Contro il Crotone vittoria 3-0 e i tifosi adesso aspettano Cardiff
E' qui la festa, nello Stadium addobbato in maniera scicchissima, letteralmente pazzo di gioia, i decibel sparati a palla, gli smartphone destinati solo a uso fotografico per selfie imperdibili: in fondo, pur tenendo in considerazione una certa familiarità con i trionfi, sei scudetti di fila non li aveva mai vinti nessuno (come tre Coppe Italia) e il richiamo della storia gonfia, amplifica, dilata qualsiasi passione. "Abbiamo vinto il tricolor", è la colonna sonora della partita, alternato a quel 'I campioni d'Italia siamo noi' che riempie orecchie e cuori. Sì, è qui la festa, dopo la vittoria rovente (ma solo per il clima agostano) contro il Crotone, dodici minuti e Mario Mandzukic aveva già schiantato la paura che tutto dovesse essere rimandato di una settimana, e poi chissà, con la Roma a un punto e l'acqua alla gola... Invece ogni cosa, ogni situazione ha avuto uno sviluppo ordinato e ordinario, non ci sono state sorprese, Dybala ha confezionato il raddoppio prima dell'intervallo con il solito gioiello su calcio piazzato, il popolo bianconero ha potuto scaldarsi con i cori e con gli slogan, lasciando per ultimo - a livello di messaggi canori - l'appuntamento con la Champions League: Cardiff non è lontanissima, però conviene evitare confusioni.
Tutto come doveva essere, insomma. E in cima alla lista dei protagonisti di una stagione comunque straordinaria a prescindere dall'esito della missione gallese, va messo Massimiliano Allegri, al quale i tifosi hanno dedicato un'ovazione pari a quella di Gonzalo Higuain e Gigi Buffon. A proposito, per il portiere un eloquentissimo striscione esposto dalla curva chiede il tributo del Pallone d'Oro: che sarebbe davvero cosa buona e giusta. Nessuno come lui in Italia, pochini pure in Europa. C'è da scardinare un preconcetto, però, e non sarà semplice riuscirci. Buffon è la pietra d'angolo sulla quale la Juventus ha costruito un altro campionato dittatoriale: la sua sostituzione, di qui a un anno esatto, sarà esercizio complicatissimo per la premiata ditta Marotta & Paratici. Tornando ad Allegri, in tre stagioni ha saputo cancellare perplessità e ritrosie: per questo rimarrà ancora, con firma sul nuovo contratto, eccetera eccetera. Il progetto della migrazione - in Premier - è rimandato a data da destinarsi.
Sì, è davvero qui la festa, mentre sul palco allestito dalla Lega, con il presidente Carlo Tavecchio impegnato (nonostante i fischi raccolti copiosi) a consegnare un altro trofeo ai bianconeri a distanza di pochi giorni, partono i coriandoli alti nel cielo e la musica inconfondibile dei campioni, il "We are the Champions" che dal 2011 fa da colonna sonora alla primavera della Juventus. La sfilata è un tributo, anzi tenuto conto della ripetitività, un rituale consolidato: tutt'intorno gente in festa, che sventola le bandiere fornite dalla società, che urla a squarciagola i nomi dei giocatori, che improvvisa la ola, che non irride gli sconfitti, che accarezza il sogno Champions.
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