(ANSA) - PANAMA CITY, 28 LUG - Potrebbe essere finita la carriera del 41enne panamense Guillermo "Felino" Jones, campione mondiale dei massimi leggeri Wba. E' infatti risultato positivo al controllo antidoping successivo al match dello scorso 17 maggio a Mosca quando "Felino" tornò in possesso del titolo mondiale battendo per Ko all'11/o round il russo Dennis Lebedev.
La sostanza trovata nelle urine del panamense e' il furosemide, un diuretico.
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Pugilato: peso piuma 'omosessuale orgoglioso', applaude anche Ricky Martin
Le associazioni per i diritti dei gay
hanno dato il benvenuto al peso piuma portoricano Orlando Cruz
diventato il primo pugile dichiaratamente gay nella storia della
boxe. ''E' essenziale che ci siano modelli positivi per gay e
lesbiche nel mondo dello sport'', ha detto Richard Lane,
portavoce di Stonewall. Cruz ha ammesso di essere ''un uomo
orgogliosamente gay'' due settimane fa in Florida prima di
salire affrontare Jorge Pazos. Ad applaudirlo pure il cantante
portoricano Ricky Martin.
ansa
Cammarelle battuto solo dai giudici
Clamorosa decisione dei giudici nella finale super massimi di pugilato: Cammarelle domina i primi due round, controlla il terzo ma i giudici assegnano l'oro al padrone di casa Joshua. Ricorso ufficiale presentato dalla Federazione italiana: respinto
Perdere ci sta, come sempre nello sport, e il bellissimo applauso che Roberto Cammarelle dedica al pubblico inglese dopo la clamorosa sconfitta nella finalissima olimpica di supermassimi di boxe a Londra sa tanto di una lezione di fair play. Una lezione di stile, da parte del campione olimpico in cara, scippato clamorosamente di un oro sudato e meritato sul ring, ma perso sorprendentemente solo per colpa dei giudici. Italia batte Gran Bretagna, almeno nel fair play.
La finale. Cammarelle, di dieci anni più maturo rispetto al giovane e rampante padrone di casa Antonhy Joshua, parte come un treno e non lascia un metro al suo più acerbo avversario. Il pugile di Cinisello Balsamo è un furia e chiude avanti 6-5 il primo round. Ma è solo l'inizio. Perché la seconda frazione si tinge sempre più di azzurro con Cammarelle che continua a spingere sull'acceleratore martellando senza sosta. Joshua arranca, sbanda ma non crolla: anche se il passivo, alla fine del secondo round, è ancora più pesante per il britannico. 7-5 per Cammarelle.
Si va così al terzo e ultimo round. Il campione azzurro controlla senza troppi problemi, anche se col passare dei secondi comincia a sentire la fatica. Joshua non si fa sfuggire l'occasione e prova il tutto per tutto mettendo spesso a segno colpi pensati. E' solo un momento. Perché Cammarelle, campione di tecnica, potenza ma anche esperienza, riprende in mano l'incontro e porta a casa un round non dominato ma raddrizzato verso un tranquillo pareggio nel finale.
Si attende così solo la sentenza dei giudici. E qui arriva, incredibilmente, la doccia fredda. Il pubblico di casa spinge - ovviamente - per l'oro a favore di Joshua, ben consapevole di aver applaudito un incontro dominato dall'inizio alla fine dal campione italiano. I giudici, però, spiazzano tutti con un 8-5 per il britannico nel terzo round: 18-18, che starebbe già ben stretto a Cammarelle. Ma non è finita qui. Perché l'oro finisce inspiegabilmente sul collo del pugile di casa, grazie alle preferenze dei giudici. Un mezzo scandalo. Semplicemente assurdo. Pazzesco.
Così come non sorprende la decisione degli stessi giudici di respingere l'immediata e legittima protesta ufficiale della Federazione italiana.
Una sconfitta che fa male, malissimo, non solo nel fisico ma soprattutto nello spirito per un campione immenso come Roberto Cammarelle. Al pugile milanese resta così 'solamente' l'argento londinese, ma anche - e soprattutto - l'orgoglio di aver dato una lezione di stile e fair play ai maestri inglesi. E questo, sicuramente, vale più di un oro...
it.eurosport
Perdere ci sta, come sempre nello sport, e il bellissimo applauso che Roberto Cammarelle dedica al pubblico inglese dopo la clamorosa sconfitta nella finalissima olimpica di supermassimi di boxe a Londra sa tanto di una lezione di fair play. Una lezione di stile, da parte del campione olimpico in cara, scippato clamorosamente di un oro sudato e meritato sul ring, ma perso sorprendentemente solo per colpa dei giudici. Italia batte Gran Bretagna, almeno nel fair play.
La finale. Cammarelle, di dieci anni più maturo rispetto al giovane e rampante padrone di casa Antonhy Joshua, parte come un treno e non lascia un metro al suo più acerbo avversario. Il pugile di Cinisello Balsamo è un furia e chiude avanti 6-5 il primo round. Ma è solo l'inizio. Perché la seconda frazione si tinge sempre più di azzurro con Cammarelle che continua a spingere sull'acceleratore martellando senza sosta. Joshua arranca, sbanda ma non crolla: anche se il passivo, alla fine del secondo round, è ancora più pesante per il britannico. 7-5 per Cammarelle.
Si va così al terzo e ultimo round. Il campione azzurro controlla senza troppi problemi, anche se col passare dei secondi comincia a sentire la fatica. Joshua non si fa sfuggire l'occasione e prova il tutto per tutto mettendo spesso a segno colpi pensati. E' solo un momento. Perché Cammarelle, campione di tecnica, potenza ma anche esperienza, riprende in mano l'incontro e porta a casa un round non dominato ma raddrizzato verso un tranquillo pareggio nel finale.
Si attende così solo la sentenza dei giudici. E qui arriva, incredibilmente, la doccia fredda. Il pubblico di casa spinge - ovviamente - per l'oro a favore di Joshua, ben consapevole di aver applaudito un incontro dominato dall'inizio alla fine dal campione italiano. I giudici, però, spiazzano tutti con un 8-5 per il britannico nel terzo round: 18-18, che starebbe già ben stretto a Cammarelle. Ma non è finita qui. Perché l'oro finisce inspiegabilmente sul collo del pugile di casa, grazie alle preferenze dei giudici. Un mezzo scandalo. Semplicemente assurdo. Pazzesco.
Così come non sorprende la decisione degli stessi giudici di respingere l'immediata e legittima protesta ufficiale della Federazione italiana.
Una sconfitta che fa male, malissimo, non solo nel fisico ma soprattutto nello spirito per un campione immenso come Roberto Cammarelle. Al pugile milanese resta così 'solamente' l'argento londinese, ma anche - e soprattutto - l'orgoglio di aver dato una lezione di stile e fair play ai maestri inglesi. E questo, sicuramente, vale più di un oro...
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