Massimiliano Castellani - avvenire.it
Tre punti nel calcio valgono una vittoria, nella Formula 1 invece 3
punti costano un Mondiale alla Ferrari di Fernando Alonso. Certo, lo
sapevamo che ci voleva l’impresa per buttare giù dal gradino più
alto l’invincibile Red Bull di Sebastian Vettel, ma il finale di
Interlagos ha un retrogusto amarissimo e beffardo. Non è bastato il
secondo posto ad Alonso per mettere le mani sul titolo iridato che
invece per la terza volta di fila va a Vettel, bravo e fortunato fino in
fondo. Vettel meglio di Michael Schumacher che alla sua età, 25 anni,
non era riuscito a calare un tris del genere. Per la “Rossa” di
Maranello appuntamento rimandato al Mondiale 2013, anche se contro
questa Red Bull sarà sempre più dura riuscire a giocarsela fino in
fondo.
Il campionato di calcio invece, dopo il 2° ko stagionale degli ex invincibili della Juventus, potrebbe avere uno sviluppo avvincente fino all’ultimo respiro. Questa sera sta a Inter e Napoli approfittare dell’imprevisto scivolone della Juve con il Milan. Imprevisto perché dopo la partita perfetta, quella con il Chelsea, nessuno immaginava una gara tanto imperfetta come quella disputata dai bianconeri con il Milan. Due partite, due Juventus. La capolista quest’anno quando ha l’impegno di Champions e subito dopo il match di cartello, va in debito d’ossigeno e paga dazio. Era successo contro l’Inter, è ricapitato contro un Milan che è in austero restyling e viaggia a distanza siderale dalla vetta (-14 punti), ma che grazie a un “fallo d’ascella” (e non di mano) di Isla, passa con un rigorino di Robinho che sa di brodino caldo, ma molto ricostituente, specie in tempo di magra. Sarà un caso, ma da quando alla vigilia di una partita dei rossoneri patron Berlusconi ha cominciato a rimettere piede a Milanello, la squadra di Max Allegri ha impattato per grazia ricevuta a Napoli (al San Paolo era sotto di 2 gol), ha vinto in Champions contro l’Anderlecht strappando il pass per gli ottavi e infine è arrivata la notte da luci a San Siro con la Juve. Carisma del presidentissimo che consiglia pure il modulo al conte Max? Chissà... Quel che è sicuro è che la stella più luminosa si conferma sempre il “Faraone” El Shaarawy che incanta anche la leggenda rossonera Marco Van Basten, re per una notte nella sua vecchia casa milanista. Anche quando non segna, il 20enne capocannoniere della Serie A si fa notare con una prestazione da attaccante post-moderno: gioca a tutto campo e con una qualità tecnica da campione già fatto.
Galliani può gongolare visto che anche in difesa il Milan ha trovato il suo campioncino. È Mattia De Sciglio, come El Shaarawy classe 1992, si segnala come l’ultimo erede della grande scuola difensiva italiana. Il ragazzo è pronto e maturo anche per la Nazionale di Prandelli, in cui di attaccanti se ne contano in abbondanza, ma i difensori del calibro di De Sciglio in questo momento sono una manna. I migliori difensori infatti sono stranieri, come il Rodriguez della Fiorentina che sa anche andare in gol, anche se i viola di Montella con il Torino si salvano in extremis e devono accontentarsi di un pareggio. Zeman torna a Pescara e non trova più l’erede, Giovanni Stroppa. In un Paese in cui non si dimette proprio nessuno, Stroppa ha avuto il coraggio di farlo, mettendo al primo posto la dignità che vale più di qualsiasi ingaggio milionario. Nella terra della seconda “Zemanlandia” la Roma del boemo vince, anche se non convince, però intanto aggancia momentaneamente in classifica la Lazio che grazie al “gustoso” (si fa per dire) “spezzatino” calcistico scenderà in campo domani sera all’Olimpico contro l’Udinese. E lo spezzatino verrà servito anche in settimana, venerdì invece del pesce, preparatevi a Catania-Milan, antipasto del derby della Mole: sabato c’è Juventus-Torino. I geni dei calendari colpiscono ancora...
Il campionato di calcio invece, dopo il 2° ko stagionale degli ex invincibili della Juventus, potrebbe avere uno sviluppo avvincente fino all’ultimo respiro. Questa sera sta a Inter e Napoli approfittare dell’imprevisto scivolone della Juve con il Milan. Imprevisto perché dopo la partita perfetta, quella con il Chelsea, nessuno immaginava una gara tanto imperfetta come quella disputata dai bianconeri con il Milan. Due partite, due Juventus. La capolista quest’anno quando ha l’impegno di Champions e subito dopo il match di cartello, va in debito d’ossigeno e paga dazio. Era successo contro l’Inter, è ricapitato contro un Milan che è in austero restyling e viaggia a distanza siderale dalla vetta (-14 punti), ma che grazie a un “fallo d’ascella” (e non di mano) di Isla, passa con un rigorino di Robinho che sa di brodino caldo, ma molto ricostituente, specie in tempo di magra. Sarà un caso, ma da quando alla vigilia di una partita dei rossoneri patron Berlusconi ha cominciato a rimettere piede a Milanello, la squadra di Max Allegri ha impattato per grazia ricevuta a Napoli (al San Paolo era sotto di 2 gol), ha vinto in Champions contro l’Anderlecht strappando il pass per gli ottavi e infine è arrivata la notte da luci a San Siro con la Juve. Carisma del presidentissimo che consiglia pure il modulo al conte Max? Chissà... Quel che è sicuro è che la stella più luminosa si conferma sempre il “Faraone” El Shaarawy che incanta anche la leggenda rossonera Marco Van Basten, re per una notte nella sua vecchia casa milanista. Anche quando non segna, il 20enne capocannoniere della Serie A si fa notare con una prestazione da attaccante post-moderno: gioca a tutto campo e con una qualità tecnica da campione già fatto.
Galliani può gongolare visto che anche in difesa il Milan ha trovato il suo campioncino. È Mattia De Sciglio, come El Shaarawy classe 1992, si segnala come l’ultimo erede della grande scuola difensiva italiana. Il ragazzo è pronto e maturo anche per la Nazionale di Prandelli, in cui di attaccanti se ne contano in abbondanza, ma i difensori del calibro di De Sciglio in questo momento sono una manna. I migliori difensori infatti sono stranieri, come il Rodriguez della Fiorentina che sa anche andare in gol, anche se i viola di Montella con il Torino si salvano in extremis e devono accontentarsi di un pareggio. Zeman torna a Pescara e non trova più l’erede, Giovanni Stroppa. In un Paese in cui non si dimette proprio nessuno, Stroppa ha avuto il coraggio di farlo, mettendo al primo posto la dignità che vale più di qualsiasi ingaggio milionario. Nella terra della seconda “Zemanlandia” la Roma del boemo vince, anche se non convince, però intanto aggancia momentaneamente in classifica la Lazio che grazie al “gustoso” (si fa per dire) “spezzatino” calcistico scenderà in campo domani sera all’Olimpico contro l’Udinese. E lo spezzatino verrà servito anche in settimana, venerdì invece del pesce, preparatevi a Catania-Milan, antipasto del derby della Mole: sabato c’è Juventus-Torino. I geni dei calendari colpiscono ancora...