Dopo 40 giorni, i due piloti udinesi partiti dal Friuli hanno raggiunto la Grecia. Il loro scopo era l'introduzione della disciplina ai Giochi.
E con profumi della Grecia, dopo 40 giorni, hanno concluso la loro avventura. Chiamarla avventura è riduttivo. È un' impresa epica. Avevano deciso di partire con il deltaplano dal Friuli Venezia Giulia, dal monte Zoncolan per l’esattezza, e percorrere 9 stati in volo, fino a raggiungere il monte Olimpo. Due piloti udinesi, Suan Selenati (classe '84 di Sutrio) e Manuel Vezzi (classe '81 di Verzegnis), il 10 agosto sono decollati e ieri, 21 settembre, dopo aver superato ostacoli di ogni tipo (temporali, raffiche di vento, i lunghi spostamenti a piedi e le soste interminabili) sono arrivati a destinazione. Una sfida eccezionale, che nasce con lo scopo di ottenere il riconoscimento di questa disciplina come sport olimpico. Ecco perché la scelta del Monte Olimpo quale meta finale.
Suan Selenati fotografato in volo |
obiettivo —
Alla vigilia della partenza, Suan, pilota della nazionale italiana
campione del mondo in carica, è stato chiaro: “La nostra volontà non è
tanto quella di compiere un’impresa strettamente agonistica, quanto
quella di ottenere un riconoscimento, e di dar risalto a uno sport
ancora all’angolo”. Grazie a una straordinaria determinazione sono
riusciti a portare a termine un incredibile viaggio, ora ci chiediamo:
vedremo il deltaplano ai Giochi di Tokyo 2020? Difficile. Ma un'impresa
del genere, non può e non deve passare inosservata. In questo mese e
mezzo, o poco più, la coppia di deltaplanisti e la squadra che li ha
seguiti “via terra” è riuscita ad attraversare Slovenia, Croazia,
Bosnia, Montenegro, Albania, Macedonia (Serbia e la Bulgaria previste
all'inizio sono state escluse per ragioni di tempo e meteorologiche).
- La squadra che ha preso parte all'impresa
un'avventura emozionante —
Un percorso davvero lungo e tortuoso, condito da imprevisti, di
incontri, ma anche di paesaggi spettacolari e di storie da raccontare,
che senza il prezioso supporto dei comuni di Sauris, Gemona e di tutta
l’organizzazione non sarebbe mai stato possibile. Ieri alle 17.00, dopo
aver sorvolato per bene due volte il Monte degli dei, sono atterrati a
Litochoro, piccolo comune greco oggi compreso in quello vicino di
Dion-Olympos.
- Suan Selenati e Manuel Vezzi dopo 40 giorni hanno raggiunto il Monte Olimpo.
Le parole di Suan Selenati trasmettono gioia, emozione,
adrenalina: "Quando si raggiunge un obiettivo la prima sensazione è di
incredulità e disorientamento. Proprio come superare l’esame della vita,
o forse (ma io non lo so) andare all’altare. Oggi il nostro sentimento è
molto simile a questo, ma bisogna aggiungere il brivido delle aquile
che ci seguono sotto alle nuvole, la forza espressa in metri al secondo
che ti spingono verso l’alto e ti portano sull’Olimpo, il freddo e la
sete che non contano niente rispetto a quello che si sta vedendo, la
meta non è il risultato ma l’effetto di un procedimento di guerra e pace
con noi stessi e con il cielo, sempre troppo alto e troppo bello.
Abbiamo portato a termine il nostro viaggio, anche se il sogno non ha
mai termine. Abbiamo visto più di quello che ci aspettavamo, abbiamo
spinto più del previsto. Abbiamo sognato il giusto, e guadagnato il
nostro. Grazie a tutti voi che siete stati parte di questa avventura,
Grazie all’amicizia, che resiste anche ai momenti di rabbia e di sudore.
Grazie alla gente che abbiamo incontrato, non retoricamente buona.
Grazie alla proporzionalità inversa tra velocità e pressione, che rende
la nostra vita… volabile e onirica!".
Margherita Terasso - gazzetta.it