di Paolo Paoletti
Vialli ha appena ‘avvisato’ “Zeman è un paraculo, attacca chi vuole lui”. Gianluca non ha mai dimenticato le insinuazioni sui suoi muscoli ma Zeman non ha mai avuto peli sulla lingua. Magari con un occhio particolare per i potenti, i più in vista, i campioni acquisiti dal potere. L’ultima del Peter Pan del calcio è su Abete, presidente federale: “non è nemico mio, è nemico del calcio!” Meglio di così, un paraculo non può fare. Anche perchè Zeman chiarisce che con Abete a cena di andrebbe.
Zdenek è tornato nell’elite del calcio italiano e ora tutti si abbeverano alla fonte delle sue verità: anche Sette, il magazine del Corriere della Sera, che pubblica il boemo nel suo migliore repertorio, la sua idea di calcio che, dice, dovrebbe puntare su “serietà e impegno“.
Zeman ha sempre tenuto nel mirino più l’ambiente del calcio che quello giocato. Dopo gli ultimi scandali aggiunge: “c’è qualche miglioramento. Ma temo che sia più paura di essere scoperti che un cambio per convinzione. Servono più esempi positivi”. Il calcio di Zeman “dovrebbe essere semplicità” e riferendosi agli intrighi di Palazzo invita tutti a “vincere dimostrandosi superiori sul campo e non fuori dal campo”.
Confermato recentemente che Massimo Moratti lo ha cercato ma lui s’era già impegnato col Pescara, puntualizza: “Molte parole. Poi bisogna vedere se ci sono le condizioni per lavorare bene. E non parlo di giocatori da acquistare”. Milan, Inter, Juventus, difficile che Zeman alleni mai una dell’asse Torino-Milano, dove s’è sempre deciso tutto del calcio e non solo: scudetti, mercato, diritti televisivi, dirigenti e presidenti federali. E ovviamente arbitri. Oggi un po’ meno solo perchè la Lega è cavallo impazzito, difficile da domare per tutti.
Nella sua ultima esternazione Zeman affronta anche il vecchio problema dei Club Spa, quindi possibili da quotare in Borsa, proprio come la sua Roma: “Non dovrebbero essere quotate in Borsa è un condizionamento forte. I risultati mi danno ragione, il calcio deve stare fuori dalla finanza e dalla politica“. Già la politica, proprio le attenzioni della politica di cui la Roma ha sempre beneficiato. Da quando Andreotti e Andreotti, fino alla attuale Cancellieri. Comunque alla domanda con che ‘nemico‘ andrebbe a cena, Zdenek risponde lapidario: “Abete, perché no? Abete non è nemico mio, è nemico del calcio“.
Quarta stella a destra, questo è il cammino: caro Zeman l’isola che non c’è non l’hanno ancora scoperta, anche se io vorrei abitarci. E andare a cena con te!
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