panchina firma il poker. Giusto così. A Zeman resta tra le mani una squadra da rianimare dopo aver raccolto un punto nelle ultime tre partite giocate sul campo, a Conte una Juve pronta per fare grandi cose anche in Champions. E l'avversaria in campionato non può essere certo questa Roma. 
iltempo.it

Fair-play Klose, super Cavani e un campionato "Facundo" di talenti

Prima del fischio d’inizio tutti in piedi per applaudire Miroslav Klose. I laziali lo chiamano “Mito” e una volta tanto siamo d’accordo sulla mitizzazione del campione. Anche per noi Klose è un piccolo eroe esemplare. In un tempo in cui in troppi “rubano” (calcio compreso) senza prendersi mai le proprie responsabilità, Klose indica la via: tirarsi fuori dal branco, con onestà. A Napoli porta in vantaggio la Lazio con un gol di mano, l’arbitro Banti sta per assegnare la rete (come funzionano i giudici di porta!?), ma il tedesco si avvicina al direttore di gara e gli dice: «L’ho toccata con la mano…». Gol annullato. Non è la prima volta che a Klose capita un episodio del genere: in Germania anni fa l’arbitro gli assegnò un rigore a favore e lui candido: «Signor arbitro non era fallo». Niente rigore. Dopo un gesto così (Buffon&company prendano nota per il futuro), tutto il resto è gioia. Già, ma per il Napoli, che mata una Lazio annichilita dal matador Edinson Cavani.

L’Edinson, quando accende la lampadina della fantasia, oscura gli avversari e con la tripletta, che manda in visibilio il popolo del San Paolo, trascina il Napoli in vetta alla classifica. Napoli milionaria, capolista al fianco dell’invincibile Juventus che barcolla, ma non molla, neppure a Firenze. Vedendo la partita del Franchi abbiamo capito che questo non sarà più il campionato più bello del mondo, ma almeno sta diventando quello in cui si lanciano i più bei giovani in circolazione.

Abbiamo perso il pescarese Marco Verratti, 19 anni, (l’erede naturale di Pirlo in azzurro) che a Parigi incanta più di Ibrahimovic e i tifosi dell’emirato del Paris Saint Germain hanno già incoronato «le petit italien», ma in compenso in ogni squadra si contano tanti “saranno famosi”.

Un torneo fecondo, anzi Facundo, vedi l’argentino viola Roncaglia. Fiorentina-Juve è stato un autentico festival delle giovani promesse, a partire proprio da Facundo Roncaglia, ma anche i suoi compagni, Cuadrado, Borja Valerio, l’ormai consacrato “Jo-Jo” Jovetic e Ljajic, il quale per quel “gol divorato” deve ringraziare che in panchina ora c’è il signorino Montella e non più lo “lo schiaffeggiatore” Delio Rossi... Dall’altra parte, la capolista Juventus dell’ingabbiato Conte che, beato lui, vive in «telepatia» con il vice Carrera, ha sfoggiato il 19enne Pogba (stranamente liberato dall’opificio di talenti del Manchester United), Asamoah e la “formica atomica” Giovinco che crescerà, ma appena smetterà di sentirsi in dovere di essere Del Piero.

Buone notizie dalle milanesi. Sostiene Pereira, autore del primo gol dell’Inter a Verona contro il piccolo Chievo, che i nerazzurri sono squadra da trasferta: terza vittoria su tre gare esterne per la formazione di “Stramourinho” Stramaccioni. Il conte Max Allegri squalificato per una notte, sperimenta come un Conte vero il brivido della gabbia vetrata, e il suo Milan, complice anche un Cagliari tutto da rivedere - dal presidente Cellino fino allo stadio Is Arenas - riaccende le luci di San Siro con il primo successo casalingo che porta la firma del giovane “Faraone”, El Shaarawy (classe 1992).

La Samp di Ciro Ferrara beffa la Roma del “nemico” storico (dai tempi del processo per doping alla Juve) Zeman, ringrazia il portiere giallorosso, Stekelenburg, per un mercoledì da “paperoni” e adesso da imbattuta a sorpresa (dopo 5 turni) attende il Napoli a Marassi. Zeman invece vola a Torino e prova a rifarsi subito con la Juve, in un sabato sera da Febbre a 90’.

Massimiliano Castellani / avvenire.it

Sono ancora Felice... Malgrado Merckx

L'INTERVISTA A GIMONDI
Sono ancora Felice... Malgrado Merckx / avvenire.it
Quando si è giovani il traguardo dei settanta anni sembra lontanissimo, come la cima dello Stelvio visto dal fondo valle. Poi, improvvisamente, ti ritrovi in vetta, come al termine di una tappa del Giro d’Italia. Stanco ma felice. Felice come Gimondi. E non è solo un gioco di parole con il nome dell’ex campione bergamasco. «Mi sento un privilegiato - afferma con il tono serio -. Sono un uomo corretto che ha avuto la fortuna di scegliere il suo lavoro».

Felice ma, anche, frastornato per il gran baccano che il suo compleanno ha creato. Gli amici hanno organizzato una grande festa con i rivali di un tempo che, stasera, andrà addirittura in diretta televisiva. Poi, c’è il Giro di Lombardia: domani, il giorno del suo compleanno, partirà da Bergamo per rendergli omaggio. Un privilegio riservato a pochi. Ai “grandi”. «Ero abituato a festeggiare i compleanni in famiglia, con mia moglie, le nostre due figlie e il nipotino». L’età è da pensionato, ma Gimondi in pensione non ci vuole proprio andare. «Poi cosa faccio tutto il giorno?». Allora, ogni mattina si presenta nell’agenzia di assicurazioni che porta il suo nome. Nell’ufficio tutto parla della sua carriera: foto, trofei, libri, cimeli di corse. «A casa, invece, non c’è niente. Nessuno, entrando, deve capire che ho fatto il corridore. I ricordi li ho raccolti nella torre. Uno spazio che è solo mio».

 E fra i ricordi aleggia, silenzioso ma ingombrante, l’alone di Eddy Merckx, il “cannibale”. L’atleta che gli ha tolto sonno e gloria. L’uomo al quale ha legato il suo nome in un binomio entrato nell’immaginario collettivo. Gimondi è stato l’ombra di Merckx, ma non è vissuto alla sua ombra. Il belga scatenava il diavolo a quattro, poi si voltava e trovava sempre la solita sagoma incollata alle sue spalle. Dietro il vuoto. Felice restava lì, con la mascella serrata per resistere alla fatica. «Tanto che, a volte, restava indolenzita anche dopo essere sceso di bici». Si è trovato di fronte Merckx, il corridore che ha vinto più di tutti, ma non ha fatto la figura dell’eterno secondo: Gimondi ha vinto 143 gare, le più belle e difficili, ed è arrivato 56 volte secondo, «diciannove solo nel ’69», precisa con un po’ di disappunto. Merckx diventa un incubo che lo perseguita anche in casa. Un giorno si ritrova la figlia con addosso una t-shirt con la foto del rivale.

«L’indossava, davanti alla tv, anche il giorno che vinsi il Mondiale». La rivalità è forte, ma sempre sui binari della correttezza. «In bici ci scannavamo ma alla sera guardavamo la partita insieme, con un boccale di birra in mano. Però, ho impiegato due anni per accettare il fatto che era più forte di me. Eddy mi aveva battuto in una cronometro al Giro di Catalogna del ’68. Fino a quel giorno, nelle crono, avevo sempre vinto io. Ho trascorso la notte a interrogarmi, a ripassare ogni metro della gara. Eppure ero andato forte. La risposta l’ho trovata solo dopo due tormentatissime stagioni». Ma non si rassegna all’evidenza. Riconnette grinta e gambe e accetta la sfida. «Ho dovuto cambiare il mio modo di correre. Eddy mi ha tolto l’istinto, quello che mi aveva fatto vincere molto all’inizio della carriera. La prima cosa era non “prenderle”, quindi restavo ad aspettare che partisse lui. Poi, anche se sapevo che ero battuto facevo la mia parte per andare all’arrivo. Come al Mondiale di Mendrisio: ho fatto l’ultima salita in testa, poi, mi ha superato in volata». Merckx è il Cannibale, Gimondi la formichina che cerca di raccogliere le briciole.

Ma una formica che può mettere a dieta l’insaziabile. Come nel Mondiale di Barcellona. «L’unica volta in cui sono venuto meno all’impegno di tirare. Eravamo in fuga in quattro. A cinque chilometri dal traguardo mi sono incollato alla ruota di Merckx e ho vinto la volata». Inevitabile chiedersi cosa sarebbe stato Felice senza Eddy. «Sicuramente avrei vinto di più. Ma, oggi, sono molto più contento che sia andata così. Mi sento più gratificato. Poi, sarei diventato così popolare se non ci fosse stato lui?». La rivalità ha radici lontane, quando i due erano ancora dilettanti: in una corsa in Belgio l’azzurro Gimondi si ritrova in fuga con Merckx, poi lo stacca in salita e vince. Ma il futuro “Cannibale” ha solo 18 anni e ancora i denti da latte. Gimondi è un predestinato. Inizia a correre nel ’60,e nel ’64 è già sul gradino più alto del podio al Tour de l’Avenir. L’anno dopo, passa professionista e arriva a Parigi in maglia gialla. Nei primi tre anni vince quasi tutto. Inevitabile l’accostamento con Coppi, in un Paese ancora orfano del Campionissimo.

Gimondi ha le spalle tanto larghe da accollarsi la pesante eredità. Poi, arriva il belga ad alleggerirlo. La rivalità è la linfa dello sport. Gimondi è l’alter ego di Merckx, ma in Italia deve confrontarsi con la classe e la brillantezza di Motta e l’eleganza e l’eloquio di Adorni. Un inferno per lui “musone” e di poche parole, un “regolarista” anche nella vita privata. «Non ho mai amato la confusione. Avevo bisogno dei miei spazi, di stare in casa, da solo». Nel viaggio nella memoria affiorano anche momenti dolorosi. «La morte di Tommy Simpson: sul Ventoux eravamo rimasti in quattro o cinque, lui era dietro di me. Poi, non l’ho più visto. Alla sera, mentre stavo facendo i massaggi ho sentito alla radio che era morto. Ho avuto voglia di fare le valigie». Fra i ricordi c’è spazio anche per il rammarico per quello che poteva essere e non è stato. «Al Tour del 1967 avrei potuto fare la doppietta con il Giro, ma una dissenteria sui Pirenei mi ha mandato fuori classifica». Gimondi è sempre rimasto nel ciclismo e ha visto passare intere generazioni di corridori. Con Pantani ha avuto uno stretto rapporto. «Mi confrontavo con Marco, ma in modo sbagliato.

Eravamo di generazioni troppo lontane. Ai miei tempi la radio l’avevano in pochi e la droga non sapevamo cos’era. Quando ho saputo della sua morte sono stato male». L’argomento doping accostato al ciclismo gli fa ritrovare la verve del corridore. «Abbiamo sicuramente le nostre colpe, ma la vicenda è diventata una buffonata. Il ciclismo è l’anello più debole, economicamente parlando. Perché nessuno ha mai fatto controlli a sorpresa prima di una partita del Milan o dell’Inter?».

Anche lui era caduto nella rete dell’antidoping. «Alla fine del Giro del ’68, ero terzo a 8’ da Merckx impossibile recuperarli. Perché avrei dovuto prendere qualcosa? Due medici dimostrarono che ero pulito». Poi c’è stato il trauma di Merckx, trovato positivo al Giro del 1969, affrontato con la consueta umanità. «Dietro all’atleta c’è l’uomo, e dietro all’uomo c’è la famiglia. Ho cercato di consolarlo e quel giorno non indossai la maglia rosa. Ho ancora dubbi su quella vicenda». Al ciclismo italiano di oggi guarda con distaccato rammarico: «Vive un momento di transizione. Nibali ha dato segnali di temperamento, ma non è ancora un leader. Poi, c’è da vedere Moreno Moser. Con l’arrivo dei corridori da ogni parte del mondo vincere è diventato più difficile. Serve un progetto per il futuro, come hanno fatto gli inglesi».

La prima squadra di Gimondi è stata quella dell’oratorio, la Csi Sedrinese, e lì è rimasto fino al passaggio al professionismo, 14 anni nella stessa società. «Sono un tradizionalista. Non mi sono mai messo sul mercato. Nemmeno dopo aver vinto il Tour, nonostante guadagnassi appena un milione e 800mila lire all’anno». E all’oratorio è tornato per dare vita a una squadra per bambini: a Sombreno c’è la Scuola di mountain bike Felice Gimondi, presieduta da don Mansueto Callioni. Non cerca il suo erede, vuole solo regalare le emozioni e il senso di libertà che la bici sa dare.

Giuliano Traini

Rai, nessun divieto sport combattimento

"Non c'é alcuna disposizione che vieti la trasmissione sui canali Rai Sport 1 e Rai Sport 2 di discipline sportive, tra l'altro anche olimpioniche, come la boxe, il judo, il karate".
Lo precisa la Rai in una nota, aggiungendo che "lo spostamento della messa in onda Campionato Italiano di Pugilato in seconda serata, invece che in prima, tra l'altro un evento registrato, è stata una scelta che nulla ha a che vedere con questioni legate a fascia protetta o presunta violenza dello sport in questione".
TV: PETRUCCI, GRAVISSIMO NO RAI A SPORT COMBATTIMENTO -  "Apprendo con incredulità e sbigottimento che la Rai ha deciso di non trasmettere più in prima serata sport olimpici come pugilato, judo, lotta e taekwondo, per un presunto e incomprensibile rispetto delle 'fasce protette' e per tutelare i minori": è durissima la reazione del presidente del Coni, Gianni Petrucci, in merito alla notizia anticipata oggi dal Corriere della Sera sulla decisione della Rai di non trasmettere in prima serata gli sport di combattimento.
"Si tratta di un atto gravissimo e inaudito - ha aggiunto il numero 1 dello sport italiano -, per il quale chiedo al Presidente Tarantola, al Direttore Generale Gubitosi e al Direttore di Rai Sport De Paoli un immediato cambio di strategia perché tale decisione rappresenta un affronto alla storia dell'olimpismo e dello sport italiano, nonché l'esatto contrario di quello che viene normalmente definito 'servizio pubblico'".
"Inoltre, vietando ai minori la visione di tali sport - ha sottolineato ancora Petrucci - si offende anche il senso comune e l'intelligenza di quei genitori che, sull'onda dell'entusiasmo dei recenti Giochi Olimpici di Londra, dove queste quattro discipline hanno contribuito al medagliere azzurro con sei podi (pari al 21,4%), hanno portato in massa i loro figli ad iscriverli nelle palestre di tutt'Italia di pugilato, judo, lotta e taekwondo".
"La crescita di nuovi tesserati in tali sport - ha concluso - procede amaramente di pari passo con l'assurdità di certe scelte di ottusa burocrazia che lo sport italiano respinge con fermezza e di cui avremmo fatto volentieri a meno".

La perfezione morale è il più alto valore dello sport


La perfezione morale e spirituale vale più di qualsiasi risultato fisico e costituisce il più grande valore dello sport. Lo ha detto il Papa ai partecipanti al XXXII congresso internazionale di medicina dello sport, ricevuti in udienza giovedì mattina, 27 settembre, nella Sala degli Svizzeri del Palazzo Apostolico a Castel Gandolfo.
Nel discorso in lingua inglese ai congressisti provenienti da centodiciassette Paesi dei cinque continenti, Benedetto XVI ha sottolineato "la capacità che hanno lo sport e gli sforzi atletici di unire le persone e i popoli nella ricerca comune di una pacifica eccellenza competitiva", come hanno mostrato i recenti giochi olimpici e paralimpici di Londra. Del resto - ha aggiunto il Pontefice - "il richiamo universale e l'importanza dell'atletica e della medicina dello sport sono giustamente riflessi anche dal tema del Congresso di quest'anno, che tratta delle implicazioni a livello mondiale del vostro lavoro, e della sua potenziale possibilità d'ispirare molte persone diverse in tutto il globo".


(©L'Osservatore Romano 28 settembre 2012)