E' la classica più amata, ed anche la più difficile, che può farti entrare nella leggenda ma anche farti passare la voglia di correre in bicicletta. La Parigi-Roubaix, di cui domani si corre l'edizione n. 110, ed a cui prenderanno parte 200 concorrenti, è la regina delle corse in linea. Gli italiani l'hanno vinta per 13 volte, due delle quali con quel Franco Ballerini tragicamente scomparso ma in passato ricco di consigli per i suoi pupilli che si avvicinavano a questo 'inferno' fatto di 27 settori di pavé che possono far saltare le gambe. E' una corsa unica, 257 chilometri di pura fatica, che il belga Tom Boonen cercherà di vincere per la quarta volta eguagliando così il record di 4 successi del connazionale Roger De Vlaeminck, diventato 'monsieur Roubaix' fra il 1972 ed il 1977. "Se dicessi che non sono interessato ad una quarta vittoria in questa 'classica' sarei un bugiardo - ammette Boonen -. Io sono uno che le motivazioni le trova sempre, ma la Parigi-Roubaix me ne fornisce di particolari. Non sono il solo favorito, ce ne sono altri, come Ballan e Pozzato che vedo molto bene e già al Fiandre hanno mostrato di essere in ottime condizioni. Potrebbe piovere? Per me le condizioni meteo non sono state un problema".
Proprio Pozzato non fa mistero delle proprie ambizioni: "Sogno la Roubaix - spiega il veneto - e vorrei vincerla per dedicarla a Ballerini. Ho grandissimi ricordi di lui, e per questo vorrei portare a casa questa corsa. Se Franco fosse qui con me, mi darebbe tanti consigli, ricordo quelli che mi ha dato in passato e ho tutto in testa. Ho immagazzinato tutto ciò che mi ha detto, e spero di poterlo mettere in pratica domani. Vorrei poter essere forte come lo era Franco, ma non paragonatemi a lui: credo che questi accostamenti non vadano fatti ". Pozzato domenica scorsa è stato secondo al Fiandre, dietro a Boonen e davanti a Ballan, e secondo dietro al belga ex campione del mondo è stato anche alla Roubaix, nell'edizione del 2009.
"Non mi piace arrivare secondo - dice Pozzato -, ed ora è arrivato il momento di tirare fuori la zampata giusta. Nel 2009 ero riuscito a giocare le mie carte fino in fondo ma un pizzico di sfortuna ha compromesso tutto. La Roubaix è una corsa particolare, per provare a vincerla la devi amare, altrimenti il pavé ti respinge. Io penso al velodromo di Roubaix e spero un giorno di poter alzare le mani su quel traguardo. Intanto è stato importante essere arrivati davanti, come ho fatto nel 2009. Questa corsa prima di poterla vincere bisogna capirla. La foresta di Arenberg è il primo momento determinante della corsa, da li capisci se sei in giornata o meno. Come avversari vedo gli stessi di domenica scorsa, Ballan e Boonen su tutti, che fanno parte delle due squadre piu pericolose. Ma ci sono anche altri outsider come Hushovd e Flecha. Effettivamente la Roubaix è particolare, ed una corsa per pochi, ma quei pochi sono tutti in forma".
ansa
8 Aprile 2012 ore 05:58