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Premier League, paradiso del mistero. L'assalto cinese al Liverpool e i trucchi fiscali

di Luca Manes
LONDRA

Che cosa hanno in comune il grande Manchester United, dominatore del calcio inglese degli ultimi due decenni, e il piccolo Hartlepool, modesta compagine di terza serie famosa solo per essere il team per cui fa il tifo il personaggio dei fumetti Andy Capp? Entrambi i club fanno capo a società registrate in paradisi fiscali, in Nevada i Red Devils, nelle Isole Vergini Britanniche i Monkey Hangers. Un dato incredibile, sorprendente, che si evince da un dettagliato studio della Ong inglese Christian Aid. Il rapporto «Blowing the whistle» dimostra che delle 20 squadre che hanno disputato l'ultima edizione della Premier League, ben 14 hanno una relazione privilegiata con i cosiddetti centri finanziari oltremare. Come visto, non mancano le realtà delle divisioni minori che si sono legate a compagnie registrate nei paradisi fiscali - oltre all'Hartlepool, ci sono anche il Crystal Palace, il Watford e altre.
Se si esclude il Chelsea di Abramovich, tutte le grandi bazzicano per paesi dove il segreto bancario e l'elusione fiscale sono la regola. Bahamas e Isole Cayman, amene località che vengono subito in mente quando si disquisisce di paradisi fiscali, non sono molto gettonate (scelte «solo» rispettivamente da Tottenham e Birmingham City). Meglio affidarsi a Jersey, incantevole isoletta del Canale della Manica, o a qualche stato americano affezionato all'opacità bancaria come il Delaware, il Wyoming o il già citato Nevada - non a caso scelti da club quali Aston Villa, Manchester United e Liverpool, tutti con proprietari a stelle e strisce.
«In questi anni di crisi si sta iniziando a squarciare il velo dei paradisi fiscali, tanto che qui in Inghilterra sempre più tifosi hanno la consapevolezza che i loro club non sono amministrati in maniera del tutto corretta e trasparente», spiega David McNair, uno degli estensori del rapporto. «E' importante che ci si stia mobilitando per mutare una situazione diventata ormai insostenibile, eppure c'è ancora tanto da fare». Per esempio cambiare le regole della Football League - che gestisce lo svolgimento delle divisioni professionistiche minori inglesi - secondo cui è lecito che l'effettiva proprietà del Leeds United non possa essere svelata pubblicamente. Ma occorre mettere mano anche al «fit and proper test», ovvero l'esame al quale sono sottoposti i padroni della società di Premier League. Una prova a dir poco parziale e criticata ormai pure dal mondo politico, se è vero che nel 2007 aveva permesso all'ex primo ministro thailandese Thaksin Shinawatra (accusato di tutto un po') di mettere le mani sul Manchester City o nel corso dell'ultima stagione di favorire quattro cambi ai vertici societari del Portsmouth nell'arco di soli otto mesi. Da alcuni giorni Liverpool è in fibrillazione per l'offerta da 390 milioni di euro che il businessman cinese Jianhua Kenny Huang avrebbe presentato per rilevare i «reds» dalle mani di George Gillett e Tom Hicks, i padroni americani ormai prossimi al collasso finanziario. Huang non è un magnate e non fa parte della lista dei ricconi cinesi, ha una società con sede a Hong Kong (QSL Sports Ltd )ed è uno bravo a fare affari coi soldi degli altri: lo scorso anno ha guidato un gruppo d'investimento cinese all'acquisto del 15% dei Cleveland Cavaliers (basket Nba) e lo stesso acquisto del Liverpool sarebbe finanziato da un fondo sovrano mandarino. Non si conosce l'entità della sua ricchezza personale e se è per questo non vi è certezza nemmeno della data e del luogo di nascita di Mr. Huang.
Forse ha ragione Paul Hayward dell'Observer. «Uno degli elementi che hanno contraddistinto l'avventatezza del settore bancario, del mercato immobiliare e della Premier è stato il problema del rischio divenuto sinonimo di attività imprenditoriale». I quasi 4 miliardi di debiti e le immense speculazioni finanziarie di dubbia fattura, come dimostra il massiccio affidamento ai paradisi fiscali, fanno dei club della Premier uno dei simboli negativi dell'attuale Inghilterra post Labour, ora governata da un'improbabile coalizione Libdem-Tories. «Il ricorso all'esposizione debitoria è sicuramente finalizzato a eludere la pressione fiscale», sostiene il direttore del Tax Justice Network John Christiansen, la rete internazionale che nel 2009 ha lanciato il Financial Secrecy Index, in buona sostanza la graduatoria dei paradisi fiscali in base a una serie di parametri individuati dalla società civile globale. Applicando gli stessi parametri del Financial Secrecy Index per classificare la mancanza di trasparenza delle società di calcio inglese, la «vittoria» finale è andata ai soliti noti del Manchester United. All'Old Trafford ormai la maggioranza dei tifosi non vuol sentir più parlare della famiglia Glazer, ma i milionari americani intanto resistono. In attesa pure loro, forse, di misteriose offerte dalla Cina.

ilmanifesto.it

Baggio: si' a guida settore tecnico Figc

(ANSA) - ROMA, 2 AGO - "Ho dato il mio assenso, da parte mia c'é la massima disponibilità a ricoprire il ruolo di presidente del settore tecnico di Coverciano". Lo ha annunciato Roberto Baggio all'uscita della sede della Figc dopo l'incontro con il presidente Giancarlo Abete. 'Adesso, però, devo aspettare il Consiglio Federale di mercoledì -ha aggiunto l'ex 'divin codino'-. Sarà un'esperienza impegnativa, ma spero divertente, sapremo mercoledì se tutto andrà in porto". Baggio dovrebbe succedere ad Azeglio Vicini.

Curiosport - Tradito, Matthaus perde la panchina

Eurosport - lun, 02 ago 10:55:00 2010

La giovane moglie lo tradisce, Matthäus perde la panchina del Camerun. No, nessuno scherzo o colpo ad effetto di questa calda estate. Tutto vero: la moglie del presidente del Camerun non accetta la situazione coniugale dell'ex campione tedesco e interrompe ogni trattativa con lui...

Continua la triste telenovela sportivo sessuale di questo ormai bollente 2010. Dopo il caso Woods, dopo John Terry ecco un altro capitolo a riempire le pagine di tutto il mondo. Lothar Matthäus, ex campione tedesco e fresco allenatore del Camerun, perde il suo posto a causa del tradimento della sua giovanissima consorte Liliana Chudinova, pizzicata in Sardegna con un italiano in atteggiamenti non proprio amichevoli e formali.
Vita tormentata quella dell’indimenticato campione nerazzurro e simbolo del calcio tedesco. Il matrimonio con la giovanissima Liliana Chudinova di 22 anni, sposata a inizio 2009 a Las Vegas, è infatti la quarta storia d'amore fallita per il 49enne.
Alcuni giorni fa la giovanissima ucraina era stata fotografata su uno yacht mentre si scambiava effusioni con un uomo d'affari italiano. Immagini a dir poco scioccanti per Lothar Matthäus, deluso e travolto dalla notizia.
Ma alla mazzata amorosa si unisce un altro “schiaffo” come lo ha definito il campione: la notizia ha monopolizzato l'attenzione dei media a livello mondiale arrivando fino in Camerun dove non è stata presa molto bene dai vertici politici e sportivi del paese. A dire di no al tedesco prossimo tecnico della nazionale africana è stata Chantal Biya, moglie dell'attuale presidente Paul Biya. A spiegare la situazione lo stesso Matthäus in persona al Welt am Sonntag: “Non sarò l'allenatore del Camerun. La moglie del presidente, il quale mi voleva a tutti i costi, ha appreso la notizia della mia crisi coniugale e ha interrotto le trattative”.
E intanto, tanto per non farci mancare nulla, è già cominciato in terra tedesca il walzer di accuse e rivelazioni tra i due protagonisti della vicenda, Matthäus e Liliana Chudinova, in guerra in ogni prima pagina dei giornali tedeschi.
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