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.Inchiesta. La SuperLega divide il mondo del pallone

La SuperLega divide il mondo del pallone

avvenire
Gli schieramenti iniziano a delinearsi. I prossimi cinque anni, da qui al 2024, saranno scanditi da una lunga battaglia sulle modifiche al format della Champions League con relative ricadute sul destino dei campionati nazionali. Il futuro spinge verso una SuperLega per pochi eletti oppure una super-Champions che accentuerà le tutele economiche nei confronti delle partecipanti (con possibili finestre nel fine settimana e sistema di accesso slegato dalla classifica dei campionati). Sarà una lotta tra l’Eca (Associazione europea dei club) guidata da Andrea Agnelli e l’associazione delle Leghe professionistiche europee capeggiata dallo spagnolo Javier Tebas sempre più leader dello schieramento di chi vuole difendere la centralità dei campionati nazionali. Il capo della Liga è diventato il punto di riferimento di questo fronte (recentemente ha spiegato il suo punto di vista ai club di Serie A con una visita in via Rosellini che non ha fatto impazzire di gioia qualche presidente). Non a caso sarà Madrid la sede dell’importante riunione convocata per il 6-7 maggio: una sessione del Club advisory platform della European Leagues aperta a tutti i club del continente. Guarda con interesse a questi movimenti anche l’Associazione italiana calciatori: «I club medio-grandi italiani non si rendono conto di quello che sta succedendo. Mi auguro sia solo un basso profilo legato al fatto che stanno lavorando nelle apposite sedi istituzionali», dice Umberto Calcagno, vice-presidente vicario Aic. Il pensiero va a club come Fiorentina, Sampdoria e Bologna, realtà storiche di piazze importanti che rischiano di essere le più penalizzate.
Parlando con i vertici di questi club si respira preoccupazione. La Sampdoria, ad esempio, si dichiara contraria a SuperLega o super-Champions ma al momento sta soprattutto cercando di capire e studiare le possibili evoluzioni. Ma presto potrebbe entrare in fibrillazione anche grandi come Roma, Lazio o Napoli. Perché almeno due di queste big potrebbero non rientrare in certe logiche dal 2024. «Bisogna evitare effetti disastrosi –continua Calcagno – non ci stiamo ponendo abbastanza il problema dei rischi di devastazione del mondo che resterebbe tagliato fuori dai nuovi format. Temo che possano entrare in funzione tecnicismi giuridici in grado di vanificare la contrarietà della maggioranza dei club europei». Le conseguenze economiche per i campionati nazionali sarebbero pesanti: «I ricavi dei tornei nazionali entrerebbero sicuramente in sofferenza di fronte alla prospettiva di una coppa europea per ricchissimi, una per poveri e una per poverissimi», spiega Marco Bogarelli, ex ad di Infront Italia, advisor della Serie A per la vendita dei diritti tv. Difficile fare stime perché non è ancora chiaro l’assetto dopo il 2024. Il riferimento di Bogarelli è all’idea di creare l’Europa League 2 che dovrebbe garantire un ampliamento della partecipazione ai tornei Uefa a fronte di uno sbilanciamento verso l’alto della Champions. Se andrà in porto questa riforma sarà un’impresa continuare a vendere i diritti tv della Serie A intorno a quota un miliardo.
Preoccupazione raccolta al volo dall’ad della Lega di Serie A Luigi De Siervo che ieri in Commissione cultura alla Camera ha dichiarato: «Questo cambierà per sempre il nostro calcio rischiando di rendere il campionato residuale. La sperequazione che crea la Champions è evidente, più queste squadre parteciperanno a una competizione ricca e più la differenza si amplierà». Timori condivisi anche dalla Premier League come dimostra il comunicato assai critico emanato nei giorni scorsi. «I club devono valutare le conseguenze – continua Bogarelli – non tutti lo hanno ancora fatto. Le modifiche dei format delle coppe dovranno essere concordate a livello di Leghe europee. Non solo da Eca e Uefa. Deve essere l’associazione dei proprietari ad avere più voce in capitolo. Non si può pensare che altri imprenditori spendano senza avere ritorni per sostenere un sistema pensato per poche big». Chiaro il ragionamento: con una flessione degli introiti da diritti tv molte realtà del campionato italiano faticherebbero a restare a galla mentre pochi eletti beneficerebbero di un boom di ricavi.
«La Serie A diventerebbe una B alta – spiega Calcagno – superfluo dire che fine farebbero B e C. Gli stipendi dei calciatori ne risentirebbero. Nella massima divisione continuerebbero a girare cifre consistenti. Ma sotto sprofonderebbero ». Uno scenario da terra bruciata per consentire ai primi 15 club europei per fatturato di competere tra di loro in maniera più bilanciata rispetto a quello che succede adesso. Attualmente tra il Manchester United primo e l’Inter quindicesima ballano circa 370 milioni di differenza. Secondo l’Aic la soluzione sarebbe quella di rendere più equilibrato il sistema con differenze distributive meno sbilanciate tra i club di A e una mutualità più consistente destinata a B o C (come succede in altri paesi europei). In questo modo migliorerebbe la competitività. Ma lo spirito dei tempi spinge verso altre direzioni. Il confronto sarà aspro. Ai primi di maggio a Madrid andrà in scena una delle prime occasioni per misurare i rapporti di forza.

Notizie sport del 3 Aprile 2019


SERIE A: JUVE OK A CAGLIARI,MILAN PARI IN CASA. OGGI LE ALTRE 

F1: BENE ESORDIO IN FERRARI SCHUMI JR,SECONDO IN TEST BAHRAIN Negli anticipi della 30ma giornata della Serie A di calcio la Juventus passa 2-0 a Cagliari con gol di Bonucci e Kean, mentre il Milan pareggia 1-1 in casa con l'Udinese. Oggi le altre: alle 19 Empoli-Napoli; alle 21 Roma-Fiorentina, Torino-Sampdoria, Frosinone-Parma, Genoa-Inter e Spal-Lazio. Domani i posticipi Sassuolo-Chievo e Atalanta-Bologna. F1: bene l'esordio sulla Ferrari per il figlio di Schumacher, secondo nei test in Bahrain; oggi la seconda giornata. (ANSA).

Le Alpi Marittime e le Cozie prima, e poi la pedemontana del Friuli faranno da contesto territoriale per due avvenimenti internazionali di volo libero in deltaplano.

Comunicato stampa per news.oggi@yahoo.it
 
Dal 6 al 7 aprile ritorna per la sesta edizione il grande meeting Trofeo Malanotte, organizzato dal Delta Club Mondovì con centro operativo presso l’Aviosuperficie Alpi Marittime di Pianfei (Cuneo).
Si volerà tra le Alpi e il mare, un volo molto particolare in una zona altrettanto particolare. La quota elevata del decollo, 1740 metri, fa sì che in primavera inoltrata si spicchi il volo in un paesaggio quasi invernale, mentre giù in basso la pianura è tutta verde. Il mare è a soli 40 km di distanza verso sud. Facilmente i piloti toccano quote attorno a 3000 metri sfruttando i motori più ecologici inventati dalla natura: l’irraggiamento solare del suolo e l’azione del vento sui rilievi montuosi. D’altronde non sarebbe possibile diversamente perché il volo in deltaplano e in parapendio non ne prevede altri e per questo si chiama “volo libero”.

Dal 25 aprile al 1 maggio, organizzato da Flyve e Aero Club Lega Piloti, terza edizione dello Spring Meeting – Trofeo Friuli Venezia Giulia 2019, una competizione che si svolgerà in una zona ben nota a chi pratica il volo libero. La stessa sarà teatro del XXII Campionato del Mondo di deltaplano il prossimo luglio. Attesi i migliori piloti da tutta Europa che hanno già colmato il numero massimo degli ammessi alla gara.
L’area di volo si sviluppa principalmente nella zona pedemontana del Friuli ma, a seconda delle condizioni atmosferiche, è possibile volare anche nelle Alpi e in pianura. Il decollo principale da cui prenderà il via ogni prova di gara, una al giorno meteo permettendo, è situato sul monte Valinis sopra Meduno (Udine). Tuttavia, sulla base delle condizioni meteorologiche, sarà possibile utilizzare altri punti di decollo situati in territorio italiano e sloveno, cinque in tutto. Atterraggio ufficiale e quartier generale della manifestazione a Travesio (Pordenone).
Molte attività collaterali saranno organizzate per famiglie e visitatori.
 Ufficio Stampa FIVL

Associazione Nazionale Italiana Volo Libero